ho riletto volentieri l'articolo del portale quello che ha messo tuko http://www.acquaportal.it/_archivio/...i-3/valori.asp
e mi sembra che se letto e capito stronchi sul nascere ogni dubbio sul perché e sul per come non va bene il mischione. un'altra cosa che nasce da mie osservazioni puramente empiriche e' che le varie specie di pesci hanno nel dna anche la possibilita' di riconoscere i predatori specifici attuando manovre evasive o nascondendosi , ma se si mettono predatori con prede ignare del pericolo allora ...il pranzo e' assicurato |
Sì lo avevo già letto e par quanto interessante secondo me non stronca del tutto i vari dubbi.
Un esempio è quello del discus, per quelli di selezione si preferisce usare acque neutre o leggermente acide con durezze sotto gli 8-9 gradi, per dei discus "selvatici" invece vengono usati valori diversi, molto più vicini a quelli presenti in natura. Stessa cosa se non sbaglio viene fatta per gli scalari. Adesso io non ne capisco assolutamente nulla di biologia, ma comunque o si tratta di piccole mutazioni, o si tratta di adattamento, o si tratta di valori che comunque rientrano in una rage della specie, ma non sono adatti ai selvatici per altri motivi, non lo so, fatto sta che queste piccole differenze ci sono. Tra l'altro alcuni esempi tipo colisa-platy (che da quel che dice il Vanni potrebbe portare problemi di aggressività però) si basano su valori riscontrabili anche in natura, perché alcuni poecilidi si trovano anche in acque tendenti al neutro e con durezze medie, così come accade per alcune popolazioni di lalia, che tra l'altro, durante il corso dell'anno subiscono molte variazioni di valori in natura, ovviamente in acquario le cose sono diverse. Io più che un no secco, direi meglio di no. Non mi pare una cosa così semplice da liquidare. Attenzione non sto dicendo di avere ragione, è solo un mio pensiero basato su nulla di scientifico, solo ipotesi che non posso testare tra l'altro perché non ho interesse a mettere insieme platy e lalia in un mio acquario, la vedrei come una vasca sprecata |
Alla fine se vogliamo potremmo definirle semplicemente "coincidenze" il fatto che alcune specie, anche se geograficamente e comportamentalmente differenti l'una dall'altra, potrebbero vivere in condizioni fisico-chimiche dell'acqua simili..
Però appunto ciò non toglie che, nonostante le apparenti similitudini, andrebbero allevate preferenzialmente in acquari separati, semplicemente per evitare problemi di vario genere (comportamentali, di dimensioni, di esigenze di spazio, necessità alimentari, ecc).. In sostanza il segreto è seguire la natura, solo così non ci si potrà sbagliare mai..;-) |
Quote:
In ogni caso non si tratta di "mutazioni" né di tenere pesci di acque tenere e tendenti all'acido con pesci di acque dure e alcaline solo perché le "code" dei valori in alcune schede si toccano. |
Sì comunque in sostanza per vari motivi la conclusione è che nonostante alcuni pesci abbiano nel DNA una certa adattabilità, c'è sempre un valore ottimale al quale dovremmo tenerli. Con un rage che non si allontana troppo dall'ottimale. Anche se in natura magari riescono ad adattarsi anche ad altri valori. Un po' come per le temperature anche, è sconsigliabile tenere un guppy a temperature inferiori ai 19-20 gradi in acquario, anche se in natura li troviamo a temperature anche più basse, e quindi si potrebbe pensare che non si corrono rischi. #24
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Ovviamente ogni pesce ha un margine di adattabilità, le condizioni in natura non sono sempre identiche.........ci sono pesci salmastri che, durante la loro vita, si spostano a densità diverse, ci sono pesci che si spostano in zone con condizioni particolari solo in precise circostanze (ad esempio la riproduzione).
Se vuoi allevare Pseudomugil gertrudae, trovi i seguenti valori: Temperatura: 12 – 34° pH: 3,68 – 9,4 Conducibilità: 12 – 646 µS/cm Durezza: 0 – 320 ppm Alcalinità: 2 – 180 ppm Questo perchè, pur essendo lo stesso pesce, si è evoluto in habitat particolari modificandosi geneticamente, se non si conosce l'esatta provenienza degli esemplari che si hanno in vasca, si cerca di tenere valori "medi", nel tentativo di mitigare il più possibile lo sforzo di adattamento (pressione osmotica e/o altro). In definitiva le cose vanno ragionate e quindi si punta ai cosiddetti valori ottimali, non a quelli esatti al centesimo. |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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