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MarZissimo 20-03-2011 18:15

Se non vengo su prima io....e ancora a settembre li hai tutti in negozio disponibili per la vendita...se li porti a cesena vedrai che appena arrivo io di quegli 8 esemplari te ne liberi in 5,326 nanosecondi :°D
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scherzi a parte bisogna che mi inizio a preparare le vasche vuote...quel giorno lì succederà un macello...mi porto a casa di tutto! :-)
L'unica mia speranza è che non ci siano solo ciclidi malawi e tanganika...di africano che mi interessa ci sono soltanto i Pelvicachromis NON pulcher...anche per quelli lì andrebbe aperta una NOTEVOLE parentesi. subocellatus..taeniatus....sono davvero davvero spettacolari!

E poi c'è sempre la speranza (mi sa parecchio vana..) di portare a casa qualche Betta NON splendens....ma lì boh...non so nemmeno se qualcuno li alleva....figurarsi a venderli...

Cookie989 20-03-2011 19:06

Quote:

Originariamente inviata da Patrick Egger (Messaggio 3515625)

Quote:

Originariamente inviata da Cookie989 (Messaggio 3506790)
La cosa però che mi sorprende è che non ci siano in lista pesci di cui ho letto il rischio d'estinzione come alcuni danio (margaritatus tra tutti), altri yasuhikotakia (morleti ad esempio), altri botia ed alcune boraras, ma forse sono io che non so cercare le cose :-))

Questo perchè spesso le liste sono vecchie e non aggiornate.Sia che le specie sono diventate più rare e ancora non elencate che per specie che non sono mai state rare ma comunque si trovano erronemente nella lista.Il Danio margaritatus è diventato raro solo in alcune zone della sua distribuzione.tutta la popolazione però non sembra minaccata.Stessa cosa sembra per i Puntius denisoni.Una sola persona ha fatto credere alla provincia di Kerala che il pesce è endemico e verso l'estinzione.Heiko Bleher ha scritto sul suo ultimo viaggio in quella zona,che i denisoni si trovavano in 21 dei 27 fiumi vistati da lui.E erano molto comuni.Sembra più una questione commerciale per tirare su il prezzo che salvaguardare una specie#24!?

Non entro del merito dei discorsi da grandi che state facendo :-D no bè semplicemente ora sono di frettissima e non ho il tempo di approfondire la discussione ma conto di leggerla con calma quanto prima. Grazie Patrick per avermi risposto ad hoc, ma una lista aggiornata ed affidabile non c'è? #24

Marco Vaccari 20-03-2011 19:57

..aggiungo alle giuste precisazioni di Patrick e hai suoi punti di vista, il fatto che purtroppo è davvero reale la situazione distruzione habitat...
..per fortuna in passato e anche ora esistono dei progetti di mantenimento specie in cattività, che chiedono aiuto anche agli acquariofili, e che sono riusciti nel re-inserimento della specie in natura, sia nel biotopo di partenza risanato, sia in biotopi vicini a quello dove la specie era sparita..

..urca!.. sta diventando una discussione davvero interessante!... non pensavo che lo diventasse!;-)

Ale87tv 20-03-2011 20:17

Quote:

..mi piacerebbe che, anche in acquariofilia, passi il concetto che esiste in terrariofilia da tantissimi anni, ovvero: "una vasca, una specie"....
Sono convinto che dedicare una vasca ad una specie che si è scelta tra le tante, sia il modo migliore per osservare questa specie nella complessità dei suoi comportamenti, dei suoi cicli vitali (spesso legati alle stagioni)..in questo modo si evita l'interazione (quasi sempre forzata) con altri pesci o organismi in vasca.. si da modo di osservare le dispute territoriali, i momenti di caccia o di accoppiamento... Vi sembra NOIOSO avere una vasca dedicata ad una sola specie? Credetemi, non lo è ..... Non lo è perchè, se sapete osservare, scoprirete tantissime sfumature che vi sfuggono in una vasca di comunità... non lo è perchè avete la possibilità di riprodurre e di portare avanti la specie per generazioni (magari scambiandola con altri appassionati) e questo è molto bello.... osservare la vita che continua anno dopo anno (e non la logica consumistica di andare al Centro commerciale e comprare il pesce per poi comprarne uno nuovo una volto morto il "vecchio")... E' un po' come il passaggio delle stagioni..... sono 9 anni che allevo e riproduco alcuni pesci rari.... anche per me il tempo è passato, con tutti i casini che mi arrivano, ma anche quest'anno, i miei Crenichthys bailey stanno assumendo la livrea di riproduzione... vuol dire che è arrivata la primavera....
non posso che quotare!!! che poi alcune specie possano convivere bene è vero, ma secondo me si dovrebbe prima cominciare con il monospecifico, poi passare a un simil biotopo ragionato(perdonatemi ma io gli acquari di comunità non riesco a sopportarli)...

Patrick Egger 21-03-2011 00:30

[QUOTE=Cookie989;3515801
.... ma una lista aggiornata ed affidabile non c'è? #24[/QUOTE]

Cookie,guarda che è molto difficile per non dire impossibile,almeno per alcune specie,dire o anche stimare quanto grande sia la popolazione.
In più si deve dire,che le liste non vengono aggiornate ogni anno,almeno non per tutte le specie.Le Red List di solito vengono aggiornate ogni 10 anni.Chiaramente in questo lungo periodo succede di tutto.Vuol dire che una specie puo rilevarsi piu comune di quanto si pensassi all'inizio come anche diventare più comune.Dall'altra parte è molto più facile che diventa rara o sta prima della estinzione.Per esempio prendiamo la Ara di Spix (per citare un uccello dove si possono contare/stimare meglio le popolazione anzi che di un pesce),che nella lista rossa sta come "Critically endagered",che vuol dire che lo stato è critico.In realtà non si ha notizie di questa specie in natura da almeno 10 anni.Praticamente è estinta,in natura.E la lista rossa conta solamente la popolazione in natura.In cattività esistono ancora circa 80 esemplari.

Quote:

Originariamente inviata da Marco Vaccari (Messaggio 3515932)
..urca!.. sta diventando una discussione davvero interessante!... non pensavo che lo diventasse!;-)

Discussione interessante su un tema interessante e anche importante ;-)

[QUOTE=Ale87tv;3515975]
Quote:

non posso che quotare!!! che poi alcune specie possano convivere bene è vero, ma secondo me si dovrebbe prima cominciare con il monospecifico, poi passare a un simil biotopo ragionato(perdonatemi ma io gli acquari di comunità non riesco a sopportarli)...

Ale,per carità,non parlo di acquari di comunità come li troviamo nella maggior parte delle case italiane,un fritto misto di non so quante specie.
Intendo dire che si possono ben tenere più specie insieme nel stesso acquario e anche riprodurli.
Se tengo ,per esempio,dei Scalari ,posso ben tenermi anche dei Ancistrus in acquario o dei Caracidi.
è difficile trovare una via di mezzo,ma si puo ben fare.Penso che anche i pesci devono interagire con altri esseri viventi,prendere stimoli da altre specie come anche da diversi arredamenti e piante.Se no si da tutta la ragione ai grandi allevamenti che tengono le coppie in piccole vasche sterili,senza sabbia,senza pianta e senz'altro arredamento.

daniele68 21-03-2011 00:37

Quote:

esistono dei progetti di mantenimento specie in cattività, che chiedono aiuto anche agli acquariofili, e che sono riusciti nel re-inserimento della specie in natura, sia nel biotopo di partenza risanato, sia in biotopi vicini a quello dove la specie era sparita..
Marco, mi si rafforza il pensiero che non è impresa da tutti.
Vorrei chiederti una cosa;
un comune acquariofilo come me che volesse , o meglio è attratto dal discorso sopra, a parte l'nformazione necessaria per non far morire il pesce in vasca buttando via un patrimonio genetico, come fa a muoversi in quel senso ..
Mi spiego. Mi metto ad allevare un pesce a rischio perchè vorrei che tale specie non si estingua abbracciando il tuo modo di intendere, lodevolmente, questo approccio diverso dell'acquariofilia.
Il pesce lo riproduco... devo entrare in un giro particolare perchè io possa far si che i pesci riprodotti da me in cattività possano a loro volta riprodursi in vasche di qualcun altro appassionato e che non finiscano in mano a persone che li mettono in vaschette solo per bellezza o peggio , che ibridino pesci ( se fosse compatibile con pesci della stessa specie ma commerciali, magari ho scritto una str..ata).
quante dinastie devono passare perchè io possa trovare chi sicuramente potrà rimettere in natura un discendente dei pesci da me allevati? Ci vuole passione e dedizione, altrimenti non si rischia di allevare un pesce e vederne solo la sua bellezza e il suo modo di essere ma non raggiungere lo scopo di contribuire alla salvaguardia della specie?

Patrik dice:
Quote:

Heiko Bleher ha scritto sul suo ultimo viaggio in quella zona,che i denisoni si trovavano in 21 dei 27 fiumi vistati da lui.E erano molto comuni.Sembra più una questione commerciale per tirare su il prezzo che salvaguardare una specie!?
quindi non sono a grande rischio di estinzione questi ciprinidi...ma se si volesse incrementare il mercato dato che ,( Patrik tu che sei nell'ambiente correggimi se dico una cavolata),non si trovano facilmente probabilmente quelli che riescono ad averli sono pesci di cattura.. Allora tenendo alto il prezzo il pubblico si orienta su altri tipi di allevamento tornando alla solita acquariofilia più commerciale.Non si salvaguarda un habitat indirettamente?

Quote:

alcune specie possano convivere bene è vero, ma secondo me si dovrebbe prima cominciare con il monospecifico, poi passare a un simil biotopo ragionato(perdonatemi ma io gli acquari di comunità non riesco a sopportarli)...
Ale, se per acquari di comunità intendi tenere pesci che non hanno niente a che fare uno con l'altro ti do ragione, ma io che allevo una coppia di scalari con un gruppetto di cory che mi servono anche per smuovere il fondo, credo che alla fine male non ne faccio.



Marco, tu che sei informatissimo, quante possibilità ha un pesce allevato in cattività e reintrodotto in natura di vivere e riprodursi. L'uomo questo lo può dedurre solo col tempo stimando la popolazione o gli esemplari vengono monitorati come (ma non credo) ,per esempio, gli uccelli o i mammiferi con strumenti elettronici?

Altra domanda e poi non vi assillo più;
credo che persone del calibro di Marco per portare avanti un discorso del genere su cui Patrik non a torto asserisce che è praticamente impossibile salvare una specie allevando qua e la qualche pesce a rischio di estinzione, allora forse è meglio che creino associazioni riconosciute a livello stato a cui i vari ministeri dell'ambiente degli stati in cui questi pesci si trovano a rischio possano affidare l'allevamento con scopo di reintrodurre il pesce in habitat a rischio o "bonificati"?Non esiste già un discorso del genere a livello mondale o sono le associazioni di cui parlavi sopra?

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Ale87tv 21-03-2011 11:38

Quote:

Ale,per carità,non parlo di acquari di comunità come li troviamo nella maggior parte delle case italiane,un fritto misto di non so quante specie.
Intendo dire che si possono ben tenere più specie insieme nel stesso acquario e anche riprodurli.
Se tengo ,per esempio,dei Scalari ,posso ben tenermi anche dei Ancistrus in acquario o dei Caracidi.
è difficile trovare una via di mezzo,ma si puo ben fare.Penso che anche i pesci devono interagire con altri esseri viventi,prendere stimoli da altre specie come anche da diversi arredamenti e piante.Se no si da tutta la ragione ai grandi allevamenti che tengono le coppie in piccole vasche sterili,senza sabbia,senza pianta e senz'altro arredamento.
Quote:

Ale, se per acquari di comunità intendi tenere pesci che non hanno niente a che fare uno con l'altro ti do ragione, ma io che allevo una coppia di scalari con un gruppetto di cory che mi servono anche per smuovere il fondo, credo che alla fine male non ne faccio.
no no sono d'accordo con voi, solo che deve essere un abbinamento ragionato come avete specificato voi, e valutato caso per caso :-)), anche in funzione della grandezza della vasca e non un accozzaglia ad ogni costo :-)

secondo me i pesci (correttamente allevati e salvaguardati geneticamente) reintrodotti in natura hanno alte possibilità di sopravvivenza, molte specie fuggite dagli allevamenti se hanno trovato un habitat adeguato hanno colonizzato le acque di altri paesi (purtroppo) penso che siano tra i meno problematici rispetto ad altri organismi.

Cookie989 21-03-2011 15:04

Grazie ancora Patrick, sono davvero ignorante in materia ma immaginavo che una lista circa ufficiale ed aggiornata esistesse...
Entro nella discussione con i piedi di piombo perchè è davvero un discorso da "grandi", almeno da grandi acquariofili o comunque persone che su questa filosofia ci ragionano da un bel pò di tempo più di me. Io cerco di raccapezzarmi ma sono ancora molto dubbiosa, la scorsa settimana sbirciando su aquanet.tv un video sulla Thailandia meridionale mi è venuto un groppo in gola, vedere gli ampi spazi in cui nuotano felici i pesciotti che o tengo in vasca o ritrovo nei negozi mi ha fatto venir voglia di smantellare tutto. (Da li nasce la discussione che avevo aperto sui parametri per capire se un pesce vive bene in una vasca) Però poi l'epifania: lo scopo di ogni buon acquariofilo non è quello di allevare i propri piccoli come se in potenza un giorno dovessero essere reintrodotti nel loro habitat? (E trovarsi bene s'intende) L'acquariofilo buono e giusto non fa questo conservando il patrimonio genetico (o cercando di modificarlo il meno possibile) per poi passare il testimone ad altri volenterosi? Confermate o sono castelli di carta? Non penso di essere molto OT (o forse si?) perchè se le considerazione che ho tratto sono corrette dovremmo essere ancor più motivati a ricercare i pinnuti poco modaioli citati in precedenza.

Ed ora la parte terra terra, dato che si parlava di pesci poco considerati dai neofiti e di facile gestione credo che il tuo iter Marco smotiverebbe chiunque alle prime armi ma anche chi è alle medie armi :-)) c'è da dire Marco che immagino tu abbia più risorse di molti altri (buone conoscenze, mooooooooolta esperienza e conoscenza linguistica). Diciamo che tu parti avvantaggiato perchè sai già dove cercare ;-) Però quando ci si appresta a comperare un pesce poco "venduto" bisogna mettere in conto: pazienza abunde et diu, motivazione, le spese che non mancano mai e che possono essere impegnative, la possibilità di viaggiare e farsi un bel pò d'ore di auto/treno/bus/piedini più tutto il processo di allestimento e preparazione della vasca, non è proprio una cosa da tutti e mi tiro in ballo anch'io eh. Ma si fa quel che si può, ci mancherebbe e ti rispondo da Se una notte d'inverno un viaggiatore con pagina aperta a caso che mi pare centri parecchio "Il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio."

Entropy 21-03-2011 16:31

Concordo anch'io sull'importanza e la bellezza di questa discussione.
Io mi trovo in piena sintonia con i pensieri espressi nel primo post da Marco, anche se comprendo le titubanze e le perplessità di un acquariofilo circa le difficoltà che si incontrano ad intraprendere questa strada. Infatti molti di noi si avvicinano all'acquariofilia inizialmente per avere in casa ed ammirare pesci e piante, in modo da osservarne livree e comportamenti. Difficilmente uno inizia ad allestire acquari per salvare una specie dall'estinzione. Poi però piano piano la passione aumenta e con essa la voglia di conoscere e fare le cose "per bene". Da qui nasce così la scelta oculata della specie da allevare, la riproduzione consapevole e la diffusione della conoscenza acquisita (passo fondamentale).
Ma arrivati ad un certo punto, si soppesano le esigenze di questa crescita "culturale" con le nostre disponibilità in termini di tempo e denaro. E si arriva ad un bivio. Ci si ferma o si va oltre.
Personalmente, in tutti i miei anni di acquariofilo prima e naturalista poi, ho sempre cercato di crescere in termini di esperienze, conoscenze ed obiettivi da raggiungere; unendo la passione per l'acquariofilia ad una visione olistica (= nel suo insieme) della natura e ad una gestione ecosostenibile delle specie che allevo o coltivo. Perchè sento (come essere umano) di essere sempre in costante debito con la Natura e di doverle restituire almeno in (piccola) parte ciò che le sto sottraendo con il progresso (inevitabile, s'intende). Questa "forma mentis" è ovviamente applicabile ed applicata in tutti gli aspetti della mia vita ed in maniera ancora più sentita nella mia passione per l'acquariofilia.
Allevare, riprodurre e preservare è un modo che abbiamo per intendere l'acquariofilia e per contribuire a comprendere e salvaguardare specie e biodiversità. E' come un enorme Banca del Germoplasma capillarizzata in tutto il mondo. Come cioè, nel mondo, si conservano nelle banche i semi e le spore di milioni di varietà di specie vegetali per preservarne l'integrità genetica, allo stesso modo si possono conservare i genomi delle specie ittiche. Se accade così che nel luogo di origine si estingue un intero genoma, ho la possibilità di recuperarlo e replicarlo grazie all'impegno di tanti acquariofili consapevoli......

daniele68 24-03-2011 00:18

Ciao,
mi permetto di riprendere il discorso acquariofilia/natura in quanto ho trovato questo articolo in rete e vorrei sapere le vostre opinioni:

http://www.petfamilynews.it/pfn/inde...tent&Itemid=62

Mi chiedevo se è vero il metodo di cattura per i pesci marini con il cianuro e se davvero ci sono contrastanti pareri se mettere nelle specie a rischio il paracheirodon axelrodi-

Non mi esprimo sull'ultima parte dell'articolo.

Spero che Marco Vaccari possa chiarirmi una cosa:
i pesci che allevi, quanti sono di cattura?
Marco, chiaro che non è accusatorio!!! Io sono sicurissimo che tu faccia parte di un circuito di acquarifili che come già detto sono prima naturalisti.
Chiedo questo perchè il discorso ha due facce.
Se catturiamo pesci a rischio o comunque che farebbero una brutta fine nel loro ambiente e l'acquariofilo è la salvezza del genoma credo che sia giustificabile.

Catturare i pesci indiscriminatamente potrebbe recare danno come sembra nell'articolo per i cardinali.

Davvero, fatemi sapere se è un articolo senza fondamenta o se ha delle verità
ciao e grazie


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