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Nebulus 09-06-2010 18:53

Quote:

Originariamente inviata da faby (Messaggio 3049713)
Il discorso va bene, ma è ristretto comunque, nel senso che state totalmente tralasciando la dominanza dei geni, e quindi se la mutazione è recessiva e l'individuo possiede anche il gene dominante la mutazione non si esprime.

Sì, io mi riferivo a mutazioni che hanno un riflesso fenotipico... non mi sembrava importante la genetica che sta loro dietro :-).

Quote:

E poi di che tipo di mutazione stiamo parlando? Ricordiamoci che stiamo parlando di esseri evoluti e non di batteri procarioti in cui il 99% delle mutazioni viene espressa.
Infatti avanzando nella scala dell'evoluzione, dal meno evoluto al più evoluto, aumenta la frazione intronica del DNA, cieè la frazione inespressa, quella che è presente ma non esprime nessun carattere (tanto che nell' RNA abbiamo solo frazioni esoniche, e nel CDNA viene tagliata la frazione intronica), quindi se la mutazione puntiforme avviene in una frazione di DNA intronico questa di fatto non sussiste.
Poi appunto ci sarebbe da considerare gli altri tipi di mutazioni, ma il discorso si complica e allunga, se necessario però se ne può parlare...
Sì vabbè, bastava dire "ho studiato"... :-D

(è ovvio che non stiamo parlando di introni, dai... ;-) già che ci siamo però non è che nel cDNA vengano "tagliati" gli introni, semplicemente non ci sono visto che si tratta di un retrotrascritto del mRNA... ma stiamo ancora parlando di pesci?)

faby 09-06-2010 18:59

Nebulus
sì sì sono d'accordissimo con te, infatti l'ho scritto all'inizio del mio intervento che è meglio mantenere meno genetica nel discorso, perchè la cosa si complica, però quelle frasi scritte così reclamavano un pelo in più di completezza :-D scusami :-)

è ovvio per chi sa cosa sono gli introni :-D, per il cDNA hai ragione, era per tagliar corto, però era solo un esempio collegato...

Ad ogni modo come detto prima, è il caso concentrarsi più sul perchè alcuni pensano che i pesci allevati siano "abituati"...

P.S: (OT) sei biologo per caso?:-)
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Quote:

faby anche lì ho semplificato per la comprensibilità, dicendo "se la manifestazione è positiva..." se dite comunque esplico aggiungendo il tuo discorso o più semplicemente aggiungo che una mutazione può non essere manifestata, o adirittura può non avere alcun effetto... adesso vediamo!
ho letto ora la tua risposta, certo, semplifica pure, era per avere più materiale su cui lavorare, magari esce qualche spunto più interessante lavorando assieme;-)

Ale87tv 09-06-2010 19:13

certo certo faby !!! che poi non esca in uno step 2 una discussione di approfondimento genetica da linkare!

faby 09-06-2010 19:17

be più approfondimenti ci sono e più è interessante il forum;-) almeno a mio parere

Ale87tv 09-06-2010 19:20

si si pienamente d'accordo! :-))

Nebulus 09-06-2010 19:41

Ma che "scusa", non devi scusarti di niente ;-), che scherzi?
Io sì -11.

Quanto alla domanda sul mio titolo... ti spiace se non ti rispondo? Vorrei che ciò che scrivo fosse letto per ciò che è, non per i titoli delle dita da cui proviene. Spero di non offenderti :-).

Ora vo a leggere la prima pagina, penso che Ale abbia messo su una cosa non male...

faby 09-06-2010 19:44

Nebulus
No problem figurati era per curiosità visto che mi sembri molto ferrato ;-)

ciao!

Ale87tv 09-06-2010 19:55

nebulos aspetta che stasera butto dentro l'intervento di entropy! :-))

e... se aggiungessimo anche un riferimento le abitudini alimentari?... non nello specifico ma un discorso generale sulle modalità di somministrazione ecc, sul vivo, pastiglie da fondo, vegetale, ecc?

Nebulus 09-06-2010 20:08

...che roba! -34 Ho fatto una prima sgrossata con aggiunte e ritocchi, le mie modifiche sono in rosso da maestrino fastidioso.... dimmi che ne pensi :-).



LE CONDIZIONI IN NATURA

Ogni pesce, invertebrato, anfibio, pianta, si è evoluto in natura in un determinato range di pH, durezza, salinità, temperatura,concentrazione di ossigeno disciolto, granulometria e tipo di fondo, luminosità, ambratura dell’acqua, che hanno condizionato la sua evoluzione, anche e soprattutto in termini di biochimica cellulare. Ad esempio, nel caso di alcuni organismi come le Caridina japonica, l'adattamento all'ambiente in cui questi si sono evoluti li ha portati a necessitare di acqua con caratteristiche diverse a seconda dello stadio di sviluppo in cui si trovano. Badate bene, evoluzione, non adattamento ad una situazione temporanea: si sono plasmati a seconda dell'ambiente. Alcune specie possono adattarsi a range di parametri più ampi, altre hanno necessità di range più ristretti.

L'EVOLUZIONE

L'evoluzione avviene attraverso il sommarsi di mutazioni casuali, statisticamente una ogni 10.000 individui nei virus, fino a una ogni 100.000.000 mutazione/gene/generazione per gli animali superiori; se la mutazione avviene a livello dei gameti (spermatozoo e ovulo), l'individuo che si sviluppa dalla fecondazione può manifestare la mutazione se l’allele mutato è dominante, non mostrarla se recessivo, o mostrarla solo in parte se a dominanza incompleta. Se la manifestazione è positiva, l’individuo si riproduce con successo e la passa alla progenie che a sua volta si riprodurrà con maggiore successo; se negativa l’individuo viene stroncato dalla selezione naturale o comunque le riproduzioni saranno svantaggiate nell’ambiente, il che porta alla sparizione della mutazione dall’ambiente più o meno velocemente a seconda di quanto svantaggiosa è la mutazione. La selezione non è comunque l’unica forza in campo nell’evoluzione, esistono altri fattori come l’accoppiamento preferenziale, l’effetto collo di bottiglia, l’inbreeding, che comunque influenzano il pool di alleli di una popolazione.

LA STRATEGIA DI RIPRODUZIONE

Molti pesci adottano la strategia di riproduzione "r" ossia producono molti figli perchè se ne salvino alcuni, l'obiettivo di tutte le specie animali è il propagarsi della specie, per cui alcune specie possono riprodursi in condizioni ben lontane dalla idealità pur di assicurarsi una discendenza. La selezione naturale (predatori, malattie, competizione) opererà una selezione massiva, lasciando in vita una vita una percentuale di individui variabile che arriverà a riprodursi.

L'ALLEVAMENTO

Nella pratica, molti pesci sono allevati in cattività, a valori non ideali. Questo è un adattamento dell'individuo, non della specie (l’adattamento della specie avviene tramite le mutazioni e la successiva selezione di esse, secondo regole statistiche), perchè i pesci anche se non vivranno per la loro longevità naturale o non cresceranno alle dimensioni massime, riusciranno comunque a riprodursi a loro volta senza l'intervento della selezione naturale.
Per cui i figli avranno un corredo genetico dello stesso pool genico (insieme dei geni della popolazione da cui derivano i genitori) dei parenti selvatici (o per lo meno di quella parte di parenti selvatici che sono stati prelevati in natura per iniziarne, generazioni addietro, l’allevamento) almeno per quel che riguarda la fisiologia, a meno che non subentrino mutazioni che devono però essere riconosciute e selezionate. L'allevamento in condizioni non idonee implica comunque maggiore esposizione a malattie, minor colorazione, comportamenti anomali. Questo è dovuto a diversi fattori: i pesci acidofili, per esempio, trovandosi in un ambiente a bassa carica microbica, compensano l’energia utilizzata per mantenere l’equilibrio osmotico risparmiando sulle energie che utilizzano per il sistema immunitario, per cui in ambiente basico o neutro si trovano a rischio di attacchi patogeni. Basti pensare alla diversa percentuale di uova di scalare ammuffite a seconda che queste si trovino pH 6 o a pH 8. L'influenza dell'ambiente sui pesci può assumere molteplici aspetti; in alcuni casi, ad esempio anche il colore ambrato dell’acqua e la presenza di nascondigli e divisioni territoriali hanno un impatto sulla colorazione del pesce. Proseguendo con l'esempio, in condizioni simili il maschio di Aulonocara sp., sentendosi al sicuro dai predatori da cui l’istinto lo porta a difendersi, sfoggia una colorazione sgargiante per le femmine, mentre senza che queste si verifichino non sfoggerà mai gli stessi colori. I Corydoras, senza un fondo non spigoloso e abbastanza fine, si feriscono ai barbigli, e questo li porta alla morte; se non sono allevati in un gruppetto di almeno 5-6 esemplari non sfoggiano il loro comportamento da branco. Un Betta splendens in una vasca a corrente media comincia già a trovarsi in difficoltà, perché adattato ad ambienti di acqua ferma, e se la vasca non è chiusa, rischia di ammalarsi quando respira l’aria fredda o secca con il labirinto.

LA SELEZIONE

I pesci di oggi sono selezionati e distanti dai parenti selvatici: vero e falso. l'uomo ha selezionato solo i caratteri fenotipici (in particolare colori e forma delle pinne), anche qui in maniera massiva e a volte discutibile, cosa che con un pò di pratica possiamo fare tutti noi. In linea di massima non ha toccato la fisiologia, che viene regolata da un gran numero di geni, o comunque non è stata curata una razionale selezione di caratteri fisiologici per far adattare i pesci a valori diversi. Statisticamente parlando, possono essere avvenute delle mutazioni collaterali anche a livello fisiologico, ma queste non sono state identificate e selezionate.

E' POSSIBILE MODIFICARE LA FISIOLOGIA DI UN PESCE?

Possibile si, ma molto improbabile, specialmente in campo acquariofilo. L' insieme delle funzionalità fisiologiche è molto difficile da modificare, perchè implica una perfetta conoscenza delle stesse, che non sempre (anzi, quasi mai) sono visibili. Per questo intraprendere la strada delle modifiche alla fisiologia dei nostri pesci è una strada che porta a risultati incerti, comunque sempre dopo un lavoro infinito.

Ale87tv 09-06-2010 20:15

sei un grande nebulos! ottimo! grazie mille! ci inserisco l'intervento di entropy e poi modifico il primo post! stiamo facendo proprio un bell'articolo! :-))


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