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Quote:
altrimenti sono guai per tutti!!! :-D Tropius sono stupende le tue piante! complimenti per tutto io di pianta emersa ho solo la mia echinodorus muricatus tralaltro in vasca e non sul balcone :-)) |
grazie ettore, grazie kakashi #21
io sto ampliando la mia collezione, farò volentieri foto a tutte le piante, oggi ho acquistato una new entry: echinodorus tazende, mai sentita prima, su internet non trovo info #24 pare un incrocio fra l'osiris e una più piccola, deve essere una meraviglia. Due sono nell'acquario e due son fuori #36# |
Grandissimo Tropius!!!
spero di vedere questa new entry -52 |
kakashi, hai cabiato avar :-( :-( #06 #06 -20 -20
tropius ben tornato dalle vacanze.. p.s. venerdì parto e sto via 10 giarni e dopo mi orgnizzo per fare un bel po' di foto. p.s.2 oggi hoscoperto che la vallisneria special e la e.tennelluss avevano fatto un sacco di stoloni |
complimenti veramente!!! E' una bellissima idea!!!! m'avete affascinato e quindi contagiato.... ora vorrei chiedervi se è possibile utilizzare terriccio per piante da giardino, fare acclimatare le piante come da voi suggerito, e una volta stabilito un equilibrio immettere dei betta, secondo voi si potrebbe fare??? ovviamente con il filtro e i cannolicchi...
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Salve a tutti,
sono molto contento che questa idea di coltivare in emersione le "piante d'acquario" stia contagiando e interessando molti appassionati. Io sono da anni che coltivo molte specie in forma emersa e, in molti casi, faccio anche delle prove di acclimatazione in esterno durante tutto l'anno(un'altra esperienza che qualche volentereso dovrebbe provare :-D ) Nella coltivazione emersa abbiamo la possibilità di osservare tutte le fasi del ciclo vitale (eterofillia, fioritura, fruttificazione, riposo vegetativo e persino germinazione dei semi) delle nostre piante d'acquario che, nell'80 % dei casi, sono in realtà più palustri che acquatiche. In più, e chi ha provato può testimoniarlo ampiamente, in emersione le piante crescono meglio, necessitano di meno cure, meno fertilizzazioni e gestione ridotta quasi a zero. Il momento più delicato è quello della fase del passaggio dalla forma sommersa a quella emersa; superato questo quasi tutte le specie sono in grado di prosperare bene in pieno sole, a temperature di oltre 32°C ma pur sempre con la base e le radici in acqua o in terreno fradicio. Oltre al sistema già spiegato dal grande Tropius, quello in pratica della "serra" o dell'acquario con umidità del 100% da ridurre gradualmente, io uso, soprattutto nella bella stagione, il sistema di piantare in acqua bassa le piante e di aspettare che, con la forte illuminazione naturale e artificiale, queste escano da sole producendo le foglie emerse, senza fornire una camera umida sopra di esse ma sommergendole completamente nella fase iniziale. Nel caso di piante alte, che lasciate fuori dall'acqua senza umidità si seccherebbero subito, può essere utile (anche se dispiace) tagliarle all'altezza della base, proprio per favorire la produzione di nuove foglie aeree. Solitamente pianto tutto in vasi o in piccoli contenitori, che poi immergo in circa 5-10 cm di acqua in pieno sole. Per il substrato parto dal presupposto che anche le specie "tropicali" in realtà non si discostano molto dalle piante palustri e acquatiche che vediamo nei nostri ambienti, con eccezione per quelle piante che provengono dalle foreste umide con suoli acidi o sub-acidi. Quindi uso solitamente la solita miscela consigliata per le piante da laghetto (terreno argilloso aggiunto di una piccola percentuale di sabbia silicea e sostanza organica - che può essere torba, terriccio universale o compost ben maturo); in questo modo anche immergendo i vasi non ho problemi di galleggiamento dei substrati (che può succedere usando torba pura o anche solo terriccio universale) o putrefazione degli stessi. Per le specie che lo necessitano, aggiungo a questa miscela un maggiore quantitativo di sostanza organica. In superficie copro il tutto con uno strato di sabbia silice o ghiaia. Accenno brevemente anche il fattore della resistenza al freddo. Molte delle piante acquatiche che coltiviamo in acquario non sono poi così “tropicali” ma provengono da zone con climi se non simili, paragonabili a quello presente nella maggior parte del nostro paese. In più, anche grazie a particolari tecniche agronomiche, è possibile favorire le capacità intrinseche di alcune specie. Da ormai 5 anni sto realizzando degli esperimenti di acclimatazione, cercando di utilizzare un metodo costante e “scientifico”, in modo da ottenere un dato il più possibile oggettivo. Se per alcune specie d'acquario i risultati di resistenza al freddo (molte volte però favoriti da una sommersione delle piante in soli 10-15 cm di acqua) sono scontati (penso alle varie Elodea, Egeria, Eleocharis acicularis, ecc.), in altri casi ho avuto delle belle sorprese più o meno inaspettate (come nel caso di Zosterella dubia, Bacopa monnieri o Heteranthera zosterifolia, che addirittura riesce a diseminarsi spontaneamente nelle vasche vicine). La vasca che uso per queste prove (senza averne mai cambiato le caratteristiche e l'esposizione) subisce temperature che vanno da oltre 32° C in pieno sole estivo, fino ai -7° con formazione di ghiaccio sulla superficie. In collezione, quasi tutte perennemente coltivate in vasche e laghetti esterni, ho oltre 850 piante legate all'acqua; fra quelle di interessa acquariofilo che al momento coltivo in emersione più o meno ci sono: Alternanthera reineckii Bacopa caroliniana Bacopa monnieri Crassula helmsii 8 Echinodorus fra specie e cultivar Elatine macropoda Eleocharis acicularis Eleocharis parvula Eleocharis vivipara Glossostigma elatinoides Heteranthera zosterifolia Hydrocotyle bonariense Hydrocotyle leucocephala Hydrocotyle ranunculoides Hydrocotyle umbellata Hydrocotyle verticillata Hydrocotyle vulgaris Hygrophila corymbosa Hygrophila difformis Hygrophila polysperma Lilaeopsis brasiliensis Lilaeopsis carolinensis Lilaeopsis macloviana Ludwigia grandiflora Ludwigia “mullertii” Ludwigia palustris Ludwigia peploides Ludwigia repens 'Rubin' Lysimachia nummularia Lysimachia nummularia 'Aurea' Marsilea drummondii Marsilea fimbriata Marsilea mutica Marsilea quadrifolia Micranthemum umbrosum Microsorium pteropus 'Petit' Myriophyllum aquaticum Myriophyllum “hippuroides” Myriophyllum 'Red Steam' Rotala rotundifolia Sagittaria montevidensis Sagittaria platyphylla Samolus valerandi Zosterella dubia Appena riesco provo ad inserire qualche immagine. Scusate se mi sono dilungato, ma è un argomento che mi interessa molto. Anzi, se qualcuno ha delle talee in esubero di piante d'acquario già adattate alla forma emersa, sarò felice di scambiarle con le mie. |
ciao, scusa la domanda, se io volessi impiantare una coltivazione all'esterno, e una volta avviata, ri-immettere le piante in acquario, questo sarebbe possibile????
#24 #24 #24 |
Certamente si, è possibile ma ci sono delle limitazioni comunque. Cioè le piante emerse formano una cuticola sulle foglie molto spessa per adattarsi alle nuove condizioni che tendono a togliere e modificare molto lentamente una volta immerse in acqua. Questo processo di formazione di strati cerosi deve essere ridotto al massimo in coltivazione emersa fornendo non solo una costante umidità nelle radici (e non fracidatura) ma soprattutto alla parte aerea. Si parla di un tasso di almeno l'80% in generale, escludendo specie come juncus, anubias, microsorium etc.. Purtroppo l'ammollo costante in acqua in coltura emersa porta direttamente a patogeni molto ostili da affrontare, tutto il genere phytum per esempio che debella completamente la pianta, inoltre è fondamentale immettere nei liquidi anche sostanze nutritive o fornire substrati buoni e aerobi per impedire zone prive di O2 come in acquario. Meglio l'idroponica perchè si mantengono i valori minerali sotto controllo preciso e si effettuano gli interventi soddisfacendo le necessità del momento. Questo non esclude la coltivazione emersa semplice, ma bisogna dire che per la maggior parte delle specie non offre uno sviluppo valido, la crescita è rallentata e compattissima. L'umidità aerea è fondamentale come lo è l'aereazione dell'ambiente. Anche il ph svolge un ruolo importantissimo: in una bacinella con substrato all'interno generalmente questo valore col tempo tende ad alzarsi e non va bene, il range deve stare tra 5.8 e 6.5 al max per permettere la'ssorbimento di certi sali. Comunque in acqua stagnante non va bene, le piante resistono ma soffrono e poi non c'è da escludere lo sviluppo di alghe. Inoltre la coltivazione emersa permette una crescita più rigogliosa rispetto alla vasca, per un semplice motivo: il Carbonio è SEMPRE il fattore limitante e in acqua abbiamo problemi per fornirlo (vedi impianti co2 e diavolerie annesse) mentre all'esterno le piante ne assumono a quantità illimitate, crescendo ovviamente in modo notevole. ciao ciao
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foto foto foto
:-) sono curiosissimo di sapere quante altre piante possono essere coltivate in forma emersa ,oltre al lungo elenco sovracitato :-) |
Questa è la prova di qualche tempo fa:
HEMIANTHUS CALLITRICOIDES http://img513.imageshack.us/img513/5...32copiasm1.jpg [URL=http://g.imageshack.us/g.php?h=513&i=cimg1532copiasm1.jpg][IMG] |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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