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zano, le acropore selvatiche non sono vietate -05 -05
secondo me non è così...le acropore selvatiche sono VIETATE, non si possono neanche importare, anche se qualcuno lo fà (importandole con i cites delle talee) non vuol dire che sia corretto!! Le acropore possono essere importate se sono su basette e rimangono in certi parametri prestabiliti... altrimenti vedresti nei negozi acropore di 30cm di diametro..non pensi? :-) per i cites delle talee..... si possono richiedere alle autorità competenti (è come chiedere il pedigree per un cane di razza) ma gli devi dimostrare che le talee le fai crescere tu .. ;-) e logicamente pagare il CITES... |
secondo me state facendo una confusione assurda...
Il negoziante non è tenuto a dare al cliente finale nulla .. le acro selvatiche sono tranquillamente importabili con regolare CITES . Se si hanno dubbi c'è la documentazione apposita in un topic . |
Pfft, sinceramente non mi risulta ma mi informerò bene, prima di dire altre stupidate! :-))
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marino_78, il fatto che le vedi poco è perchè sono animali protetti , la certificazione CITES del paese di origine deve essere fattta in determinati modi , accertando che l'animale nella zona non sia a rischio di estinzione ecc.ecc. e le quote di esportazione (giustamente) sono molto ridotte.
Il problema VERO è che sicuramente c'è chi fa il furbo , per esempio facendosi spedire specie che devono avere determinate certificazione per esempio come pesci . Oltretutto i controlli sono fatti da gente che fa fatica a distinguere alghe da coralli. E in Italia (come in altre nazioni europee) il vero vincolo è la burocrazia interna che è lenta e complicata .. non è un caso che la maggior parte dei negozi compri coralli con triangolazioni dalla Germania dove le regolamentazioni interne sono più veloci e flessibili. Per non parlare degli USA che importano praticamente tutto. |
Il negoziante, come anche il privato, è tenuto a registrare le sue talee nei registri cites di carico e scarico in caso di vendita e scambio. Registri reperibili gratuitamente presso gli uffici competenti della forestale.
Non c'è l'obbligo di registrare un corallo sui propri registri cites solo nel caso in cui il corallo venga ceduto gratuitamente. In tutti gli altri casi di vendita e scambio l'animale va registrato. Per animale si intende anche la semplice talea. Da quello che ho capito io, il negoziante è tenuto ad avere i "certificati cites" (non so se il termine sia corretto) per gli animali che detiene in negozio e che sono sottoposti alla normativa CITES. Quindi, per essere ancora pià chiari, i registri sono due, uno di carico e uno di scarico e non sono da confondere con il "certificato cites". Il privato può richiedere un documento scritto e firmato dal negoziante in cui viene riportato il numero del "certificato cites" a cui si riferisce l'animale acquistato, ma lo si fa solo meramente per una questione di scrupolo personale, altrimenti il negoziante non è tenuto a rilasciare nulla. Poi il privato dovrebbe registrare il suo animale acquistato sul suo registro di carico, mentre il negoziante lo registrerà sul suo registro di scarico, ad esempio: Corallo viola venduto al sig. pincopallo il 10/04/08, mentre per il compratore: corallo viola acquistato dal negozio "viva i coralli" il 10/04/08. Naturalmente questo discorso è valido per il privato che vorrà poi fare delle talee da questo corallo viola e scambiarle o rivenderle. Se invece lo acquista semplicemente per ammirarlo e vederlo crescere in vasca o eventualmente regalare delle talee a degli amici, non deve tenere nessun registro. Questa cosa avviene regolarmente tra gli appassionati di rettili e anche di uccelli esotici e prima o poi anche noi acquariofili (soprattutto del marino) dovremmo adeguarci in tal senso. Ripeto, i registri si possono richiedere gratuitamente e non credo sia così complicato scrivere due righe ogni volta che si vende o si scambia un corallo. Io sono dell'avviso che tutti prima o poi dobbiamo prendere questa abitudine, perchè poi rischiamo di fare la fine degli appassionati di rettili, che si scambiavano tartarughe a destra e a manca senza registrare niente fino a quando la forestale non ha iniziato a fare multe salatissime a chi non era in regola. E i sequestri di questo ultimo periodo, sono la prova che la forestale ha iniziato a controllare anche i coralli, quindi attenzione. Ciao ;-) |
Ah, se ho scritto inesattezze, correggetemi tranquillamente, perchè non sono sicurissimo al 100% di quanto ho scritto... ma in linea di massima dovrebbe essere così. Ciao ;-)
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marino 78 e' meglio che ti informi meglio
xmarco e' esatto quello che hai scritto tu e alla fine e' quello che dicevo io. forse avevo omesso di dire che il negoziante e' obbligato a rilasciare il cites solo su richiesta dell'utente |
marco hai perfettamente ragione #25 ....
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ragazzi io di selvatiche non intendo talee cresciute in mare.... cercate di capire...io intendo una madre con circonferenza di 20#30 cm e di allevamento non le troverai mai! perchè ci vorrebbero troppi anni per farla crescere in quella maniera.
magari mi sono spiegato male io , o ho capito male... ma non mi venite a dire che un'acropora di quel diametro è una tale cresciuta in mare.. è come dire che una tridacna di 30cm è regolarmente accompagnata da cites.. si può essere!!! ma è sicuramente un'animale che si trova in un'acquario da anni.. o mi sbaglio????? |
marino_78, per "selvatica" si intende il pezzo di Acropora (grande o piccolo dipende come la tagliano , esistono anche le JUMBO da qualche decina di cm di grandezza) non si allevamento , ma staccata da una colonia sulle barriere.
Le talee di cultura sono quelle allevate in mare , in zone ben specifiche e in maniera altrettanto ben definita i cui pezzi vengono fatte crescere su basetta taleate da altre talee o colonie sempre nelle aree di cultura , non dalle barriere. |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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