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-   -   fotoperiodo intero o spezzato voi come vi comportate? (http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=269309)

milo87 20-10-2011 21:04

il mio e di 8ore e mezza continue dalle 15.15 alle 23.45 e le piante crescono bene, la limnophila una meraviglia cresce a vista d occhio ed è bella verde, solo che il resto del giorno dalle 23.45 fino alle15.15 la mia camera rimane chiusa e in pratica è sempre buio, problemi di alghe non ne ho per i pesci va bene comunque?
ho un neon t8 da 15w non so quanti gradi kelvin però e è un acquario da 65 litri

berto1886 20-10-2011 21:27

va bè aspetto buone nuove allora!

Enza Catania 28-10-2011 09:09

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Originariamente inviata da Enza Catania (Messaggio 1061192044)
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Originariamente inviata da Enza Catania (Messaggio 1061179442)
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Originariamente inviata da terminus (Messaggio 3254912)
Ho letto molte discussioni a riguardo, ci sono principalmente due scuole di pensiero, quelli che dicono che bisogna rispettare la natura con il fotoperiodo continuo, altri (vedi metodo dennerle) dicono di spezzare il fotoperiodo con una pausa di almeno due ore in mezzo alla giornata. Voi come vi comportate e soprattutto come vi trovate con il vostro metodo?

Da una settimana adotto l'interruzione del fotoperiodo:

ore 8- 12, luce naturale (nosole)
12- 15 , 2 neon t5 45 w
15- 17 p a u s a
17- 20 2 neon t5 45 In acquario avviato da quattro mesi con valori stabili di kh 5, ph 7 NO2 ass. NO3 002 temp. 25°. Piantumato al 60°/° con pesci e caridine.
Note: la presenza di alghe filamentose verdi sembra essersi ridotta mentre le alghe a pennello sulla vallisneria dopo essere diventate grigie sembrano dissolversi. Non avendo effettuato cambi d'acqua ne pulizia fondo ne altri sistemi di pulizia, potrebbe essere dovuto alla pausa luce!? Né la wallichii né la linmophyla si sono chiuse durante la pausa. Continuerò per un'altra settimana.

Sono passate due settimane, stesso fotoperiodo. - Ho effettuato il normale cambio acqua aspirando legg.il fondo e sciacquato il perlon; ho alzato il kh a 6 per avere 19 ppm di Co2 e ho aggiunto metà dose di fertilizzante JBL ,come facevo precedentemente(ho un fondo fert.e poche epifite) .
Note: la luce ambientale naturale è notevolmente diminuita, pur tuttavia al mattino le piante si volgono in direzione dellle finestre.

Le alghe filamentose verdi purtroppo persistono, pare che si siano ambientate pure loro.

Le alghe a pennello, invece, pare siano in diminuzione, quelle preesistenti sono in crisi, si presentano sfilacciate e grigie, e non ce ne sono di nuove, questo per me è un buon segno.

Le piante non sembrano al momento risentirne, certo forse hanno subito un rallentamento nella crescita ma un No3 a 00 mi fa supporre che facciano il loro lavoro.

L'esperimento dell'interruzione del fotoperiodo continua; i valori chimici continuano a essere stabili, anche le condizioni delle alghe presenti.

Note: la luce naturale del mattino (condizioni climatiche avverse) credo non basti ad avviare la fotosintesi. Noto con piacere che questa settimana non ho pulito i vetri.

Luca_fish12 28-10-2011 09:29

Grazie per l'aggiornamento Enza! :-)

Senti, ma hai trovato la possibile causa alle alghe? quelle verdi puntiformi sui vetri (se ho capito bene che sono loro) vengono anche per il caldo, infatti l'estate a volte compaiono anche a me ma già a settembre vanno via e non tornano fino all'agosto successivo...con i valori sempre a posto...

Può essere un problema di caldo forse?

Enza Catania 29-10-2011 00:34

Quote:

Originariamente inviata da Luca_fish12 (Messaggio 1061208397)
Grazie per l'aggiornamento Enza! :-)

Senti, ma hai trovato la possibile causa alle alghe? quelle verdi puntiformi sui vetri (se ho capito bene che sono loro) vengono anche per il caldo, infatti l'estate a volte compaiono anche a me ma già a settembre vanno via e non tornano fino all'agosto successivo...con i valori sempre a posto...

Può essere un problema di caldo forse?

riscaldatore impostato su 24, quasi mai acceso, i due t5 da 45 w non fanno alzare mai la temp. oltre i 25
Ieri sono stata dal mio rivenditore per cercare un altro neon di colore diverso del mio 9000 e ora leggendo l'intervista di Guerraci...... udite udite usa anche lui l'abbinamento 4500-9000; quello che mi dà maggior fastidio sono le filamentose sul muschio, danno fastidio anche alle caridine ed è molto difficile da pulire.

Entropy 29-10-2011 00:49

La questione fotoperiodo spezzato sì o no ciclicamente ritorna alla ribalta.
Il motivo della creazione di un fotoperiodo spezzato è legato alle condizioni particolari che si possono incontrare in acquari particolari.
Per spiegarmi meglio devo necessariamente entrare più nello specifico e riportare per convenienza e praticità quanto scritto da me sul topic della fotosintesi (in "Approfondimenti dolce").
Detto in parole povere, l'energia ottenuta con la fotosintesi viene utilizzata per la riduzione del carbonio (sotto forma di CO2) in zuccheri (saccarosio e amido), che vanno a costituire le riserve energetiche della pianta, per la sua crescita ed il suo sostentamento. Questa fase è detta ''Ciclo C3'' o ''Ciclo di Calvin''.
Ma la pianta, come ogni essere vivente, respira (24 ore su 24), cioè consuma O2 e zuccheri e produce energia, CO2 e H2O. Durante la fotosintesi il bilancio è a favore della produzione di O2. Durante la notte invece, la pianta respira soltanto (producendo CO2). E, per inciso, i punti di scambio dei gas (che siano O2 o CO2) sono sempre gli stessi, ossia gli stomi, posizionati (nel 90% dei casi) sulla pagina inferiore delle foglie. Fanno eccezione le VERE piante acquatiche che non hanno stomi (a loro non serve controllare la perdita d'acqua attraverso la chiusura degli stomi perchè ci vivono in mezzo all'acqua).
Come detto, il processo di respirazione è identico in tutti gli organismi eucarioti (cioè tutti, batteri esclusi).
Il regno vegetale, però, possiede un processo particolare (il cui reale significato biologico è ancora tutto da chiarire e dimostrare....), collegato strettamente (ne è parassita) alla fotosintesi, cioè la fotorespirazione.
La fotorespirazione, chiamata ''PCO'' o ''Ciclo C2'' è un processo che lavora in antitesi alla fotosintesi e consiste in una ossidazione (anzichè riduzione) del carbonio, con relativo consumo di O2 e produzione di CO2.
In pratica succede questo (purtroppo devo parlare un pò complicato, ma non riesco a dirlo diversamente #30).
Nel ciclo C3, la carbossilazione del ribulosio1,5-difosfato (che porta alla produzione di zuccheri) è catalizzata da un particolare enzima : la Rubisco (di sicuro l'enzima più abbondante sulla Terra, nonché il più prezioso). Questo enzima risulta particolare perché può catalizzare anche l'ossigenazione (oltre alla carbossilazione) dello stesso ribulosio1-5,difosfato, utilizzando O2 per produrre ATP (e CO2 come sottoprodotto). Il fatto che la Rubisco possa catalizzare entrambe le reazioni, porta ad una diminuzione nell'efficienza termodinamica della fotosintesi. Fortunatamente, dei 4 atomi di C sottratti dalla fotorespirazione alla fotosintesi, ne ritornano 3 (1 è perso come CO2).
Il bilancio produttivo tra fotosintesi e fotorespirazione, dipende dal rapporto tra le concentrazioni di CO2 e O2 e dalla temperatura. Cioè, più è basso il rapporto [CO2]/[O2], più è favorita la fotorespirazione. E poiché, più aumenta la T, più diminuisce il rapporto CO2/O2, ne deriva che all'aumentare di T, aumenta la fotorespirazione sulla fotosintesi.
Per inciso, in una soluzione acquosa a 25°C, il rapporto CO2/O2 è di 0,416 e la carbossilazione (fotosintesi) prevale sull'ossigenazione (fotorespirazione) per un rapporto di 3:1.
Da notare che le piante, in acqua, si affidano ad una ''pompa di CO2'', per concentrare questa nel sito di carbossilazione (ed anche evitare così il più possibile la fotorespirazione).
Tutto questo in normali e naturali condizioni ambientali. Ma se l'ambiente si fa estremo (come l'ambiente artificioso di acquari “spinti”) allora i meccanismi possono saltare. E un ambiente troppo ossidante (com'è quello saturo di ossigeno di una vasca in “pearling”) può portare alla formazione di radicali liberi (come il superossido O2- appunto, o il singoletto d'ossigeno o il radicale idrossilico). Senza contare che ci sono alcune molecole che aiutano questo processo ossidativo. Ad esempio il ferro bivalente (Fe2+) reagisce con O2 producendo superossidi (Fe2+ + O2- --> Fe3+ + O2-) e con H2O2 producendo i non meno pericolosi radicali idrossilici (Fe2+ + H2O2 --> Fe3+ + OH + HO-). Però anche qui le piante cercano di difendersi: infatti esse assorbono quanto più ferro bivalente possibile (perché indispensabile alla fotosintesi), ma per evitare che il surplus nelle foglie produca radicali liberi, lo immagazzinano (ossidandolo), attraverso una proteina di stoccaggio chiamata fitoferritina.
Comunque, come detto, tutto questo si fa più evidente e probabile in acquari molto "spinti", cioè con molta ma molta vegetazione, parecchia immissione di CO2 e continua somministrazione di fertilizzanti nella colonna d'acqua. Tant'è che in tali acquari risulta molto di aiuto la misurazione dei potenziali redox ed il mantenimento di un ambiente riducente (basso potenziale redox).
E per questo inoltre che alcune case (come la Dennerle), tempo fa (ma forse ancora ora), proponevano la famosa interruzione del fotoperiodo, per far crescere meglio le piante e scongiurare il pericolo alghe (sempre in acquari “estremi”). Infatti, ponendo la vasca temporaneamente in penombra, non facciamo altro che fare in modo che l'O2 venga consumata ed il rapporto CO2/O2 si ''riassesti'' per ottimizzare al meglio la fotosintesi.
Ma tutto questo, vale per le piante come per le alghe. Quindi tale metodo può servire per migliorare ULTERIORMENTE la crescita delle (molte) piante, quando queste sono già in forma e le condizioni ambientali sono “dopanti” (tanta luce, tanta CO2, tanta fertilizzazione……). Ma non serve assolutamente per sconfiggere le alghe o guarire piante malconce.
Concludo sottolineando che la fotosintesi viene attivata nella pianta già all'alba, con luce appena sufficiente a vedere. E basta anche solo un lampo di luce per attivarla. Ma altrettanto velocemente si interrompe. Basta fare buio e l'interruzione è immediata. Un pò come dei pannelli fotovoltaici.

Emanuele_92 29-10-2011 01:04

Beh questa pietra pone fine alla discussione :)

Esauriente a dir poco...

Luca_fish12 29-10-2011 01:13

Entropy #25#25

Federico Sibona 29-10-2011 10:11

Chiuso ed amen :-))
D'ora in poi nei prossimi thread che verranno aperti su questo argomento sarà sufficiente rimandare a questo.

Però mi è sorta una curiosità: delle svariate piante che usiamo nei nostri acquari quali sono prettamente acquatiche e quali acquatiche facoltative? E' una notizia che si trova da qualche parte? Se no, sarebbe possibile fare noi delle tabelle da mettere in evidenza o aggiungere tale notizia a tabelle/schede esistenti di piante? ;-)
E anche: nell'ambito di stesse famiglie di vegetali, possono esistere piante prettamente acquatiche ed altre no? Non credo perchè penso che la presenza o meno degli stomi sia un carattere determinante e caratterizzante.

Entropy
, perdona l'improprietà di linguaggio (e l'ignoranza) :-))

Enza Catania 29-10-2011 10:58

A questo punto, ho avuto la risposta che cercavo! Se la fotosintesi si avvia anche solo con pochi bagliori attivata prevalentemente dal ciclo circadiano a cui ogni tipologia di pianta risponde, io mi ritroverei ad avere avuto un fotoperiodo di oltre 14 ore e dunque mi spiegherei la situazione che cercavo di controllare invano. Però ho un dubbio... le alghe nella loro struttura biologicamente meno sviluppata risultano essere meglio organizzate a superare le crisi rispetto a delle piante maggiormente evolute.....questo potrebbe essere un quesito filosofico.

Luca_fish12 29-10-2011 13:03

Esatto Federico, dobbiamo anche vedere quali piante effettivamente sono prettamente acquatiche e vivono sommerse completamente!

Perchè per la maggiorparte delle specie non è così (almeno a quanto ne so io), noi le potiamo e le "costringiamo" a crescere sommerse, altrimenti tenderebbero ad emergere moltissime piante a stelo. Anche le achinodorus vengono spesso coltivate fuori dall'acqua così come si possono adattare le anubias ad essere "anfibie" per esempio...

C'è un famoso coltivatore, Roberto Pellegrini (sta anche qui su AP) che coltiva parecchie specie di piante da acquario in forma emersa con ottimi risultati!

Non so se esiste una lista di queste specie, però so che sono moltissime se non quasi tutte! :-)

P.s. ovviamente anche coltivate emerse hanno bisogno di costante umidità e radici sempre immerse in acqua, come le piante palustri per intenderci!

Questa è una pianta di Ludwigia che io sto coltivando in forma emersa fuori al terrazzo (proviene sempre dalle colture di Roberto):

http://s1.postimage.org/wydey7w8r/IMG_2129.jpg

http://s7.postimage.org/aa0o4tylj/IMG_2226.jpg

Entropy 30-10-2011 00:43

Quote:

delle svariate piante che usiamo nei nostri acquari quali sono prettamente acquatiche e quali acquatiche facoltative?
Diciamo che la maggior parte delle piante prettamente acquatiche che solitamente vengono utilizzate nelle nostre vasche, proviene dalla famiglia delle Hydrocharitaceae. Parliamo cioè dei generi:

Blyxa
Egeria
Elodea
Egeria
Hydrilla
Hydrocharis
Lagarosiphon
Limnobium
Najas
Ottelia
Stratiotes
Vallisneria
In più c'è da considerare il Ceratophyllum, la Cabomba, il Myriophyllum, la Lemna, l'Utricularia, il Nelumbo, la Nymphaea, il Nuphar, l'Eichhornia e il Potamogeton.

Ovviamente tutto questo per citare i nomi delle specie da acquario a noi più familiari (l'elenco completo sarrebbe eccessivo).
Le piante dei generi sopra elencati vivono completamente sommerse o escono fuori dall'acqua solo per pochi centimetri. Ci sono però altre specie acquatiche che in natura vivono dei periodi sommerse e dei periodi emerse, come ad esempio le Cryptocoryne o le Echinodorus. E questi generi hanno la peculiarità di modificare enormemente la loro struttura fogliare a secondo delle condizioni ambientali in cui si trovano. Questo perchè la funzionalità della foglia fuori e dentro l'acqua cambia enormemente sia nella struttura che nella funzione.
I tessuti atti alla fotosintesi contribuiscono, nelle piante acquatiche, con una frazione, sul peso totale della pianta, molto maggiore rispetto a quelle terrestri, in quanto i tessuti per il sostegno e la difesa sono molto meno sviluppati. Cosicchè, nelle cellule dell’epidermide (quelle che ricoprono la superficie della foglia) delle piante acquatiche ritroviamo la clorofilla, che nelle piante terrestri è relegata nel mesofillo (in sezione, la zona centrale della foglia, compresa tra la pagina inferiore e quella superiore).
Le piante acquatiche, inoltre, possiedono un aerenchima molto più sviluppato rispetto a quelle terrestri. L’aerenchima è un tessuto parenchimatico con ampi spazi intercellulari in grado di far passare i gas. Cosicché le piante acquatiche riescono ad ossigenare meglio anche le parti sommerse che si trovano in zone povere di ossigeno e riescono ad accumulare la CO2 in tali spazi, per poi riutilizzarla anche quando l’acqua né è povera, ossia dopo mezzogiorno. Considerando inoltre il fatto che la diffusione della CO2 in acqua è 10.000 volte inferiore che nell’aria. Addirittura molte specie accumulano la “preziosa” CO2 prodotta dalla respirazione e la riutilizzano per la fotosintesi.
Un’altra questione da considerare è che, nelle piante acquatiche, i tassi di assimilazione di CO2 sono molto più bassi rispetto a quelli delle piante terrestri, per il semplice fatto che la superficie totale dell’area dei cloroplasti per unità di superficie fogliare è minore (2- 6 cm2/cm2) rispetto alle piante terrestri; quindi viene ridotta la conduttività della CO2 e la sua diffusione nei siti di carbossilazione. Anche il numero totale di plastidi per unità di superficie fogliare è minore nelle piante acquatiche (2 - 6 106/cm2). In considerazione di ciò e visto che la perdita di acqua dai tessuti fogliari e le problematiche ad essa collegate non sussistono, nelle piante acquatiche (o in quelle che riescono a modificare la loro struttura fogliare), come detto, regrediscono o scompaiono del tutto gli stomi, ossia quelle aperture regolabili sulla pagina inferiore delle foglie che permettono o meno l’entrata e l’uscita dei gas (come CO2 e H2O), in modo da avere la massima diffusione della CO2 nei tessuti. Nelle piante galleggianti invece (come Nimphaea, Nuphar, Lemna,...), gli stomi si sono spostati dalla pagina inferiore a quella superiore delle foglie e sono sempre aperti.
Anche la densità cellulare delle piante acquatiche (1000 mg/dm2) è molto più bassa di quelle terrestri, in relazione all’aumento degli spazi intercellulari e dell’aerenchima, mentre, per lo stesso motivo, hanno uno spessore della foglia molto elevato (2000 µm).

Quote:

nell'ambito di stesse famiglie di vegetali, possono esistere piante prettamente acquatiche ed altre no?
Certamente. Il Ranunculus trichophyllus è una specie prettamente acquatica, ma la famiglia delle Ranuncolacee a cui appartiene è sostanzialmente di specie terrestri. E questo vale per moltissime famiglie di piante.

Quote:

Non credo perchè penso che la presenza o meno degli stomi sia un carattere determinante e caratterizzante.
Come detto sopra, la presenza o meno degli stomi può addirittura coesistere in una stessa pianta, a seconda che abbia le foglie sommerse oppure emerse.

mouuu11 31-10-2011 01:04

Entropy interessantissimo qsulle piante emerse !!! Però stiamo andando OT .. puoi aprire un topic in cui ripeti piu o meno questo? Perchè mi interessa molto il fatto della coltivazione emersa, magari anche su come sperimentarla in acquario o su come poter ricreare vasi con piante semi emerse..:-)

Entropy 31-10-2011 11:18

Quote:

Originariamente inviata da mouuu11 (Messaggio 1061213360)
Perchè mi interessa molto il fatto della coltivazione emersa, magari anche su come sperimentarla in acquario o su come poter ricreare vasi con piante semi emerse

In tal senso, esistono già 2 topic molto esaurienti sull'argomento #36#

Coltivazione piante emerse I
Coltivazione piante emerse II

Magari vedo di metterle in evidenza nella sezione Piante ;-)

Quote:

Originariamente inviata da mouuu11
puoi aprire un topic in cui ripeti piu o meno questo?

Quello che ho scritto nel precedente post è anche riportato sul 3D della fotosintesi in "Approfondimenti dolce".
E' lì che si parla della fotosintesi delle piante d'acquario e della differenza con quelle terrestri ;-)

mouuu11 31-10-2011 11:52

Cavolo non sapevo nemmeno dell'esistenza.. forse sono finiti indietro perchè non erano in evidenza ... adesso vado a leggerli ;-)

Fucis 21-01-2013 04:01

io sono circa3 settimane/un mese (dopo un anno di attività mi son trovato in mano un opuscolo Dennerle, dunque implicitamente rispondo a chi nelle varie pagine si chiedeva se è ancora in voga) che adotto il fotoperiodo spezzato, con benefici di piante più rigogliose e anche la anubias, sembra aver accellerato.
effettivamente nell'ultimo mese ho cambiato anche altri piccoli accorgimenti su co2, però mi sembra che le foglie siano più belle, più "forti"

Entropy 21-01-2013 13:09

Quote:

effettivamente nell'ultimo mese ho cambiato anche altri piccoli accorgimenti su co2
Direi che il merito del miglioramento sia da ricercare in questa tua affermazione, piuttosto che in un fotoperiodo spezzato.
Il perchè l'ho ampiamente spiegato nel post #86 ;-)

Tetano72 21-01-2013 13:51

Quote:

Originariamente inviata da Entropy (Messaggio 1062051960)
Quote:

effettivamente nell'ultimo mese ho cambiato anche altri piccoli accorgimenti su co2
Direi che il merito del miglioramento sia da ricercare in questa tua affermazione, piuttosto che in un fotoperiodo spezzato.
Il perchè l'ho ampiamente spiegato nel post #86 ;-)

Pienamente d'accordo con Entropy...la fotosintesi delle piante avviene in un certo arco di ore di luce durante la giornata, interrompendo tale periodo di illuminazione recheresti a lungo andare un danno alla flora acquatica.#70

evolis78 22-01-2013 09:53

una domanda.... mi sono letto tutto il tread (Lavorone) ma non mi sembra che nessuno abbia toccato questa cosa

Ho appena acquistato una lampada a LED che simula ALBA/TRAMONTO ovviamente tutto il fotoperiodo è regolabile

può dare qualche vantaggio utilizzare ad esempio un fotoperiodo di 12-16 ore graduali rispetto ad 8 ore al 100% ?

come sarebbe meglio regolare il fotoperiodo di alba/tramonto?

WEP2012 22-01-2013 10:06

Quote:

Originariamente inviata da evolis78 (Messaggio 1062053587)

Ho appena acquistato una lampada a LED che simula ALBA/TRAMONTO ovviamente tutto il fotoperiodo è regolabile

può dare qualche vantaggio utilizzare ad esempio un fotoperiodo di 12-16 ore graduali rispetto ad 8 ore al 100% ?

Che plaf é saresti così gentile da indicarmi la marca e il modello perché anche io vorrei passare al led

Inviato dal mio GT-I9300 con Tapatalk 2

Entropy 22-01-2013 12:00

Quote:

Originariamente inviata da evolis78 (Messaggio 1062053587)
una domanda.... mi sono letto tutto il tread (Lavorone) ma non mi sembra che nessuno abbia toccato questa cosa

Ho appena acquistato una lampada a LED che simula ALBA/TRAMONTO ovviamente tutto il fotoperiodo è regolabile

può dare qualche vantaggio utilizzare ad esempio un fotoperiodo di 12-16 ore graduali rispetto ad 8 ore al 100% ?

come sarebbe meglio regolare il fotoperiodo di alba/tramonto?

Tra i parametri da analizzare per una buona crescita delle piante in acquario, il discorso alba/tramonto è abbastanza relativo.
Questo fondamentalmente per due motivi.
Il primo è che le piante, come detto in precedenza, a livello fisiologico, reagiscono immediatamente agli stimoli luminosi con l’inizio della fotosintesi. E, a differenza degli animali, non vengono stressati da un' accensione troppo brusca della luce.
Il secondo è che le piante percepiscono il minimo bagliore di luce per iniziare a fotosintetizzare e quasi sempre gli acquari si trovano, al momento dell’accensione delle lampade, in stanze illuminate (naturalmente o artificialmente). Di conseguenza, già si trovano “sveglie” ed attive. E quasi sempre, quando si spengono le luci, le piante hanno già finito il loro ciclo di fotosintesi.
Un parametro che invece dovrebbe essere preso in considerazione (ma non lo si fa mai) è, al pari dei pesci, la (eventuale) stagionalità del fotoperiodo. Abbiamo infatti molte specie vegetali che hanno bisogno delle stagioni per crescere al meglio. Questo significa modulare il fotoperiodo con più o meno ore a seconda della stagione (a parte le zone equatoriali, in estate ci sono molte più ore di luce che in inverno). Anche perché tale parametro influisce molto anche sulla fioritura. Specie longidiurne fioriscono quando le ore di luce aumentano, mentre le specie brevidiurne quando le ore di luce diminuiscono.
Ovviamente, se si sceglie di modulare il fotoperiodo stagionalmente, si devono inserire in vasca piante (e magari anche pesci) tutte con le medesime esigenze. Altrimenti tale accorgimento risulta inutile.
Lo stesso vale per la questione alba/tramonto. Le ore totali di fotoperiodo dipendono totalmente dalle specie che si coltivano in acquario e dalla quantità di lumen prodotti. Ci sono piante che dopo 7 ore sono sature ed interrompono la fotosintesi ed altre che possono protrarla per 12 ore. Stesso discorso se rapportato ai lumen prodotti. Ci sono piante che hanno il loro massimo di fotosintesi a 800 μmol fotoni m−2 s−1 ed altre che saturano a 1500 μmol fotoni m−2 s−1. Illuminare "a stadio" un acquario con sole Anubias sp. e Microsorum pteropus per 12 ore non ha senso; ha invece senso per un acquario con Cabomba furcata, Blyxa alternifolia, Eichhornia diversifolia, Eriocaulon sp., Limnophila aromatica, Ludwigia inclinata e via discorrendo ;-)

dave81 22-01-2013 13:36

il discorso dei pesci è giusto, se accendi di botto la luce si possono stressare. in realtà poi nella maggiorparte dei casi gli acquari stanno in stanze che non sono completamente buie e le luci artificiali si accendono quando nella stanza c'è già una buona luce naturale da alcune ore, quindi spesso non è necessario fare l'effetto alba-tramonto per non spaventare i pesci, poichè questi sono già svegli quando si accendono i neon. ergo l'effetto alba-tramonto è molto utile in stanze che sono completamente buie e che non possono godere della luce naturale proveniente dalle finestre. in tutti gli altri casi male non fa, ma forse non è poi così indispensabile. dipende da quanta luce naturale c'è nella stanza.

Quote:

Originariamente inviata da evolis78 (Messaggio 1062053587)
può dare qualche vantaggio utilizzare ad esempio un fotoperiodo di 12-16 ore graduali rispetto ad 8 ore al 100% ?

in natura non esiste un solo luogo dove la luce sia costante e identica dall'alba al tramonto, c'è sempre una certa gradualità. di solito la luce è massima nelle ore centrali, ma ci possono essere piante che a causa della loro posizione ricevono la luce del Sole solo al mattino o solo alla sera mentre nelle ore centrali restano in ombra. quindi tutte le piante sono soggette ad un "picco", non ricevono la stessa quantità di luce per tutto il fotoperiodo. quindi non ritengo poi così assurdo creare un picco e una gradualità anche in acquario. anche se probabilmente resta più uno sfizio da acquariofili maniacali che non una vera esigenza per coltivare piante in acquario, visto che da sempre si fanno plantacquari senza fare nè picchi nè albe nè tramonti. e soprattutto senza interruzioni nel fotoperiodo.

stez_77 19-08-2013 23:28

Dopo aver letto questa discussione un paio di mesi fa, io ero per partito preso favorevole al fotoperiodo spezzato in due: 4 ore + 2 ore di pausa + 4 ore
fattostà che avevo visto che le piante cominciavano un po' a stentare nella crescita, o anche semplicemente nel mantenersi, sono poi tornato al fotoperiodo unico (però a 9 ore totali) e si è visto in breve tempo che avevano iniziato a benefiarne: foglie più verdi (echinodorus) e steli più "gonfi" (elodea)
quindi mi sono convertito al fotoperiodo unico

Rentz 03-09-2013 11:18

io ho sempre utilizzato il fotoperiodo classico da 8 ore... adesso ho aumentato di un ora perche vedevo che le piante nn erano al top :P e devo dire che adesso mi pare che pian piano stiano un po meglio

Miskin 03-09-2013 15:43

che poi e' anche molto piu' naturale il fotoperiodo unico di 8/9 ore

Elia00 11-10-2013 14:57

Le mie tre vasche pur avendo accensione differenti di fasce orario sono sempre impostate sulle 9 ore di continuo.

berto1886 11-10-2013 19:00

non sono un pò troppe 9 ore?

Elia00 14-10-2013 09:03

Quote:

Originariamente inviata da berto1886 (Messaggio 1062170176)
non sono un pò troppe 9 ore?

Sembrano troppe 9 ore io ho sentito che vanno tra 8 e 10 ore quindi mi consigli di scendere a 8 che ne dici e che problemi potrei avere tenendolo a 9 ore ciao e grazie @berto1886

dave81 14-10-2013 09:18

in che senso sarebbero troppe 9 ore?

berto1886 14-10-2013 13:31

di solito bastano 8 ore che è il tempo necessario alle piante per fare la fotosintesi andare oltre non ha tanto senso visto che servirebbe solo per illuminare le alghe

dave81 14-10-2013 14:01

mmm... non mi convince per niente...

berto1886 14-10-2013 14:12

dici di no?

dave81 14-10-2013 14:21

vedi, detto così non ha nessun senso, vuol dire poco secondo me ... è una generalizzazione dire che 9 ore sono troppe, ci sono vasche illuminate per 9 ore che non hanno nessun problema, io ho sempre illuminato per 9 ore circa e non ho mai avuto problemi, dipende da molte cose
un conto è dire che bastano 8 ore , un conto è dire che 9 sono troppe, sono due cose ben diverse

Danny85 14-10-2013 15:12

Sono 3 anni che illumino la vasca per 9 ore,mai avuto nessun problema di alghe e piante in gran forma. Ovviamente sono 5 ore di picco,poi le altre sono con l'illuminazione parziale!

berto1886 15-10-2013 13:08

beh ma nel tuo caso danny il discorso è un pò diverso... ovvio che se ci si trova bene con 9 ore continuate pure con 9 ore... di solito si consiglia di stare sulle 8 ore per non avere problemi con le alghe e perchè alle piante 8 ore di luce bastano...

Entropy 15-10-2013 14:42

Come sempre ripeto, non bisogna generalizzare troppo.
Ci sono piante (con elevati tassi fotosintetici e veloci ritmi di crescita e accumulo di fotosintati) che riescono a fotosintetizzare bene anche per 9 o 10 ore di fila.
Quindi molto dipende da quali e quante specie abbiamo in vasca, nonchè dagli altri parametri ambientali di crescita (valori acqua, reperibilità nutrienti, competizione intra e interspecifica,....).

scriptors 15-10-2013 14:47

... e fortunatamente le piante ci 'parlano' mostrandoci anche quando non hanno più bisogno di luce 'chiudendosi' ... e andando a nanna ;-)

berto1886 15-10-2013 17:36

Quote:

Originariamente inviata da scriptors (Messaggio 1062174960)
... e fortunatamente le piante ci 'parlano' mostrandoci anche quando non hanno più bisogno di luce 'chiudendosi' ... e andando a nanna ;-)

Non tutte le fanno però...

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CONTERALLY 26-02-2014 10:44

Mi pare che innanzitutto ci siamo dimenticati di conoscere attentamente il clima tropicale da cui provengono la quasi totalità delle piante acquatiche, che non è limitabile ad una schema giornaliero uniforme per tutto l'anno. Nel clima equatoriale, dove cresce la foresta pluviale ci sono acquazzoni tutti i giorni nel pomeriggio, mentre spostandosi verso i poli l'attività meteorologica si distribuisce su periodi maggiormente piovosi, rispetto ad altri siccitosi.
Mi pare che prima di pronunciarsi sul come dosare il fotoperiodo nella vasca, bisogna valutare un diagramma realistico delle condizioni di luminosità in natura, calcolando la possibilità di modificare la distribuzione da un giorno all'altro, considerando che sono tutti diversi, se non per la nuvolosità, per la durata ed il filtro atmosferico dell'irraggiamento solare.

dave81 26-02-2014 12:19

Quote:

Originariamente inviata da CONTERALLY (Messaggio 1062336524)
calcolando la possibilità di modificare la distribuzione da un giorno all'altro, considerando che sono tutti diversi, se non per la nuvolosità, per la durata ed il filtro atmosferico dell'irraggiamento solare.

tutte cose vere ma che non sono necessarie per coltivare piante in acquario, poi se uno vuole complicarsi la vita c'è solo l'imbarazzo della scelta, può divertirsi a ricreare bellissimi effetti luminosi in vasca che ricordino l'andamento delle stagioni o il passaggio di un temporale.. usando dimmer o sistemi computerizzati. benissimo. diciamo uno sfizio, più che una reale esigenza in acquario


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