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Abracadabra, se vuoi ti faccio un po' di scienza delle costruzioni, tecnica delle costruzioni e cosa vuoi...
Se non metti qualcosa che abbia un certa resistenza non fai nulla, ed il legno non ha questa resistenza per allargare la base di appoggio. Il problema in questi casi è dover usare un supporto che anche se distribuisce il peso, pesa esso stesso talmente tanto da vanificare il beneficio che si ha utilizzando, vedi travi in ferro. Il discorso della carta serve a farti capire che tutto si scarica nel verso del peso e non c'è motivo per cui si scarichi fuori. Teoria delle travi reticolari. In ogni caso ti stupiresti vedendo quanto poco peso si ripartisce al di fuori dell'impronta della vasca. In genere si mette una rete elettrosaldata nel massetto perché quando il pavimento si deforma sotto effetto del peso, la rete elettrosaldata agisce come il ferro nel cemento armato e contrasta la deformazione, ma non aumenta la portata perché distribuisce il peso. |
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Se metti il legno non distribuisci praticamente nulla, se metti l'acciao distribuisci forse il 10%... a meno di ancorarlo da qualche parte. Per tenere su un pavimento ci sono travi sostenute dai pilasti che a loro volta tengono su una orditura secondaria dove vengono posate le putrelle, ma non è certo il solaio a portare il solaio superiore. |
se prendiamo l'esempio delle capriate ad esempio
http://3.bp.blogspot.com/_BleiWYwY_L....jambettes.png Il monaco, cioè l'asta centrale verticale... è assolutamente inutile e non da nessun contributo al peso, non scarica il peso superiore sulla catena (l'asta orizzontale inferiore) che risulta completamente tesa. Sembra strano ma è così... |
***dani***, Scusami un'attimo....perche' se cominci ad alterarti me li fai girare pure a me.....
Mi vorresti dire che una lastra di 150X150 CM da 5cm di legno massello non riesce a distribuire il peso di una vasca da 100X100cm.....scusami ma proprio non ha senso..... Quando abbiamo fatto l'albero di Natale in Vetro del peso stimato di 3,2 tonnellate(non so se ricordi) ci e' stato imposto(in fase progettuale) di allargare la base (una gettata di cemento da 8 cm che se fai le debite proporzioni penso sia come mettere una lastra di legno da 2Cm e che e' molto piu flessibile dell'acciaio) per distribuire il peso su piu' Marmittoni(il pavimento con qui e' fatta venezia) altrimenti la base con qui era nato avrebbe sfondato in pavimento(che come sai a Venezia sotto e' vuoto) .......ora tu mi dici che la abse fatta cosi non serve a niente????? Scusami ma ho forti dubbi....... |
giangi1970, se fai una gettata in cemento non è come mettere una base più larga...
Inoltre qua non si parla di una struttura che anche se appoggia su un base stretta sopra si allarga (come presumo l'albero di natale, perché la distribuzione dei pesi cambia ed è molto diversa (entra in gioco il momento ed il ribaltamento), mentre un acquari scarica praticamente tutto sotto di esso. Il legno si deforma e flette, e scarica quasi tutto al centro... Il problema è che posso anche dimostrartelo, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Sopra ti ho spiegato che differenza c'è fra una rete elettrosaldata ed una piattaforma appoggiata, e su come agiscono per la distribuzione del peso. Affinche via sia una distribuzione del peso maggiore su una superficie ampia bisogna rispettare delle regole, e l'appoggio semplice non è sufficiente per distribuire il peso in un'area che non sia troppo più vasta. |
***dani***, fammi un pò di scienza dai :-))
però prima dimmi dove ho scritto legno ;-) io ho scritto trave a H in ferro....questa a meno chè non mi sbagli e come detto non sono molto ferrato,sotto un peso avrà una certa flessione ma inevitabilmente la flessione si estende anche hai lati man mano che il centro si abbassa (se si abbassa). il fatto che la struttura sia più pesante e vanifichi l'aggeggio sono daccordo,per quello ho consigliato i trangoli ancorati al muro o puntrelle murate e non questo. però stai andando sul difficile con il legno me la cavo meglio :-D |
Abracadabra, lo stesso discorso della capriata visto sopra... riportato apposta, il monaco è scarico, mentre se lo guarda uno che non se intende è portato a credere che scarichi il peso del tetto.
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semmai scarica il peso dei 2 laterari che si agganciano a esso,se non ci fosse lui avresti l'imbarcata del tetto laterale mi sembra abbastanza ovvio che non scarichi il peso della struttura centrale.
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***dani***, Allora....ho riletto con calma.......capito il discorso della rete......e dell'inutilita' di una cosa che pesa 100 per distribuire una cosa che ne pesa 200.....
Mi e' piu' chiaro il discorso della lastra di legno.....un po' meno che il peso resti comunque tutto ,al 100%,sotto la vasca..... O meglio...... il legno dovrebbe essere talmente grosso che si tornerebbe al discorso dell'inutilita'???? E' giusto??? Quindi l'unica e' aumentare i traversi ancorandoli ai muri portanti??? |
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Magari non resta tutto al di sotto, ma al 90% è così... localmente qualcosa lo distribuisci, ma poca roba. |
non mi sembra propio,ma se mi fai leggere qualcosa sono curioso ;-) quindi mi vuoi dire che se spingo sul tetto (propio sopra i travi che poggiano a lui e nella stessa direzione dei travi) non subisce variazioni e non dà una mano ?
mi piacerebbe provare :-D :-D leggi bene quello tra parentesi prima di sgridarmi prof ;-) |
Ok...ora posso andare a nanna contento.... :-D :-D :-D
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Abracadabra, è così... prima lezione sulle travi reticolari...
non collabora perché l'unico sforzo che potrebbe, teoricamente, trasmettere è quello normale, cioè lo sforzo lungo l'asta, ma siccome sotto di se ha la catena, e non un vincolo, non potrebbe trasmettere lo sforzo e quindi rimane scarico, perché la catena anch'essa trasmette solo sforzo normale ed in questo caso è in trazione... |
giangi1970, ;-)
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leggendo tutto questo...mi viene sempre in testa la domanda...fra quanto tempo calerà al piano terra'??? :-D :-D
la mia vasca sarà 1100kg :D |
sempre avvincenti queste discussioni :-)
Se distribuire meglio il peso con una tavola in massello sotto la vasca alla fine non funziona, è lo stesso inutile mettere sotto un cubo da 60cm un mobile lungo 100cm o 120cm? (so che magari il peso può non essere preoccupante, ma vorrei capire se il concetto è giusto) |
***dani***, dammi il link di dove leggere,che sono curioso davvero,sono dubbioso sul fatto che non serva...sennò me lo cerco io.
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Abracadabra, se lo capisci... perché non è semplicissimo leggi qua: http://www.google.it/url?sa=t&source...u57xzT4Fjmbj_w
guarda l'esempio finale, l'asta fra 3 e 6 è scarica... in analogia a monaco e catena |
l'esempio postato non è fra i più felici, perché vi sono travi collaboranti non perpendicolari...
se leggi la prima pagina qua http://www.costruzioni.net/CAPRIATE.htm che riporto: Quote:
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ti riporto quanto scritto in questa pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Capriata con dei ferri ad U o delle cravatte collegate al monaco ma non alla catena realizzando un appoggio per quest'ultima. Il monaco è debolmente teso ed ha essenzialmente il compito, oltre a quello di limitare la flessione della catena, di assicurare il collegamento tra i puntoni e la complanarità della struttura, in quanto collega tutte le aste. Questa connessione è classica del Rinascimento ed è quella che appare sulla manualistica ottocentesca. Tenendo presente il compito del monaco si comprende la possibile spiegazione del nome: il monaco è un elemento che non ha uno scopo apparentemente fondamentale (la statica non viene migliorata sostanzialmente) ma che regola e garantisce silenziosamente il buon andamento di tutto, come fanno i monaci con la preghiera e il loro lavoro intellettuale e materiale. E poi: con un collegamento a cerniera, realizzando una travatura reticolare vera e propria. Questo tipo di connessione, propria del Medioevo, garantisce una maggiore efficienza, cosicché a parità di materiale, una capriata con collegamento monaco-catena a cerniera resiste a carichi superiori rispetto alla capriata utilizzata a partire dal Rinascimento. Quindi scrivi quello che vuoi ma lui ha una consistenza trutturale fondamentale visto che a parità di materiali la resistenza è maggiore, con il disegno che hai postato eh.....visto che il monaco poggia direttamente sulla struttura a differenza di quello che stai spiegando dove il monaco non poggia ma viene tenuto fermo da gangi a U. |
Abracadabra, non credo che wikipedia scriva delle cose giuste, tanto che avevo letto e non avevo linkato.
Il monaco non trasmette nulla, tanto che se cerchi nelle foto trovi capriate con e senza monaco, e così nelle travi reticolari. Cmq non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire... certo che se non ti fidi di chi è ingegnere, di chi ha insegnato scienza e tenica delle costruzioni, ma ti fidi di wikipedia e non di un libro serio sulle travi reticolari, prego accomodati pure. Evidentemente è meglio affidarsi a qualcosa che trovi scritto su wikipedia, o su internet in generale. Quello che ti ho linkato la prima volta è la metodologia di calcolo... imparala e calcolati la capriata che abbiamo linkato sopra. Secondo, mi piacerebbe che qualche ingegnere, architetto o geometra che abbia studiato le travi reticolari entrasse nella discussione. Per quanto mi riguarda, se non ti fidi, non so che dirti, io come si calcola te l'ho postato... amen. |
mazza anche quelli non capiscono un caspio...siamo messi bene #23
vedi ***dani*** fidarsi non vuole dire darti ragione anche se sei ingeniere. semplicemente hai spiegato la funzione di un monaco non collegato alla catena ....postando il disegno di una capriata dove il monaco assume la forma di travatura reticolare. speriamo sì che intervenga qualcun' altro e che mi spieghi come stanno le cose. ah la bibbliografia degli scritti sono di gente che ha scritto libri sul quale hai studiato,forse ;-)e se scrivono che la struttura resiste a carichi maggiori credo a loro..... sotto ci sono i nomi.... |
Abracadabra, sai come funziona wikipedia? ecco...
se avessi trovato le cose scritte sulla treccani sarebbe diverso |
certo che lo sò come funziona,ma spiegami pure questo eh....dai ***dani*** anche nell'articolo che hai postato tu si legge questo:
Si può facilmente verificare che il carico agente in sommità viene trasmesso alle due cerniere a terra dalle due aste mediante sole forze di compressione. In altre parole, le due aste sono sollecitate solo da sforzi normali, in questo caso di compressione. Questo elementare modello di struttura a traliccio piana, di frequente impiego nelle prime applicazioni di copertura realizzati in materiale ligneo, è chiaramente ispirata al principio statico della triangolazione. Se inseriamo una catena lignea a collegamento dei due appoggi, come illustrato nella figura precedente, otteniamo la cosiddetta capriata semplice a due spioventi. Tuttavia, l’impossibilità di coprire, mediante tale schema semplice, luci sempre più grandi ha condotto via via all’inserimento di ulteriori elementi strutturali al fine di parzializzarne la luce libera, fino ad ottenere elementi sempre più complessi quali ad esempio la capriata tipo Polonceau illustrata nella seguente figura. Poi guardo il disegno che hai postato,dove il monaco poggia direttamente sul trave...quindi la struttura assume una forma reticolare,perchè appoggiando sulla catena penso che diventi un reticolo o sbaglio anche quì #24 e leggo sempre quello che mi hai linkato: Una struttura come quella indicata in figura è denominata anche come struttura reticolare. Le strutture reticolari offrono una delle più antiche soluzioni al problema delle coperture: le capriate in legno che coprivano le basiliche romane rappresentano un primo esempio. Ma la forma reticolare da anche soluzione ad un altro problema, la necessità di realizzare strutture di notevoli dimensioni con elementi relativamente piccoli. In particolare, l’evoluzione di sistemi costruttivi basati su elementi reticolari ha portato al passaggio dalla trave ad anima piena alla trave reticolare. Il maggior sviluppo si ebbe nell’ottocento quando si riuscì a produrre industrialmente i laminati di ferro con caratteristiche meccaniche sufficientemente sicure, diffusamente utilizzati nella realizzazione di ponti ferroviari. Contemporaneamente, il reticolo di travi si viene ad orientare verso schemi caratterizzati ciascuno da un preciso funzionamento statico. questo per quanto riguarda il tuo disegno.....sul monaco non apoggiato alla catena resto dubbioso del fatto che non venga sollecitato in nessun modo,se potessimo spingere con un dito sulla struttura in varie direzioni,ma questo è una mia idea,secodo me ha più importanza di quello che gli vuoi attribuire. |
Devi riportare il disegno.
La parzializzazione si ottiene con strutture diverso dalla capriata classica. in questa capriata il monaco non è scarico, ed infatti non si chiama neppure monaco: http://www.studiotechnica.net/civile...te/Inglese.png in questo caso invece vedi la capriata italiana senza monaco: http://www.studio-di-ingegneria.it/images/capriata.gif qua capriata con monaco e catena scollegato http://www.bemilegnami.com/images/prodotti/Capriata.jpg in questo caso invece il monaco non è scarico perché ci sono travi che concorrono nel nodo inferiore ma non fra loro perpendicolari. Ovviamente questa configurazione regge più delle altre, ma non perché vi sia il monaco,ma perché vi sono i puntoni, sono schemi strutturali diversi. http://www.icol.it/GESTIONALE/upload...20castagno.JPG il fatto è che tu continui a fare domande a cui io posso rispondere tranquillamente, dobbiamo andare avanti all'infinito? |
certo che ho cominciato a scrivere l'articolo sui pesi degli acquari... questo post almeno mi serve per capire come presentare le cose...
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ecco appunto guarda il disegno che hai postato all'inizio ti accorgerai che il monaco appoggia sopra alla catena (secondo me hai sbagliato foto) ;-) e nell'ultima foto dici che regge più peso perchè vi sono i puntoni....ma scusami eh i puntoni dove poggiano nell'aria o sul monaco :-)) quindi in questo caso togli il monaco e indebolisci la struttura.
il fatto è che tu secondo me hai scritto castronerie,e si legge bene perchè nell'ultima spiegazione dici giustamente che il monaco è carico,cosa che prima dicevi l'opposto. Fai tu replica e io replico a mia volta...ma domande non te ne stò porgendo. |
Abracadabra, il monaco è scarico in una capriata all'italiana, non lo è nelle altre...
nelle altre, a ragione, non si chiama monaco, proprio perché il monaco è stato dato come nome all'asta verticale di una capriata italiana, perché è scarico. |
Abracadabra, ho rivisto la prima foto, in quello schema infatti non si chiama monaco e non è scarico ma è teso (non compresso).
nelle capriate italiane come queste, il monaco è scarico ed è questa tipologia che mi stavo riferendo in effetti -04 http://www.coffeenews.it/wp-content/...1/capriata.jpg |
ti faccio notare che la capriata all'italiana è quella che hai postato nell'ultima delle quattro foto....dove hai detto che il monaco è carico,solo che ti decidi perchè sennò è tutto un dici e tira indietro....
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:-D :-D ahhhhhh vedi che avevo ragione ;-) avevi sbagliato foto ora sì che ti dò ragione quello non tiene nulla.
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Abracadabra, per forza che non ci si capisce... tu giustamente facevi riferimento alla foto, io invece pensavo ad altro... #23 #23 #23 vabbhè una figura barbina :-D
#12 #12 #12 |
Duole riaprire questa vecchissima discussione ma è forse l'unica che ho trovato veramente interessante, professionale e non eccessivamente tecnica che desse una risposta al mio problema che poi è anche quello dell'autore del thread
Conto sulla pazienza e disponibilità di ***dani*** per togliermi alcuni dubbi. Prima di cominciare... riccardo.b vuoi raccontare com'è finita?#70 Ho letto la discussione un paio di volte per cercare di meglio comprendere la questione, ma non ne sono venuto a capo. Non essendo un tecnico ho solo nozioni... pratiche ed esperienziali (di terzi). Ma non scendo dalle montagne... Dunque... il problema del peso di un qualcosa messo dentro casa è generalmente ignorato o sottovalutato. (leggi almeno una risposta sopra) Il problema è che quando te lo poni... sono notti insonni (leggi alcune risposte sopra) fino a quando l'inquilino di sotto non ti suona il campanello... Qui in Sicilia, se ti affacci dal terrazzo vedi cisterne da 1000 litri appoggiate sui lastrici solari senza alcun problema. Dubito fortemente che sia stata fatta la prova di portata con il materassino gonfiabile.... Scusate la digressione La casa è quella che è... non la puoi modificare. Devi trovare dei workaround che venendo incontro alle esigenze strutturali dell'edificio e a quelle tue di carico rendano la tua vita... più serena. Anche io come riccardo.b non comprendo (ma è un problema mio) il perchè non si possa diluire il peso della vasca sotto ponendogli un piano di appoggio più ampio. Tieni presente che il "coraggio":-D di scrivere questo post me lo ha dato la visione di un documentario la settimana scorsa che, in pratica, diceva questo: "C'era urgenza di portare un gruppo elettrogeno da 50t con un aereo cargo speciale. L'aereo poteva trasportare più di 50t ma se il gruppo fosse stato caricato così com'era avrebbe spezzato la carlinga. Pertanto si è costruita una apposita struttura in ferro che ha "diluito" il peso per tutto l'aereo ed il trasporto è avvenuto senza problemi". Che, semplificando, è il problema che mi/ci interessa. Sono dell'idea che forse riccardo si è espresso male quando ha parlato di mensola. Mi pare di avere capito che lui voleva appoggiare sul pavimento una lastra di legno e porci sopra l'acquario. Con questa configurazione, penso anch'io che sia del tutto inutile perchè (a pelle..) l'acquario scaricherebbe il suo peso sotto se stesso anche se ci hai frapposto la mensola. Ho trovato però interessante questa (parte) di risposta: Quote:
Lo scarico del peso dell'acquario avverrebbe in buona parte sulla trave perimetrale mentre quello al suolo andrebbe "pilotato" mediante dei "piedini" sparsi sotto la struttura. Penso che questa configurazione sia sostanzialmente diversa da quella proposta da riccardo. Che ne pensate? C'è qualche "regola" da seguire nella disposizione dei piedini? Grazie dell'attenzione |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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