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fievel1990 08-11-2011 01:39

Quote:

Originariamente inviata da fappio (Messaggio 1061230015)
buran , quello che hai spostato , è assodato , interessante che dica "non chiaro ... " l'importante è non confondere l'assorbimento del fosfato per la creazione della cellula da una reazine chimica ...per quanto riguarada la formazione di P2 , (come N2) non può avvenire in natura a causa della differenza dei volumi atomici dell'atomo il P che essendo molto più grosso non riesce ad avere particolari legami ...

credo anche perche tendendo a legare l'ossigeno per una questione elettronica e in natura vi è praticamente ovunque...

buddha 08-11-2011 05:32

Quote:

Originariamente inviata da fievel1990 (Messaggio 1061230100)
Quote:

Originariamente inviata da fappio (Messaggio 1061230015)
buran , quello che hai spostato , è assodato , interessante che dica "non chiaro ... " l'importante è non confondere l'assorbimento del fosfato per la creazione della cellula da una reazine chimica ...per quanto riguarada la formazione di P2 , (come N2) non può avvenire in natura a causa della differenza dei volumi atomici dell'atomo il P che essendo molto più grosso non riesce ad avere particolari legami ...

credo anche perche tendendo a legare l'ossigeno per una questione elettronica e in natura vi è praticamente ovunque...

Fappio stai dicendo che il P e' troppo grosso a livello di diametro per potersi legare con se' stesso? Mica ho capito cosa vuoi dire! #24-
Il fosforo molecolare (numero di ossidazione 0 come L'azoto in N2) e' P4, lo zolfo S8..,F,Cl,Br,I,N,H sono biatomici..
La reattività con L'ossigeno e' tale che ad es il P4 ( fosforo bianco) reagisce con esso formando P2O5 (anidride fosforica) generando tanto calore da essere considerato quasi un'arma chimica e con l'acqua si forma acido fosforico ..

A livello cellulare il fosfato viene integrato per trasporto attivo essendo molto grosso e per le ragioni scritte sopra sotto forma di fosfato..PO4---

Buran_ 08-11-2011 10:54

come dite voi, mi aumentate il dubbio che il PO4 abbia le stesse peculiarità dell'NO3 di diffondere nella sabbia ....

Entropy 08-11-2011 12:12

Ragazzi, volevo capire una cosa: ma voi state cercando una spiegazione alla rimozione dei fosfati in acqua o proprio del fosforo dalla vasca? #24
Perché, riguardo alla rimozione biologica dei fosfati, voi sicuramente già sapete che in natura, sia in acque dolci che in acque marine, esistono dei particolari batteri in grado di provvedere a ciò. Tali batteri sono chiamati Poly P Bacteria, conosciuti anche come PAO (Phophorus accumulating organism, organismi accumulatori di fosforo). Sicuramente ne conoscete già il funzionamento, ma, nel dubbio, ne ripeto le linee essenziali.
Affinchè si abbia un'efficienza significativa dei processi di rimozione potenziata di fosforo (EBPR, Enhanched biological phosphorus removal) da parte di questi batteri, si devono instaurare delle condizioni ALTERNATE di aerobiosi e anaerobiosi, condizioni possibili con la costruzione di particolari filtri, di particolari reattori (vedi zeolite) e di particolari fondi. Fondi alti, maturi e densamente popolati (tali da far trovare al loro interno condizioni simultanee di aerobiosi e anaerobiosi), in cui può verificarsi tale processo. Come ad esempio un DSB (anche se in questo il processo risulta meno intenso ed evidente).
In pratica questi batteri eterotrofi aerobi, normalmente utilizzano per la loro crescita acidi grassi prodotti solitamente da batteri fermentatori. Ma in condizioni anaerobiche non possono farlo, cosicchè (se si trovano in tali condizioni) immagazzinano (ma non utilizzano) gli acidi grassi sotto forma di amidi insolubili (detti PHB, poly-B-hydroxybutyrate). L'energia necessaria per la formazione e lo stoccaggio dei PHB deriva dal RILASCIO, da parte di questi batteri, di ortofosfati (in pratica i fosfati inorganici a noi familiari, PO4--- e loro simili).
Quando poi si trovano in condizioni aerobiche, allora utilizzano l'ossigeno per degradare i PHB e ricavare energia e carbonio per la loro sussistenza e moltiplicazione. Contemporaneamente però alla degradazione dei PHB, catturano e immagazzinano i fosfati (sottoforma di macromolecole) per utilizzare successivamente la loro energia in fase di anaerobiosi e ricostituire così i PHB. Ma poiché l'energia ricavata dalla degradazione dei PHB è maggiore di quella necessaria per stoccare i fosfati, essi accumulano più fosfati di quelli che rilasciano in anaerobiosi. Per di più, la continua alternanza di condizioni aerobiche e anaerobiche porta tali batteri ad uno stress fisiologico che li porta ad accumulare più fosfato del necessario. Ed è qui che tornano utili per la rimozione del fosfato in acqua. Da sottolineare IN ACQUA. Perché il fosfato assorbito non viene degradato, ma solo accumulato, sotto forma di fanghi batterici.
Tant’è che nei sistemi industriali di rimozione dei fosfati dall'acqua attraverso tali batteri, è prevista inoltre una fase di allontanamento dei fanghi batterici (carichi di fosfati appunto).

twister77 08-11-2011 15:28

seguo con grandissimo interesse
dico anche, senza nessuna vergogna, che nonostante i 3 corsi di chimica applicata, ingegneria sanitaria ambientale, processi biologici applicati all'ingegneria, vi seguo con chiarezza ma non riesco a aggiungere nulla alla discussione.
Mi ripropongo di approfondire, e nel caso trovassi qualcosa di interessante, di rendervi partecipi.

Immagino che Calfo possa essere interessato alla discussione (e magari negli ultimi tempi trovato qualcosa di inteeressante in tal senso

Stefano G. 08-11-2011 15:30

Entropy ... il dubbio è che in un dsb con zone anossiche i PO4 subisca una trasformazione
in parole povere l'ossigeno legato al fosfato puo essere utilizzato ??

garth11 08-11-2011 17:12

Quote:

Originariamente inviata da buddha (Messaggio 1061229867)
Fappio anche l'arsenico e l'antimonio fanno parte del V gruppo della tavola periodica ma non sono simili.. In base a Cosa dici che sono simili?
La fosfina (PH3) e' estremamente tossica, non si forma di certo in acquario.. I fosfati vengono utilizzati dalle piante .. Non so se si possano ridurre con i redox delle nostre
Vasche.. Che io ricordi (e ovviamente posso non saperlo!) non ci sono batteri fosfato riduttore..
Stefano non dare per scontato che arriviamo alla
Max riduzione.. Anche perché mica x niente abbiamo skimmer e refugium ad alghe .. Proprio per evitare gli ambienti putrefattivi..

molto tossica ma leggermente (poco) solubile in acqua... qualche idea per misurarla? Ci si toglierebbe un dubbio

fappio 08-11-2011 19:12

buddha , si , non ha molta importanza ... comunque , il P non forma un legame omopolare come l'N2, ma si legano in modo elettrostatico molto debole ... sto cercando qualcosa sui denitratori , secondo me è l'unico settore che può dire qualcosa di più sull'argomento ...a livello generico il P non chiude il suo ciclo , ma mi piacerebbe sapere se esistono batteri che possano utilizzare l'ossigeno del fosfato ...
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se qualcuno ha la possibilità di dare informazoni , ben vengano

Buran_ 08-11-2011 19:22

riportato da qui: http://www.lenntech.it/rimozione-fosforo.htm

______
I principali vantaggi derivanti dalla rimozione biologica del fosforo sono ridotti costi chimici e minore produzione di fango rispetto alla precipitazione chimica.

Nella rimozione biologica di fosforoso, il fosforoso nell'acqua reflue affluente è incorporato nella biomassa delle cellule, che e' successivamente rimossa dal processo in conseguenza della deposizione del fango. La configurazione del reattore fornisce agli organismi che accumulano P (PAO) un vantaggio competitivo rispetto ad altri batteri. Così i PAO sono favoriti nella crescita e nel consumo di fosforo. La configurazione del reattore e' formata da un serbatoio anaerobico e da serbatoio per il fango attivo. Il tempo ritenzione nel serbatoio anaerobico è di circa 0.50 - 1.00 ore ed il suo contenuto è mescolato per offrire contatto tra il fango attivo di ritorno e l'acqua di scarico in ingresso.

Nella zona anaerobica: in circostanze anaerobiche, PAO assimilano i prodotti di fermentazione (cioè acidi grassi volatili) in prodotti di immagazzinamento all'interno delle cellule con il rilascio concomitante di fosforo dai polifosfati immagazzinati. L'acetato è prodotto tramite fermentazione di bsCOD, materiale organico degradabile dissolto che può essere assimilato facilmente dalla biomassa. Usando l'energia disponibile dai polifosfati immagazzinati, i PAO assimilano l'acetato e producono prodotti intracellulari di immagazzinamento polidrossibuturati (PHB). Concorrente con l'assorbimento dell'acetato è il rilascio degli ortofosfati, così come di magnesio, potassio, e cationi di calcio. Il contenuto di PHB nel PAO aumenta mentre il polifosfato diminuisce.

Nella zona aerobica: l'energia è prodotta dall'ossidazione dei prodotti di immagazzinamento e l'immagazzinamento dei polifosfati all'interno della cellula aumenta. Il PHB immagazzinato e' metabolizzato, fornendo energia dall'ossidazione e carbonio per lo sviluppo di nuove cellule. Del glicogeno è prodotto dal metabolismo di PHB. L'energia liberata dall'ossidazione di PHB è usata per formare legami polifosfato nelle cellule di immagazzinamento. L'ortofosfato solubile è eliminato dalla soluzione ed incorporato nei polifosfati all'interno delle cellule batteriche. L'utilizzazione di PHB inoltre favorisce lo sviluppo delle cellule e questa nuova biomassa con elevato immagazzinamento del polifosfato giustifica la rimozione fosforosa. Mentre una parte della biomassa è sprecata, il fosforoso immagazzinato è rimosso dal reattore di biotrattamento per la deposizione finale con il fango di scarico.

La quantità di fosforoso rimossa tramite immagazzinamento biologico può essere valutata dalla quantità di bsCOD che è disponibile nell'affluente dell'acqua di scarico. Le migliori prestazioni per i sistemi di BPR sono realizzate quando l'acetato del bsCOD è disponibile ad un tasso costante.

Fonti:

§ ‘Wastewater Engineering’, Metcalf & Eddy, International Edition, 2003

§ ‘Water technology’, N.F. Gray, Elsevier, 2005

§ ‘Depurazione acque’, Luigi Masotti, Calderini, 2005

Read more: http://www.lenntech.it/rimozione-fos...#ixzz1d8Semb00
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Quote:

Originariamente inviata da fappio (Messaggio 1061231520)
buddha , si , non ha molta importanza ... comunque , il P non forma un legame omopolare come l'N2, ma si legano in modo elettrostatico molto debole ... sto cercando qualcosa sui denitratori , secondo me è l'unico settore che può dire qualcosa di più sull'argomento ...a livello generico il P non chiude il suo ciclo , ma mi piacerebbe sapere se non esiste un battere che possa utilizzare l'ossigeno del fosfato ...
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se qualcuno ha la possibilità di dare informazoni , ben vengano

questo può interessarti:

http://fediscus.altervista.org/Viagg...el_fosforo.htm

fa esplicitamente riferimento a condizioni di alternanza aerobica/anaerobica, non all'anossia
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qui parla dei trattamenti delle acque, riporto quanto riguarda l'abbattimento del fosforo:

________________________________
Abbattimento dei fosfati

I sistemi di depurazione più avanzati prevedono anche l'abbattimento dei fosfati.
Il fosforo può essere presente in più forme: inorganica come ortofosfato (PO43-), fissato in composti cristallini a base di Ca, Fe, Al, oppure organica sotto forma di acido umico, fulvico o fosfolipidi.
rispetto all'azoto il fosforo ha l'inconveniente di non poter essere ridotto in forma gassosa e liberato nell'atmosfera.
La concentrazione di fosfati è funzione anche dell'età del fango trattato infatti a seguito della lisi cellulare rapida si ha rilascio di fosfato.
In un impianto convenzionale a fanghi attivi si ha già una rimozione parziale del fosforo (20#30%), (per la riproduzione cellulare), ma con trattamenti specifici tale rimozione è quasi totale (90%).
L'eliminazione specifica del fosforo viene realizzata a seconda dei casi mediante un trattamento di tipo chimico-fisico o mediante un trattamento di tipo biologico (Biological Phosphorous Removal - BPR).
L'abbattimento mediante trattamento fisico - chimico avviene attraverso l'uso di sostanze precipitanti, che coagulano con i fosfati facendoli precipitare, e scuccessiva filtrazione su sabbia (o su teli o su dischi).
A tal fine vengono usati:

Sali di calcio (Ca(CO)3), che raggiunto pH 10 coagulano gli ioni calcio in eccesso con i fosfati per formare un sale detto idrossilapatite, cui segue una neutralizzazione per riportare il pH a livelli normali (7.5-8).
Allume e solfato di alluminio (AlSO4).
Solfato ferroso, solfato ferrico, o cloruro ferrico sono ampiamente usati facendo reagire gli ioni Fe3+ con aggiunta di calce che incrementa il pH facilitando la formazione del fosfato ferrico.

Il sistema chimico ha l'inconveniente di produrre una notevole quantità di fanghi.
Il sistema di defosforazione biologico, sfrutta l'intervento di batteri eterotrofi fosfo-accumulanti (Phosphorus Accumulating Organisms - PAOs)) come Acinetobacter species che tendono naturalmente ad accumulare fosforo, sotto forma di polifosfati, ma che se sottoposti a stati alternati di stress aerobico-anaerobico accumulano, molto più fosforo del necessario.
L'abbattimento biologico dei fosfati organici consiste in due fasi distinte: una aerobica e l'altra anaerobica.
Si parla di processo full stream o A/O (da Anaerobic-Oxic) se l'intera portata viene sottoposta al ciclo aerobico/anaerobico in questo caso si ha un sistema di trattamento a doppio stadio biologico:

il primo, in ambiente anaerobico, è condotto in un ABR (Anaerobic Baffled Reactor) costituito da tre comparti attraversati in serie dal liquame in trattamento dove avviene sia la separazione per gravità dei solidi sospesi sedimentabili di natura organica che la degradazione anaerobica di una parte della sostanza organica più facilmente degradabile;
il secondo, alimentato con l'effluente del primo stadio, è composto dall'unità di aerazione e dalla sedimentazione secondaria, utilizzate per sviluppare un processo a fanghi attivi mirato alla ossidazio ne combinata dell'azoto ammoniacale e del substrato organico.

Questo tipo di processo è finalizzato alla sola rimozione del fosforo.
Se a questo processo viene aggiunta una fase anossica, (A2/O da Anaerobic-Anoxic-Oxic) destinata alla denitrificazione, si può rimuove contemporaneamente anche l'azoto.
U processo di rimozione simultanea di azoto e fosforo è quello denominato Phoredox che è un processo di abbattimento di azoto tipo Bardenpho con un reattore anaerobico in testa.
Se viene trattata in anaerobiosi soltanto una frazione dei fanghi di ricicolo si parla di processo side stream.
Nella fase anaerobica i batteri sfruttano in mancanza d'ossigeno la polifosfatochinasi come riserva energetica per produrre poli-idrossibutirrato (BHP) ma per fare questo degradano i polifosfati presenti nelle loro cellule rilasciando quindi nell'acqua ortofosfati. In questa fase vi è il rilascio del fosforo nell'acqua e l'accumulo di PHB.
Durante al fase aerobica, i batteri, sviluppano un enzima (la polifosfatochinasi) che consente alle cellule si assumere gli ortofosfati presenti nell'acqua e rilasciati nella fase anaerobica in quantità molto superiore a quella necessaria come polifosfati, sotto forma di granuli di volutina, e allo stesso tempo per ricavare energia i batteri degradano il poli-idrossibutirrato (BHP) . In questa fase vi nell'acqua vi è una riduzione di fosforo nell'acqua e un consumo di PHB.
I batteri si accumuleranno poi nel sedimentatore secondario con i fanghi e verranno inviati con i ricircoli alla vasca di rilascio del fosfati.
Gran parte dei fosfati in verità viene rimossa attraverso il fango di supero, che li contiene in percentuali del 3÷6% sul totale di materia secca.
I principali vantaggi derivanti dalla rimozione biologica del fosforo sono ridotti costi chimici e minore produzione di fango rispetto alla precipitazione chimica.
L'abbattimento del fosforo può avvenire anche per mezzo di un trattamento terziario di fitodepurazione.

Entropy 08-11-2011 19:51

Buran_, tutto quello che hai appena riportato riguarda comunque i PAO, di cui ho scritto il funzionamento poco sopra. Ma i PAO accumulano i fosfati nei fanghi del fondo, prelevandoli dall'acqua, mentre non sottraggono fosforo dall'ecosistema vasca (al contrario del denitratore con l'azoto).
La questione, da quanto ho capito, è che si vuole invece sapere se esistano organismi in grado di utilizzare l'ossigeno legato ai PO4 per ossidare il substrato carbonioso organico.
E sinceramente io non ne sono a conoscenza...
Ma poi, a che pro? Non bastan sapere dell'esistenza dei polyP bacteria, in grado di rimuovere biologicamente i fosfati? #24


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