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e come ci si dovrebbe comportare in tal caso? non penso che il controller possa anche supplire a crolli di ph.. se il ph si alza , si apre l elettrovalvola, ma se crolla?( e repentinamente come a me sembra essere descritto nel posto) #24 |
forse non mi sono spiegato bene,il ph è crollato con una sola causa,l'acido cloridrico che ,dal fondo,è stato aspirato e "sparso" per la vasca dalla pompa del filtro....sono giunto aquesta conclusione dopo avere parlato con dei conoscenti e avergli riportatol'odore di acido che proveniva dalla vasca...sicuramente ha azzerato la flora batterica del filtro.
se avessio avuto un ph controller cosa avrebbe fatto? |
già....il fondo della vasca era di ghiaino da 2-3mm...se ci fosse una vera denitrazione,come quella dei filtri denitratori,la co2 non dovrebbe mancare...se i nitrati e i fosfati venisseroassorbiti dai microrganismi come viene descritto negli articoli otrac,la cosa cambia....
posto la foto del filtro lento che ho nella mia vasca da 600litri...non era completamente finito,mancava ancora del materiale filtrante...se ci fate caso non sono cannolicchi :-) ...indovinate di che materiale si tratta... http://www.acquariofilia.biz/allegat..._600_1_863.jpg |
Dunque,
nella vasca di fosco abbiamo un pH di 5.5-5.8, un kh di 2-3 e una conducibilità di 230 microsiemens ( quindi più un M.TR.AC. che un O.TR.AC.) e questo partendo da un’acqua per i cambi con un pH di 7 (o poco inferiore), un kH di 3-4 ed una conducibilità di circa 100 microsiemens (a proposito: complimenti per l’acqua di rete, sarà l’invidia di molti acquariofili…..). Mia prima considerazione: i valori diversi di pH e conducibilità dell’acqua della vasca e di quella dei cambi possono creare qualche problema di stabilità dei valori. Questo non accade per un motivo: l’elevato rapporto volume filtro biologico (interno)/litri totali fa sì che la resistenza e la resilienza del sistema acquario siano alti e permettano variazioni anche considerevoli dei valori dell’acqua, ogni qualvolta che questa si cambia. Ora, posto per assodato che fosco non utilizza né CO2, né torba, le cause dell’abbassamento di pH, kH e dell’aumento della conducibilità devono essere attribuite al filtro e/o alle piante. Riguardo le piante, L’Hygrophila polysperma è una pianta molto adattabile: cresce bene anche senza CO2 e con poca luce e non ha bisogno di un fondo fertilizzato. Da quello che posso vedere dalla foto poi, la sua crescita è per lo più come galleggiante, da cui si capisce come gli possano bastare solo 90w su 600 litri lordi (che anche fossero 400 lt netti, staremmo sui 0.22 l/w, veramente bassini….). Però, come giustamente si è detto, tutte le piante hanno bisogno, oltre che di fertilizzanti, di carbonio per accrescere la loro biomassa. E se non gli viene fonita CO2, se lo prendono dall’acqua, sotto forma di carbonati. Ed il KH diminuisce. Ma anche i batteri nitrificanti (autotrofi), per accrescersi, hanno bisogno di carbonio. E pure loro se lo prendono dai carbonati. In sintesi,per farla breve, tali batteri consumano ossigeno, ammonio e carbonati per dare acqua, CO2, nitrati ed acidità (H+). I batteri denitrificanti (eterotrofi)presenti nei fanghi attivi invece, consumano (in assenza di O2) sostanza organica e nitrati per dare acqua, azoto (N2), CO2 e basicità (OH-). Quindi, quello che ne esci fuori è che un filtro biologico molto maturo, in cui si sia instaurata una flora batterica ricca e prolifica, produca CO2 (quindi acidità) e consumi alcalinità (vedi carbonati). Ma per arrivare ad un abbassamento di valori come quelli della vasca di fosco, occorre (in rapporto alla vasca) un volume del filtro biologico (nitrificante + denitrificante) veramente, ma veramente grande. C’è anche da aggiungere che la materia organica prodotta dai batteri (che si riproducono e muoiono in continuazione) è fonte anch’essa di elementi nutritivi (C, N, O, H e quant’altro) che ritornano in circolo o vengono utilizzati dai microorganismi, che risiedono e vivono nel filtro (e che si riproducono e muoiono anch’essi), o riutilizzati dai batteri stessi. E questo, tra l’altro, fa aumentare certamente la conducibilità. Quello che a me pare strano è che, per un batterio nitrificante, un pH di 5.5 non è affatto sinonimo di condizioni ottimali (che corrispondono invece ad un range tra 7 e 8). Quindi un sistema del genere dovrebbe in realtà lavorare secondo un feedback negativo, attraverso il quale un allontanamento dai valori ideali di prolificazione porta ad una diminuzione di crescita,che porta ad un nuovo cambiamento (dalla parte opposta) dei valori. A meno che il peso funzionale della parte denitrificante sia preponderante…… Detto questo vorrei sottolineare che (ovviamente) neanche un sistema del genere è esente da collassi o variazioni improvvise. Bolle di idrogeno solforato, ad esempio, possono formarsi (se la gestione non è ottimale) anche nei fanghi dei filtri interni e creare non pochi problemi. E che un fondo ben gestito sia allo stesso modo efficiente e sicuro. Io ho un acquario da 110 litri in funzione da circa 9 anni e la sinergia tra fondo (fertilizzato e alto più di 10 cm) e filtro interno non mi ha creato mai il minimo problema di gestione (io non sifono mai e la vasca è piena di piante e, relativamente, di pesci). Inoltre, considero l’uso della torba un elemento fondamentale nella gestione di una vasca O.TR.AC. ed in generale in una vasca con ph sotto il 6.5 e kh non rilevabili. Questo per le molteplici proprietà degli acidi umici e fulvici, tra le quali effetto tampone, chelanti di elementi nutritivi e antisettici. Come si è detto l’uso della CO2 aiuta, ma serve soprattutto alle piante, che ritengo molto importanti per la stabilità del sistema, perché (in un certo senso) rappresentano la “concorrenza” della flora batterica (nitrificante + denitrificante): quindi molto utili ad interagire, supportare, sostituire e ammortizzare il lavoro del filtro. (Per) ora la pianto di scrivere, e scusate (come spesso mi capita) la lungaggine...... :-)) ;-) P.S.: Quote:
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Il controller ti dà la lettura istantanea del ph... quindi la possibilità di reagire in tempo reale. ;-)
Magari basta inserire un paio di cucchiai di bicarbonato per tamponare l'emergenza e poi procedere ad un cambio parziale. Inoltre quasi tutti i controller (il mio economicissimo Ruwal lo è) sono predisposti anche per alzare il ph montando le apposite sonde/attuatori in caso si tema più un abbassamento di ph che un suo innalzamento. Entropy, non solo ti scuso, ma anzi ti esorto a dilungarti come e quanto vuoi nelle tue speigazioni, che stanno sempre un passo avanti e dieci gradini sopra!!! #25 |
Entropy, quotarmi no eh??? ;-) ;-) ;-) ;-)
Ovviamente scherzo, hai portato i giusti e dovuti distinguo che a me non andava di fare ma che ho mosso come appunti. In tal senso mi preme non far passare un messaggio potenzialmente errato che riguarda l'abbassamento degli inquinanti a mezzo potatura e/o asportazione di piante.Azoto e fosforo vengono consumati durante il normalissimo ciclo di crescita delle piante.Se le piante non vengono potate e/o asportate,il consumo degli elementi avviane ugualmente,solo che la massa vegetale,se non potata, andrà man mano ad occupare lo spazio destinato al nuoto dei pesci.Ripeto, è solo una puntualizzazione per evitare che qualcuno pensi di sostituire i cambi(reale e immediato mezzo per abbassare la percentuale degli inquinanti) con le potature. Per quello che riguarda la prolificazione batterica in ambiente acido,si sa che questo è un fattore limitante,ma non è che l'annulla(altrimenti tutte le vasche con ph basso sarebbero dovute collassate da quel di),ecco perche in queste condizioni le dimensioni del filtro giocano un ruolo decisamente importate. Ti ringrazio Entropy in modo particolare per il richiamo all'idrogeno solforato,per il semplice motivo che era un ulteriore precisazione che volevo fare,ma per come si era messa la discussione ho evitato di farla.Ma è bene specificare che in una potenziale zona anossica quello che si forma è per l'appunto idrogeno solforato( e relativi solfuri) e non acido cloridrico(cloruro di idrogeno) conosciuto anche come acido muriatico.Anche perche, non vedo come in una potenziale zona anossica possa svilupparsi la base(Cl) per questo acido. Cmq Entropy,è sempre un piacere leggere i tuoi interventi. |
Miccoli come ti ha detto paolo il tutto dipende con cosa controlli il ph,come rimedio per un potenziale abbassamento di ph,si potrebbe far partire un,tanto bistratto, aereatore
;-) |
Riguardo la reazione anammox (ossidazione anaerobia dell'ammonio, ovvero biotrasformazione dell'ammonio e dei nitriti in azoto gassoso) se ne era parlato ai tempi del "filtro eterno".
All'epoca riportai l'osservazione che avevo fatto sulle sponde del lago di Monate: dalla melma del fondo uscivano ogni tot delle bollicine; quando un pescetto frugafa fra foglie e melma, capitava che una bolla emergesse... I batteri responsabili della reazione però, pur accettando temperature fino a 40°C, necessitano di un pH compreso fra 6.7 ed 8.3 Ergo, o nel fondo il pH è maggiore che nella colonna d'acqua (ma la vedo dura), oppure la reazione anammox non può avvenire in questi ambienti. Ed è un peccato, perchè la reazione anammox è NH4+ + NO2- = N2 + 2 H2O E potete vedere che non vi è il passaggio intermedio NO2 / NO3 / N2 del classico ciclo dell'azoto, quindi sarebbe una panacea, perchè: 1) richiede meno ossigeno per l'ossidazione dell'ammoniaca a nitrato 2) non richiede apporto di carbonio organico per la denitrificazione 3) non produce nitrati E, in una vasca otrac "dura e pura", le piante - da come la vedo io - non sono praticamente presenti. Possiamo certamente introdurre delle essenze che ci aiutino nella gestione, ma forse c'è un'altra strada... #17 |
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In una settimana la salvinia mi ha ridotto i nitrati (erano nitrati perchè ero a ph 7 in maturazione, ma il discorso vale anche per NHx) da 50 ppm a a 10 ppm in 50 cm di colonna d'acqua ;-) Regolari cambi d'acqua sono comunque da mettere in conto, sigh :-( |
Luca, io penso che quel valore di riferimento del ph,mi riferisco a quello più basso, può esserlo ancora di più.
Penso che gran parte dei problemi(vedi anossicità) possano essere scongiurati con un cavetto riscaldate,pilotato con l'ormai nota metodologia atta a ricreare un specie di falda freatica. La corrente ascensionale che ne deriva,porta inevitabilmente un parziale apporto di ossigeno nel fondo.Da qui, viene meno il pericolo anossicità,ma si creano le condizioni di anaerobicità,che è quella decisamente più indicata.Da qua si ritorna parzialmente al discorso(vedi eterotrofictà) fatto da Entropy |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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