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...io mi sono dissociato da questa discussione, non perchè non sia interessante ma di fritto si è già parlato.
Il tema era un'altro e se vi va ci torniamo. ciao a tutti |
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Benissimo ti faccio un esempio, prendi un bel cane S. Bernardo, come quello che avevano i miei vicini anni fa, è un cane che non ama sicuramente il caldo ma quello che avevano comprato loro non era nato in montagna ok? quindi stando a quel che dici tu non conosceva il suo habitat naturale. Lo hanno tenuto per un paio di anni in città, d'estate quel cane pativa le pene dell'inferno, fino a che non è morto all'età di 4 anni. come mai se non era nato nel suo habitat non si è ambientato? |
invece non sono giuste x come, dove e perchè la natura ha creato i pesci, le piante e tutti gli esseri viventi...tu sei liberissimo anke di mettere i piranha coi guppy ma evita di insegnarlo agli altri #07 #07
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Posso permettermi di dire che Rasbora interviene troppo spesso e in troppi topic senza avere le conoscenze per dare consigli?
;-) |
:-D si
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Querciamix, Rasbora, eccetera, consiglierei a chiunque di documentarsi seriamente, prima di parlare di chi si può adattare e come. Inoltre, l'acquario non è espressamente una palestra dove i pesci si debbano allenare per adattarsi alle nostre stronzate. Invece, è esattamente il contrario, ovvero noi -e il nostro habitat ricreato- che deve adattarsi agli organismi.
Qualunque presunto acquario non rispetti questa semplice -e non di certo di mia creazione- regoletta, non è un acquario. Potrà contenere pesci e piante (quando si ha sedere), ma sarà qualcos'altro. Un campo di concentramento contiene tanti uomini che vivono, lavorano e dormono, ma non è una casa. Così, un "acquariofilo" non è un acquariofilo. Un medico che somministri acqua ossigenata per via orale, per curare un tumore al colon, non sarebbe (più) un medico, e di fatto verrebbe radiato (se gli va bene). Dovrebbe avvenire la stessa cosa riguardo gli acquariofili, o presunti tali. Fermo restando che l'adattamento animale e vegetale è prezioso. E' "l'uso che se ne fa" che è triste e con scarso valore scientifico, visti i presupposti e il contesto. Quindi, sono in disaccordo con Blu Lady, circa il suo commento sull'acquario 34 litri di Querciamix: non è un fritto misto, secondo me non è neppure un acquario. Del resto, non vedo perché allora non dovrebbe esserlo un secchio in cui riponessi due Neon, un Betta splendens, un Guppy, gli avanzi di pesce della cena di ieri sera e la scritta "questo è il mio acquario, notate come si adattano". Non che legga tutti i topic tutti i giorni, quindi non conosco tutti gli interventi di Blu Lady, ma, in questo topic, mi sembra sia stata attaccata per un buon consiglio. La ammiro, perché io non avrei neppure avuto la forza di darlo, perché non ho la sua fiducia negli altri "acquariofili". Se questo deve essere il risultato, se diffondere informazioni sollecita le manie di persecuzione da proprietari di fritture di pesce (appunto, non di acquari), allora Blu Lady ha sbagliato. Sono entrato in questo topic spinto da una genuina curiosità verso il titolo. Peccato che non sia tutto oro quello che luccica. |
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Se non hai il libro comunque ti riassumo cosa afferma l'autore. A pag.61 dice che se un pecilidi oggi in commercio fossero riportati nei luoghi di origine probabilmente morirebbero dopo 1 giorno tanto si sono "modificati". A pag.62 cito testualmente: "I pecilidi sono particolarmente adatti come coinquilini in un acquario di comunità popolato principalmente da altri gruppi di pesci quali i caracoidei o i ciprinidi". (Quindi ad es.guppy+neon+rasbore va bene).
Ciao. |
Grazie della delucidazione, perché il libro non lo avevo (da quando ho smesso e ripreso l'attività di acquariofilo, anni fa, prima ho regalato tutti i libri che avevo -sbagliando- e poi ho ricomprato solo libri specifici, certamente non per principianti).
Caro Rasbora, questo è l'hobby delle grandi C.te. Le cose non stanno così, non perché quello citato da te sia totalmente falso, ma perché riguarda un tipo di acquariofilia per principianti impazienti, da cui prendo le dovute distanze (sicuramente per mancanza di coraggio nell'affrontare certe questioni oramai trite e ritrite). Sì, certo, EVENTUALMENTE potrebbero adattarsi. E allora? Cosa c'entra con l'acquariofilia seria? Io avevo scritto di documentarsi seriamente, non di documentarsi, il che contiene una sfumatura tagliente e neanche troppo sottile, che sarebbe OT sviscerare qui (e sono anche stanco di ripetere sempre le stesse cose, basta leggermi qua e là). Al di là di ciò, quanto citato non lo apprezzo anche perché dà cose per scontato in quantità industriali. Qualche esempio: ci sono allevamenti e allevamenti, con condizioni diverse, alcune più simili a quelle naturali, altre no. Non solo, la stessa specie può contenere ceppi differenti, provenienti da aree naturali differenti, con esigenze differenti (vedi Guppy in primis). Ovviamente non mi riferisco al libro, che non ho letto, ma solo a questa citazione. Volendo si può pure trovare il compromesso tra Guppy e Neon (per carità, quando non ci capivo niente li ho allevati anch'io insieme), come si può anche riuscire a passare in un cerchio infuocato. Solo che non mi sento personalmente motivato in nessuna delle due cose. Non solo per quanto riguarda i valori hanno delle differenti esigenze, ma hanno anche comportamenti differenti che possono, seppure senza tragedie, portare l'una specie ad infastidire l'altra. Immagina una ventina di Guppy che si accoppiano in un banco di 15 Neon (che dovrebbe essere il numero minimo per questa specie). Credo che i Neon non gradirebbero particolarmente (questo è un caso, naturalmente). Riguardo alle Rasbore, forse già le vedrei meglio con i Neon, ma... anche qui ci sono tante specie differenti e... de gustibus! Riguardo al Betta, neanche mi ci soffermo. Con tutti questi altri ha esigenze di allestimento, di corrente e di temperatura che neanche è proponibile la cosa. A voler fare le cose fatte bene, ovviamente. Ho questo difetto: lo do per scontato. Un'ultima nota circa la letteratura. Una grande amica, ma non bisogna mai prendere per oro colato quello che si legge. Il libri sono scritti da uomini e anche gli scrittori sbagliano. Oppure usano approcci particolari, che funzionano a volte, mentre altre no. Io possiedo molti libri sui Ciclidi di varie parti del mondo. Li considero tutti ottimi libri. Mi piace pure quello di Wolfgang Staek e Horst Linke sui Ciclidi dell'Africa Orientale, anche se un po' datato. Lo leggo e rileggo con piacere, anche se non posso prendere sul serio l'idea di tenere i Ciclidi malawitosi :-) a 25 o addirittura a 27°. Mi sono posto varie domande sul motivo per il quale abbiano scritto una cosa simile. Forse perché a quella temperatura le uova schiudono prima (e i pesci vivono la metà), o forse per far vendere riscaldatori. ;-) Se vai in Ciclidi Africani, in un topic sulla manutenzione del filtro, recentemente ho scritto di ciò. Saluti, Matteo. |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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