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In un acquario (ossia un sistema chiuso, anche se teoricamente aperto), la variazione del livello dell'acqua con sommersione stagionale di una zona emersa e viceversa (scusate la rima) è un'operazione fattibile, ma niente affatto semplice, se messa in relazione alle contemporanee variazioni desiderate dei valori dell'acqua. Infatti, tali variazioni porterebbero alla sommersione le porzioni di substrato che prima erano emerse, quindi con caratteristiche abiotiche (pH, conducibilità, concentrazione dei nutrienti) e biotiche (batteri e microfauna instauratesi) completamente differenti, generando in tal modo cambiamenti e squilibri nei valori dell'acqua non sempre facilmente prevedibili e controllabili. Con il risultato (opposto) di peggiorare le condizioni di vita degli abitanti dell'acquario.
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Capito Andrea, queste cose sono molto difficili...io non sono del "settore" per cui non conoscevo queste interazioni, non ci avevo proprio pensato a dire la verità...
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...per non parlare della dieta...mimare la dieta che i nostri pesci avrebbero in natura nell'arco di 12 mesi è praticamente impossibile, anche perché credo che nessuno di noi voglia affamare i suoi animali per la maggior parte dell'anno, per poi "bombarli" per un periodo molto ristretto di tempo...così facendo non si va molto lontano.
Secondo me, senza complicarsi troppo la vita, è già una bella sfida ricreare un'alimentazione basata solo su vivo e surgelato, variabile sia nella qualità che nella quantità, con giorni di digiuno basati sull'osservazione della digestione dell'animale (in rapporto diretto con le temperature), e quindi con un aumento delle quantità nel ristretto periodo della riproduzione. |
Luca, ammettiamolo leggere Entropy e Venus è uno spettacolo.........e proprio perchè ci stupiamo e ammettiamo che "non ci avevamo pensato" ( lo dico con un pò di ironia) appare evidente una delle maggiori difficoltà nel creare il "biotopo".......la conoscenza.....non degli accessori tecnici per modificare il livello dell'acqua o la movimentazione ( per esempio) ma degli effetti chimico/biologici che si vengono a creare.
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Esattamente Luca, hai proprio ragione! :-)
Ecco perchè mi piace scrivere e approfondire vari argomenti, perchè si impara sempre tanto ed è importantissimo in questa passione. Come per la "decalcificazione biogena" sul post della co2, grazie ad alcuni interventi ho scoperto che esiste anche questa cosa! (per fare un esempio) Per quanto riguarda Entropy e Venus, bè, c'è poco da aggiungere, li ho conosciuti e devo dire che sono come un buon libro da leggere, ogni volta c'è sempre qualcosa di nuovo e di stupefacente! ;-) |
Vero, si impara molto da queste discussioni, soprattutto quando fermarsi con le "prove varie" tenendo presente che l'incolumità dei nostri ospiti viene prima di tutto ed è spesso vincolata alle nostre capacità e, appunto, conoscenze.
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Bellissima e interessantissima discussione , peccato che me ne sono accorto solo adesso! Comunque riguardo alla realizzazione di un acqaurio biotopo credo che la realizzazione dello stesso dipende dal biotopo stesso: se voglio ricreare un biotopo sponda di un fiume nostrano (che so Po, Tevere, Volturno ecc.) sarà enormente più facile perchè potrò andare a vedere dal vivo come è fatto, che tipo di substrao c'è , che tipo di legni e/o rocce , che tipo di piante e pesci, invertebrati , eventualmente potrei prelevare tutte queste cose e metterle nella vasca: avrei così realizzzato una correta vasca-biotopo ? Direi proprio di si! Ma che succede se io volessi riprodurre la riva di un affluente del rio negro o una foresta inondata (varzea o igapò) ?
qui le cose si complicano perchè non potrei vederle dal vivo e quindi dovrei basarmi su foto o video (se ci sono) e sulle info riportate da chi ci è stato: è qui la parte a mio avviso più difficile nel ricrerare un biotopo tropicale o esotico: reperire le corrette informazioni su di esso! troppo spesso sui libri o in rete si trovano informazioni molto generiche al limite posso trovare una lista di pesci e piante provenienti dal rio negro (per esempio) ma come giustamente avete fatto notare non significa che tutte quelle specie vengono dal medesimo biotopo perchè in un fiume come quello (e in sudamerica un fiume è un immenso bacino idrografico) ci sono molti biotopi, spesso anche diversisimi tra di loro. Quindi il primo passo è repire le informazioni giuste , una volta fatto questo è chiaro che nell'allestimento bisogna scendere a compromessi : magari per simulare l'intreccio di rami userò legni di giava (che ovviamente non si trova in amazzonia!) o legni di torbiera ( e non credo ci siano torbiere ai tropici) , userò magari delle nostrane foglie secche di faggio o quercia per simulare la lettiera di foglie secche di piante tropicali ( a meno che non riesco a procurmi rami o foglie di painte ammazzoniche in un orto botanico o magari da un importatore particolarmente fornito), se il substrato è formato da sabbia bianca magari userò una sabbia fine quarzifera anche se non so se la sabbia originale che composizione specifica abbia , certo se devo ricreare un substrato fangoso/terroso le cose si complicano e devo fare usare qualcosa che almeno apparentemente lo mimi, se l'acqua e scura sappiamo che è possibile ottenere quest'effetto ecc ecc, dico questo perchè quest'anno ho potuto vedere dal vivo al Napoliaquatica gli acquari biotopo ricostruiti da Heiko Bleher che come sapete tutti è probabilmente la persona più qualificata al mondo in fatto di biotopi e l'effetto di quelle vasche è molto realistico e le vasche sono (quasi tutte) relativamente semplici, secondo lui non difficili da fare o mantenere), sconvolge anche molte "certezze" date per dogma : nelle sue vasche per esmpio i ciclidi nani tipo apistogramma vengono allevati sempre in gruppi numerosi (sia maschi che femmine) perchè in natura li ritrova sempre numerosi in piccoli spazi ecc. Quindi , secondo me, ricreare bene un biotopo è fattibile se come dicevo si riescono ad avere le informazioni corrette sia sulla parte biotica cioè organismi viventi che esulla parte abiotica (cioe la parte non vivente) , se riusciamo ad avere le conoscenze giuste pur con tutti i compromessi che spesso sono inevitabili riusciremo a ricreare un biotopo con un buon grado di approsimazione , ripeto, secondo me. Scusate la lunghezza del post. |
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E anche se si prendessero i materiali originali per ricreare un biotopo, stando a quanto abbiamo detto, servono delle condizioni esterne ed interne al sistema, ma in acquario sono difficilmente ricreabili (diciamo impossibili), per questo la definizione più plausibile è "acquario tematico" :-) Quote:
Sono d'accordo sull'allestimento semplice, quasi esenziale, delle vasche perchè rispecchia abbastanza fedelmente uno spaccato di natura, ma sul fatto della semplicità ho dei seri dubbi (anche in base a quanto scritto da Venus ed Entropy qualche post sopra). Riguardo alle scelte di popolazione poi è un capitolo a parte perchè dipenda da quanto è grande l'acquario e dallo scopo. Se èespositivo per un contest o una fiera i pesci sono messi provvisoriamente, in allevamento la cosa è molto diversa. Inoltre si può usare una "tecnica" di overcrowing per inibire l'aggressività dei pesci (come funziona nelle vasche dei negozi), ma qui andiamo su un argomento diverso e molto complicato. Sono d'accordo sul fatto di trovare un compromesso, è la parola chiave di questo discorso insieme alla più corretta definizione di acquario tematico! ;-) |
Grande Luca!! E complimenti a tutti gli altri...post molto interessante e di sicuro sarà di aiuto a tanti ;-)
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Valeriuccio, sogno o son desto?!? :-))
Ben ritrovato, finalmente! Grazie per i complimenti, ci sentiamo presto! ;-) [Scusate l'OT] |
Ciao, sono d'accordo con quello che hai scritto , per il prelievo in natura il mio era solo un esempio per dare l'idea, non certamente un invito a depauperare le risorse naturali !! ;-) (poi le leggi sui prelievi in natura (pensate ai funghi per esmpio) spesso sono regionali , quindi possono variare molto da regione a regione) .
il fatto è che chi fa un acquaurio biotopo lo fa credo perchè gli piace vedere soprattuto le stesse associazioni di pesci e piante come sono in natura , non perchè abbia l'ambizione di ricreare un'ecosistema completo , questo è ovviamente impossibile (e giustamente avete fatto notare come spesso i termini ecosistema e biotopo vengono confusi) un acquario è acquario in quanto tale perchè ha appunto: luci artificiali, filtro, termoriscaldatore ecc che appunto suppliscono a tutti quei meccanismi biologici e fisico-chimici che è impossibile replicare in modo naturale in acquario , allora riprendendo il titolo di una discussione il senso del biotopo sta nel fatto che se uno cerca di ricreare l'habitat in cui vive uno o più spece di pesci, il pesce/i in questione avranno un comportamento più naturale , magari camperanno di più, forse vivranno meglio che non sparati in una vasca iperilluminata che riproduce un giardino zen o un'aiuloa olandese o un boschetto terrestre con tanto di alberelli (lo dico con il massimo rispetto per chi ama e fa questo tipo di allestimenti) secondo me |
Sono d'accordo, infatti questo argomento si riallaccia molto bene all'altro articolo "Gli acquari naturali" di qualche mese fa! ;-)
Anche io parlo con tutto il rispetto per chi allestisce acquari diversi, però alcune esigenze dei pesci andrebbero rispettate un po' di più (per esempio evitare lo stress da troppa illuminazione, ecc)! :-) |
bell'articolo e bel dibattito a seguire... vediamo se riesco facendo un pò di ordine mentale a sviluppare il mio pensiero....
io parto la presupposto che un biotopo come lo stiamo considerando fin'ora si sta discostando proprio da concetto di acquario..... o meglio chiaramente è un acquario perchè è un ambiente artificiale ma per rispecchiare i canoni fin'ora espressi non dovrebbe avere nulla dell'acquario commerciale.... nemmeno il filtro.... allora forse il biotopo si potrebbe realizzare solo con un'autovasca... proprio perchè dovendo rispecchiare una serie di parametri biotici ed abiotici dovremmo anche eliminare la tecnica dall'acquario.... mi rendo conto che la mia idea è un pò estrema ma un biotopo puro non è tale senza alghe e melma.... come spesso abbiamo visto nei vari video degli amici pinnuti nel loro ambiente naturale.... l'acqua è tutt'altro che cristallina, le piante sono spesso monospecifiche e vivono quasi in simbiosi con le alghe... il fondo è melmoso e smosso.... di artificiale dovrebbe quindi esserci solo il contenitore....e come tale andrebbe tenuto all'aperto perchè si relazioni con l'ambiente esterno.... in questo caso quindi l'unico ambiente veramente ricreabile fedelmente è quello autoctono..... naturalmente mi rendo anche conto che in tutto esistono dei compromessi.... e noi acquariofili lo sappiamo bene quindi per ricreare un acquario geografico basterebbe scelgliere la flora, la fauna.... adattare il fotoperiodo alla zona di provenienza così come i parametri dell'acqua basandoci sulla bibliografia a disposizione... ma resterà ben chiaro il concetto che quello è un ambiente artificiale, un micromondo che creerà le sue regole e i suoi equilibri e che non sarà mai fedele alla natura... secondo me se si ha chiaro questo concetto si può arrivare ad un compromesso... altrimenti il concetto di biotopo nel vero senso della parola diventa irrealizzabile ehm scusate per il papiro..... qualcuno c'ha capito qualcosa?? |
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Questo si collega con l'articolo sugli acquari naturali! ;-) |
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il discorso della fauna autoctona lo percorrevo perchè volendo rispecchiare tutte le condizioni 'naturali' sia biotiche che abiotiche... quindi anche insetti e microfauna, non solo climatici.... per essere veramente fedeli dovremmo fare con quello che disponiamo nel nostro ambiente
era una riflessione molto estremista |
Beh! certo che facendo un bel laghetto e inserendo gli stessi pesci che nuotano nel fiume vicino a casa nostra il biotopo sarebbe perfetto.
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il fatto è che credo qui si stia confondendo un po' il concetto di biotopo con quello di ecosistema: non penso sia possibile ricreare tutte le reti trofiche presenti in un ecositema naturale in un acqaurio: dai batteri ai produttori ai consumatori ai superpredatori, questo è un ecosistema e oltre che impossibile da riprodurre sarebbe a mio avviso inutile: non credo che si quello che vuole l'appassionato, non lo fanno neanche negli acqauri pubblici, io penso che dovremmo virare verso il concetto di vasca -habitat nel senso come ho già detto cercare (con tutti i limiti del caso) di cercare di ricrerare l'habitat delle specie animali o vegetali che ospitiamo osptando appunto organismi che condividono lo stesso habitat; il discorso sugli acqauri alla Lorenz in realtà non si discosta troppo da questo: neanche in un acqaurio naturale è posibile ricreare in poco spazio tutti i fenomeni che avvengono in natura, nonostante l'assenza del filtro (quindi tutti i meccanismi di depurazione erano affidati ai soli batteri presenti i vasca che costringeva a limitare il popolamento aniamale) e la luce solo naturale (il termriscaldatore lorenz lo usava eccome se doveva allevare specie tropicali, secondo voi quando descriveva la riproduzione dei ciclidi li teneva alle temperature tedesche?) lorenz lo sapeva bene infatti i suoi acquari avevano un minimoo di interventi esterni (somministrazione del cibo, cambi parziali) nenche lui aveva l'ambizione di ricerare perfettamente un 'ecossitema perfetto e completo tra 4 vetri!
per la moda dei biotopi: in realtà in europa in concetto di acqaurio biotopo è nato con l'acqauriologia moderna stessa, vedo che in america forse ora sta prendendo piede questo concetto tenedo presente che l'acqaurio dell'amercano medio spesso ha piante in plastica , giaia colorata e arredamento con velieri e teste di morto con le bolle che escono dal naso.... |
In effetti va fatta una precisazione doverosa, altrimenti si rischia di confondere i termini utilizzati con il loro reale significato. Un qualsiasi ECOSISTEMA (che sia naturale o artificiale) è caratterizzato da elementi abiotici (il BIOTOPO, caratterizzato da variabili come la temperatura, la luce, i valori dell'acqua, la tipologia del substrato, gli elementi nutritivi,....) e da elementi biotici (la BIOCENOSI, caratterizzata dalla fauna e dalla flora).
Tecnicamente quindi, il ricreare perfettamente un certo biotopo, significa scegliere oculatamente tutte le componenti abiotiche del sistema. Flora e fauna invece, comprendono le componenti biotiche, ossia la biocenosi, che va ad interagire con il biotopo per formare infine l'ecosistema. Un qualsiasi acquario è di per sè un ecosistema. Artificiale certo, ma comunque un ecosistema, in cui elementi abiotici e biotici instaurano un equilibrio (la cui durata e resilienza è funzione delle variabili stesse del sistema). Il creare in acquario un biotopo il più attinente possibile a quello reale, significa ricreare le stesse condizioni abiotiche del luogo di origine. Aggiungendo poi la componente biotica (ossia la biocenosi) avremmo un ecosistema completo e fedele della zona del modo che vorremmo ricreare. Quote:
Riporto, come esempio, uno stralcio del libro in questione: ....il pregio dell'acquario, che consiste proprio nell'autosufficienza biologica di quel piccolo universo, cui dall'esterno non occorre alcun aiuto, a parte il nutrimento degli animali e la pulizia della vetrina anteriore del recipiente: se infatti vi domina il giusto equilibrio, l'acquario non ha bisogno di essere pulito! Rinunziando ai pesci più grossi, specie a quelli che sommuovono il fondo, nessun danno si avrà se gli escrementi animali e i tessuti vegetali in decomposizione costituiranno a poco a poco uno strato fangoso; anzi, tanto meglio, perchè questo strato penetrerà e renderà fertile il fondo, originariamente sterile. Nonostante il fango, l'acqua rimarrà inodore e conserverà la limpidezza cristallina di uno dei nostri laghetti alpini. e ancora: "Con una grande esperienza e con un delicato intuito biologico è però possibile, entro certi limiti, predeterminare il carattere generale del microcosmo che si svilupperà poi in un acquario, scegliendone oculatamente il fondo, la posizione del recipiente, la temperatura e la luminosità, e infine gli animali che lo popoleranno. In questo consiste l'arte dell'acquariofilo, in cui eccelleva il mio amico Bernhard Hellmann, perito tragicamente: in uno dei suoi acquari egli era riuscito a riprodurre perfettamente un ambiente naturale ben preciso, il lago di Altaussee; era una vasca grande, assai profonda, fresca, e non troppo esposta alla luce; la vegetazione nell'acqua cristallina consisteva di trasparenti erbe verde chiaro, il fondo sassoso era coperto di scuro muschio dei fossi (“Fontinalis”) e di graziosa “Chara”. Gli animali non microscopici erano rappresentati solo da alcune minuscole trote, da qualche varone e da un piccolo gambero fluviale: una popolazione ittica dalla densità non molto superiore a quella di uno stagno naturale." |
Ottima guida! Bravissimo Luca! #25
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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