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Paolo, hai troppe vasche: non ci sto più dietro!!! |
e come valori come ci si comporterebbe?
so che sarebbe impegnativo ma un buon esperimento dovrebbe prevedere 2 o più vasche con valori differenti per stabilire qali sarebbero più indicati... no? |
Dipende da dove si vuole arrivare e che biotopo ispiratore seguire...
Io partirò dai parametri dell'acquedotto (potrebbe essere che la vaschetta prenda posto sulla scrivania dove lavoro: devo chiedere il permesso...) Volendo effettuare l'esperimento secondo i dettami della moderna scienza, dovrei realizzare uno scaffale di vasche identiche, batteriologicamente isolate. Ovvio che non ho le possibilità di farlo, quindi parto con 1 cubo lato 40cm e vedo come evolve. L'esperimento è aperto a tutti: gradirei mi si fornissero i dati delle vasche-cavia e l'andamento dell'esperimento ;-) |
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Comunque, mi sa che a questo punto mi tocca rendere noto da subito il nuovo allestimento della mia vasca da 45 litri (il fu "Rio Negro", riparato, spero, dalla crepa). E' una vasca un pò strana, però credo di poterla far rientrare in un esperimento simile, visto che è senza filtro, senza riscaldatore ed è illuminata da una lampadina a risparmio energetico...... #24 |
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Quest'ultima vasca (che fino a una settimana fa stava fuori al portico), glielo fatta trovare accanto al 126 lt, dopo che si è svegliata dal riposino del sabato pomeriggio:" Ti ricordi Amore, ne avevamo parlato a pranzo, così fuori al portico c'è più spazio per il dondolo....... e poi questa vasca è così piena di verde..... e praticamente andrà avanti da sola e consumerà zero....." #30 Tornando alla vasca, in realtà è ancora in fase di studio. Quando la svuotai dell'allestimento "Rio Negro" e la misi fuori al portico, la utilizzai per piantarci talee di Ludwigia glandulosa red, Lobelia cardinalis e Cryptocoryne varie (dopo che ho sistemato la crepa, pian piano l'ho riempita di nuovo). Il fondo è composto da un mix “totale”: sotto c’è terriccio da giardino, pastiglie fertilizzanti a lenta cessione (uso bonsai), torba, sabbia a granulometria medio-fine e sopra uno strato di un paio di centimetri di sabbia fine (la stessa del Tanganica), in maniera che non ci sia troppo contatto con la colonna d’acqua ma neanche fenomeni di anossia. Ludwigia e Lobelia sono talmente cresciute (in emersione) che ricadono lungo i vetri quasi fino a toccare terra. La Ldwigia ha fiorito tutta l'estate, mentre la Lobelia lo sta facendo ora. Nell’angolo posteriore destro ho messo tre rocce (tipo quelle tonde del Tanganica) che contengono una terrazza dove sono collocate delle Cryptocoryne (lucens). Sotto a loro, oltre a sabbia fine (sopra) e terriccio da giardino e torba (sotto), c’è un primo strato (a contatto con il vetro di fondo) di akadama e cannolicchi, per non rendere troppo compatto e asfittico il tutto. L’angolo dov’era il filtraggio l’ho riempito di terriccio (sotto) e akadama e pomice (sopra) e ci ho messo dell’Ophiopogon japonicus ed un ramo di Pothos. Il Pothos sta a mollo anche nell’altro angolo della vasca. Credo che metterò anche qualche pianta galleggiante, vedremo quale..... Completa l’allestimento un ramo di rovere, fatto prima seccare e messo con tutta la corteccia. Per ora c’è un mini filtrino da 2w (tipo questo --> http://www.aziendanaturaviva.com/fil...no-pi-548.html) caricato provvisoriamente con 30 grammi di carbone attivo, visto che la vasca è stata fuori per mesi e dentro c'era di tutto e di più. Tra qualche giorno toglierò il carbone ed il vano del filtrino rimarrà vuoto. L’illuminazione è affidata ad una lampada da terra, con una lampadina da 23W (4000°K), che serve principalmente ad illuminare le piante emerse (infatti è a circa mezzo metro dalla superficie dell’acqua). Stasera vi posto i valori dell'acqua (quella di partenza del mio pozzo, potabile, di casa). Poi magari faccio qualche foto e vi mostro il tutto....... |
Entropy, dopo tutti questi mesi di esterno, di che microfauna si è popolato il 45 lt?
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Comunque di tutto: copepodi, ostracodi, gasteropodi (Physa e co.), nematodi, planarie e larve varie (comprese quelle di zanzara, che rimuovevo e davo in pasto ai pesci). Una cosa infatti che dovrò attentamente valutare e monitorare sarà il cambiamento dei parametri della vasca in relazione alla flora e alla microfauna presente (e al suo carico organico). E' anche per questo che lo spostamento l'ho effettuato in questo periodo dell'anno: i parametri ambientali esterni e quelli interni di casa ora si assomigliano e il rischio di traumi da adattamento sono minimi. La quantità e la qualità della luce fornita e lo sfruttamento dei nutrienti in vasca da parte delle piante saranno la chiave di volta per l'equilibrio del tutto. |
Allora, ecco i parametri dell' acqua di partenza (quella del pozzo di casa mia).
Da analisi di laboratorio: Gh = 17 pH = 7.9 Cond. elettrica a 20°C = 670 µS/cm Residuo fisso a 180°C = 469 mg/l Calcio = 111 mg/l Magnesio = 9.31 mg/l Ammoniaca = 0 Nitriti = 0 Nitrati = 9.7 mg/l Fosforo = 0 Potassio = 1.91 mg/l Sodio = 18.8 mg/l Ferro = 152 µg/l Solfati = 13,5 mg/l Fluoruri = 0.029 mg/l Cloruri = 28.2 mg/l Carica batterica e microbica = 0 |
Ed ecco un paio di foto......
http://www.acquariofilia.biz/picture...pictureid=4145 http://www.acquariofilia.biz/picture...&pictureid=592 |
Ecco il genere di vasca che piace a me!
Complimenti, è bellissima :-) |
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Anche io sono curioso di sapere che piante sono quelle, riconosco solo il potos.. Bellissima vaschetta Entropy, complimenti! :-) |
Mi associo ai complimenti ad Entropy. Molto bella la vasca.
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Se poi le osservazioni si estendono a tutto il resto, ovviamente, ci si spalanca un intero universo... |
Grazie ragazzi, lusingato dei complimenti ;-)
Come ho detto però, è tutto ancora in fase di studio. Dovrò monitorare per bene il rapporto tra le sostanze nutrienti presenti nel fondo (ed eventualmente in colonna) con l'assorbimento delle stesse da parte delle piante e la tipologia della fauna che si andrà a creare. Quote:
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Ce l'ho in laboratorio e lo uso per sezioni di anatomia vegetale, ma avere il tempo di utilizzarlo per scopi "acquariofili" è davvero un'impresa...... -28d# |
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Quindi la pianta che scende giù sulla sinistra è Ludwigia? Ed a destra Lobelia? Spero di aver azzeccato :-) Entrambe appoggiate o radicate nel terreno? Scusa la raffica di domande.. :-) |
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A parte gli scherzi, nemmeno io quando ero studente lo usavo molto a casa. In laboratorio ci stavo incollato anche a lungo e quindi non avevo poi ne la voglia ne il tempo di fare altrettanto a casa... Non penso che tu abbia bisogno di consigli, però quando magari vorrai fare il "grande passo" se posso esserti d'aiuto nella scelta, ne sarò ben lieto. |
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Entrambe le specie sono saldamente radicate nel fondo, estendendo il loro apparato radicale ovunque. Sono proprio loro (insieme alle Crypto e all'Ophiopogon) che assorbiranno gran parte delle sostanze nutritive presenti nel substrato. Pothos (quello di sinistra) e piante galleggianti penseranno invece ai nutrienti in colonna. I vantaggi delle piante emerse sono essenzialmente 2: la CO2 non risulta più il fattore maggiormente limitante (al contrario della crescita sommersa) e la potatura è molto più agevole, e con un disturbo in vasca praticamente nullo (compresa la mancanza di cambiamenti nei volumi, negli spazi e negli equilibri interni dell'acquario). Quote:
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Ok guys,
rientriamo in tema e partiamo dal fondo? :-D |
Non si può tornare in tema, sto topic lo dobbiamo gonfiare di divagazioni perchè poi quando Paolone lo vorrà mettere in Approfondimenti dovrà sudare sette camicie! Ahahahah
Comunque sia a parte tutto, partendo dal fondo. Una domanda che mi sono posto è la relazione che può avere il fondo con la microfauna. Mi spiego, un fondo più o meno acido può favorire la proliferazione di taluni animali rispetto ad altri. E la granulometria può intervenire? E il fondo fertile se utilizzato? Perchè ad esempio la formazione di planarie io l'ho notata esclusivamente in acquari dove non ho inserito il fondo fertile, addirittura nel salmastro (prima che diventasse salmastro) dove avevo la sabbia corallina. |
Si, tutti i fattori che hai citato possono essere importanti nel determinare lo sviluppo di determinati organismi piuttosto che altri.
Ad esempio nel capitolo "Biodegradazione della sostanza organica" sul primo volume costituente l'opera "L'acquario segreto" (argomento poi ulteriormente ripreso nel secondo volume) ci si può fare un'idea di come i processi di degradazione siano complessi, concatenati gli uni con gli altri ed influenzati da vari fattori (tra cui la natura del fondo) e, naturalmente, per nulla scontati nel loro cammino... Quanto alle planarie, non si può generalizzare, ci sono moltissime specie adattatesi a vivere entro certi ambiti di tolleranza piuttosto che altri... in ogni caso le planarie (generalmente di piccolissime dimensioni) sono una componente importante in ogni acquario. Poi, certo, noi vediamo (ammesso che stiamo attenti) quelle più grosse e che in genere "passeggiano" sui vetri magari per cibarsi di diatomee... |
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Come si diceva precedentemente, la scelta del fondo (tessitura, composizione chimica e spessore) influenza inevitabilmente la scelta della flora, e la creazione ed il proliferare della micro e mesofauna. E la presenza-assenza e la tipologia di flora e fauna, sono allo stesso tempo causa e conseguenza degli stessi parametri microclimatici del suolo. Già in questa discussione abbiamo 2 esempi di 2 tipologie di suoli diversi tra loro: quello della mia vasca, eterogeneo come tessitura e composizione chimica, molto fertile ed in grado di nutrire e far sviluppare fin da subito piante radicate al fondo. E quello di Luca, composto da un’unica tessitura, con una composizione chimica di partenza monospecifica e poco fertile dal punto di vista dei nutrienti. Ovviamente le gestioni saranno differenti, come differenti saranno le evoluzioni della “vita” all’interno dei substrati. Il mio substrato è più rischioso in termini di parametri da controllare, ma le piante con le radici nel fondo avranno proprio il compito di stabilizzarne i valori e sfruttarne al massimo le potenzialità. Proprio il fatto che siano radicate in acquario ma con la maggior parte della biomassa emersa, risulta senz’altro un vantaggio per l’approvvigionamento non limitante della CO2 nell’atmosfera, fatto che permette il massimo sfruttamento dei nutrienti in vasca. Un substrato di solo lapillo vulcanico da 1-2 mm, per 12 cm di spessore (forse eccessivi), avrà una funzione inizialmente preponderante da “filtro biologico”. Poi inevitabilmente modificherà la sua struttura, ma molto dipenderà dalla quantità e qualità della flora presente. Ad esempio, se non verranno utilizzate piante con apparati radicali nel suolo (ma solo piante galleggianti, che schermando la luce impediranno anche la crescita delle alghe), con cibo nullo o molto esiguo e vertebrati assenti, ciò significherà che l’accumulo di nutrienti in vasca sarà minimo. Conseguentemente si assisterà ad un feedback negativo sulla crescita delle piante galleggianti ed anche la creazione di una microfauna bentonica sarà limitata. Il fondo così potrebbe risultare “troppo” inerte (o maturare in tempi non “acquariofili”). Cioè assisteremo alla creazione di una rete trofica assai esigua. Certo, indubbiamente il sistema potrebbe risultare stabile; ma il rischio forse è che diventi quasi fermo. In questo caso l’equilibrio tra stabilità e biodiversità si dovrebbe giocare sul dosaggio del cibo e la scelta a monte di una fauna appropriata. In definitiva il sistema può funzionare, ma la mia paura è che alla fine ci sia poco da “osservare”…… |
Entropy, Linneo, grazie mille. La mia domanda era il preludio a quello che ha anticipato in parte Andrea, poichè sarebbe interessante strutturare il fondo anche in funzione dei microrganismi che si vorrebbe andare ad osservare e non il contrario.
Io quasi quasi un paio di vaschette piccoline le farei, tipo 4-5 lt, giusto per vedere il proliferare di fauna bentonica...vedremo... |
Anche se un po' più grande di 4-5 litri, la vaschetta dell'articolo:
http://www.acquariofiliaemicroscopia...ticolarem.html ci aveva dato grandi soddisfazioni. Era diventata, sempre per quanto concernente il visibile ad occhio nudo, il regno di idre, ostracodi, acari e tanto altro ancora. Ma anche in vaschette molto più piccole dei 20 litri di quella dell'articolo si possono creare comunità interessanti. La mia casa è tutto un "fiorire" di queste vaschette e le sorprese che regalano non mancano mai di stupire. Se già non conosci questa sezione dagli un'occhiata: http://www.acquariofiliaemicroscopia...hemacro3m.html |
Una di queste vaschette, ad esempio, ci ha regalato la fioritura della Bacopa per tutta l'estate:
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Torno a dire che a mio avviso qualche vertebrato ci possa stare... per esempio un 5-7 microrasbore (sul carinotetraodon mi sto ricredendo, perchè in 3 settimane ha annientato le lumache nel mio 40 litri)... alle Onde ne hanno tenute 10 in un bicchierone da 5 litri con fondo in lapillo e una anubias per 2 anni... alla fine Gianni ha regalat dalla disperazione le 7 superstiti perchè non volevano morire!!! |
Paolo Piccinelli, ma con quali accorgimenti? Nessuno come mi ricordo?
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Entropy, "temo" che tu abbia ragione: l'idea che avevo inizialmente, alla luce dei tuoi ragionamenti (che approvo) la vasca sarebbe si stabile, ma "noiosa".
A questo punto devo rivedere il bilanciamento, introducendo qualche animale che fornisca metaboliti sfruttabili da detrivori e piccoli organismi demolitori. Se riesco a creare l'habitat favorevole, ci sarebbero i presupposti per la crescita degli animaletti "veri protagonisti" della vaschetta. Mi chiedo se 3-4 otocinclus possano essere adatti, e (riducendo la superficie disponibile alla lemna) l'aggiunta di un paio di rametti di photos si riesca a deviare positivamente... Forse anche il fondo dovrebbe essere rivisto, scendendo di granulometria e preferendo uno strato decisamente meno spesso, ma di vero limo... Posso procurarmene in natura qua intorno (anche se l'arrivo dell'autunno forse mi mette in difficoltà per l'inizio della fase letargica del fango vivo) Questa faccenda si sta complicando oltre il previsto (col cavolo: lo sapevo che mi stavo ficcando in un ginepraio vestito con canotta e infradito... :-D :-D :-D ) Se solo potessi montare una piccola batteria di vaschette per un esperimento fatto come si deve... #18 |
http://www.youtube.com/watch?v=ilnitMs1LRk
luca2772, qui vedi un video di pesca degli otocinclus... acqua astagnante bella verde. Se stanno bene lì, credo proprio staranno bene anche nel cubetto senza filtro! ;-) |
Interessante discussione... ma mi sembra strano che nessuno fin'ora l'abbia collegata al metodo Walstad.
La mia prima esperienza con vasche del genere e stata questa: Vaschetta da 20 litri circa, fondo di 1,5 circa di terriccio misto ad argilla ricoperto da ghiaietto grossolano. Popolazione: lumache varie e 3 guppy. Piante... a iosa... ogni possibile varietà veniva sperimentata (ottimo il Ceratophyllum come filtro... e la classica Lemna... ma anche le altre galleggianti) Niente filtro e PL da 11w che progessivamente si alzava di diverse decine di cm per illuminare le piante che "uscivano" dalla vasca. Manutenzione: (giuro...) 2 cambi d'acqua parziali in un anno e mezzo - 3o4 volte la pulizzia dei vetri Crescita delle piante molto sostenuta, anche da pratini come Eleocharis Pesci dai bellissimi colori (grande riproduzioni) e MAI una perdità. Per un periodo ci ho tenuto anche dei killi che si dimostravano vispissimi tanto da saltarmi letteralmente tra le mani quando davo da mangiare. Valori NO3 fissi su 10mg/lt... fosfati mai misurati ma costante presenza di piccoli batuffoli di alge verdi filamentose sul fondo Niente riscaldatore quindi temp da taverna 17#18 di min in inverno fino a 24#26 in estate L'acqua è sempre rimasta limpida anche se ambrata. PS. non volete filtri nei vostri acquari.?. coltivare una metà della superficie con Eichhornia crassipes (giacinto d'acqua), se avete buona illuminazione ed un minimo di ricircolo d'acqua non avete bisogno d'altro...(per la parte biologica..) |
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Il fatto di produrre delle vasche (di vari litraggi) con zero tecnologia ed in cui convivono stabilmente flora e fauna, in realtà è più facile di quanto si creda. Tutto sta nel capire quali sono gli abbinamenti giusti da fare ed i limiti da non superare. Molte vasche infatti, hanno enormi problemi di gestione perchè il più delle volte si esagera (o si lesina) con uno o più fattori, come troppi pesci, troppi fertilizzanti, troppa luce o poche (o sbagliate) piante. Se si riesce a comprendere le inclinazioni e l'evoluzione della vasca che si andrà ad allestire, difficilmente si avranno problemi. Ma la tentazione di mettere tanti pesci grandi e colorati o di avere piante bellissime ma delicatissime e a cui servono potenti luci e massicce fertilizzazioni, è forte. Tempo fa raccontai la mia esperienza con la vasca da 126 litri, confessando che, volutamente, non avevo mai cambiato l'acqua per più di un anno, non riscontrando alcun inconveniente; ma ovviamente non fertilizzavo, non c'era CO2 immessa, c'erano moltissime piante robuste e pochissimi pesci. Sul davanzale della cucina, davanti ad una finestra da cui filtra sole diretto per un paio di ore al giorno, ho un barattolo di circa 1 litro e 1/2, con un fondo di sabbia e terriccio, della Pogostemon helferi, qualche Physa e tanta microfauna. Sta lì da un paio d'anni, senza alcun intervento da parte mia (a parte rabboccare l'acqua evaporata). L'acqua è limpida, il vetro pulitissimo e le piante crescono. Tutto sta nel sapere cosa si vuole. Ed accettare le conseguenze che una scelta comporta. |
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Quoto 100 le vostre risposte.
Credo che comprendere e saper riprodurre questo tipo di interelazioni sia la vera e secondo me più afascianante acquofilia (nulla togliendo a tutte le varie forme di espressione... :-)) ) |
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La filosofia di base della gestione "low tech" consiste nel piegarci noi alle leggi naturali e non nel cercare di avere vasche esteticamente (ma non solo) pregevoli, ma piegate ad un "sistema mantenimento vita" che esiste ad esempio nei plantacquari spinti (CO2, fertilizzazioni strette, illuminazioni spinte, potature, monitoraggio dei parametri-base...) o nelle vasche reef (skimmer, reattore di calcio, resine anti-fosfati, illuminazioni-Nasa, somministrazione controllata di oligoelementi...) Un esempio nel marino è - ad esempio - nelle vasche med, dove si ricrea una pozza di marea delle nostre scogliere prelevando frammenti del litorale e dei suoi abitanti: ti devi bagnare, prendi freddo, ti sporchi... Ma è differente dall'andare dal solito fornitore e comprare la talea X e poi smadonnare per l'aiptasia invadente o per il fetente granchietto peloso che banchetta felice col tuo molle preferito... E' anche questa Natura: se mettiamo in mezzo metro cubo (se siamo "ricchi") un frammento allo stato brado di oceano, questo seguirà le Leggi che governano la vita acquatica da molto prima della venuta dell'homo sapiens su questo pianeta. Non ci possiamo fare nulla. Nel dolce le condizioni sono differenti per la diversa biologia del sistema in esame, ma le basi sono le stesse: gli organismi viventi (sia gli evoluti vegetali ed animali che i microscopici ed "inferiori" batteri, funghi, muffe, alghe unicellulari, protozoi, etc etc etc ....) seguono precise leggi, che sono complesse ma in massima parte note. Ora - e concludo - se cerchiamo (ed è il mio proposito) di ricreare un ambiente Naturale fra 5 vetri lato 40 cm, dobbiamo obtorto collo seguire le leggi della natura per riuscire ad avere l'equilibrio nell'intorno del nostro interesse. Sono termini matematici forse non assimilati da tutti, ma in parole molto semplici: se vogliamo avere un frammento di natura che abbia una stabilità adeguata alle nostre aspettative, dobbiamo - per forza - seguire una serie (complessa) di dettami. Se allestiamo una vasca alla canis venatici (così non mi bannate...) in un periodo adeguato avremo comunque un equilibrio, ma magari non sarà l'equilibrio-target, trovandoci con una vasca stabilissima ma ricca di cianobatteri, alghe a pennello ed "esseri immondi" varii. In altri termini, se abbiamo un orto e ci mettiamo un maiale, poi avremo un maiale grasso ma un cratere al posto dell'orto; se vogliamo semplicemnte liberarci dei parassiti metteremo coccinelle e libellule (il maiale resta nel recinto, tanto novembre è vicino :-D ) |
Beh, il dott. Lorenz queste cose le ha scritte molto tempo fa...
Mi fate venire in mente la firma di Polimarzio... "alla natura si comanda solo ubbidendole" ;-) ...io comunque sto prendendo la consorte per logoramento... domani vado alle Onde e cercherò di scroccargli 5 vetri... da 40x40 #18 PS la vaschetta, se la faccio, la tengo in terrazzo anche quest'inverno e la riempio esclusivamente con acqua, materiali, piante ed organismi presi dal fontanile dietro casa. DO IT RADICAL |
Io domani allestisco un 3, un 5 e un 20 litri...vediamo cosa ne viene fuori...
maledetti voi e la vostra voglia di sperimentare così contagiosa... Paolo, infatti mi ricordo una nostra discussione sulle vasche di Lorenz, che andava in giro con un ferro e una calza di maglia a pescare microfauna, dafnie e quant'altro. |
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Il libro che mi fece decidere, a 11 anni, di voler diventare un naturalista..... Ne estrapolo un passaggio, perchè ritengo sia molto significativo ed inerente al tema: Ci vuole un certo tatto e molto autocontrollo per permettere a ogni acquario di “trovare la propria fisionomia”, perché anche gli interventi meglio intenzionati possono avere effetti deleteri. Naturalmente si può anche impiantare un acquario “elegante”, con fondo artificiale e piantine ben distribuite ad arte; un filtro eviterà la formazione di fango e l’areazione artificiale consentirà di tenervi molti più pesci di quanto non sarebbe possibile in condizioni più naturali. In questo caso le piante avranno una funzione puramente ornamentale, non essendo necessarie agli animali, cui l’areazione artificiale fornirà abbastanza ossigeno per le loro esigenze vitali. È questione di gusti, ma per me un acquario è una comunità autonoma che si mantiene in vita grazie ad un proprio equilibrio biologico. Altrimenti si tratta di una specie di stalla, cioè un ambiente tenuto artificialmente pulito, igienicamente ineccepibile, che non è un fine in se stesso, ma solo un mezzo per contenervi determinati animali. Con una grande esperienza e con un delicato intuito biologico è però possibile, entro certo limiti, predeterminare il carattere generale del microcosmo che si svilupperà poi in un acquario, scegliendone oculatamente il fondo, la posizione del recipiente, la temperatura e la luminosità, e infine gli animali che lo popoleranno. In questo consiste l’arte dell’acquariofilo………… |
Quel libro anche per me è stato "galeotto" sebbene di più lo furono testi come ad esempio "Le meraviglie del microscopio" di Marcel Roland edito nel 1950 o questo:
http://www.acquariofiliaemicroscopia...ografia1m.html Quello che scriveva Lorenz lo scriveva anche Gerald Durrel (che credo tu Andrea conoscerai)... Tornando al discorso originale credo che il fattore commerciale abbia in questi anni fatto un po' passare in secondo piano ciò che può realmente essere un acquario e come sia possibile gestirlo "alternativamente" senza doverci spendere inutili fortune. Io credo che nel tempo si sia anche un po' perso quel "Sense of wonder" con cui si guardava alla natura ed ai suoi meccanismi e che ci suscitava rispetto. Oggi purtroppo si tendono a seguire scorciatoie che fanno parte di una logica consumistica che in sostanza impediscono una piena comprensione di ciò che è veramente un acquario. |
Mi sono letto tutto il topic (spero di non aver perso nulla) l'idea è molto interessante e secondo me il 50% della riuscita di questo "esperimento" sta nel partire col piede giusto cioè con un fondo giusto.
Vorrei chiedere a Luca come mai inizialmente (e forse tutt'ora) ha deciso di voler fare un fondo unico con solo lapillo e non altro materiale tipo ghiaia di fiume o appunto parlando di metodo Walstad del terriccio, ecc ecc... Seconda domanda riferita a tutti voi che siete davvero esperti ed è un piacere leggere i vostri interventi, ricreare delle zone anaerobiche nel fondo creerebbe una zona di insediamento dei batteri denitrificanti (anche se non ci sarà molto nitrito da smaltire e le piante faranno gia la loro buona parte) perchè quindi non creare un fondo molto alto (circa 10cm) di argilla (tanto per dire un materiale) e ricoprire con uno strato di sabbia mediofine per differenziare la zona sottostante meno ricca di ossigeno da quella superiore che è quella a vista, il problema anossia potrebbe essere risolto con delle tubercolata o altri abitanti (ora non so dire quali). Un po' come nel marino il metodo jaubert. (se dico emerite cavolate troncatemi subito così mi limito a leggere e basta) |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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