AcquaPortal Forum Acquario Dolce e Acquario Marino

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MonstruM 17-02-2009 13:18

Mr. Hyde, vabbè fa nulla... #07 #07 #07 :-D :-D :-D

Il discorso sul vivo in effetti è reale. E' difficile far abituare un pesce a non cacciare (e non nego la bellezza nel veder cacciare i propri ospiti)...ma rimango dubbioso sulla effettiva perdita dei comportamenti sociali. Credo che essi siano solo più latenti.

MonstruM 17-02-2009 13:18

Mr. Hyde, vabbè fa nulla... #07 #07 #07 :-D :-D :-D

Il discorso sul vivo in effetti è reale. E' difficile far abituare un pesce a non cacciare (e non nego la bellezza nel veder cacciare i propri ospiti)...ma rimango dubbioso sulla effettiva perdita dei comportamenti sociali. Credo che essi siano solo più latenti.

Marco Vaccari 17-02-2009 15:02

...ciao amici....... dico la mia.......
Secondo me il discorso importazione pesci tropicali o allevamento pesci tropicali è davvero una questione spinosa e molto controversa....
Mi ricordo quand'ero bambino negli anni 70 che mio padre (era un acquariofilo di quei tempi) leggeva i primi numeri di "Acquarium"... anch'io li leggevo.. mi interessavano e quei numeri li ho tuttora... sono davvero molto appassionanti... erano i tempi in cui gli acquariofili andavano nelle pozze a catturare dafnie per i propri pesci e pochissime persone in italia potevano vantarsi di avere una coppia di discus (mio padre non li aveva, costavano allora mezzo milione! ;-) )
Allora c'erano le prime importazioni, le prime "farm" di allevatori.. tutto era agli albori... poi qualcosa o qualcuno ha voluto che l'Acquriofilia diventasse un fenomeno di massa... l'acquario è diventato economico e i pesci meno proibitivi... e così c'è stato tutto un fermento di importatori e grossisti (tra cui quelli dell'Est..) Che dire?.... E' un immenso business!.. si importa dal SudAmerica, dall'Africa, dalla Tailandia.. i nativi pescano in massa (e per una paga miserrima) centinaia di siluri L, ciclidi, mastacembali.. ciclidi... tetra.. e qualsiasi stranezza... poi il tutto passa da importatore ad importatore, da dogane, uffici sanitari fino ad arrivare all'ultimo passaggiodi mano...il commerciante (che giustamente deve viverci...).... il tutto con una mattanza di perdite "pesciofile"..... Anche se, c'è da dire, l'ultimo anello di questa catena alimentare è "l'acquariofilo consumatore/consumista che spesso (se non quasi sempre) non possiede le abilità tecniche e di esperienza per riprodurre quella determinata specie acquistata (o spesso finisce nel "fritto misto")... Qui secondo me, non si tratta di osservare se un ciclide ha più o meno lo stesso comportamento se "wild" o F1 o F2.... qui si tratta di REGOLAMENTARE questo TRAFFICO!!!!...
A partire dalle popolazione d'origine.... perchè incentivare ragazzi nigeriani a pescare con il veleno pelvicachromis per due soldi, quando si può insegnare loro a costruire IN LOCO.. laghetti dove allevare e riprodurre i nostri pesci?.... pagandoli il giusto e permettendo loro di vivere degnamente con le loro famiglie?.. Questo attualmente non viene fatto.... l'Importatore richiede la qualità e la QUANTITA'... perchè la richiesta in Europa, (in USA e adesso in russia e nell'est) è elevatissima e pressante... Non dico che dobbiamo fermare le importazioni, ma dare nuove regole.. e questo lo possiamo fare solo noi.. l'ultimo anello della "catena alimentare"... Acquistare pesci IMPORT SOLO se si è nelle possibilità di POTERLI RIPRODURRE... altrimenti "ripiegare" e che non è un ripiego sulle migliaia di specie riprodotte in cattività...... fermeremo la mattanza dei cardinali, soltanto acquistando pesci riprodotti in cattività... pensate che anche i cecoslovacchi acquistano wild PERCHE? GLI CONVIENE!!!!... costa meno acquistare i margaritatus, che riprodurre dei nannostomus....... ma finchè ci siamo noi che li compriamo, ,va tutto bene......
Anch'io ho acquistato wild, purtroppo e ultimamente ho ceduto all'acquisto di un piccolo gruppo di monotreta travancorius, spero ovviamente di riprodurli, era da tanto che li cercavo.. ma mi pento di averli comprati e credo che in futuro non comprerò più "wild"...
Nonostante tutto, come sapete mi sto impegnando a riprodurre e divulgare uova di killi, soprattutto di specie estinte in natura o fortemente minacciate (anche se la maggior parte dei killifish è in difficoltà in natura)perchè vorrei unire il mio hobby acquariofilo con un minimo di impegno ambientale e questo è il mio microscopico contributo a salvare quella splendida cosa che è la BIODIVERSITA' della nostra Terra....
Non sto dicendo di smettere con gli acquari o con le importazioni... dico solo di farlo in modo CONSAPEVOLE.... ognuno in proporzione alle proprie caratteristiche di tempo, soldi, spazio, abilità...... spero in un futuro dove tutta questa "catena alimentare" dei pesci ornamentali sarà regolamentata VERAMENTE... dove tutti possano dirsi contenti sia noi Acquariofili, sia i negozianti, gli importatori, ma soprattutto GLI ABITANTI DEI PAESI DA DOVE PROVENGONO LE NOSTRE AMATE SPECIE...

..scusatemi il lungo messaggio, ma volevo dire la mia....
Buona giornata a tutti!
Marco

Marco Vaccari 17-02-2009 15:02

...ciao amici....... dico la mia.......
Secondo me il discorso importazione pesci tropicali o allevamento pesci tropicali è davvero una questione spinosa e molto controversa....
Mi ricordo quand'ero bambino negli anni 70 che mio padre (era un acquariofilo di quei tempi) leggeva i primi numeri di "Acquarium"... anch'io li leggevo.. mi interessavano e quei numeri li ho tuttora... sono davvero molto appassionanti... erano i tempi in cui gli acquariofili andavano nelle pozze a catturare dafnie per i propri pesci e pochissime persone in italia potevano vantarsi di avere una coppia di discus (mio padre non li aveva, costavano allora mezzo milione! ;-) )
Allora c'erano le prime importazioni, le prime "farm" di allevatori.. tutto era agli albori... poi qualcosa o qualcuno ha voluto che l'Acquriofilia diventasse un fenomeno di massa... l'acquario è diventato economico e i pesci meno proibitivi... e così c'è stato tutto un fermento di importatori e grossisti (tra cui quelli dell'Est..) Che dire?.... E' un immenso business!.. si importa dal SudAmerica, dall'Africa, dalla Tailandia.. i nativi pescano in massa (e per una paga miserrima) centinaia di siluri L, ciclidi, mastacembali.. ciclidi... tetra.. e qualsiasi stranezza... poi il tutto passa da importatore ad importatore, da dogane, uffici sanitari fino ad arrivare all'ultimo passaggiodi mano...il commerciante (che giustamente deve viverci...).... il tutto con una mattanza di perdite "pesciofile"..... Anche se, c'è da dire, l'ultimo anello di questa catena alimentare è "l'acquariofilo consumatore/consumista che spesso (se non quasi sempre) non possiede le abilità tecniche e di esperienza per riprodurre quella determinata specie acquistata (o spesso finisce nel "fritto misto")... Qui secondo me, non si tratta di osservare se un ciclide ha più o meno lo stesso comportamento se "wild" o F1 o F2.... qui si tratta di REGOLAMENTARE questo TRAFFICO!!!!...
A partire dalle popolazione d'origine.... perchè incentivare ragazzi nigeriani a pescare con il veleno pelvicachromis per due soldi, quando si può insegnare loro a costruire IN LOCO.. laghetti dove allevare e riprodurre i nostri pesci?.... pagandoli il giusto e permettendo loro di vivere degnamente con le loro famiglie?.. Questo attualmente non viene fatto.... l'Importatore richiede la qualità e la QUANTITA'... perchè la richiesta in Europa, (in USA e adesso in russia e nell'est) è elevatissima e pressante... Non dico che dobbiamo fermare le importazioni, ma dare nuove regole.. e questo lo possiamo fare solo noi.. l'ultimo anello della "catena alimentare"... Acquistare pesci IMPORT SOLO se si è nelle possibilità di POTERLI RIPRODURRE... altrimenti "ripiegare" e che non è un ripiego sulle migliaia di specie riprodotte in cattività...... fermeremo la mattanza dei cardinali, soltanto acquistando pesci riprodotti in cattività... pensate che anche i cecoslovacchi acquistano wild PERCHE? GLI CONVIENE!!!!... costa meno acquistare i margaritatus, che riprodurre dei nannostomus....... ma finchè ci siamo noi che li compriamo, ,va tutto bene......
Anch'io ho acquistato wild, purtroppo e ultimamente ho ceduto all'acquisto di un piccolo gruppo di monotreta travancorius, spero ovviamente di riprodurli, era da tanto che li cercavo.. ma mi pento di averli comprati e credo che in futuro non comprerò più "wild"...
Nonostante tutto, come sapete mi sto impegnando a riprodurre e divulgare uova di killi, soprattutto di specie estinte in natura o fortemente minacciate (anche se la maggior parte dei killifish è in difficoltà in natura)perchè vorrei unire il mio hobby acquariofilo con un minimo di impegno ambientale e questo è il mio microscopico contributo a salvare quella splendida cosa che è la BIODIVERSITA' della nostra Terra....
Non sto dicendo di smettere con gli acquari o con le importazioni... dico solo di farlo in modo CONSAPEVOLE.... ognuno in proporzione alle proprie caratteristiche di tempo, soldi, spazio, abilità...... spero in un futuro dove tutta questa "catena alimentare" dei pesci ornamentali sarà regolamentata VERAMENTE... dove tutti possano dirsi contenti sia noi Acquariofili, sia i negozianti, gli importatori, ma soprattutto GLI ABITANTI DEI PAESI DA DOVE PROVENGONO LE NOSTRE AMATE SPECIE...

..scusatemi il lungo messaggio, ma volevo dire la mia....
Buona giornata a tutti!
Marco

MonstruM 17-02-2009 15:19

MarcoAIK72, ho fatto bene a mandarti l'mp...che dire...il tuo modo di intendere questo argomento e in generale l'acquariofilia sono quello a cui aspiro.
Nello specifico credo che alcuni passi avanti si siano fatti rispetto a qualche tempo fa nell'ambito dell'allevamento in loco, come accennava prima Federico Sibona.
Linko questo articolo che sono riuscito a ritrovare, è molto interessante e da un'idea di cosa si sta discutendo:
http://rmbr.nus.edu.sg/biodiversitii...ore.html#clown



Per inciso, vorrei aggiungere che io non sono contrario all'importazione di pesci e invertebrati a priori. Sostengo però una maggiore consapevolezza di cosa abbiamo in vasca, per questo ho aperto il topic (è frutto di una mia riflessione e anche del perchè sto rimandando sempre l'acquisto dei barchygobius), poichè anche molti commercianti non sanno bene la provenienza del pesce e la sua storia (cosa che auspicherei fosse regolamentata, non dico con data di cattura ma almeno luogo e valori di appartenenza). Per questo rimango ancora perplesso quando compro un pesce e il topic è aperto per fugare dubbi e perplessità di gente come me che si è affacciata recentemente nel mondo dell'acquariofilia e non riesce a comprendere se un pesce è allevato o catturato.

MonstruM 17-02-2009 15:19

MarcoAIK72, ho fatto bene a mandarti l'mp...che dire...il tuo modo di intendere questo argomento e in generale l'acquariofilia sono quello a cui aspiro.
Nello specifico credo che alcuni passi avanti si siano fatti rispetto a qualche tempo fa nell'ambito dell'allevamento in loco, come accennava prima Federico Sibona.
Linko questo articolo che sono riuscito a ritrovare, è molto interessante e da un'idea di cosa si sta discutendo:
http://rmbr.nus.edu.sg/biodiversitii...ore.html#clown



Per inciso, vorrei aggiungere che io non sono contrario all'importazione di pesci e invertebrati a priori. Sostengo però una maggiore consapevolezza di cosa abbiamo in vasca, per questo ho aperto il topic (è frutto di una mia riflessione e anche del perchè sto rimandando sempre l'acquisto dei barchygobius), poichè anche molti commercianti non sanno bene la provenienza del pesce e la sua storia (cosa che auspicherei fosse regolamentata, non dico con data di cattura ma almeno luogo e valori di appartenenza). Per questo rimango ancora perplesso quando compro un pesce e il topic è aperto per fugare dubbi e perplessità di gente come me che si è affacciata recentemente nel mondo dell'acquariofilia e non riesce a comprendere se un pesce è allevato o catturato.

Alexander MacNaughton 17-02-2009 15:48

MarcoAIK72, come sopra -73

mi togliesti le parole dal cervello (perché alla bocca?) o dalle dita, scegli

Alexander MacNaughton 17-02-2009 15:48

MarcoAIK72, come sopra -73

mi togliesti le parole dal cervello (perché alla bocca?) o dalle dita, scegli

MonstruM 17-02-2009 16:01

MarcoAIK72, inoltre mi sono informato un po' su Celestichthys margaritatus e ho scoperto un po' di cosette utili per la vecchia discussione.
Da ciò che ho potuto capire la specie è stata scoperta nell'agosto del 2006, si sono subito susseguite voci sul rischio di estinzione della stessa. Nell'Ottobre 2006 sono state riprodotte Bolton Museum Aquarium. In una mia ricerca sul sito http://www.iucnredlist.org non si hanno notizie a riguardo quindi a rigor di logica non dovrebbero essere a rischio. C'è comunque da dire che la scoperta delle stesse è inferiore ai tre anni, quindi c'è la possibilità che ancora non sia stato fatto uno studio approfondito oppure non siano usciti ancora i dati inerenti ad esse. l governo di Myanmar ha vietato le esportazioni nel febbraio 2007, ma è ipotizzabile che esso non sia stato rispettato.

Per maggiori informazioni riporto alcuni siti:
http://en.wikipedia.org/wiki/Celestichthys_margaritatus
http://win.vergari.com/acquariofilia/rasbora_Pham.asp
http://www.practicalfishkeeping.co.u....php?news=1060
http://www.practicalfishkeeping.co.u....php?news=1197

MonstruM 17-02-2009 16:01

MarcoAIK72, inoltre mi sono informato un po' su Celestichthys margaritatus e ho scoperto un po' di cosette utili per la vecchia discussione.
Da ciò che ho potuto capire la specie è stata scoperta nell'agosto del 2006, si sono subito susseguite voci sul rischio di estinzione della stessa. Nell'Ottobre 2006 sono state riprodotte Bolton Museum Aquarium. In una mia ricerca sul sito http://www.iucnredlist.org non si hanno notizie a riguardo quindi a rigor di logica non dovrebbero essere a rischio. C'è comunque da dire che la scoperta delle stesse è inferiore ai tre anni, quindi c'è la possibilità che ancora non sia stato fatto uno studio approfondito oppure non siano usciti ancora i dati inerenti ad esse. l governo di Myanmar ha vietato le esportazioni nel febbraio 2007, ma è ipotizzabile che esso non sia stato rispettato.

Per maggiori informazioni riporto alcuni siti:
http://en.wikipedia.org/wiki/Celestichthys_margaritatus
http://win.vergari.com/acquariofilia/rasbora_Pham.asp
http://www.practicalfishkeeping.co.u....php?news=1060
http://www.practicalfishkeeping.co.u....php?news=1197

Marco Vaccari 18-02-2009 14:50

....come immaginavo!.... quando si tocca "il punto dolente"... scompaiono tutti!.... a nessuno piace recitare il mea culpa... soprattutto quando questo "mea culpa" tocca interessi economici molto grandi.... pazienza..... consoliamoci come al solito alle "solite" battaglie a favore dei cuccioli di foca e delle balene... (sacrosante anche queste, sia chiaro....)

ciao ciao a tutti!

Monstrum!... giustissime le tue riflessioni su acquistare o non acquistare i brachygobius... peccato le faccia tu, di cui sono quasi sicuro nelle tue capacità nel riprodurli e non tanti altri... vabbè... pazienza! ...

Marco Vaccari 18-02-2009 14:50

....come immaginavo!.... quando si tocca "il punto dolente"... scompaiono tutti!.... a nessuno piace recitare il mea culpa... soprattutto quando questo "mea culpa" tocca interessi economici molto grandi.... pazienza..... consoliamoci come al solito alle "solite" battaglie a favore dei cuccioli di foca e delle balene... (sacrosante anche queste, sia chiaro....)

ciao ciao a tutti!

Monstrum!... giustissime le tue riflessioni su acquistare o non acquistare i brachygobius... peccato le faccia tu, di cui sono quasi sicuro nelle tue capacità nel riprodurli e non tanti altri... vabbè... pazienza! ...

MonstruM 18-02-2009 15:15

MarcoAIK72, suvvià non credo che la discussione muoia qua, del resto il mio intento era quello di conoscere quali specie potessero essere di cattura e permettere a tutti di comportarsi di conseguenza.
Il tuo discorso sarebbe giusto da fare a cominciare dalle margaritatus (visto che le ho portate ad esempio) cercando di comprare solo esemplari riprodotti da altri utenti...

MonstruM 18-02-2009 15:15

MarcoAIK72, suvvià non credo che la discussione muoia qua, del resto il mio intento era quello di conoscere quali specie potessero essere di cattura e permettere a tutti di comportarsi di conseguenza.
Il tuo discorso sarebbe giusto da fare a cominciare dalle margaritatus (visto che le ho portate ad esempio) cercando di comprare solo esemplari riprodotti da altri utenti...

Marco Vaccari 18-02-2009 15:41

...solo un po' di provocazione... ;-)... male non si fa....
i margaritatus sono perfetti come esempio iniziale...

ciao a tutti!

Marco

Marco Vaccari 18-02-2009 15:41

...solo un po' di provocazione... ;-)... male non si fa....
i margaritatus sono perfetti come esempio iniziale...

ciao a tutti!

Marco

Entropy 18-02-2009 18:34

Quote:

Originariamente inviata da MonstruM
In una mia ricerca sul sito http://www.iucnredlist.org non si hanno notizie a riguardo quindi a rigor di logica non dovrebbero essere a rischio. C'è comunque da dire che la scoperta delle stesse è inferiore ai tre anni, quindi c'è la possibilità che ancora non sia stato fatto uno studio approfondito oppure non siano usciti ancora i dati inerenti ad esse.

Di preciso, non è stato ancora fatto un'assessment di questa specie, cioè una valutazione sulla categoria di rischio....

Concordo appieno con Marco sulla necessità (a monte di tutto) di trasformare i possesori di acquari in acquariofili, dove con tale termine, si vada ad indicare una persona veramente CONSAPEVOLE di cosa contengano i 5 vetri in suo possesso. Perchè la co(no)scienza di quello che acquistiamo per alimentare il nostro hobby è fondamentale per la sopravvivenza dello stesso e DEVE essere acquisita. Per salvagualdare quella Biodiversità che è il fulcro dell'Evoluzione.
Altrimenti uno si dedica a collezionare francobolli......
Un ruolo importante però (nella divulgazione e nel commercio) dovrebbero anche averlo i negozianti, che non sempre coincidono con appassionati di acquariofilia........
Una cosa che mi fa andare veramente in bestia è quando si acquistano animali (ma spesso anche piante) senza saperne il nome e/o le esigenze di vita........

Entropy 18-02-2009 18:34

Quote:

Originariamente inviata da MonstruM
In una mia ricerca sul sito http://www.iucnredlist.org non si hanno notizie a riguardo quindi a rigor di logica non dovrebbero essere a rischio. C'è comunque da dire che la scoperta delle stesse è inferiore ai tre anni, quindi c'è la possibilità che ancora non sia stato fatto uno studio approfondito oppure non siano usciti ancora i dati inerenti ad esse.

Di preciso, non è stato ancora fatto un'assessment di questa specie, cioè una valutazione sulla categoria di rischio....

Concordo appieno con Marco sulla necessità (a monte di tutto) di trasformare i possesori di acquari in acquariofili, dove con tale termine, si vada ad indicare una persona veramente CONSAPEVOLE di cosa contengano i 5 vetri in suo possesso. Perchè la co(no)scienza di quello che acquistiamo per alimentare il nostro hobby è fondamentale per la sopravvivenza dello stesso e DEVE essere acquisita. Per salvagualdare quella Biodiversità che è il fulcro dell'Evoluzione.
Altrimenti uno si dedica a collezionare francobolli......
Un ruolo importante però (nella divulgazione e nel commercio) dovrebbero anche averlo i negozianti, che non sempre coincidono con appassionati di acquariofilia........
Una cosa che mi fa andare veramente in bestia è quando si acquistano animali (ma spesso anche piante) senza saperne il nome e/o le esigenze di vita........

Victor Von DOOM 18-02-2009 20:06

Quote:

Originariamente inviata da Entropy
Una cosa che mi fa andare veramente in bestia è quando si acquistano animali (ma spesso anche piante) senza saperne il nome e/o le esigenze di vita........

Entropy, su questo punto bisognerebbe davvero lavorarci. Mi sembra inconcepibile che qualcuno prenda un animale senza prima saperne vita, morte e miracoli, eppure ogni giorno si assiste a richieste di identificazione da parte di possessori d'acquario (e non parlo ovviamente di chi sa almeno il genere e vorrebbe una mano sulla specie, ma di chi non ha la minima idea di cosa sia quello che ha ancora in busta!).
Il punto è: come fare informazione? Come creare una coscienza?

Victor Von DOOM 18-02-2009 20:06

Quote:

Originariamente inviata da Entropy
Una cosa che mi fa andare veramente in bestia è quando si acquistano animali (ma spesso anche piante) senza saperne il nome e/o le esigenze di vita........

Entropy, su questo punto bisognerebbe davvero lavorarci. Mi sembra inconcepibile che qualcuno prenda un animale senza prima saperne vita, morte e miracoli, eppure ogni giorno si assiste a richieste di identificazione da parte di possessori d'acquario (e non parlo ovviamente di chi sa almeno il genere e vorrebbe una mano sulla specie, ma di chi non ha la minima idea di cosa sia quello che ha ancora in busta!).
Il punto è: come fare informazione? Come creare una coscienza?

cavallo 18-02-2009 20:57

mi inserisco nel topic per una piccola delucidazione...
vediamo se ho capito bene... f1 f2 ecc ecc sono le generazioni dopo il wild?
ho detto una ca...ta? #12

cavallo 18-02-2009 20:57

mi inserisco nel topic per una piccola delucidazione...
vediamo se ho capito bene... f1 f2 ecc ecc sono le generazioni dopo il wild?
ho detto una ca...ta? #12

fedede 18-02-2009 20:59

si..hai detto bene :-))

fedede 18-02-2009 20:59

si..hai detto bene :-))

MonstruM 18-02-2009 21:48

Quote:

Originariamente inviata da Entropy
Di preciso, non è stato ancora fatto un'assessment di questa specie, cioè una valutazione sulla categoria di rischio....

Entropy , era ciò che credevo.

Adesso farò un esempio che calza pochissimo, perdonatemi, ma è per far capire meglio il mio pensiero.
Per la carne che mangiamo è prevista per legge una targhetta che dice in che giorno è stata macellata, tagliata, da che animale proveniva e dove è vissuto.
Questo dovrebbe essere applicato anche per la vendita di animali vivi, bisognerebbe sapere da dove provengono, se sono di allevamento o di cattura, che valori dell'acqua aveva il luogo di provenienza (nel caso degli organismi acquatici), possibilmente la data di cattura. Questo per aumentare una consapevolezza su ciò che si acquista.
Comunque sia c'è bisogno anche di analisi approfondita sul nostro mondo. Faccio un altro esempio, non me ne vogliate :-) , prima di allestire il salmastro forse qualcuno ricorda che avevo vagliato varie opzioni. Tra queste dedicare un acquario a Pseudomugil furcatus. Ebbene solo in questi giorni in cui sto cercando notizie e mi sto informando maggiormente ho scoperto che esse sono considerate come Least Concern, ovvero la categoria più bassa della red list ma che comunque comprende animali e piante che hanno un basso rischio di estinzione in natura, ma comunque un rischio effettivo. http://www.iucnredlist.org/details/18545
Quindi avrei compiuto una leggerezza, conscio anche delle mie capacità giovanili in campo acquariofilo. Questo per dire che l'acquariofilia consapevole deve iniziare da noi e solo dalla base della piramide per espanderla a tutta essa.
IMHO

MonstruM 18-02-2009 21:48

Quote:

Originariamente inviata da Entropy
Di preciso, non è stato ancora fatto un'assessment di questa specie, cioè una valutazione sulla categoria di rischio....

Entropy , era ciò che credevo.

Adesso farò un esempio che calza pochissimo, perdonatemi, ma è per far capire meglio il mio pensiero.
Per la carne che mangiamo è prevista per legge una targhetta che dice in che giorno è stata macellata, tagliata, da che animale proveniva e dove è vissuto.
Questo dovrebbe essere applicato anche per la vendita di animali vivi, bisognerebbe sapere da dove provengono, se sono di allevamento o di cattura, che valori dell'acqua aveva il luogo di provenienza (nel caso degli organismi acquatici), possibilmente la data di cattura. Questo per aumentare una consapevolezza su ciò che si acquista.
Comunque sia c'è bisogno anche di analisi approfondita sul nostro mondo. Faccio un altro esempio, non me ne vogliate :-) , prima di allestire il salmastro forse qualcuno ricorda che avevo vagliato varie opzioni. Tra queste dedicare un acquario a Pseudomugil furcatus. Ebbene solo in questi giorni in cui sto cercando notizie e mi sto informando maggiormente ho scoperto che esse sono considerate come Least Concern, ovvero la categoria più bassa della red list ma che comunque comprende animali e piante che hanno un basso rischio di estinzione in natura, ma comunque un rischio effettivo. http://www.iucnredlist.org/details/18545
Quindi avrei compiuto una leggerezza, conscio anche delle mie capacità giovanili in campo acquariofilo. Questo per dire che l'acquariofilia consapevole deve iniziare da noi e solo dalla base della piramide per espanderla a tutta essa.
IMHO

Matthew 19-02-2009 09:59

Ciao a tutti!
Scusate se mi intrometto! ;-)

Quote:

Originariamente inviata da MonstruM
bisognerebbe sapere da dove provengono, se sono di allevamento o di cattura, che valori dell'acqua aveva il luogo di provenienza (nel caso degli organismi acquatici), possibilmente la data di cattura. Questo per aumentare una consapevolezza su ciò che si acquista.

Approvo appieno la cosa, ma questo già si verifica nella stragrande maggioranza dei casi.
Quando si prende un pesce wild d'importazione, normalmente viene indicata il luogo di provenienza e la data d'importazione (che normalmente dista poco dalla data di cattura). Poi, per sapere le condizioni ambientali in cui l'esemplare viveva, basta documentarsi un po' con internet o libri (cosa che si dovrebbe fare sempre, ma che purtroppo molti non fanno, soprattuto all'inizio della propria esperienza acquariofila.... anche a me è successo! -28d# )

Sulla questione di "strappare" o no un essere vivente dal proprio ambiente naturale e "rinchiuderlo" tra 5 vetri, si potrebbe discutere per giorni senza mai venirne a capo

Perchè molti preferiscono i wild agli "ibridi"???!!! Questioni sia "di gusto" che finanziarie.

Vi faccio due esempi sulla mia piccola esperienza personale:

Poco tempo fa, mi sono recato al mio neziozio di fiducia per comprare il solito "quintale" di torba che uso normalmente nella decantazione dell'acqua del mio acquario.
Mentre mi stavo gustando la visione di un splendido gamberetto marino (sono completamente ignorante di salato!!!) ascoltavo una discussione tra il negoziante e un cliente affezionato che discutevano proprio di questa questione.
Parlavano di un pescetto marino (di cui non ricordo il nome) che lui aveva in 2 vasche... da una parte quelli di cattura a poco più di 10€, e dall'altra quelli allevati, a 35€. Questi erano perfettamente uguali, ma quelli di cattura erano praticamente finiti, e quelli allevati gli erano rimasti quasi tutti. Questo proprio a causa del prezzo, ma per molte specie è più redditizio catturarle che allevarle... a molti non interessa ne il discorso ambientale, ne il discorso gestionale (infatti quelli allevati sono molto più resistenti a eventuali sbalzi di valore dell'acqua, ecc.) almeno a detta del suddetto negoziante.

Per quanto riguarda il mio caso, è una questione di gusto...
Io posseggo un acquario di circa 450 litri netti completamente dedicato ai discus.
All'inizio era abastanza piantumato e avevo inserito 8 discus ibridi piccolini, ma la mia vera passione erano i wild, solo che nel periodo in cui avevo allestito l'acquario non avevo trovato nulla con un buon rapporto qualità-prezzo e mi ero stufato di vedere l'acquario vuoto... mi consolavo gustandomi i corydoras che avevo inserito.
Dopo un anno e mezzo d'esperienza con questi ibridi, mi son deciso di fare il grande passo:
ho venduto i miei dischetti (con grande dispiacere) che ormai non erano più dischetti e si era anche formata una coppia, ho tolto tutte le piante (ho lasciato solo la vallisneria), tolto l'impianto co2, e con quello che ho preso, e una piccola aggiunta, mi sono preso 6 green discus del lago Téfé.
La mia è stata una scelta puramente "di gusto", condivisibile o no, perchè considero i wild discus, gli unici e veri discus!!!
GLI IBRIDI SONO FANTASTICI, MAè COME PARAGONARE IL MAGGIOLINO ALLA NEW BEETLE

Naturalmente, bisogna tener conto di tutte le loro esigenze, che sono abbastanza diverse dai loro fratelli ibridi, ma basta documentarsi per non avere tanti problemi, o almeno limitarli.

L'unica vera difficoltà è stata l'ambientamento e la nutrizione...

Sono stati circa una settimana senza mangiare, non ne volevano sapere, e successivamente mangiavano solo vivo, che fortunatamente non mi mancava: dafnie con in mezzo qualche larva di zanzara (quando raccolgo con il retino dal mio secchio in cui ho le dafnie, c'è sempre qualche intruso), avanotti di guppy e red cherry (che prelevavo dall'altra vasca... non infamatemi), e ogni tanto mettevo qualche granello di granulato per vedere come reagivano.

Ora, dopo circa 4 mesi, mangiano di tutto, ma sono sempre molto schivi, appena vi è un movimento veloce davanti alla vasca scappano in un angolino e si colorano tutti con quelle loro fantastiche barre nere, ma sono convinto che si abitueranno anche a questo.

Matthew 19-02-2009 09:59

Ciao a tutti!
Scusate se mi intrometto! ;-)

Quote:

Originariamente inviata da MonstruM
bisognerebbe sapere da dove provengono, se sono di allevamento o di cattura, che valori dell'acqua aveva il luogo di provenienza (nel caso degli organismi acquatici), possibilmente la data di cattura. Questo per aumentare una consapevolezza su ciò che si acquista.

Approvo appieno la cosa, ma questo già si verifica nella stragrande maggioranza dei casi.
Quando si prende un pesce wild d'importazione, normalmente viene indicata il luogo di provenienza e la data d'importazione (che normalmente dista poco dalla data di cattura). Poi, per sapere le condizioni ambientali in cui l'esemplare viveva, basta documentarsi un po' con internet o libri (cosa che si dovrebbe fare sempre, ma che purtroppo molti non fanno, soprattuto all'inizio della propria esperienza acquariofila.... anche a me è successo! -28d# )

Sulla questione di "strappare" o no un essere vivente dal proprio ambiente naturale e "rinchiuderlo" tra 5 vetri, si potrebbe discutere per giorni senza mai venirne a capo

Perchè molti preferiscono i wild agli "ibridi"???!!! Questioni sia "di gusto" che finanziarie.

Vi faccio due esempi sulla mia piccola esperienza personale:

Poco tempo fa, mi sono recato al mio neziozio di fiducia per comprare il solito "quintale" di torba che uso normalmente nella decantazione dell'acqua del mio acquario.
Mentre mi stavo gustando la visione di un splendido gamberetto marino (sono completamente ignorante di salato!!!) ascoltavo una discussione tra il negoziante e un cliente affezionato che discutevano proprio di questa questione.
Parlavano di un pescetto marino (di cui non ricordo il nome) che lui aveva in 2 vasche... da una parte quelli di cattura a poco più di 10€, e dall'altra quelli allevati, a 35€. Questi erano perfettamente uguali, ma quelli di cattura erano praticamente finiti, e quelli allevati gli erano rimasti quasi tutti. Questo proprio a causa del prezzo, ma per molte specie è più redditizio catturarle che allevarle... a molti non interessa ne il discorso ambientale, ne il discorso gestionale (infatti quelli allevati sono molto più resistenti a eventuali sbalzi di valore dell'acqua, ecc.) almeno a detta del suddetto negoziante.

Per quanto riguarda il mio caso, è una questione di gusto...
Io posseggo un acquario di circa 450 litri netti completamente dedicato ai discus.
All'inizio era abastanza piantumato e avevo inserito 8 discus ibridi piccolini, ma la mia vera passione erano i wild, solo che nel periodo in cui avevo allestito l'acquario non avevo trovato nulla con un buon rapporto qualità-prezzo e mi ero stufato di vedere l'acquario vuoto... mi consolavo gustandomi i corydoras che avevo inserito.
Dopo un anno e mezzo d'esperienza con questi ibridi, mi son deciso di fare il grande passo:
ho venduto i miei dischetti (con grande dispiacere) che ormai non erano più dischetti e si era anche formata una coppia, ho tolto tutte le piante (ho lasciato solo la vallisneria), tolto l'impianto co2, e con quello che ho preso, e una piccola aggiunta, mi sono preso 6 green discus del lago Téfé.
La mia è stata una scelta puramente "di gusto", condivisibile o no, perchè considero i wild discus, gli unici e veri discus!!!
GLI IBRIDI SONO FANTASTICI, MAè COME PARAGONARE IL MAGGIOLINO ALLA NEW BEETLE

Naturalmente, bisogna tener conto di tutte le loro esigenze, che sono abbastanza diverse dai loro fratelli ibridi, ma basta documentarsi per non avere tanti problemi, o almeno limitarli.

L'unica vera difficoltà è stata l'ambientamento e la nutrizione...

Sono stati circa una settimana senza mangiare, non ne volevano sapere, e successivamente mangiavano solo vivo, che fortunatamente non mi mancava: dafnie con in mezzo qualche larva di zanzara (quando raccolgo con il retino dal mio secchio in cui ho le dafnie, c'è sempre qualche intruso), avanotti di guppy e red cherry (che prelevavo dall'altra vasca... non infamatemi), e ogni tanto mettevo qualche granello di granulato per vedere come reagivano.

Ora, dopo circa 4 mesi, mangiano di tutto, ma sono sempre molto schivi, appena vi è un movimento veloce davanti alla vasca scappano in un angolino e si colorano tutti con quelle loro fantastiche barre nere, ma sono convinto che si abitueranno anche a questo.

MonstruM 19-02-2009 12:16

Matthew, in realtà purtroppo la questione è più complessa. Io non intendevo quelle specie di pesci dichiaratamente wild, come discus, ciclcidi nani etc ma mi riferivo a quella miriade si specie che vengono catturate in natura senza la conoscenza da parte dell'acquirente che compra botia e otocinclus. Io proponevo una legislazione sulle condizioni di partenza di ogni essere vivente commercializzato, una sorta di cites più piccolo, per intenderci.

MonstruM 19-02-2009 12:16

Matthew, in realtà purtroppo la questione è più complessa. Io non intendevo quelle specie di pesci dichiaratamente wild, come discus, ciclcidi nani etc ma mi riferivo a quella miriade si specie che vengono catturate in natura senza la conoscenza da parte dell'acquirente che compra botia e otocinclus. Io proponevo una legislazione sulle condizioni di partenza di ogni essere vivente commercializzato, una sorta di cites più piccolo, per intenderci.

Matthew 19-02-2009 12:48

Allora credo che non si arriverà mai ad una soluzione... #07

Ci sono troppi interessi in ballo!

E' molto più facile prendere un animale in natura che allevarlo, e le cose non cambieranno finchè si avrà una disponibilità decente o quasi in natura.

Prendi ad esempio gli L46... fino a poco tempo fa vi erano solo di cattura, solo da quando sono diventati praticamente introvabili, si è incominciato ad allevarli.

Matthew 19-02-2009 12:48

Allora credo che non si arriverà mai ad una soluzione... #07

Ci sono troppi interessi in ballo!

E' molto più facile prendere un animale in natura che allevarlo, e le cose non cambieranno finchè si avrà una disponibilità decente o quasi in natura.

Prendi ad esempio gli L46... fino a poco tempo fa vi erano solo di cattura, solo da quando sono diventati praticamente introvabili, si è incominciato ad allevarli.

Marco Vaccari 19-02-2009 14:56

...è vero Matthew... gli interessi sono tantissimi, ma noi , nel nostro piccolo possiamo provare, poco alla volta, passo dopo passo , a cercare di cambiare qualcosa...
Solo un esempio... la situazione killifish... io riproduco da parecchi anni una popolazione di austrolebias elongatus, un ex megalebias, un annuale argentino dai colori non proprio sgargianti, ma dal comportamento e dal carattere eccezionale... Gli elongatus sono diffusi in diversi biotopi tra l'Argentina e l'Uruguay.. in ogni posto di cattura (mai abbondante solo quei dieci dodici esemplari , a volte anche meno che, ma anche una sola coppia solo per riprodurre la specie) viene scritta con grande precisione una location ad esempio io ho gli austrolebias elongatus "Fanazul" KCA 27/04 che "vuol dire" austrolebias elongatus pescati nella località "Fanazul" (località 27) nel 2004 ad opera del KCA (killi club Argentino).... i "Fanazul" sono completamente differenti dagli "Ezeiza" o dai "Jappener"... Mi e' stato detto poi (dato che sono socio dell'associazione killi argentina) che la località "Fanazul" è una base aerea, in area militare, che, tral'altro ha intenzione di espandersi e di prosciugare le aree umide per allungare le piste... quindi.... prima o poi niente più elongatus "Fanazul".... certo... direte... ci sono gli altri elongatus.... é vero, ma non ci sarà MAI più quel tipo di elongatus...
Come da regolamento tra le varie associazioni E' REGOLA trascrivere accuratamente tutti i codici di locazione nei killi!!!!... (non c'è l'obbligo solo nelle varietà commerciali) e NON si devono MAI ibridare.... pena la radiazione da tutte le associazioni...
Non dovrebbe essere così anche con gli altri pesci tropicali? :-)

Marco Vaccari 19-02-2009 14:56

...è vero Matthew... gli interessi sono tantissimi, ma noi , nel nostro piccolo possiamo provare, poco alla volta, passo dopo passo , a cercare di cambiare qualcosa...
Solo un esempio... la situazione killifish... io riproduco da parecchi anni una popolazione di austrolebias elongatus, un ex megalebias, un annuale argentino dai colori non proprio sgargianti, ma dal comportamento e dal carattere eccezionale... Gli elongatus sono diffusi in diversi biotopi tra l'Argentina e l'Uruguay.. in ogni posto di cattura (mai abbondante solo quei dieci dodici esemplari , a volte anche meno che, ma anche una sola coppia solo per riprodurre la specie) viene scritta con grande precisione una location ad esempio io ho gli austrolebias elongatus "Fanazul" KCA 27/04 che "vuol dire" austrolebias elongatus pescati nella località "Fanazul" (località 27) nel 2004 ad opera del KCA (killi club Argentino).... i "Fanazul" sono completamente differenti dagli "Ezeiza" o dai "Jappener"... Mi e' stato detto poi (dato che sono socio dell'associazione killi argentina) che la località "Fanazul" è una base aerea, in area militare, che, tral'altro ha intenzione di espandersi e di prosciugare le aree umide per allungare le piste... quindi.... prima o poi niente più elongatus "Fanazul".... certo... direte... ci sono gli altri elongatus.... é vero, ma non ci sarà MAI più quel tipo di elongatus...
Come da regolamento tra le varie associazioni E' REGOLA trascrivere accuratamente tutti i codici di locazione nei killi!!!!... (non c'è l'obbligo solo nelle varietà commerciali) e NON si devono MAI ibridare.... pena la radiazione da tutte le associazioni...
Non dovrebbe essere così anche con gli altri pesci tropicali? :-)

Victor Von DOOM 19-02-2009 20:32

Quote:

Originariamente inviata da MonstruM
Matthew, mi riferivo a quella miriade si specie che vengono catturate in natura senza la conoscenza da parte dell'acquirente che compra botia e otocinclus. Io proponevo una legislazione sulle condizioni di partenza di ogni essere vivente commercializzato, una sorta di cites più piccolo, per intenderci.

Sarebbe già un bel passo avanti una legge che obblighi il commerciante a scrivere sulla vasca di esposizione nome scientifico della specie, nome comune (ove presente), e provenienza (nazione e specifica su wild o allevamento)...un pò come per il mercato ittico alimentare, insomma...
Sarei molto più felice se,tanto per fare un esempio concreto, invece di trovare sulla vasca la scritta "aspirapolvere, 2,50euro", trovassi "Acanthopsis Choirorhynchus. Pesce testa di cavallo. Catturato in Indonesia (2,50 euro)"

Victor Von DOOM 19-02-2009 20:32

Quote:

Originariamente inviata da MonstruM
Matthew, mi riferivo a quella miriade si specie che vengono catturate in natura senza la conoscenza da parte dell'acquirente che compra botia e otocinclus. Io proponevo una legislazione sulle condizioni di partenza di ogni essere vivente commercializzato, una sorta di cites più piccolo, per intenderci.

Sarebbe già un bel passo avanti una legge che obblighi il commerciante a scrivere sulla vasca di esposizione nome scientifico della specie, nome comune (ove presente), e provenienza (nazione e specifica su wild o allevamento)...un pò come per il mercato ittico alimentare, insomma...
Sarei molto più felice se,tanto per fare un esempio concreto, invece di trovare sulla vasca la scritta "aspirapolvere, 2,50euro", trovassi "Acanthopsis Choirorhynchus. Pesce testa di cavallo. Catturato in Indonesia (2,50 euro)"

Patrick Egger 19-03-2009 20:52

purtroppo ho solo ora "scoperto" questo interessante topic.
Tutta la facenda è molto complicata e complessa.Da una parte si ha a che fare con delle persone che vogliono riprodurre una specie,vogliono conoscerla al meglio possibile e sapere tutto ciò che la riguarda.Dall' altro lato hai delle persone che cercano qlcosa per arredare meglio la casa,magari qlcosa che non hanno tutti,qlcosa di strano di aspetto o meglio ancora,di molto colorato.
Il 99% delle persone che acquistano pesci,guardano prima sul prezzo.Sia quelle che vogliono "l'arredamento" che quelli che vogliono sapere "di più".
Guardano magari la "qualità",ma sicuramente la minoranza totale chiede se sono di cattura(con locazione),di allevamento(Ceco,asiatico..),sverminati,ecc.
Le persone che comprano per il "solito fritto misto",di solito,non interessa neanche come si chiama il pesce appena acquistato.è un pesce che piace e basta.Li è inutile scrivere cartellini con nomi latini,locazioni ecc.La grande massa dei pesci viene e verrà sempre venduta dai grandi garden e negozi in centri commerciali.
Quello che sicuramente ci vorrà è una certa preparazione del personale nei negozi.Dovrebbe essere abilitato solo un commerciante preparato,dopo aver superato dei test,di vendere certi tipi di pesci,specie quelle selvatiche.Paragonabile alla formazione dei commessi in germania!

Beh,il discorso di allevare pesci in loco,viene fatto già da tanto tempo.Con risultati positivi che negativi.La maggior parte dei Apistogramma del sudamerica in effetti vengono allevati in grandi stagni in loco.Non sono quasi mai di cattura,anche perchè sono più delicati per via dei parassiti ecc.I Asia vengono riprodotti i "Pulitori",cioè diversi Hypostomus nei laghetti(oramai tutti ibridati), cosi come tantissimi altri tipi di pesci.Anche nei grandi laghi in Africa i ciclidi vengono riprodotti in grandi "acquari" di rete che si trovano in mezzo al lagho,cosi come si alleva anche il salmone!La cosa negativa è che c'è una popolazione di pesci su un piccolo area,dove viene somministrato un sacco di mangimi e l'inquinamento dell'acqua e malattie non aiutano di certo alla fauna locale!
Quando invece i pesci vengono catturati in libertà,la gente locale deve comunque preoccuparsi un pò per salvaguardare l'ambienete,perchè anche domani vogliono pescare.A parte che la gente che vive della pesca di pesci di acquario non guadagna cosi male(non paragonare i loro stipendi con i nostri!)quella gente che pesca i pesci per l'alimentazione si che guadagnano poco!Quello che serve è un regolameto su un certo contingente,simile come lo fà il Brasile con le razze.Solo una certa quantità di pesci possono essere catturati e poi venduti.La la nuova lista positiva brasiliana,che divieta la vendita della maggior parte dei pesci,tanti pescatori andranno a prendere legni nella giungla,a cerca di oro e altre cose e questi "mestieri"sicuramente faranno più impatto sulla natura.

Patrick Egger 19-03-2009 20:52

purtroppo ho solo ora "scoperto" questo interessante topic.
Tutta la facenda è molto complicata e complessa.Da una parte si ha a che fare con delle persone che vogliono riprodurre una specie,vogliono conoscerla al meglio possibile e sapere tutto ciò che la riguarda.Dall' altro lato hai delle persone che cercano qlcosa per arredare meglio la casa,magari qlcosa che non hanno tutti,qlcosa di strano di aspetto o meglio ancora,di molto colorato.
Il 99% delle persone che acquistano pesci,guardano prima sul prezzo.Sia quelle che vogliono "l'arredamento" che quelli che vogliono sapere "di più".
Guardano magari la "qualità",ma sicuramente la minoranza totale chiede se sono di cattura(con locazione),di allevamento(Ceco,asiatico..),sverminati,ecc.
Le persone che comprano per il "solito fritto misto",di solito,non interessa neanche come si chiama il pesce appena acquistato.è un pesce che piace e basta.Li è inutile scrivere cartellini con nomi latini,locazioni ecc.La grande massa dei pesci viene e verrà sempre venduta dai grandi garden e negozi in centri commerciali.
Quello che sicuramente ci vorrà è una certa preparazione del personale nei negozi.Dovrebbe essere abilitato solo un commerciante preparato,dopo aver superato dei test,di vendere certi tipi di pesci,specie quelle selvatiche.Paragonabile alla formazione dei commessi in germania!

Beh,il discorso di allevare pesci in loco,viene fatto già da tanto tempo.Con risultati positivi che negativi.La maggior parte dei Apistogramma del sudamerica in effetti vengono allevati in grandi stagni in loco.Non sono quasi mai di cattura,anche perchè sono più delicati per via dei parassiti ecc.I Asia vengono riprodotti i "Pulitori",cioè diversi Hypostomus nei laghetti(oramai tutti ibridati), cosi come tantissimi altri tipi di pesci.Anche nei grandi laghi in Africa i ciclidi vengono riprodotti in grandi "acquari" di rete che si trovano in mezzo al lagho,cosi come si alleva anche il salmone!La cosa negativa è che c'è una popolazione di pesci su un piccolo area,dove viene somministrato un sacco di mangimi e l'inquinamento dell'acqua e malattie non aiutano di certo alla fauna locale!
Quando invece i pesci vengono catturati in libertà,la gente locale deve comunque preoccuparsi un pò per salvaguardare l'ambienete,perchè anche domani vogliono pescare.A parte che la gente che vive della pesca di pesci di acquario non guadagna cosi male(non paragonare i loro stipendi con i nostri!)quella gente che pesca i pesci per l'alimentazione si che guadagnano poco!Quello che serve è un regolameto su un certo contingente,simile come lo fà il Brasile con le razze.Solo una certa quantità di pesci possono essere catturati e poi venduti.La la nuova lista positiva brasiliana,che divieta la vendita della maggior parte dei pesci,tanti pescatori andranno a prendere legni nella giungla,a cerca di oro e altre cose e questi "mestieri"sicuramente faranno più impatto sulla natura.

MonstruM 19-03-2009 21:26

Patrick Egger, Patrick era ora che arrivassi pure te... :-)

Quote:

Originariamente inviata da Patrick Egger
Quello che sicuramente ci vorrà è una certa preparazione del personale nei negozi.Dovrebbe essere abilitato solo un commerciante preparato,dopo aver superato dei test,di vendere certi tipi di pesci,specie quelle selvatiche.Paragonabile alla formazione dei commessi in germania!

Concordo pienamente, come in altri lavori servirebbero dei diplomi di qualifica rilasciati da enti riconosciuti, possibilmente con corsi di aggiornamento.


Quote:

Originariamente inviata da Patrick Egger
Quando invece i pesci vengono catturati in libertà,la gente locale deve comunque preoccuparsi un pò per salvaguardare l'ambienete,perchè anche domani vogliono pescare.A parte che la gente che vive della pesca di pesci di acquario non guadagna cosi male(non paragonare i loro stipendi con i nostri!)quella gente che pesca i pesci per l'alimentazione si che guadagnano poco!

Un altro problema è forse che molte "macrostrutture" che si occupano di cattura e esportazioni dei pesci non sanno neanche quello che vanno a prendere. Faccio un esempio, i Brachygobius spp., vengono catturati in un certo numero ma la confusione che regna nella loro identificazione è alta (anche per via della difficoltà certa del riconoscimento della specie, spesso ottenibile solo con un'analisi al microscopio), con conseguenza di esemplari spesso venduti di specie diverse. Mi è capitato recentemente di vedere in un negozio dei B. nunus venduti come tali, con tanto di cartellino, che però superavano i 4 cm di lunghezza, cosa impossibile per la specie. Quindi il problema dell'informazione dei negozianti spesso è anche a monte.

Una situazione analoga mi è capitata nell'acquisto di crostacei dove erano esposte in vasca un centinaio di Caridina multidentata. All'acquisto non ho notato particolari differenze (anche per via di una analisi superficiale, mea culpa) ma all'inserimento in acquario ho visto una totale metamorfosi della livrea di un esemplare che mi ha portato ad identificarlo come Caridina babaulti var. Malaya.

MonstruM 19-03-2009 21:26

Patrick Egger, Patrick era ora che arrivassi pure te... :-)

Quote:

Originariamente inviata da Patrick Egger
Quello che sicuramente ci vorrà è una certa preparazione del personale nei negozi.Dovrebbe essere abilitato solo un commerciante preparato,dopo aver superato dei test,di vendere certi tipi di pesci,specie quelle selvatiche.Paragonabile alla formazione dei commessi in germania!

Concordo pienamente, come in altri lavori servirebbero dei diplomi di qualifica rilasciati da enti riconosciuti, possibilmente con corsi di aggiornamento.


Quote:

Originariamente inviata da Patrick Egger
Quando invece i pesci vengono catturati in libertà,la gente locale deve comunque preoccuparsi un pò per salvaguardare l'ambienete,perchè anche domani vogliono pescare.A parte che la gente che vive della pesca di pesci di acquario non guadagna cosi male(non paragonare i loro stipendi con i nostri!)quella gente che pesca i pesci per l'alimentazione si che guadagnano poco!

Un altro problema è forse che molte "macrostrutture" che si occupano di cattura e esportazioni dei pesci non sanno neanche quello che vanno a prendere. Faccio un esempio, i Brachygobius spp., vengono catturati in un certo numero ma la confusione che regna nella loro identificazione è alta (anche per via della difficoltà certa del riconoscimento della specie, spesso ottenibile solo con un'analisi al microscopio), con conseguenza di esemplari spesso venduti di specie diverse. Mi è capitato recentemente di vedere in un negozio dei B. nunus venduti come tali, con tanto di cartellino, che però superavano i 4 cm di lunghezza, cosa impossibile per la specie. Quindi il problema dell'informazione dei negozianti spesso è anche a monte.

Una situazione analoga mi è capitata nell'acquisto di crostacei dove erano esposte in vasca un centinaio di Caridina multidentata. All'acquisto non ho notato particolari differenze (anche per via di una analisi superficiale, mea culpa) ma all'inserimento in acquario ho visto una totale metamorfosi della livrea di un esemplare che mi ha portato ad identificarlo come Caridina babaulti var. Malaya.


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