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Andrea, sei fortunato che non passo da Palombara Sabina, altrimenti verrei a baciarti!!! -52 -52 -52
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Nel mio 300 ho cercato di bilanciare le tre componenti: pistia per la crescita rapida e l'assorbimento in colonna, echinodorus per le radici e marsilea per gli strati vicini alla demarcazione fra fondo ed acqua. Quote:
Sarà interessante confrontare l'evoluzione delle due vasche (peraltro partite a pochi giorni di distanza), anche alla luce delle diverse specie vegetali inserite :-) Quote:
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Sul ruolo delle radici nel suolo, in verità si potrebbe parlare per mesi......
Focalizzando per ora l'attenzione su pH e assorbimento radicale degli elementi nutritivi, c'è da dire che ogni elemento ha un proprio andamento sulla sua disponibilità per le piante in funzione del pH. L'assorbimento massimo del magnesio o del rame è tra 5.5 e 6.0; il fosforo, il manganese ed il boro, con pH > 7 sono assorbiti in maniera minima; azoto, zolfo, molibdeno e calcio raggiungono invece la massima disponibilità a pH intorno a 6, per poi non subire variazioni rilevanti. In sintesi, il valore ideale di pH per un assorbimento ideale di elementi nutritivi si aggira tra 5.5 e 6.0, mentre pH inferiori a 4.5 inibiscono di molto l'accrescimento radicale ed il relativo assorbimento. C'è anche da sottolineare che valori acidi del suolo favoriscono la crescita di funghi, compresi i funghi micorrizici, che hanno un'importanza enorme in termini di assorbimento minerale (qui poi ci sarebbe da aprire un consistente excursus sulle differenze tra le micorrize e la loro diversa diffusione, fisiologia e funzione......) e la loro presenza è inversamente proporzionale alla concentrazione di nutrienti nel suolo. P.S.: Riaprendo il topic da casa mi sono accorto che il link che ho segnalato nel mio precedente post, permette solo la lettura dell'abstract, mentre dall'Università (da cui l'ho postato) si poteva accedere all'articolo (perchè quell'indirizzo è abbonato a quell'editore...). Chi comunque volesse leggere l'articolo per intero, me lo dica pure che gielo spedisco via e-mail ;-) Quote:
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P.S.io in avvio con ph neutro avevo la superficie piena di lemna , ma arivato a ph abbastanza acidi ha regredito fino a scomparire -04 |
per quanto riguarda le echino tra qualche tempo potro' dirvi come vanno
sto ultimando di riempire la vasca e ho dato gia una bella dose di torba il ph per ora oscilla tra 6,5 e 6,8 kh 1,5 gh 2 in calo dati i 40 lt di acqua R.O da aggiungere per terinare il riempimento della vasca con l akadama penso che tra domani e dopodomani i valori di durezza saranno pressoche a zero,dopodiche iniziero' la terapia della torba da vivaista ;-) per la cronaca ho inserito fondo fertile solo lungo il vetro posteriore dove hanno trovato alloggio 2 echinodorus red flame e 3 echinodorus tricolor la colonna d acqua è alta 33 cm effettivi a vasca piena :-)) |
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#36#
nell altra vasca allestita con aka ho mantenuto dall inizio ph 6,5 e la maturazione è avvenuta dala 5 settimana in poi,come a dimostrare che con ph piu acidi i batteri faticano ad insediarsi e riprodursi per ora non ho inserito il filtro lo faro' nei prossimi giorni |
ragazzi ho trovato un bell'articolino sulle qualita' della torba , lo linko cosi chi e' iteressato lo potra' leggere http://www.discuspassion.net/forum/i...ic,7871.0.html
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l'estratto d quercia io me lo faccio da solo...basta bollire le folgli di quercia ,filtrare il tutto e conservarlo in bottiglia....miccoli aspettiamo le foto!
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A mio avviso la pistia, se regge il ph cosi basso, sarà assolutamante uno dei punti più importanti di tutto l'allestimento otrac in quanto permetterebbe appunto di non esagerare con la sottopopolazione tipica di questo allestimento. Le radici affondate in colonna assorbiranno più velocemente l'ammonio che i nitrati.
I nitrati inoltre saranno anche limitati dalla denitrificazione, e potresti avere il bisogno addirittura di reintegrarli, quindi il problema principale è proprio assorbire rapidamente l'ammonio che è nocivo a concentrazioni molto basse rispetto ai nitrati. Passando al discorso denitrificazione riporto qualche mia esperienza personale anche se non nell'ambito otrac(ph acido ma non sotto il 6.5) Se aggiungi fin dall'inizio un folto strato di foglie di quercia (che decomponendosi daranno via rapidamente al ciclo di infiltrazione della sostanza organica nel fondo), dovresti essere già a metà dell'opera, infatti per esperienza personale molti detriti aiutano l'instaurarsi di un fondo denitrificante. Il mio piccolo 35 litri, lungi dall'essere otrac, ma allestito con un alto fondo di pozzolana torba e akadama,strato di foglie di quercia, circolazione lenta, filtraggio su torba e tappeto superficiale di lemna, non ha nitrati rilevabili dal 2° mese di allestimento(e la lemna ancora non c'era). Insomma un perfetto fondo denitrificante. I cambi li faccio per reintegrare i sali e gli elementi che la torba e le piante assorbono, ma la vasca in mia assenza ha passato un anno con cambi più che bimensili dei miei genitori, mai rilevato un nitrato. A mio avviso però parlando dell'aspetto denitrificante dell'otrac, bisognerebbe anche soffermarsi un poco sulla progettazione del filtro. La denitrificazione può avvenire anche nel filtro e non solo nel fondo, se ci sono condizioni di corrente lenta in primo luogo. In secondo luogo si dovrebbe parlare della struttura stessa del filtro, che se ben realizzato, dovrebbe presentare una zona nel fondo del filtro prevista per riempirsi dei famosi fanghi denitrificanti e fatta in modo che la corrente non la attraversi bensi la lambisca solo superiormente. gli accorgimenti tecnici sono semplici piccole modifiche a filtri commerciali, per esempio qualche paratia che rompa il flusso nei cm più prossimi al fondo di un qualsiasi filtro esterno. Per la mia esperienza, penso che nel mio acquario sia stato molto utile l'inserimento di una zona prefiltrante(inizialmente non voluta, era solo una parte in plastica forellata per tutto il lato, messa in un angolo per coprire aspirazione del filtro e riscadatore. Mentre la montavo ho pensato di buttare sul fondo di questo scatolino(che arriva fino al fondo dell'acquario) qualche manciata di cannolicchi. non l'ho mai rimosso per vedere cosa c'è dentro, ma sicuramente, contenendo l'aspirazione del filtro, moltissime particelle organiche, pezzi di foglia escrementi ecc si saranno mischiati ai cannolicchi fino a ricoprirli, formando i questi fanghi proprio dove già c'erano altre colonie batteriche. Voglio far notare che l'aspirazione è a metà altezza dello scatolino mentre le aperture sono lungo tutta l'altezza, quindi il flusso dell'acqua solo lambisce la superficie di questi fanghi ma non vi passa attraverso. Spero di non essermi dilungato troppo sull'argomento denitrificante che non è l'unica caratteristica dell'otrac. La sfida è trovare le piante giuste che reggano bene quell'acidità e facciano il loro sporco lavoro anche con livelli di nitrati bassi! sono molto curioso degli sviluppi di questa discussione #36# |
Entropy,
purtroppo del tuo link leggo solo che non mi fa fasre il login... poi ti mando la mia mail... ;-) FalKo, a ph 6 ho buttato (vedi mio topic Rio Negro) un vassoio di salvinia dopo 2 settimane (da una manciata è diventata un secchio)... in rpatica era talmente invasiva che l'ho eliminata del tutto... non passava più la luce verso il fondo. Un pò l'ho spedita a miccoli, che credo confermerà il suo svilouppo anche in condizioni otrac. ;-) islasoilime, per quanto riguarda la filtrazione lenta, io ho ottenuto denitrazione affiancando una colonna piena di siporax al filtro esterno... basandomi sui cannolicchi porosi per sviluppare le colonie anaerobiche; credo che perchè il fondo inizi a denitrificare servano ben più dei due msei che indichi... probabilmente non rilevavi nitrati in vasca perchè sei "troppo bravo" ed hai allestito molto bene con rapporto piante/pesci favorevole alle prime ;-) (hai foto della vaschetta?) :-)) Quote:
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Entropy,
purtroppo del tuo link leggo solo che non mi fa fasre il login... poi ti mando la mia mail... ;-) FalKo, a ph 6 ho buttato (vedi mio topic Rio Negro) un vassoio di salvinia dopo 2 settimane (da una manciata è diventata un secchio)... in rpatica era talmente invasiva che l'ho eliminata del tutto... non passava più la luce verso il fondo. Un pò l'ho spedita a miccoli, che credo confermerà il suo svilouppo anche in condizioni otrac. ;-) islasoilime, per quanto riguarda la filtrazione lenta, io ho ottenuto denitrazione affiancando una colonna piena di siporax al filtro esterno... basandomi sui cannolicchi porosi per sviluppare le colonie anaerobiche; credo che perchè il fondo inizi a denitrificare servano ben più dei due msei che indichi... probabilmente non rilevavi nitrati in vasca perchè sei "troppo bravo" ed hai allestito molto bene con rapporto piante/pesci favorevole alle prime ;-) (hai foto della vaschetta?) :-)) Quote:
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Non solo. In realtà per un fondo denitrificante (la reazione è la seguente: 5 C6H12O6 + 24 NO3- --> 30 CO2 + 24 OH- + 18 H2O + 12 N2) occorrono, oltre a carbonio organico disponibile, condizioni anaerobiche, con spessori consistenti del substrato e granulometria fine, condizione a cui un fondo con akadama, pozzolana e torba (in uno spessore di una vasca da 35 litri) arriverà difficilmente. Io ho raggiunto questo stato di cose in una mia vasca da 120 litri con fondo di ghiaia fine alto circa 10 cm e filtro interno che non ho mai toccato, dopo circa 6 anni dall’allestimento (ora ne ha circa 9). In un’acquario l’uovo di colombo per la denitrificazione (soprattutto i un OTRAC) sarebbe il processo ANAMMOX (ANaerobic AMMonium OXidation), un processo scoperto (per caso)una quindicina d’anni fa, che permette la trasformazione anaerobica di ammonio e nitriti in azoto gassoso senza il supporto del carbonio organico, secondo la reazione: NH4+ + NO2- --> N2 + 2H2O. Con una sola reazione si tolgono di mezzo ammonio, nitrito (e nitrati che non si formano) e non si spende neanche carbonio…..( se volete, ho articoli anche di questi argomenti). Tale processo esiste da sempre nel fondo di tutti gli oceani, dove è responsabile del 50% di azoto gassoso immesso nell’atmosfera. I Fautori di questa reazione sono batteri appartenenti al Phylum dei Planctomycetes e ai generi Brocodia, Kuenenia e Anammoxglobulus. Il problema pratico però, sta nel far crescere in un ambiente controllato SOLO tali ceppi batterici, inibendo gli altri (cosa molto complessa a livello industriale, e ancor di più in un acquario….). Ma ci si sta lavorando…… Comunque, poichè secondo me per un processo denitrificante nel fondo di un'acquario occorrono anni, sul breve termine, per un OTRAC, sarebbe meglio ragionare sul contributo e la funzione delle piante negli equilibri del sistema, soprattutto il rapporto corretto che si dovrebbe instaurare tra i composti azotati prodotti e quelli consumati e la concentrazione dei macro e microelementi in ambiente acido (sul cui valore esatto dovremmo decidere: io sarei per un pH tra 5.5 e 6.0). |
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Non solo. In realtà per un fondo denitrificante (la reazione è la seguente: 5 C6H12O6 + 24 NO3- --> 30 CO2 + 24 OH- + 18 H2O + 12 N2) occorrono, oltre a carbonio organico disponibile, condizioni anaerobiche, con spessori consistenti del substrato e granulometria fine, condizione a cui un fondo con akadama, pozzolana e torba (in uno spessore di una vasca da 35 litri) arriverà difficilmente. Io ho raggiunto questo stato di cose in una mia vasca da 120 litri con fondo di ghiaia fine alto circa 10 cm e filtro interno che non ho mai toccato, dopo circa 6 anni dall’allestimento (ora ne ha circa 9). In un’acquario l’uovo di colombo per la denitrificazione (soprattutto i un OTRAC) sarebbe il processo ANAMMOX (ANaerobic AMMonium OXidation), un processo scoperto (per caso)una quindicina d’anni fa, che permette la trasformazione anaerobica di ammonio e nitriti in azoto gassoso senza il supporto del carbonio organico, secondo la reazione: NH4+ + NO2- --> N2 + 2H2O. Con una sola reazione si tolgono di mezzo ammonio, nitrito (e nitrati che non si formano) e non si spende neanche carbonio…..( se volete, ho articoli anche di questi argomenti). Tale processo esiste da sempre nel fondo di tutti gli oceani, dove è responsabile del 50% di azoto gassoso immesso nell’atmosfera. I Fautori di questa reazione sono batteri appartenenti al Phylum dei Planctomycetes e ai generi Brocodia, Kuenenia e Anammoxglobulus. Il problema pratico però, sta nel far crescere in un ambiente controllato SOLO tali ceppi batterici, inibendo gli altri (cosa molto complessa a livello industriale, e ancor di più in un acquario….). Ma ci si sta lavorando…… Comunque, poichè secondo me per un processo denitrificante nel fondo di un'acquario occorrono anni, sul breve termine, per un OTRAC, sarebbe meglio ragionare sul contributo e la funzione delle piante negli equilibri del sistema, soprattutto il rapporto corretto che si dovrebbe instaurare tra i composti azotati prodotti e quelli consumati e la concentrazione dei macro e microelementi in ambiente acido (sul cui valore esatto dovremmo decidere: io sarei per un pH tra 5.5 e 6.0). |
Con la colonna di spiorax per il filtraggio sei a posto:-))
Per quanto riguarda il mio acquario, mi rimetto ai più esperti, sicuramente il fondo denitrificante ha una tempistica di formazione piuttosto lunga, comunque per un 35 litri il fondo è molto alto(7-10cm) e mi ero scordato di dire che aggiunsi anche un bello strato di ghiaia molto fine(più per i pangio che per altro) che poi si mischiò con il tutto. Effettivamente la vasca ha subito un cambiamento in quanto i primi 8-9 mesi era diventata letteralmente una foresta di limnofila, che poi per questioni di manutenzione è stata completamente rimossa, e sostituita da anubias(a lentissimo sviluppo e assorbimento); parallelamente alla rimozione di molte piante ad assorbimento rapido ho introdotto anche 5 rasbore(in aggiunta a 6 boraras e 3 pangio) aumentando il carico organico (sperando che aumentassero pure i nitrati) ma nulla.. da questo ho pensato al fondo denitrificante A breve vi posterò le foto! |
Con la colonna di spiorax per il filtraggio sei a posto:-))
Per quanto riguarda il mio acquario, mi rimetto ai più esperti, sicuramente il fondo denitrificante ha una tempistica di formazione piuttosto lunga, comunque per un 35 litri il fondo è molto alto(7-10cm) e mi ero scordato di dire che aggiunsi anche un bello strato di ghiaia molto fine(più per i pangio che per altro) che poi si mischiò con il tutto. Effettivamente la vasca ha subito un cambiamento in quanto i primi 8-9 mesi era diventata letteralmente una foresta di limnofila, che poi per questioni di manutenzione è stata completamente rimossa, e sostituita da anubias(a lentissimo sviluppo e assorbimento); parallelamente alla rimozione di molte piante ad assorbimento rapido ho introdotto anche 5 rasbore(in aggiunta a 6 boraras e 3 pangio) aumentando il carico organico (sperando che aumentassero pure i nitrati) ma nulla.. da questo ho pensato al fondo denitrificante A breve vi posterò le foto! |
Paolo il link conteneva questo
copio e incollo La Torba La torba è un materiale organico compatto che ha subito un parziale processo di carbonificazione in condizioni di anaerobiosi è di colore bruno con un alto contenuto di carbonio formatosi dalla parziale decomposizione e carbonizzazione di vegetali in ambienti di palude freddi ed in condizioni di sommersione permanente, le cosiddette torbiere. In natura la torba presenta una struttura fibrosa. In base alle caratteristiche delle acque dove si è formata si possono avere due tipi di torba una con pH 7-7,5, cosiddetta torba 'salata' in quanto formatasi nelle paludi salmastre, dove crescono le piante del genere Spartina, e la torba acida, con pH tra il 3 ed il 5-5.5, che si forma nelle torbiere dell’emisfero settentrionale dove le specie vegetali che concorrono alla sua formazione sono essenzialmente i muschi e le acque sono dolci. La torba è usata principalmente in agricoltura in quanto essendo un materiale con elevato contenuto organico, dall’elevata capacità di ritenzione idrica, con contenuto di potassio e fosforo estremamente ridotto viene usata come ammendante, altro uso della torba è nella coltivazione di piante ornamentali solitamente miscelata ad altri prodotti. In alcuni paesi la torba, viene utilizzata come combustibile, nonostante non sia efficace quanto il carbone a causa dell'alto contenuto di acqua e cenere è quindi dal potere calorifero estremamente ridotto. La torba viene anche usata in altri e molteplici campi come l’edilizia, la cosmetica ecc… e naturalmente per quel che ci riguarda in acquariofilia. In commercio troviamo vari tipi di Torba che viene denominata in base al colore ed alla sua struttura (grado di macinatura), vi sono, infatti, la Torba Bionda ovvero Torba di sfagno dal colore leggermente più chiaro e dal minore contenuto organico rispetto alla torba scura o nera, inoltre i due tipi si differenziano anche per il ph che per la prima è intorno al 4.5-5.5 mentre la seconda con un ph intorno al 3-3.5, per uso acquariofilo dalle aziende viene solitamente usata la torba scura o nera che viene venduta in granuli o in mattoncini fibrosi o anche in forma liquida sotto forma di estratti di torba. Prima di passare all’utilizzo acquariofilo, esaminiamo meglio la Torba anche al fine di meglio comprendere le sue funzioni in acquario. Innanzitutto c’è da dire che è una sostanza poco attiva in quanto dallo scarso contenuto di minerali, e con una attività biologica estremamente bassa poiché basta su batteri anaerobi. La torba chimicamente viene definita come un eteropolimero, ovvero un composto dalla composizione non precisata. Infatti, le conoscenze della composizione chimica sono incerte e tutt’oggi in continua evoluzione grazie a nuovi studi con tecnologie sempre più avanzate Ciò nonostante possiamo affermare che le conoscenze sulle sue proprietà chimiche e chimico-fisiche sono alquanto definite poiché si basano su esperimenti e studi di laboratorio che analizzano i risultati ottenuti addivenendo sempre per ipotesi alla presenza nella torba di particolari gruppi funzionali; in particolare e per quel che ci riguarda, il carattere acido è attribuito alla presenza di gruppi funzionali acidi come il carbossile associato a catene alifatiche o ad anelli aromatici e il gruppo fenolico dei nuclei aromatici. Tra le proprietà che più interessano l’acquariofilia possiamo elencare l’acidità, la chelazione, lo scambio ionico, la proprietà adsorbente. Come anzidetto l’acidità della Torba è dovuta ai gruppi carbossilici e ai gruppi fenolici e la si definisce un’acidità debole per cui essendo appunto acidi deboli, la dissociazione aumenta con l’aumentare del pH per cui a valori intorno alla neutralità sono i gruppi carbossilici ad essere dissociati, mentre a valori di pH più elevati si dissociano anche i gruppi ossidrile dei fenoli. A seguito della dissociazione dei gruppi funzionali anzidetti la torba acquisisce la proprietà di scambio ionico o meglio cationico, infatti, per equilibrare le cariche negative formatesi a seguito della dissociazione la torba adsorbe cationi come l’H+, il Ca2+, Mg2+ ecc.. Questa capacità di scambio, essendo direttamente collegata alla dissociazione acida aumenta con l’aumentare del pH. La torba grazie a questo potere è in grado di adsorbire diverse molecole organiche, immobilizzandole e inattivandole in modo similare al carbone attivo anche se in maniera ridotta. Da tutto cio ne consegue anche il potere tampone della torba che grazie ai suoi acidi deboli nonché alle basi adsorbite sulla sua superficie (queste solo se in presenza di ph inizialmente alti) riesce a evitare oscillazioni del pH, infatti in presenza di acidi, rilascia le basi precedentemente adsorbite e di contro adsorbe gli ioni idrogeno; in presenza di basi adsorbe cationi e rilascia ioni idrogeno i quali neutralizzano gli ioni idrossido. Nel caso in cui la torba non abbia adsorbito basi poiché il pH era già acido o comunque ne abbia adsorbito modiche quantità non utili all’effetto tampone che ne scaturisce dallo scambio ionico, subentra il potere tampone che ne deriva dalla sua debole acidità e che si può riassumere cosi: “gli acidi umici sono acidi deboli che in presenza di acidi forti si comportano da base stabilizzando il pH ed evitando che lo stesso scenda oltre un dato limite e tantomeno risalga”. Veniamo alla proprietà di Chelazione, la torba ha la proprietà di chelare i microelementi come il ferro ad esempio in quanto grazie alla presenza dei gruppi funzionali carbossile e ossidrile forma con i predetti, legami organometallici, ne scaturisce che la torba chela i metalli rendendoli non nocivi o addirittura assimilabili dalle piante. Ora dopo aver detto cosa è la torba ed illustrato alcune delle sue proprietà, vediamone l’uso dal punto di vista strettamente acquariofilo. Innanzitutto va detto che la torba piu indicata per il nostro uso è la torba scura o nera, in quanto ha una più alta decomposizione della sostanza organica contenuta, è sconsigliato in linea di massima l’uso della torba bionda o di sfagno in quanto contrariamente alla scura, presenta una decomposizione della materia organica più bassa e pertanto più soggetta a marcire in acqua oltre al fatto che ha un ph leggermente piu alto che si aggira sul 4.5-5.5 confronto al 3.5.4.5 della torba nera o scura, infine c’è la torba da giardinaggio il cui uso direi non è sconsigliato ma vietato in quanto arricchita con fertilizzanti e di conseguenza altamente inquinante. Tra le torbe ad uso acquariofilo troviamo quelle in granuli, quelle fibrose, e quelle liquide che altro non sono che estratti della stessa. Le prime due solitamente sono usate per pretrattare l’acqua a mezzo filtrazione, usate direttamente nei filtri o come substrato fertile, mentre la torba liquida la si puo usare per acidificare l’acqua per i cambi o direttamente in acquario. La torba in granuli o fibrosa usata nei filtri o per pretrattare l’acqua, ha una peculiarità che la torba liquida non ha, infatti per la succitata proprietà di scambio ionico, quella solida ha una discreta azione adsorbente non certo pari a quella del carbone attivo ma sempre meglio di nulla come nel caso della torba liquida. Questo materiale, viene usato in acquariologia per regolare o meglio si direbbe per abbassare il ph rendendolo acido, per rendere l’acqua piu tenera, ma anche per rendere piu scura l’acqua al fine di filtrare la luce o solo per questioni di estetica e gusto, oppure per tentare di rendere l’acqua piu simile possibile al biotopo naturale dei pesci ospitati come nel caso dei discus Wild. Ovviamente la scelta puo ricadere su una delle finalità indicate ma ciò non esclude che la torba produca comunque tutti gli effetti elencati. Per abbassare il ph in una vasca usando la torba in granuli o fibrosa vi sono due metodi, il primo è l’inserimento della torba in apposito sacchetto da inserire nel filtro, ed il secondo è il cosidetto “bomba di torba” che consiste nel filtrare con torba l’acqua prefiltrata da usare per i cambi, una volta ottenuto il pH ed il kh voluti, dico il kh, in quanto la torba ha anche questo potere ovvero di ridurre quest’ultimo valore mediante sottrazione di ioni calcio e magnesio, e di carbonati. Al riguardo, è sconsigliabile l’uso di torba per acquari piantumati con piante esigenti in luce, in quanto la colorazione dell’acqua derivante dal suo uso filtra in particolar modo la radiazione blu prodotta dalle lampade per cui le piante ne risentirebbero. Ultima particolarità dell’uso della torba in acquario è il fatto che gli acidi umici rilasciati, ad un dato momento, anche con kh 0, stabilizzano il ph evitando sbalzi dello stesso per il motivo succitato e che riporto “gli acidi umici sono acidi deboli che in presenza di acidi forti si comportano da base stabilizzando il pH ed evitando che lo stesso scenda oltre un dato limite e tantomeno risalga”, sempre con riguardo al ph si può dire ancora che usando abitualmente la torba questo difficilmente scenderà sotto il valore di 4,5-5. ;-) |
Paolo il link conteneva questo
copio e incollo La Torba La torba è un materiale organico compatto che ha subito un parziale processo di carbonificazione in condizioni di anaerobiosi è di colore bruno con un alto contenuto di carbonio formatosi dalla parziale decomposizione e carbonizzazione di vegetali in ambienti di palude freddi ed in condizioni di sommersione permanente, le cosiddette torbiere. In natura la torba presenta una struttura fibrosa. In base alle caratteristiche delle acque dove si è formata si possono avere due tipi di torba una con pH 7-7,5, cosiddetta torba 'salata' in quanto formatasi nelle paludi salmastre, dove crescono le piante del genere Spartina, e la torba acida, con pH tra il 3 ed il 5-5.5, che si forma nelle torbiere dell’emisfero settentrionale dove le specie vegetali che concorrono alla sua formazione sono essenzialmente i muschi e le acque sono dolci. La torba è usata principalmente in agricoltura in quanto essendo un materiale con elevato contenuto organico, dall’elevata capacità di ritenzione idrica, con contenuto di potassio e fosforo estremamente ridotto viene usata come ammendante, altro uso della torba è nella coltivazione di piante ornamentali solitamente miscelata ad altri prodotti. In alcuni paesi la torba, viene utilizzata come combustibile, nonostante non sia efficace quanto il carbone a causa dell'alto contenuto di acqua e cenere è quindi dal potere calorifero estremamente ridotto. La torba viene anche usata in altri e molteplici campi come l’edilizia, la cosmetica ecc… e naturalmente per quel che ci riguarda in acquariofilia. In commercio troviamo vari tipi di Torba che viene denominata in base al colore ed alla sua struttura (grado di macinatura), vi sono, infatti, la Torba Bionda ovvero Torba di sfagno dal colore leggermente più chiaro e dal minore contenuto organico rispetto alla torba scura o nera, inoltre i due tipi si differenziano anche per il ph che per la prima è intorno al 4.5-5.5 mentre la seconda con un ph intorno al 3-3.5, per uso acquariofilo dalle aziende viene solitamente usata la torba scura o nera che viene venduta in granuli o in mattoncini fibrosi o anche in forma liquida sotto forma di estratti di torba. Prima di passare all’utilizzo acquariofilo, esaminiamo meglio la Torba anche al fine di meglio comprendere le sue funzioni in acquario. Innanzitutto c’è da dire che è una sostanza poco attiva in quanto dallo scarso contenuto di minerali, e con una attività biologica estremamente bassa poiché basta su batteri anaerobi. La torba chimicamente viene definita come un eteropolimero, ovvero un composto dalla composizione non precisata. Infatti, le conoscenze della composizione chimica sono incerte e tutt’oggi in continua evoluzione grazie a nuovi studi con tecnologie sempre più avanzate Ciò nonostante possiamo affermare che le conoscenze sulle sue proprietà chimiche e chimico-fisiche sono alquanto definite poiché si basano su esperimenti e studi di laboratorio che analizzano i risultati ottenuti addivenendo sempre per ipotesi alla presenza nella torba di particolari gruppi funzionali; in particolare e per quel che ci riguarda, il carattere acido è attribuito alla presenza di gruppi funzionali acidi come il carbossile associato a catene alifatiche o ad anelli aromatici e il gruppo fenolico dei nuclei aromatici. Tra le proprietà che più interessano l’acquariofilia possiamo elencare l’acidità, la chelazione, lo scambio ionico, la proprietà adsorbente. Come anzidetto l’acidità della Torba è dovuta ai gruppi carbossilici e ai gruppi fenolici e la si definisce un’acidità debole per cui essendo appunto acidi deboli, la dissociazione aumenta con l’aumentare del pH per cui a valori intorno alla neutralità sono i gruppi carbossilici ad essere dissociati, mentre a valori di pH più elevati si dissociano anche i gruppi ossidrile dei fenoli. A seguito della dissociazione dei gruppi funzionali anzidetti la torba acquisisce la proprietà di scambio ionico o meglio cationico, infatti, per equilibrare le cariche negative formatesi a seguito della dissociazione la torba adsorbe cationi come l’H+, il Ca2+, Mg2+ ecc.. Questa capacità di scambio, essendo direttamente collegata alla dissociazione acida aumenta con l’aumentare del pH. La torba grazie a questo potere è in grado di adsorbire diverse molecole organiche, immobilizzandole e inattivandole in modo similare al carbone attivo anche se in maniera ridotta. Da tutto cio ne consegue anche il potere tampone della torba che grazie ai suoi acidi deboli nonché alle basi adsorbite sulla sua superficie (queste solo se in presenza di ph inizialmente alti) riesce a evitare oscillazioni del pH, infatti in presenza di acidi, rilascia le basi precedentemente adsorbite e di contro adsorbe gli ioni idrogeno; in presenza di basi adsorbe cationi e rilascia ioni idrogeno i quali neutralizzano gli ioni idrossido. Nel caso in cui la torba non abbia adsorbito basi poiché il pH era già acido o comunque ne abbia adsorbito modiche quantità non utili all’effetto tampone che ne scaturisce dallo scambio ionico, subentra il potere tampone che ne deriva dalla sua debole acidità e che si può riassumere cosi: “gli acidi umici sono acidi deboli che in presenza di acidi forti si comportano da base stabilizzando il pH ed evitando che lo stesso scenda oltre un dato limite e tantomeno risalga”. Veniamo alla proprietà di Chelazione, la torba ha la proprietà di chelare i microelementi come il ferro ad esempio in quanto grazie alla presenza dei gruppi funzionali carbossile e ossidrile forma con i predetti, legami organometallici, ne scaturisce che la torba chela i metalli rendendoli non nocivi o addirittura assimilabili dalle piante. Ora dopo aver detto cosa è la torba ed illustrato alcune delle sue proprietà, vediamone l’uso dal punto di vista strettamente acquariofilo. Innanzitutto va detto che la torba piu indicata per il nostro uso è la torba scura o nera, in quanto ha una più alta decomposizione della sostanza organica contenuta, è sconsigliato in linea di massima l’uso della torba bionda o di sfagno in quanto contrariamente alla scura, presenta una decomposizione della materia organica più bassa e pertanto più soggetta a marcire in acqua oltre al fatto che ha un ph leggermente piu alto che si aggira sul 4.5-5.5 confronto al 3.5.4.5 della torba nera o scura, infine c’è la torba da giardinaggio il cui uso direi non è sconsigliato ma vietato in quanto arricchita con fertilizzanti e di conseguenza altamente inquinante. Tra le torbe ad uso acquariofilo troviamo quelle in granuli, quelle fibrose, e quelle liquide che altro non sono che estratti della stessa. Le prime due solitamente sono usate per pretrattare l’acqua a mezzo filtrazione, usate direttamente nei filtri o come substrato fertile, mentre la torba liquida la si puo usare per acidificare l’acqua per i cambi o direttamente in acquario. La torba in granuli o fibrosa usata nei filtri o per pretrattare l’acqua, ha una peculiarità che la torba liquida non ha, infatti per la succitata proprietà di scambio ionico, quella solida ha una discreta azione adsorbente non certo pari a quella del carbone attivo ma sempre meglio di nulla come nel caso della torba liquida. Questo materiale, viene usato in acquariologia per regolare o meglio si direbbe per abbassare il ph rendendolo acido, per rendere l’acqua piu tenera, ma anche per rendere piu scura l’acqua al fine di filtrare la luce o solo per questioni di estetica e gusto, oppure per tentare di rendere l’acqua piu simile possibile al biotopo naturale dei pesci ospitati come nel caso dei discus Wild. Ovviamente la scelta puo ricadere su una delle finalità indicate ma ciò non esclude che la torba produca comunque tutti gli effetti elencati. Per abbassare il ph in una vasca usando la torba in granuli o fibrosa vi sono due metodi, il primo è l’inserimento della torba in apposito sacchetto da inserire nel filtro, ed il secondo è il cosidetto “bomba di torba” che consiste nel filtrare con torba l’acqua prefiltrata da usare per i cambi, una volta ottenuto il pH ed il kh voluti, dico il kh, in quanto la torba ha anche questo potere ovvero di ridurre quest’ultimo valore mediante sottrazione di ioni calcio e magnesio, e di carbonati. Al riguardo, è sconsigliabile l’uso di torba per acquari piantumati con piante esigenti in luce, in quanto la colorazione dell’acqua derivante dal suo uso filtra in particolar modo la radiazione blu prodotta dalle lampade per cui le piante ne risentirebbero. Ultima particolarità dell’uso della torba in acquario è il fatto che gli acidi umici rilasciati, ad un dato momento, anche con kh 0, stabilizzano il ph evitando sbalzi dello stesso per il motivo succitato e che riporto “gli acidi umici sono acidi deboli che in presenza di acidi forti si comportano da base stabilizzando il pH ed evitando che lo stesso scenda oltre un dato limite e tantomeno risalga”, sempre con riguardo al ph si può dire ancora che usando abitualmente la torba questo difficilmente scenderà sotto il valore di 4,5-5. ;-) |
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ale.falchetti@tiscali.it P.S. un certo Massimo Andreazzoli alias Poldo11 gia' parecchio tempo fa ha progettato un filtro che si basava sul processo annamox xo' nn centra niente con l' otrac |
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ale.falchetti@tiscali.it P.S. un certo Massimo Andreazzoli alias Poldo11 gia' parecchio tempo fa ha progettato un filtro che si basava sul processo annamox xo' nn centra niente con l' otrac |
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Il titolo è acqua nere del'amazzonia!!! ;-) Il punto di partenza è l'OTRAC prima di tutto perchè mi intrippa e poi perchè funziona... se poi si riesce a migliorarlo, tanto meglio!!! #36# I primi scritti circa l'OTRAC risalgono a 16 anni fa (ne parlavo stamattina con un certo Marco Armondi, che c'era...) e da allora acquari, filtri ed acquariofili di strada ne hanno fatta. Vediamo se si riesce a scrivere qualche nuova pagina interessante ;-) Fin qui abbiamo stabilito un paio di cose sul fondo, abbiamo parlato di substrato fertile (secondo me aggiungendo delle cosette intelligenti) quando prima era tabù, abbiamo accertato che esistono diverse specie vegetali che a ph inferiore a 6 stanno benone. ;-) Ora ci mancano solo: preparazione acqua - filtraggio - ossigenazione - illuminazione - cambi parziali - litraggio ottimale - livello di popolazione - riproduzione - evoluzione - etc. :-D :-D :-D |
Paolo ,stai bruciando le tappe
:-D secondo me bisogna testare di persona troppa è stata l evoluzione dell acquariofilia , e troppopoca è stata l informazione riguardo certe tecniche di allestimento p.s. sto finendo il riempimento.. :-)) |
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P.S. se c'e' qualcuno che si intende di chimica , si potrebbe utilizzare il solfato di sodio come tampone x il PH ??? |
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visto ke i batteri sono gia in difficoltà almeno manteniamo il livello di ossigeno alto con un bel oxydator? |
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Mi basta alzare 5 mm la mandata del filtro e di ossigeno ne ho finchè voglio anche di notte (di giorno ci pensano le piante) :-)) Quote:
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e che ho constatato di persona nel 300 litri!
ho dovuto(per forza di cose )togliere la co2 e darci dentro di aereatore: ilph si è mosso di nemmeno mezzo punto..con kh a 2 ergo la torba tampona! l avevo gia citato nell altro mio post.. :-)) |
dunque discussione davvero interessante :-)
dunque mi inserisco anchio in quanto nell'acquario che ho avviato da quasi 3 settimane sto cercando di avvicinarmi ad un ambiente similare a quello da voi descritto. partito da un pH 6,5 ora sono a 6,1( regolato da pH controller; KH2; gH3; ho messo sia torba nel filtro che pigne di ontano e foglie di catappa (quelle dennerle ) e forse metterò piu avanti foglie della quercia che ho in giardino. forse ho fatto una cavolata ad abbassare cosi presto il pH, avrei dovuto dare piu tempo al filtro di maturare #24 , voi che dite?? per ora continuo a rilevare nitriti sempre molto bassi.... Ho inserito davvero molte piante delle piu disparate specie( con una predilezione per sudamericane, echino in particolare) per ora ho scartato solo cryptocorine che stentavano davvero tanto; ma posso confermare per la crescita della salvinia e vedremo la lemna che parte da una sola fogliolina finita li per caso. Nota dolente per ora, dopo una settimana circa si è verificata una esplosione di filamentose che però ora pare regredire #06 |
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A pH = 6,5 circa lo 0.2% di ammonio è presente in forma ammoniacale e a pH = 7 circa lo 0.6%. Per avere un valore di equilibrio tra ammonio e ammoniaca (50% e 50%) si deve arrivare ad un pH>9 Altro particolare da ricordare è che nessun batterio nitrificante si riproduce con pH < 5.5, soprattutto i Nitrobacter. E per questo che, ribadisco, è importante il ruolo svolto dalle piante ed il loro rapporto con la popolazione eterotrofa (animale). E che il pH, forse, andrebbe fissato in un valore compreso tra 5.5 e 6.0. Non più basso. |
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Per ora abbiamo accalappiato Andrea, poi sto aspettando anche il buon Perry Cox... :-)) Quote:
Abbassando ulteriormente il ph per me diventa imprescindibile avere una biomassa sufficiente ad abbattere i composti azotati tossici per gli animali, sia essa vegetale o batterica... che dite? NOTA: la marsilea hirsuta, contrariamente a quanto si legge in molte schede, stolona e cresce abbastanza velocemente anche a ph 6 e durezza non misurabile (sotto i 120 uS/cm)... a patto di essere bene illuminata (nelle zone ombrose dove normalmente cresce in acqua trasparente, qui non dà segni apparenti di sviluppo). Non ricordo se l'ho già scritto, ma anche pistia, salvinia, echino bleheri e leopard crescono rigogliose... le echino tazende invece stentano per ora 8a un mese dall'inserimento) :-) |
emanuele323, non ho letto da nessuna parte che i Nitrosomonas facciano distinzione tra ammoniaca ed ammonio come nutrimento, puoi illuminarmi con qualche links?
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Ribadisco poi, se ancora non è stato fatto, l'uso imprescindibile della torba in questo tipo di allestimento: sia perchè a kh=0 o dintorni la funzione tampone degli acidi umici è fondamentale (con essi difficilmente l'acqua scenderà a pH < 4.5-5.0), sia perchè veicola molti elementi nutritivi verso le piante, sia perchè stimola il sistema immunitario delle piante ed inattiva sostanze tossiche per loro. Riguardo la trasformazione dell'ammonio in nitriti, ricordo la reazione ad opera dei Nitrosomonas (reazione che permette ai batterii di generare ATP, cioè energia, e potere riducente per ridurre la CO2 tramite il ciclo di Kelvin e produrre i zuccheri per vivere e moltiplicarsi): NH4+ + 3/2O2 --> NO2- + 2H+ + H2O e quella dei Nitrobacter, con la trasformazione dei nitriti a nitrati: NO2- + 1/2O2 --> NO3- :-) |
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emanuele323, scusami #12 . Comunque la sostanza è che se qualcuno ha documentazione che i Nitrosomonas trasformano solo ammoniaca e non ammonio, sarei interessato. Se questo fosse vero, potrebbe essere una spiegazione, almeno parziale, del perchè i Nitrosomonas e, di conseguenza, i Nitrobacter non si sviluppano bene in ambiente acido, gli viene a mancare la pappa ;-) . Forse però c'è anche da dire che se i batteri non elaborano l'ammonio, questo, in una vasca poco o per nulla piantumata, dovrebbe accumularsi progressivamente, o no? Di qui, forse, la necessità di sottopopolare? Che sia questo il motivo per cui si consigliano cambi frequenti? C'è anche da dire che se i batteri consumano il poco di ammoniaca che c'è, altro ammonio si trasformerà in ammoniaca per ristabilire l'equilibrio percentuale ammonio/ammoniaca in vasca a quel dato pH.
Non so quante cavolate ho scritto, ho messo giù i pensieri nella sequenza con cui si sono presentati nel cranio ;-) Resta il fatto che, personalmente, credo che i Nitrosomonas elaborino anche l'ammonio in concorrenza con eventuali piante ;-) E con questo ho fatto probabilmente più confusione di prima :-)) Una preghiera, visto che siamo un po' incasinati, usate il Rispondi e non la risposta veloce, almeno si capisce subito chi citate ;-) |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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