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Abra 22-10-2008 10:49

Quote:

Abracadabra, la zeolite non si usa per i batteri???? ...
ridi ridi......secondo mè non sai che cosa sia.....dove ho scritto che non si usa per i batteri??? rileggi prima di ridere ;-)

Abra 22-10-2008 10:49

Quote:

Abracadabra, la zeolite non si usa per i batteri???? ...
ridi ridi......secondo mè non sai che cosa sia.....dove ho scritto che non si usa per i batteri??? rileggi prima di ridere ;-)

zucchen 23-10-2008 17:27

Quote:

Originariamente inviata da emio
andre feef...
..mi spieghi dove hai letto che i pesci fanno la pipi' ? (di qualsiasi colore essa sia)....

dovrebbero pisciare ;-)

zucchen 23-10-2008 17:27

Quote:

Originariamente inviata da emio
andre feef...
..mi spieghi dove hai letto che i pesci fanno la pipi' ? (di qualsiasi colore essa sia)....

dovrebbero pisciare ;-)

Abra 23-10-2008 17:42

sanzucht2, non dovrebbero lo fanno :-)
i pesci d'acqua salata espellono l'urina attraverso un processo che si chiama isosmotica

Abra 23-10-2008 17:42

sanzucht2, non dovrebbero lo fanno :-)
i pesci d'acqua salata espellono l'urina attraverso un processo che si chiama isosmotica

*Tuesen!* 23-10-2008 17:45

Quote:

...i pesci che fanno pipi'..........
...pipi' gialla....
...troppo forte....
..questa mi mancava veramente....
..complimenti per la fantasia....
rotfl rotfl rotfl rotfl rotfl rotfl
Quote:

I delicati equilibri che permettono la vita nell’acqua dipendono in parte dalla concentrazione di sali in essa disciolti, sia che si tratti di quella dell’ambiente esterno, oppure di quella contenuta nei tessuti e nel sangue. E’ evidente quindi che i problemi di mantenimento dell’equilibrio interno sono strettamente correlati all’ambiente e come siano diversi a seconda che si tratti di un pesce di mare, di uno di acqua dolce o di un pesce che viva in ambienti salmastri. I principali ioni contenuti nell’ambiente interno dei pesci sono uguali a quelli dell’acqua di mare (sodio, calcio, potassio, magnesio, cloruri, solfati), ma presenti in quantità inferiore a quella contenuta in un equivalente volume di acqua marina. Ciò significa che la concentrazione dei sali nelle cellule dei pesci dulcacquicoli è maggiore rispetto a quella che si trova nello stesso volume di acqua dell’ambiente che li circonda. Per il principio di osmosi, attraverso le membrane cellulari semipermeabili l’acqua passa dalla soluzione meno concentrata a quella più concentrata. Nei pesci d’acqua dolce, l’acqua che defluisce attraverso le branchie durante gli atti respiratori passa per osmosi nel sangue, attraverso le sottili pareti dei capillari branchiali e delle mucose della cavità orale.

I pesci marini, al contrario, il cui ambiente interno contiene meno sali in soluzione di quanti ne sono contenuti un equivalente volume di acqua di mare, hanno la tendenza a perdere acqua attraverso queste membrane. In entrambi i casi, comunque, i pesci devono bilanciare l’una o l’altra tendenza per preservare il loro equilibrio interno. I Teleostei marini suppliscono alla perdita di liquidi bevendo l’acqua di mare, come si può facilmente verificare aggiungendo una quantità nota di colorante organico (per esempio, il rosso fenolo) all’acqua di un acquario. Misurando poi la quantità di tintura assorbita dall’intestino dei pesci, si può risalire al volume d’acqua di mare da essi ingoiata. Osservazioni sperimentali condotte sull’anguilla, hanno evidenziato che in 24 ore l’animale è in grado di assorbire 10ml d’acqua di mare, oltre ad una certa quantità d’acqua che esso assume dal suo nutrimento. Quando i pesci bevono acqua di mare per non disidratarsi, accumulano nel proprio organismo sali in concentrazioni superiori a quelle normalmente presenti nel loro ambiente interno; per ripristinare l’equilibrio devono quindi eliminare i sali in eccedenza, che vengono espulsi attraverso le branchie o con le feci. L’escrezione è svolta in massima parte dall’apparato renale che, mediante la produzione di urina, elimina i sali ammoniacali e, in piccole quantità, creatinina ed acido urico; le branchie provvedono invece ai prodotti azotati più semplici, i composti di urea e di ammonio.


I pesci cartilaginei, quali razze e squali, si sono sottratti allo stress fisiologico affrontato invece dalla maggior parte dei pesci marini grazie ad una particolare adattabilità biologica: producono urea anziché sali ammoniacali ed espellono pochissima urina, aumentando così la concentrazione salina del sangue che raggiunge valori di poco superiori a quelli dell’acqua di mare. Ciò significa che questi animali non hanno bisogno di bere l’acqua di mare, perché quella che circola nel loro corpo attraverso le branchie e la bocca è sufficiente all’attività di filtraggio dei reni. Forse è stata proprio questo adattamento biochimico a confinare i pesci cartilaginei in mare, anche se esistono alcuni rappresentanti delle acque dolci (razze del genere Potamotrigon), ma non esiste alcuna testimonianza fossile che dimostri che i Condroitti siano stati membri rappresentativi della fauna dulcacquicola.


Per quanto riguarda invece i pesci d’acqua dolce, essi hanno un sangue meno salato di quello dei Teleostei marini, ma comunque molto ricco di sali se paragonato all’acqua in cui vivono. La loro tendenza sarà quindi quella di diluire la concentrazione salina interna facendo liberamente affluire acqua dalle branchie e dalle membrane mucose. Uno sviluppato apparato renale provvede poi ad eliminare l’acqua eccedente insieme alle scorie azotate del metabolismo: i pesci d’acqua dolce, infatti, producono un’abbondante quantità di urina, in un giorno circa 10 volte il loro peso; al contrario, i pesci marini eliminano pochissima urina, piuttosto concentrata, per evitare di disidratarsi.
[b]

*Tuesen!* 23-10-2008 17:45

Quote:

...i pesci che fanno pipi'..........
...pipi' gialla....
...troppo forte....
..questa mi mancava veramente....
..complimenti per la fantasia....
rotfl rotfl rotfl rotfl rotfl rotfl
Quote:

I delicati equilibri che permettono la vita nell’acqua dipendono in parte dalla concentrazione di sali in essa disciolti, sia che si tratti di quella dell’ambiente esterno, oppure di quella contenuta nei tessuti e nel sangue. E’ evidente quindi che i problemi di mantenimento dell’equilibrio interno sono strettamente correlati all’ambiente e come siano diversi a seconda che si tratti di un pesce di mare, di uno di acqua dolce o di un pesce che viva in ambienti salmastri. I principali ioni contenuti nell’ambiente interno dei pesci sono uguali a quelli dell’acqua di mare (sodio, calcio, potassio, magnesio, cloruri, solfati), ma presenti in quantità inferiore a quella contenuta in un equivalente volume di acqua marina. Ciò significa che la concentrazione dei sali nelle cellule dei pesci dulcacquicoli è maggiore rispetto a quella che si trova nello stesso volume di acqua dell’ambiente che li circonda. Per il principio di osmosi, attraverso le membrane cellulari semipermeabili l’acqua passa dalla soluzione meno concentrata a quella più concentrata. Nei pesci d’acqua dolce, l’acqua che defluisce attraverso le branchie durante gli atti respiratori passa per osmosi nel sangue, attraverso le sottili pareti dei capillari branchiali e delle mucose della cavità orale.

I pesci marini, al contrario, il cui ambiente interno contiene meno sali in soluzione di quanti ne sono contenuti un equivalente volume di acqua di mare, hanno la tendenza a perdere acqua attraverso queste membrane. In entrambi i casi, comunque, i pesci devono bilanciare l’una o l’altra tendenza per preservare il loro equilibrio interno. I Teleostei marini suppliscono alla perdita di liquidi bevendo l’acqua di mare, come si può facilmente verificare aggiungendo una quantità nota di colorante organico (per esempio, il rosso fenolo) all’acqua di un acquario. Misurando poi la quantità di tintura assorbita dall’intestino dei pesci, si può risalire al volume d’acqua di mare da essi ingoiata. Osservazioni sperimentali condotte sull’anguilla, hanno evidenziato che in 24 ore l’animale è in grado di assorbire 10ml d’acqua di mare, oltre ad una certa quantità d’acqua che esso assume dal suo nutrimento. Quando i pesci bevono acqua di mare per non disidratarsi, accumulano nel proprio organismo sali in concentrazioni superiori a quelle normalmente presenti nel loro ambiente interno; per ripristinare l’equilibrio devono quindi eliminare i sali in eccedenza, che vengono espulsi attraverso le branchie o con le feci. L’escrezione è svolta in massima parte dall’apparato renale che, mediante la produzione di urina, elimina i sali ammoniacali e, in piccole quantità, creatinina ed acido urico; le branchie provvedono invece ai prodotti azotati più semplici, i composti di urea e di ammonio.


I pesci cartilaginei, quali razze e squali, si sono sottratti allo stress fisiologico affrontato invece dalla maggior parte dei pesci marini grazie ad una particolare adattabilità biologica: producono urea anziché sali ammoniacali ed espellono pochissima urina, aumentando così la concentrazione salina del sangue che raggiunge valori di poco superiori a quelli dell’acqua di mare. Ciò significa che questi animali non hanno bisogno di bere l’acqua di mare, perché quella che circola nel loro corpo attraverso le branchie e la bocca è sufficiente all’attività di filtraggio dei reni. Forse è stata proprio questo adattamento biochimico a confinare i pesci cartilaginei in mare, anche se esistono alcuni rappresentanti delle acque dolci (razze del genere Potamotrigon), ma non esiste alcuna testimonianza fossile che dimostri che i Condroitti siano stati membri rappresentativi della fauna dulcacquicola.


Per quanto riguarda invece i pesci d’acqua dolce, essi hanno un sangue meno salato di quello dei Teleostei marini, ma comunque molto ricco di sali se paragonato all’acqua in cui vivono. La loro tendenza sarà quindi quella di diluire la concentrazione salina interna facendo liberamente affluire acqua dalle branchie e dalle membrane mucose. Uno sviluppato apparato renale provvede poi ad eliminare l’acqua eccedente insieme alle scorie azotate del metabolismo: i pesci d’acqua dolce, infatti, producono un’abbondante quantità di urina, in un giorno circa 10 volte il loro peso; al contrario, i pesci marini eliminano pochissima urina, piuttosto concentrata, per evitare di disidratarsi.
[b]

zucchen 23-10-2008 17:49

i pesci zeovit vanno nella lettiera :-))

zucchen 23-10-2008 17:49

i pesci zeovit vanno nella lettiera :-))

*Tuesen!* 23-10-2008 18:05

Quote:

in questo topic ho letto un mare di caxxate :-(* ...(senza offesa per nessuno!) :->
vi spiego:
alla base del metodo Zeovit c'è la zeolite(che è un minerale appartenente al gruppo delle oliti,che sono un raggruppamento di minerali caratterizzati da una compostezza molto porosa,questa sua particolare caratteristica permette un ottimo annidiamento al suo interno di una fauna batterica,che in questo caso sono i batteri ZeoBak.Questi batteri per compiere bene il ''loro lavoro'' devono ricevere un adeguato nutrimento Zeofood)
Inoltre bisogna integrare all'alimentazione di questi batteri una fonte ricca di carbonio Zeostart per accelerare i loro processi di digestione.
Invece si utilizza il carbone per filtrare elementi che ingiallirebbero l'acqua (esempio urina dei pesci)
Questa è la base del sistema Zeovit ;-)
.....Qualcuna l'hai detta pure te eh? :-))

1) i pori della zeolite sono troppo piccoli per qualsiasi batterio (scientificamente provato) il suo ruolo è quella di adsorbire alcuni elementi(o scambiare con altri sali, non ricordo bene); Il principale composto adsorbito (o scambiato) è ammonio/ammoniaca. I batteri si insediano all'ESTERNO della zeolite e non all'interno e per il principio di prossimità degradano buona partre dell'ammonio/ammoniaca adsorbita dalla zeolite (per questo la zeolite dura a lungo)
2)Il carbonio somministrato ai batteri sotto forma di start e food non serve per la digestione(?) ma per l'intero sostentamento delle colonie, infatti i batteri che operano riduzione di inquinanti inorganici sono batteri eterotrofi (che necessitano di nutrimento esterno).

*Tuesen!* 23-10-2008 18:05

Quote:

in questo topic ho letto un mare di caxxate :-(* ...(senza offesa per nessuno!) :->
vi spiego:
alla base del metodo Zeovit c'è la zeolite(che è un minerale appartenente al gruppo delle oliti,che sono un raggruppamento di minerali caratterizzati da una compostezza molto porosa,questa sua particolare caratteristica permette un ottimo annidiamento al suo interno di una fauna batterica,che in questo caso sono i batteri ZeoBak.Questi batteri per compiere bene il ''loro lavoro'' devono ricevere un adeguato nutrimento Zeofood)
Inoltre bisogna integrare all'alimentazione di questi batteri una fonte ricca di carbonio Zeostart per accelerare i loro processi di digestione.
Invece si utilizza il carbone per filtrare elementi che ingiallirebbero l'acqua (esempio urina dei pesci)
Questa è la base del sistema Zeovit ;-)
.....Qualcuna l'hai detta pure te eh? :-))

1) i pori della zeolite sono troppo piccoli per qualsiasi batterio (scientificamente provato) il suo ruolo è quella di adsorbire alcuni elementi(o scambiare con altri sali, non ricordo bene); Il principale composto adsorbito (o scambiato) è ammonio/ammoniaca. I batteri si insediano all'ESTERNO della zeolite e non all'interno e per il principio di prossimità degradano buona partre dell'ammonio/ammoniaca adsorbita dalla zeolite (per questo la zeolite dura a lungo)
2)Il carbonio somministrato ai batteri sotto forma di start e food non serve per la digestione(?) ma per l'intero sostentamento delle colonie, infatti i batteri che operano riduzione di inquinanti inorganici sono batteri eterotrofi (che necessitano di nutrimento esterno).

andre reef 23-10-2008 22:35

emio, l'ho letto su molti libri :-))
e tu no a quanto pare ;-)

andre reef 23-10-2008 22:35

emio, l'ho letto su molti libri :-))
e tu no a quanto pare ;-)

andre reef 23-10-2008 22:38

Abracadabra, spero non te la sia presa male ;-) #13
comunque queste cose non me le sono inventate così tanto per...ma le ho lette sul manuale distribuito nei negozi di Zeovit ;-)

andre reef 23-10-2008 22:38

Abracadabra, spero non te la sia presa male ;-) #13
comunque queste cose non me le sono inventate così tanto per...ma le ho lette sul manuale distribuito nei negozi di Zeovit ;-)

andre reef 23-10-2008 22:40

*Tuesen!*, ti ringrazio molto per i chiarimenti #36#

andre reef 23-10-2008 22:40

*Tuesen!*, ti ringrazio molto per i chiarimenti #36#

zucchen 23-10-2008 22:45

Quote:

Originariamente inviata da andre reef
Abracadabra, spero non te la sia presa male ;-) #13
comunque queste cose non me le sono inventate così tanto per...ma le ho lette sul manuale distribuito nei negozi di Zeovit ;-)

la guida zeovit dice che zeostart è cibo per batteri nitrificanti.....
cosi se abbiamo problemi di nitriti e mettiamo zeostart facciamo la frittata.
non lo sanno neanche loro quello che scrivono

zucchen 23-10-2008 22:45

Quote:

Originariamente inviata da andre reef
Abracadabra, spero non te la sia presa male ;-) #13
comunque queste cose non me le sono inventate così tanto per...ma le ho lette sul manuale distribuito nei negozi di Zeovit ;-)

la guida zeovit dice che zeostart è cibo per batteri nitrificanti.....
cosi se abbiamo problemi di nitriti e mettiamo zeostart facciamo la frittata.
non lo sanno neanche loro quello che scrivono

Abra 23-10-2008 22:50

Quote:

Abracadabra, spero non te la sia presa male
ma che scherzi ;-) però mi pare strano che abbiano scritto una cosa così...ma tutto può essere soprattutto quando si parla di acquari.

Abra 23-10-2008 22:50

Quote:

Abracadabra, spero non te la sia presa male
ma che scherzi ;-) però mi pare strano che abbiano scritto una cosa così...ma tutto può essere soprattutto quando si parla di acquari.

*Tuesen!* 23-10-2008 22:50

Quote:

*Tuesen!*, ti ringrazio molto per i chiarimenti
Di niente, figurati ;-)
Quote:

la guida zeovit dice che zeostart è cibo per batteri nitrificanti.....
cosi se abbiamo problemi di nitriti e mettiamo zeostart facciamo la frittata.
#24 mica ho capito, a parte che i nitrificanti conosciuti sono autotrofi e nella fattispecie chemiotrofi, quindi non capisco a cosa serve un'alimento esterno......e poi perchè se si alzano i nitriti e metti zeostart fai la frittata? Non riesco a seguire... #24

*Tuesen!* 23-10-2008 22:50

Quote:

*Tuesen!*, ti ringrazio molto per i chiarimenti
Di niente, figurati ;-)
Quote:

la guida zeovit dice che zeostart è cibo per batteri nitrificanti.....
cosi se abbiamo problemi di nitriti e mettiamo zeostart facciamo la frittata.
#24 mica ho capito, a parte che i nitrificanti conosciuti sono autotrofi e nella fattispecie chemiotrofi, quindi non capisco a cosa serve un'alimento esterno......e poi perchè se si alzano i nitriti e metti zeostart fai la frittata? Non riesco a seguire... #24

Abra 23-10-2008 22:55

***** ritiro tutto...............a mè ridi in faccia.....a lui lo ringrazi perchè ti ha spiegato :-D :-D

Abra 23-10-2008 22:55

***** ritiro tutto...............a mè ridi in faccia.....a lui lo ringrazi perchè ti ha spiegato :-D :-D

zucchen 23-10-2008 23:16

zeostart è una fonte di carbonio inorganico....cibo per batteri denitrificanti e non nitrificanti come dicono loro...o sbaglio?

zucchen 23-10-2008 23:16

zeostart è una fonte di carbonio inorganico....cibo per batteri denitrificanti e non nitrificanti come dicono loro...o sbaglio?

andrea81ac 24-10-2008 00:06

Allora morale della favola io ho messo la zeolite e i pesci pisciano!
#24 #21

andrea81ac 24-10-2008 00:06

Allora morale della favola io ho messo la zeolite e i pesci pisciano!
#24 #21

andre reef 24-10-2008 15:20

Abracadabra, no dai non dirmi così...
guarda il messaggio dove ''ridevo''...ho tolto la risata #36#

andre reef 24-10-2008 15:20

Abracadabra, no dai non dirmi così...
guarda il messaggio dove ''ridevo''...ho tolto la risata #36#

Abra 24-10-2008 15:26

andre reef, ma vhè che scherzavo eh ;-)

Abra 24-10-2008 15:26

andre reef, ma vhè che scherzavo eh ;-)

andre reef 24-10-2008 15:42

Abracadabra, sì,avevo capito ;-) non preoccuparti...

andre reef 24-10-2008 15:42

Abracadabra, sì,avevo capito ;-) non preoccuparti...


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