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Anubias è una pianta molto lenta, è normale che faccia poche foglie
invece la Bacopa è una pianta completamente diversa: se avesse CO2 sufficiente e nutrimento sufficiente e luce sufficiente, farebbe quasi una foglia al giorno......evidentemente la tua pianta ha delle carenze, a cominciare dal fondo (se è ghiaino inerte) |
Nell'acquario ci sono vallisneria, bacopa e cabomba, tutte piante rapide a grande richiesta di potassio che porterebbero in carenza qualunque acquario senza una fertilizzazione mirata. Inoltre c'è da dire che c'è un un'allelopatia tra vallisneria e bacopa per via radicale a favore della vallisneria.
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Non ho una fonte scientifica a cui far riferimento, mi baso su esperienze di altri appassionati che riportano le loro esperienze in rete. Purtroppo ci sono pochi studi scientifici in generale a riguardo.
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Che poi si riesca anche a stabilire se questi allelopatici agiscono per via "radicale" o attraverso la colonna d'acqua lo vedo molto molto difficile anche per un laboratorio attrezzato. Una osservazione: a dar retta a certe "tabelle" che girano in rete sulle presunte allelopatie, si dovrebbero fare acquari monospecie. Se uno va a cercare i post nei forum su come sono state redatte queste tabelle c'è da rabbrividire (roba del tipo "ho coltivato la pianta x e la pianta y e dopo un po' y è morta, QUINDI x è allelopatica verso y"). Roba per cui se mi secca il cipresso sotto casa è colpa del ceratophyllum che ho in vasca. Personalmente ho coltivato piante presunte allelopatiche (vallisneria ed echinodorus) con successo per più di dieci anni nella stessa vasca. L'echinodorus fioriva e stolonava. La vallisneria idem. Per anni. L'allelopatia "entra" in acquariofilia col libro di D. Walstad. E pure lei cita un paio di esempi di piante pressoché inutilizzate in acquariofilia e descrive (e usa) l'allelopatia VERSO le alghe). Poi, gente che NON ha letto il suo libro si è lasciata prendere parecchio la mano. L'allelopatia "utilizzabile", su cui c'è pure abbastanza materiale in letteratura scientifica, è quella delle piante verso le alghe (usata nel trattamento delle acque eurofiche, ecc. ecc.). Aggiungo che l'allelopatia la si osserva, se la si osserva, gestendo una vasca alla Walstad, ossia SENZA CAMBI per anni. Non in una vaschetta nuova (vecchia di 6 mesi) in cui si fanno i normali cambi. |
si, direi che questa famosa allelopatia è fin troppo "sopravvalutata" nel nostro ambiente... le si dà troppa importanza
non sto dicendo che non esista, sto solo dicendo che alla fine per noi è quasi irrilevante (secondo me) ormai in questo forum ne abbiamo viste di cotte e di crude, e io credo di poter dire che i problemi legati alla crescita delle piante nel 99% dei casi non sono dovuti ad una presunta allelopatia , ma direi in primis al metodo di coltivazione....alla scarsa CO2, al fondo sterile, alla scarsa luce, alla mancanza di nutrienti eccetera. Quindi cominciamo a sistemare queste cose.....poi parleremo anche di allelopatia magari. Quote:
la tua frase mi ha fatto venire in mente una cosa: in realtà, fare una vasca con poche specie o addirittura una sola specie vegetale è quello che io consiglio da anni. istintivamente, senza conoscere l'allelopatia e usando il buon senso, mi è sempre venuto spontaneo usare solo poche specie di piante o addirittura una sola, provenienti dallo stesso areale geografico, perchè lo trovo più "naturale", cioè aderente alla natura. se tu prendi un metro quadrato di qualunque biotopo, tu ci troverai una o due specie vegetali al massimo. è impossibile avere decine di specie diverse nello stesso metro quadrato. quindi non ho mai capito che senso abbia inserire molte specie diverse in un acquario. Secondo me, ha molto più senso (ed è anche più naturale) inserire tanti esemplari delle stessa specie. esattamente come per i pesci. questo ci terrebbe lontani anche da eventuali allelopatie (ammesso che esistano), ma soprattutto l'acquario risulta più naturale e meno artificioso per intenderci, un acquario "olandese" è una cosa assolutamente innaturale, è una forzatura , perchè in natura quella roba non esiste. |
Personalmente cerco di tenermi alla larga da eventuali abbinamenti di piante sconsigliate anche per il fatto che non faccio cambi d'acqua da circa 4 mesi e come dici giustamente tu si può presentare maggiormente in acquari con questo tipo di gestione che in acquari dove si effettuano cambi periodici.
Poi agniuno è libero di provare e fare i suoi esperimenti. |
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Se però "l'esperimento" vuole avere la parvenza di essere un esperimento "scientifico" (ossia che sia, in primo luogo, "riproducibile" e soprattutto pertinente a quello che vuole dimostrare) bisogna che venga fatto con alcuni accorgimenti. Se il "criterio" per la verifica della presunta allopatia è "chiediamo a chi si è seccata la vallisneria" e non facendo una statistica mirata e uno studio riproducibile (cosa MOLTO difficile in casa) è facile che vengano fuori bestialità (ripetute all'infinito perché, si sa, in rete "si dice"). A parte quello, altre cose che mi lasciano perplesso sono (ad esempio, e tra molte altre) le seguenti: - perché piante provenienti da continenti diversi dovrebbero aver sviluppato allopatie intra-specifiche? Sapevano che milioni di anni dopo la loro comparsa qualche acquariofilo le avrebbe messe assieme in una vasca? - perché piante che in natura sono palustri hanno un qualche vantaggio a inibire la crescita di altre specie? Posso capire in un deserto (manca l'acqua), posso capire verso le alghe (inibiscono la fotosintesi della pianta ricoprendola), ma piante palustri hanno vantaggio dal vivere ASSIEME (mantengono l'umidità, offrono resistenza alla furia dell'acqua, ecc. ecc.). Senza contare che specie commestibili potrebbero trovare riparo da eventuali erbivori crescendo accanto a specie velenose. - SOPRATTUTTO: perché queste allelopatie hanno pochi o punti riscontri in letteratura scientifica? - SOPRATTUTTO (2): perché prima che la Walstad pubblicasse il libro l'allopatia non era calcolata nemmeno un po' in acquariofilia, mentre ora viene osservata ogni tre per due? Ovviamente il mio è solo uno spunto. Però provate a fare una breve ricerca (anche su Google scholar). Potrebbe essere illuminante. |
Purtroppo il punto è che in acquariofilia non ci sono molti studi a riguardo forse perché conviene anche a chi le vende lasciare che la gente compri piante diverse che le mette insieme in acquario così poi qualcuna muore e uno e costretto a comprarne altre. Invece nel campo agrario so che ci sono diversi studi a riguardo forse perché conviene che non si perda un raccolto se no poi non si mangia più.
L'allopatica esiste proprio come esiste che una pianta può essere velenosa o che sia urticante o altro. Ognuna sceglie il suo modo di difendersi dal mondo che la circonda. Non è che una pianta sa che si deve difendere da un altra in particolare o che sapeva che miglioni di anni dopo noi le avremo messe insieme in acquario ma a volte prevale per via radicale su altre meno forti perché quello è il suo modo di garantirsi i nutrienti presenti nel terreno. Non è che in natura una pianta esaurito quello che ha a disposizione si può spostare con le gambe e andare da un altra parte. Piuttosto è più logico che faccia morire eventuali "invasori" della sua zona per garantirsi nutrienti più a lungo possibile. |
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Fammi capire: la "lobby dei venditori dei piante acquatiche" influenzerebbe le università di tutto il pianeta per sconsigliare studi sull'allelopatia delle piante? Studi che potrebbero, in teoria, liberarci di migliaia di specie alloctone infestanti? L'Anubias come la Spectre? Casomai, al contrario, certe case produttrici ti venderebbero "l'anti-allelopatico", e a caro prezzo. E non è escluso che succeda prima o poi. PS: gli studi sull'allelopatia ci sono eccome (basta guardare la bibliografia della Walstad, appunto). Semplicemente, le famose "tabelle" sono "inventate" da qualcuno che ha voluto per forza chiamare "allelopatia" una pianta che si secca (come è facile verificare, d'altra parte, rileggendosi le pagine di quei forum che le hanno "redatte" 'ste cavolo di tabelle). PPS: io generalmente le obiezioni le accetto, ma se si afferma qualcosa mi aspetto almeno che si sia verificato quello che si dice. Questa discussione sta andando avanti ad ipotesi infondate (per esempio "non ci sono studi sulle piante acquatiche" quando CI SONO ECCOME e "gli studi fatti dagli hobbisti", quando NON c'è alcuno "studio, nemmeno casalingo, semplicemente un "cherry picking" fatto sui post di una discussione in cui può intervenire CHIUNQUE). Se ci sono novità in letteratura scientifica al proposito, io continuo volentieri la discussione, altrimenti non diamo la colpa ai rettiliani o al complotto plutodemomassonico, per cortesia. |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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