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Sinbad 21-06-2016 17:37

Allora, il carbone attivo devi toglierlo se no annulla l'effetto del medicinale. Lo rimetterai a fine cura per eliminare il medicinale ed il colore del blu di metilene...

Una volta finita la sua funzione depurativa, toglierei dal filtro il carbone attivo.

Da questa tua domanda capisco che stai curando la vasca principale, in questo caso è importrante sapere che l'uso di Faunamor è deleterio per la salute del filro in quanto andrà ad uccidere tutta la flora batterica denitrificante della parte biologica del filtro.

Se ne hai la possibilità togli il filtro e fallo circolare in un contenitore a parte, per poi reinserirlo a fine cura. Se non puoi fare questa operazione allora metti in conto la morte del filtro biologico e la sua relativa rimessa in funzione, a fine cura, e dopo filtraggio con carbone attivo.

Devi prendere una confezione di batteri nitrificanti in sospenzione liquida (meglio in assoluto quelli in fialette di vetro monouso) e rigenerare, nel più breve tempo posibile la flora batterica del filtro.

Il Faunamor devi dosarlo nel seguente modo:

1° giorno: 3ml/100l (fai le debite proporzioni);
Non dare cibo;

2° giorno: Idem;

3° giorno: sospendi il medicinale e dai da mangiare ai pesci;

4° giorno: idem;

5° giorno: idem;

6° giorno: idem;

7° giorno: 3ml/100l (fai le debite proporzioni);
Non dare cibo;

8° giorno: sospendi il medicinale, cambi il 30% dell'acqua e filtri con carbone attivo. Appena l'acqua è diventata limpida metti i batteri nitrificanti nella quantità indicata dal bugiardino, il giorno dopo rinnova la dose dei batteri.

Se vedi che è necessario puoi fare un secondo ciclo, identico al primo, inutile precisare: in questo caso non mettere i batteri ma aspetta la fine del secondo ciclo :-))

Spero di essere stato chiaro, in caso di dubbio fammi sapere.

SofiaC 21-06-2016 18:02

Sì grazie, sei stato chiarissimo, solo che il bugiardino dice di mettere 20 gocce (1ml) ogni 100 litri... a chi do retta? :')
Il filtro l'ho tolto e l'ho messo in un secchio con l'acqua dell'acquario, ma non posso farlo circolare: è comunque una cosa utile o non serve a niente?
Il bugiardino dice che posso rimettere il filtro al 3° giorno e poi toglierlo di nuovo al 7°: secondo te posso farlo o mi conviene lasciarlo nel secchio fino a fine cura?

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Sinbad 21-06-2016 23:47

Sì, per la dose hai ragione tu, ma io sono per una terapia d'impatto e andrei con 2ml/100l (non 3ml/100 come avevo erroneamente scritto) quindi, 40 gocce/100l (al 7° giorno uguale).

Se pensi di fare due cicli, al secondo fai la dose normale: 20 gocce/100l.

Per quanto riguarda il filtro sarebbe meglio farlo circolare ma, se non puoi, lascialo completamente immerso... in 2gg non succede nulla di irreparabile.

Fai come dice il bugiardino. Inoltre, togliendo il filtro, dovresti mettere un aeratore in modo da mantenere un certo movimento dell'acqua.

SofiaC 22-06-2016 00:02

D'accordo, allora per il secondo giorno metterò 40 gocce/100lt, al terzo giorno rimetto il filtro e al settimo di nuovo 40 gocce.
La pompa l'ho lasciata, quindi dovrebbe comunque esserci movimento, senza bisogno dell'aeratore, giusto?

Se dovessi fare un secondo ciclio, comincio subito dopo l'ottavo giorno o aspetto qualche altro giorno?

Ci sono speranze che guariranno?

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Sinbad 22-06-2016 00:43

Sì, se hai lasciato la pompa l'aeratore non ti serve.

Il secondo ciclo devi valutarlo in base alla riuscita del primo. Dopo l'ottavo giorno vedi se i puntini sono scomparsi e vedi se, nei 2gg successivi, i pesci si dimostrano vivaci e in salute.

Sì, hai ottime possibilità di guarigione.

SofiaC 22-06-2016 21:29

Grazie mille, sei stato gentilissimo come sempre.

Spero davvero di riuscire a salvarli, perché anche se starò facendo qualche errore da principiante, ci sto veramente mettendo un sacco di impegno.

Un'ultima domanda: posso trattare anche la vasca degli avannotti o il medicinale li ucciderebbe? Credo che anche qualcuno di loro abbia i parassiti...

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Carmine85 22-06-2016 21:42

Quote:

Originariamente inviata da Sinbad (Messaggio 1062764822)
Ciao, scusate l'intromissione... non è mia intenzione portare critiche ma solo una sana conversazione e scambio di esperienze.

Portare l'acqua a 28 °C ed aspettare 5gg non porta benefici, anzi... accelera il ciclo riproduttivo del parassita aumentando il rischio epidemico.

Se vogliamo fare un trattamento termico terapeutico dobbiamo arrivare, in caso di Ichtyo, almeno a 30 °C ed il trattamento va protratto per 10/15gg, se no non otteniamo alcun effetto curativo.

I protozoi come ichtyophtyrius hanno un optimum biologico tra i 10 e i 19 gradi quindi acqua mediamente fresca..
Solo i tomiti sono resistenti ai trattamenti termici...ad ogni step di temperatura corrisponde uno stadio parassitario
Dopo i 25 gradi i tomiti scoppiano come palloncini..
Lo scopo è quello proprio di accelerare il ciclo riproduttivo per far si che il parassita appena si sviluppa dal tomite schiatta...
Inoltre si tiene in considerazione il tipo di pesce..
Con i discus per esempio si possono raggiungere anche i 32
I poecilidi possono entrare in affanno a 30 gradi...benché possono sopportare un breve periodo di alta temperatura...ma si tiene conto del rischio termico...

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Sinbad 23-06-2016 00:57

Ciao Carmine85, grazie per l'opportunità di scambio di esperienze. Avrei però alcune considerazioni che credo debbano essere approfondite al fine di evitare confusione per chi ci legge e magari cerca qualche aiuto...

Quote:

Solo i tomiti sono resistenti ai trattamenti termici...
Perdonami, ma questo non è corretto. Nel caso, sono le cisti che sono resistenti sia alla temperatura che al farmaco. Il tomite "è" il parassita (non ancora sviluppato in forma adulta) e solo il tomite può essere "ucciso", o a mezzo farmaco o con la termoterapia.
E' il tomite, dotato di ciglia per nuotare, che attacca il pesce insediandosi nell'epidermide dove ha modo di crescere.

Il tomite si sviluppa all'interno della ciste moltiplicandosi, protetto dalla ciste stessa.
Questo processo dura mediamente 5/6 gg alla temperatura di circa 20°C.
Considerando che si avranno diversi processi a diverse fasi di sviluppo contemporaneamente, quello che succede è che possiamo eliminare i parassiti di quel determinato sviluppo ma non andiamo ad intaccare le cisti che, nel frattempo si stanno sviluppando.

Il risultato di questa operazione è che la malattia, che pensavamo debellata, si ripresenta.

Per eliminare questa possibilità, che porterebbe via molto tempo e tentativi si è scoperto che, il ciclo di riproduzione, accelera quanto più è alta la temperatura. In questo modo, accorciando i tempi possiamo curare una vasca afflitta da Ichthyo nel giro di 8gg (invece che di settimane).

Quote:

ad ogni step di temperatura corrisponde uno stadio parassitario
Anche questo non è corretto. La temperatura influisce solo sul ciclo di riproduzione e di crescita.
Non è che a 19 °C hai le cisti ed a 21 °C i tomiti ed a 23 °C il parassita adulto...

Qualsiasi sia la temperatura il ciclo è sempre completo: varia solo il tempo!

Quote:

Dopo i 25 gradi i tomiti scoppiano come palloncini..
Dopo i 25 °C non succede assolutamente nulla se non aver accelerato, di poco, il ciclo riproduttivo.

Il tomite muore a temperature oltre i 30 °C (in caso di Costia - Ichthyobodo - oltre i 32 °C ) ed è proprio questo ciò che non rende sempre applicabile la termoterapia, infatti, come giustamente dici, alcuni dei nostri ospiti mal sopportano temperature troppo elevate... questo, ovviamente, vale anche per piante ed invertebrati.

In questo caso, l'unica soluzione è il farmaco, unitamente ad un aumento di temperatura, entro certi limiti, per diminuire il tempo di cura (detto in parole povere).

Perdonate la lungaggine, ci sarebbe molto altro da approfondire, ma ritenevo comunque opportuno dover precisare determinati processi.

Spero di essere stato chiaro, perdonatemi qualche ridondanza...

Sinbad 23-06-2016 01:10

Quote:

Un'ultima domanda: posso trattare anche la vasca degli avannotti o il medicinale li ucciderebbe? Credo che anche qualcuno di loro abbia i parassiti...
Se anche gli avannotti, che poi devono essere comunque cresciutelli per notare il parassita, sono infetti dovresti trattare anche loro.

Carmine85 23-06-2016 02:32

Quote:

Originariamente inviata da Sinbad (Messaggio 1062765194)
Ciao Carmine85, grazie per l'opportunità di scambio di esperienze. Avrei però alcune considerazioni che credo debbano essere approfondite al fine di evitare confusione per chi ci legge e magari cerca qualche aiuto...

Quote:

Solo i tomiti sono resistenti ai trattamenti termici...
Perdonami, ma questo non è corretto. Nel caso, sono le cisti che sono resistenti sia alla temperatura che al farmaco. Il tomite "è" il parassita (non ancora sviluppato in forma adulta) e solo il tomite può essere "ucciso", o a mezzo farmaco o con la termoterapia.
E' il tomite, dotato di ciglia per nuotare, che attacca il pesce insediandosi nell'epidermide dove ha modo di crescere.

Il tomite si sviluppa all'interno della ciste moltiplicandosi, protetto dalla ciste stessa.
Questo processo dura mediamente 5/6 gg alla temperatura di circa 20°C.
Considerando che si avranno diversi processi a diverse fasi di sviluppo contemporaneamente, quello che succede è che possiamo eliminare i parassiti di quel determinato sviluppo ma non andiamo ad intaccare le cisti che, nel frattempo si stanno sviluppando.

Il risultato di questa operazione è che la malattia, che pensavamo debellata, si ripresenta.

Per eliminare questa possibilità, che porterebbe via molto tempo e tentativi si è scoperto che, il ciclo di riproduzione, accelera quanto più è alta la temperatura. In questo modo, accorciando i tempi possiamo curare una vasca afflitta da Ichthyo nel giro di 8gg (invece che di settimane).

Quote:

ad ogni step di temperatura corrisponde uno stadio parassitario
Anche questo non è corretto. La temperatura influisce solo sul ciclo di riproduzione e di crescita.
Non è che a 19 °C hai le cisti ed a 21 °C i tomiti ed a 23 °C il parassita adulto...

Qualsiasi sia la temperatura il ciclo è sempre completo: varia solo il tempo!

Quote:

Dopo i 25 gradi i tomiti scoppiano come palloncini..
Dopo i 25 °C non succede assolutamente nulla se non aver accelerato, di poco, il ciclo riproduttivo.

Il tomite muore a temperature oltre i 30 °C (in caso di Costia - Ichthyobodo - oltre i 32 °C ) ed è proprio questo ciò che non rende sempre applicabile la termoterapia, infatti, come giustamente dici, alcuni dei nostri ospiti mal sopportano temperature troppo elevate... questo, ovviamente, vale anche per piante ed invertebrati.

In questo caso, l'unica soluzione è il farmaco, unitamente ad un aumento di temperatura, entro certi limiti, per diminuire il tempo di cura (detto in parole povere).

Perdonate la lungaggine, ci sarebbe molto altro da approfondire, ma ritenevo comunque opportuno dover precisare determinati processi.

Spero di essere stato chiaro, perdonatemi qualche ridondanza...

Allora,
Vorrai scusarmi per le inesattezze, ma procediamo a gradi.

Come ben sai, Ichtyophtyrius multifiliis comprende diversi stadi...dipendenti dalla temperatura:
TROFONTE che si localizza nello strato più profondo del derma e comincia a mangiucchiare le cellule dell' ospite , una volta che le ha distrutte comincia a muoversi per poi fuoriuscire all'esterno ( in realtà la cosa è più complessa ma diamo per buona questa cosa)...
Una volta che si è liberato all'esterno genera il TOMONTE che, siccome deriva dal trofonte, la sua resistenza deriva da esso, sia a livello metabolico che morfologico, quindi una volta maturo genera il TOMITE, circa 2000 tomiti da ogni tomonte, ma non sono sempre attivi;
La capacità del tomita di provocare eziopatogenesi , diminuisce con il passare del tempo, ma soprattutto dipende sempre dal metabolismo che ha avuto il tomonte e dalla temperatura...
Solitamente, fra i 2000 tomiti, sono pochissimi a essere resistenti, e già a 25 gradi a salire quelli più deboli e patogenicamente attivi, quindi già soccombono per le poche riserve energetiche che hanno immagazzinato...
Seppure si aumentasse la temperatura sui 30-35 gradi, a quelli più resistenti gli fai un baffo, perché la cellula madre gli ha trasmesso apposta apparati biochimici atti a resistere alla alte temperature....

Ora, nella peggiore delle ipotesi, può capitare che i trofonti possono insediarsi anche nelle branchie causando un massiccio aumento cellulare, corrosione delle branchie e infezioni secondarie...ecco se tu in questo stato aumenti la temperatura, non solo rendi più aggressivo il trofonte, ma rendi lo scambio ossigenico più difficile...
Ragion per cui, prima di raggiungere i fatidici 30 gradi per 15-20 gg ( corretti per carità ) visto che non si possono fare rilevamenti alle branchie, per i pesci piccoli, si consiglia ( questo lo si fa anche in acquacoltura) di procedere a tappe , quindi prima ad una temperatura per debellare i parassiti deboli che in quel momento potrebbero aver aggredito le branchie e i tessuti, poi magari si procede direttamente ad una termoterapia più massicca una volta liberate le branchie....

Per quanto riguarda il resto, si sono state dette alcune inesattezze derivanti dal fatto che in questi giorni , avendo altro a cui pensare, ho effettuato queste leggerezze...vorrai perdonarmi,avrei voluto scrivere tutt'altro.

Quando vuoi possiamo aprire un post tutto nostro dove poter parlare di parassitismo in tutta tranquillità così da illustrarti anche tutte le minime piccolezze ;-D
In fondo la parassitologia acquatica è il mio pane quotidiano poi se è anche la tua andiamo a nozze :-D

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