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Sapete quanto rimane l'infezione in acqua? Sono riuscito a debellare i puntini ( con qualche perdita purtroppo), quanto devo aspettare per fare inserimenti?
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Ho ripescato dal mio pc uno scritto che avevo buttato giù tempo fa, te lo incoolo qua sotto ;-)
Il breve ciclo di vita del Cryptocaryon irritans comincia con l'infezione del pesce da parte del protozoo, che gli si attacca alla pelle tramite due uncini detti ciglia. Il parassita per sopravvivere e riprodursi ha la necessità di trascorre un periodo di tempo aggrappato alle pelle, alle branchie o agli occhi di un pesce. Questo periodo dura tra 3 ai 7 giorni considerando temperature e salinità medie delle vasche tropicali (26 °C e 1.026 di densità ). In questo stadio si nutre dei tessuti dell'ospite e cresce fino 370 micron. Raggiunta la maturità, il parassita si stacca dal pesce fluttuando nell'acqua fino a lasciarsi cadere sul fondo. In meno di 24 ore dal momento in cui si è liberato, si attacca al substrato e si trasforma in ciste. La sua dimensione in questo stadio varia da 0,2 a 0,4 millimetri. Il pesce in questa fase si presenta nuovamente pulito, privo di tutti i puntini come prima di aver contratto la parassitosi ed è errore dei principianti ritenere risolta e superata l’infestazione, senza avere fatto nulla. Invece, dentro le cisti cadute sul fondo, i parassiti si riproducono ad un ritmo vorticoso e all'interno di ciascuna di esse possono svilupparsi anche 200 nuovi tomiti (questo è il nome che prendono i parassiti in questo stadio). Lo stadio di tomita ha una durata variabile fra i 3 e i 28 giorni e, una volta maturi, i parassiti rompono la parete della ciste e iniziano a nuotare nell'acqua alla ricerca di un ospite al quale attaccarsi, cosa che se non avviene entro poche ore, muoiono. Se invece riescono ad aggrapparsi ad un pesce, si insinuano nei tessuti del malcapitato e così riparte un nuovo ciclo di vita. Se il pesce è in forma e ben alimentato, le ondate successive di parassitosi, si dovrebbero presentare in forme via via più lievi, fino a scomparire del tutto. Per aiutare il pesce in questo periodo è consigliabile alimentarlo abbondantemente con ottimi mangimi, aggiungendo qualche goccia di vitamine liquide e succo di aglio al suo cibo. La somministrazione di succo d’aglio ai pesci colpiti da Cryptocarion ha dato risultati interessanti senza evidenziare danni collaterali. L’aglio ha proprietà repellenti e antibiotiche e i suoi effetti, utilizzato a questo scopo, sono molteplici: riduce le infezioni nelle lacerazioni della pelle, contrasta l’azione delle sostanze secrete dal parassita per penetrare la pelle del pesce e danneggia direttamente il parassita. Se invece le ondate successive si dovessero presentare sempre più vaste si renderà necessaria una cura mirata al di fuori della vasca. Diverse sono le metodologie che si possono applicare togliendo il pesce dalla vasca, come i bagni in acqua osmotica di 3/5 minuti, o i trattamenti in vasche curative con medicinali appositi, ma sono tutte pratiche da applicare come ultima spiaggia, in quanto molto stressanti per il pesce già debilitato dai parassiti. Basse percentuali di salinità intorno al 14‰ (1.010 di densità) rallentano il ciclo vitale del parassita fino ad inibirne la riproduzione, ma si parla di valori inapplicabili in acquari con invertebrati e quindi è una metodologia che va applicata in apposite vasche curative. Si procede facendo raggiungere questi bassi livelli di densità al pesce in 3 o 4 giorni e facendolo permanere in questa situazione iposalina per 4/6 settimane, al termine delle quali dovrebbe essere completamente libero dai parassiti e può essere reintrodotto nella vasca principale. Non mi soffermerei invece su altre tecniche da applicare direttamente a tutto l’acquario, come il trattamento con ozono o l’utilizzo di lampade UV, in quanto i probabili effetti collaterali della cura sarebbero più dannosi della parassitosi stessa, come pure l’utilizzo di medicinali a base rame direttamente in vasca che è incompatibile con gli invertebrati. Come anche per gli umani, ritengo che la cosa più importante sia la prevenzione e l’ambiente idoneo: un pesce ben nutrito in una vasca ricca di coralli (i quali possono predare i protozoi) difficilmente si ammalerà, e nel caso succedesse, quasi certamente guarirà da solo. |
Cacchio...
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Ottima spiegazione !!
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sembrava che fosse passato tutto...
domenica a pranzo molti meno puntini (quasi nessuno) ... nel pomeriggio sono tornati (ma meno del solito)... è rimasta così fino ad oggi.... ieri sera ha mangiato bene come al solito... questa mattina era viva... e poco fa l'ho trovata morta :-( stavo dosando vitamine e aglio nel mangime. |
Mi dispiace per il pesce... se leggi nelle prime righe di quanto ti ho scritto sul ciclo del parassita, quello che hai verificato (puntini, scomparsa e successivo ritorno che spesso è fatale) è proprio un caso classico.
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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