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Io faccio parte della schiera di quelli che allevano volutamente le Artemie saline per accrescere gli avannotti di Ramirezi o le larve di zanzara per avere cibo "vero" e completo da dare ai miei pesci. Considerate che in natura non ci sono ne fabbriche di cibo secco, tanto meno freezer per la surgelazione dei chironomus e quindi la via giusta da seguire è quella dell'allevamento... Per imitare il più possibile la dieta naturale. Certo che le Artemie saline in centro America a 200 Km da mare difficilmente si possono trovare...
Per il discorso etico e morale dettato dal tenere o meno pesci in vasche o uccelli in gabbia pensando che essi non siano in grado di percepire la differenza tra un ambiente naturale o la cattività, credo che in parte sia vero. Un uccello nato e vissuto in gabbia, che venisse liberato in natura probabilmente morirebbe di fame dopo poco tempo, per la difficoltà nel reperire il cibo. Altro discorso lo farei per i cani... Se potessero parlare tutti quei cani che vengono VESTITI con cappottini, sciarpette, scarpe e impermeabili... Vorrei che spiegassero ai proprietari che si vergognano come bestie di andare in giro con il cappotto da Babbo Natale... Uomini, i cani vivono su questo pianeta da migliaia di anni e non hanno mai avuto bisogno di essere vestiti, di avere un lettino vicino al termosifone e di una casetta in legno rivestita in neoprene... Se pensate che il vostro cane ha freddo, considerate il fatto che forse lo avete spostato dalle zone di provenienza per il vostro senso egoistico, per avere un animale originario dell'Amazzonia a -10 gradi o un Siberian Husky a 42 gradi in estate. Se volete credere che la cattività sia deleteria, allora evitate di andare in galera assieme ad altri otto detenuti in una cella che ne potrebbe contenere al massimo quattro... Quelle sono scelte di vita e nessuno può affermare il contrario, dal momento che le persone coerenti difficilmente proveranno quel senso di sovraffollamento. Noi acquariofili, invece, costringiamo alla detenzione i nostri pinnuti... Allora perchè non dovremmo farli mangiare come se fossero liberi di predare nel loro habitat ? |
Ok, ma se rimanessero in natura non saremmo costretti ad usare cibo vivo che loro non avrebbero mai mangiato, come l'artemia salina, tutto parte dal nostro egoismo....
ovviamente la consapevolezza di essere egoisti ci permette di tenere i pesci al meglio e magari come in natura (già il fatto che vivano più che in natura significa che la nostra vasca non è come la natura ;-))....... |
Che non siamo dei santi si sa ;-)
Come dice il buon Paolo Piccinelli: i pesci sono nelle nostre vasche per nostro capriccio, e compito nostro farli vivere al meglio. Anche io prediligerei pesci di allevamento che quelli di cattura. Sono per le livree naturali, pinne a velo e ballon non mi piacciono. Per quanto riguarda l'alimentazione viva con pesci la limiterei solo a quei animali, nemmeno la specie ma solo i singoli individui, che altrimenti non si nutrirebbero. In natura un piranha si mangerebbe pezzo a pezzo un pesce come in cattività con la differenza che in natura il povero pesce avrebbe una possibilità di salvarsi. Del resto l'alimentazione viva è un aspetto abitudinario, molti di noi danno artemie per completare la dieta dei pesci, e poco importa se vive o congelate alla fine e sempre un animale che abbiamo deciso di sacrificare per il bene di un altro, senza dargli una possibilità di salvarsi come in natura. E siamo conoscenti che anche non potremo fare a meno di questi "alimenti", per tanti motivi, uno fra tanti stimolare la riproduzione di certe specie. Secondo me bisogna avere rispetto di tutti gli animali anche della morte di quelli che sacrifichiamo per mantenere in salute i nostri animali. Sono anche io contro la spettacolarizzazione della morte, anche se anche se la predazione è un fenomeno naturale. |
il problema per me non è dare in pasto un pesce rosso, ma il farlo per mostrarlo su internet e non per far vivere bene l'animale (un piranha in 20 litri non vivrà mai bene e colui che lo alimenta in 20 litri con un pesce rosso non è altro che un patacca, con crisi di atumostima e mania di esibizionismo), e come diceva il buon piccinelli: chi ha il pesce grosso è per compensare una cosa piccola...(oppure "chi ha il pesce grosso è perchè ce l'ha piccolo", non ricordo bene...#24)
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Il punto è partire da "0" per quale motivo l'uomo ha scelto di allevare e "accudire" altre specie animali? Penso che filosofeggiantemente, siamo sì inseriti in un contesto sociale veramente pieno, ma allo stesso tempo ognuno di noi si sente solo. Appena arriviamo a casa cosa facciamo? ( prima di tutto pipì :D ) poi andiamo a guardare il nostro acquario, la nostra creatura, quel qualcosa che oltre ad essere un hobby, ad occupare il nostro tempo, ci dà un pochino quel senso di onnipotenza, ci fa sentire dei creatori e nel nostro piccolo dei ricercatori. A livello etico molto spinto, non è corretto detenere nessun tipo di animale, a partire da cane (a cui insegniamo a mettersi seduto sotto richiesta, quando per lui il seduto è un segnale comunicativo essenziale, andando così ad interferire col suo etogramma), gatto (grande predatore, che ormai non è più in grado di procacciarsi nemmeno un pasto), rettili, fino ad arrivare ai pesci. Ultimamente a livello etologico si stanno svolgendo miriadi di esperimenti sulle capacità cognitive dei poecilidi(discriminazioni quantitava, qualitativa e altre cosine interessanti), sicuramente non saranno dotati di neuroni specchio, ma sappiamo davvero poco sulla loro cognizione. Per me non è etico dare cibo vivo, ma lo dò (allevo una coppia di Badis Badis); non è nemmeno etico allevare pesci in cattività, o gatti o pretendere dai miei cani numeri da circo, ma faccio tutto questo. E' etico mangiare carne allevata in condizioni non adeguate, o pesci di allevamento in condizioni "disumane" bombardati da antibiotici, sicuramente no. Abbiamo alterato la catena alimentare sia a livello di alimentazione umana, sia per l'alimentazione dei nostri animali da compagnia. E' un circolo vizioso a cui non c'è soluzione. Cerco di allevare il cibo per i miei pesci con tutti i crismi e dando anche a dafnie ed artemie delle condizioni di vita ottimali, dò il 100% per le mie vasche anche se in passato ho commesso molti errori. Cerco di mangiare cacciagione e pesce pescato, pensando che comunque quegli animali hanno affrontato il loro ciclo vitale in modo "naturale". Tante cose si potrebbero evitare. per esempio pavoneggiarsi con video di serpenti che mangiano topini vivi o channa che mangiano pesci rossi, ma non c'è assolutamente differenza fra loro e me che dò artemie e dafnie. Purtroppo nulla di ciò che facciamo è moralmente lecito. Claudia
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Il mio pensiero è:
qualsiasi animale rinchiuso e tolto dal suo ambiente subisce , chiamiamola così, una violenza. Sono d'accordo con Metalstorm che i pesci non hanno una sfera sentimentale ma se non possono essere tenuti alle stesse condizioni che troverebbero in natura bisogna fare in modo che i valori e gli ambienti in cui li teniamo siano più vicini possibili..perché la loro fisiologia deve essere rispettata..un pesce stressato si ammala, un pesce buttato in acque differenti dalle acque in cui si troverebbe in natura vivrebbe male e meno..quindi, visto che li deteniamo, almeno diamogli una vita dignitosa. Pesci in acquari tenuti bene spesso vivono più a lungo che in natura..in vasca, in teoria, non mettiamo predatore e predato per esempio, oppure, vedi killifish, magari riescono a vivere più dei 6 mesi in cui in natura magari devono fare i conti col prosciugamento della pozza o dal passaggio di una ruspa che deforesta... Ci sono casi in cui gli acquariofili hanno salvato specie in via di estinzione o comunque portato avanti in vasca il loro puro genoma , oppure ci sono casi che per avere determinati pesci si stanno portando all'estinzione... Cibo vivo...anche qui...l'etica è importante..non metterei mai in una vasca di 5 piranha un pesce rosso do 15 cm perché verrebbe sbrandellato a morsi con enorme sofferenza..a chi risponde che quella è la natura del predatore rispondo che in natura una preda ha un fiume intero per provare almeno a salvarsi le pinne, in vasca lo condanni a una morte atroce... Non mi faccio problemi a dare agli avannotti le artemie saline...sicuramente non soffrono quando vengono predati.. Concludo dicendo che tutto dipende da come si fa acquariofilia....per questo spesso perdo le staffe quando, dopo aver spiegato il perché e il percome, dall'altra parte sembra che si rimbalzi contro un muro, sempre a scontrarsi coi luoghi comuni e con false credenze... |
Il concetto di etica vuol dire tutto o niente, ognuno ha una sensibilità diversa...comunque direi che ogni acquariofilo che si rispetti deve avere una per così dire "etica acquariofila minima", ovvero garantire all'essere vivente che decidiamo di ospitare le condizioni di vita idonee alla sua permanenza in vasca, in modo che possa vivere in salute, senza stress e avere la possibilità di comportarsi come natura chiede.
poi ci sono livelli di etica diversi: c'è chi ritiene ingiusto avere animali wild, chi non vuol dare cibo vivo, chi non vuole animali che non possono essere riprodotti, ecc....Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma il punto che ho citato poco prima è il minimo sindacale per essere definiti acquariofili e non "possessori di acquari" Perchè decidiamo di portarci dei pesci in casa? non certo per utilità come è avvenuto in origine per cani, gatti e galline......c'è chi lo fa per puro senso estetico e di arredamento, ma direi che la maggior parte di noi lo fa perchè in fondo in fondo vuole soddisfare la sua voglia di conoscere meglio la natura anche stando a casa propria...alla fine ogni acquariofilo è anche un po etologo e biologo Aggiugo una cosa: secondo me, se uno si sente in colpa a "rinchiudere fra 5 vetri" un pesce qualsiasi a prescindere dal fatto che possa offrirgli condizioni di vita impeccabili, per me è meglio che cambi hobby, altrimenti rischia di farsi il sangue acido per nulla ;-) (e non mi riferisco a nessuno, è un discorso generalista) |
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Per il fatto di rinchiudere un pesce fra 5 vetri, anche se non ti riferisci a nessuno, ma senza usare perifrasi, sono io quello che l'ha detto (:-))), non ci posso fare nulla, io mi sento in colpa a rinchiudere un pesce rosso in 5 litri, ma non mi sento in colpa a rinchiudere un nothobranchius palmeri ( o qualsiasi ciprinodontide) in un 60 litri, solo per il fatto che la loro pozza d'acqua è quasi più piccola di quei sessanta litri....... Invece io trovo giusto sentirsi in colpa per aver rinchiuso dei pesci fra 5 vetri, questo sentirsi in colpa provoca l'acquariofilo e lo spinge a tenere al meglio i pesci e a riprodurre sempre di più la natura, se non ci sentissimo in colpa tutti, terremmo un gruppo di 5 discus in 50 litri, sentendoci in colpa però, gli forniamo vasche da 300 e passa litri, il sentirsi in colpa credo possa farci bene...:-) |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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