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evaporazione del cloro
Sposto qui su indicazioni di Mkel77 ciò che ho scritto alcuni giorni fa...
"""Continuo a trovare, anche in questo forum, indicazioni riguardo al fatto di lasciare decantare l'acqua di rubinetto perchè il cloro evapori. Anni fa il negoziante dove andavo a comprare pesci e quant'altro mi disse che il biocondizionatore era necessario (oppure usare acqua RO integrata con i sali) perchè in realtà il cloro non evapora veramente...sparisce solo l'odore, ma il cloro rimane nell'acqua... Dopo vari anni da questo episodio ho chiesto ad un mio amico chimico cosa ne pensasse, e questa è la sua risposta, che concorda con quanto mi disse il negoziante: <<...allora, il cloro in acqua...dal mio punto di vista credo dipenda sia dalla concentrazione del cloro che dalla concentrazione di altri sali, o più precisamente altri ioni (cationi) Na+ Ca2+ ecc.....è molto più probabile che a T e pressione ambiente tenda a combinarsi con questi e a rimanere in soluzione o precipitare!...la perdita di odore potrebbe essere dovuta proprio a questo... il cloro gassoso (Cl-Cl) , che a T e pressione ambiente evapora (anche se molto diluito in soluzione ci metterebbe una vita!) potrebbe dissociarsi in 2Cl- che si combinerebbero con i cationi presenti in soluzione e quindi "nascondersi" non evaporando!...>> Avete fonti migliori che smentiscono quanto scritto qui? Forse il mio amico non ha considerato qualcosa? Altri chimici che intervengono a rispondermi confermando o smentendo? Ciao!"""" Ecco.... Noto che daniele68 a riguardo scrive: <<l’acquariofilo comunque può difendere i suoi ospiti dai composti aloderivati facendo decantare l’acqua e tenendola in agitazione a mezzo di aeratore e possibilmente esposta ai raggi solari in quanto con le radiazioni UV si favorisce l’evaporazione dei composti clorurati>> Mi sa che continuerò a miscelare acqua RO con acqua di rubinetto biocondizionata come ho sempre fatto :-)) |
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Solitamente si tratta di ipoclorito di sodio, in pratica candeggina diluita. |
L'ipoclorito di sodio è instabile. Il cloro evapora ad una velocita' di 0.75 grammi di cloro attivo al giorno dalla soluzione. Quindi l'ipoclorito di sodio riscaldato si disintegra. Questo avviene anche quando l'ipoclorito di sodio entra in contatto con acidi, luce solare o solo per agitazione meccanica.
Nel mio articolo, come fatto notare da Paolo, si parla di cloro utilizzato per disinfettare acque potabili, non di cloro per salare la pasta i sali NaCl e CaCl2 sono più stabili perchè , a parte il legame di tipo ionico che è più stabile, in soluzione acquosa si dissociano ma tendono a circondarsi di altre molecole d'acqua. Il fatto che un elemento si trova in una soluzione sottoforma di composti diversi cambia totalmente anche dal punto di vista di tossicità Esempio, il prezzemolo consumato crudo non ti fa niente , se bevi un decotto schiatti!!! |
Infatti c'è molta differenza tra Cloro (Cl) e Cloruro (Cl-), il secondo è persino indispensabile ;-)
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Grazie a tutti per le delucidazioni in merito!
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Bell'articolo , anche altrove un ragazzo che fa' il chimico aveva trattato il discorso bio condizzionatore in maniera approfondita e anche secondo lui e' "un qualcosa in piu'" di cui si puo' fare a meno :-) .
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A seguito di questa piccola premessa vorrei approfondire il discorso chimico, quindi gli allergici alla chimica saltino pure il post ;-) Nella reazione di dissoluzione in acqua del cloro (idrolisi) manca un passaggio, credo volutamente per non mettere troppa carne al fuoco: Cl2+ H2O -> HOCl + H+ + Cl- Osservate H+ e Cl-: sono dotati di una carica che è data da un elettrone (che indicheremo come e-, negativo). Il cloro ne ha uno in più del dovuto e l'idrogeno ne ha uno in meno. Sono forme chimiche abbastanza stabili un po come la mela di Newton che cade a terra e li si ferma in maniera stabile. Anche il cloro dell'HClO ha un elettrone in più. Il Cl2 della formula invece ha il giusto numero di elettroni (ovvero carica 0). La formula di sopra non è completa e un chimico la scriverebbe così: Cl2+ H2O + 2e- -> HOCl + H+ + Cl- I due elettroni in grassetto sono proprio la chiave di tutto: il cloro è estremamente instabile e tende con prepotenza a strappare via elettroni da altre molecole (=forte ossidante) : le delicate cellule viventi sono un ottimo datore di elettroni. Si dice che vengono denaturate ovvero perdono la loro natura e non svolgono più le loro funzioni. I batteri dell'acqua sono semplici e particolarmente esposti, ma quando gli elettroni di questi finiscono, si passa alle mucose dei pesci. E questo è il motivo della tossicità del cloro, ma anche della sua azione disinfettante. Quanto all'avaporazione del cloro è realtà: il cloro è un gas e come tale, se sciolto in acqua tende ad uscire. Come in tutte le reazioni si forma un equilibrio dispersione/solubilizzazione che viene influenzato da diversi fattori, tuttavia il tasso di evaporazione indicato precedentemente si riferisce solo a certe condizioni operative. Di seguito ne descrivo alcune, che sono generali per tutti i gas disciolti: Il primo parametro è la tensione di vapore, che è uguale a parità di sostanza: se prendiamo in considerazione solo il cloro essa è sempre costante, e pertanto non ci riguarda. Il secondo è la temperatura, che più alta è maggiore è la tendenza del cloro a passare nell'aria. (pensate per esempio l calcolo teorico dell'ossigeno sciolto in vasca che si basa solo sulla temperatura). In terzo luogo, due parametri importanti sono le concentrazioni presenti nell'acqua e nell'aria: maggiore è la concentrazione nell'aria minore è la velocità, che può tendere a 0. Viceversa maggiore è quella nell'acqua maggiore è sarà la velocità di uscita. Mi rendo conto che sia difficile cogliere questo aspetto spiegato in poche righe, pertanto do un'indicazione pratica. Per eliminare il cloro devo lasciare riposare l'acqua in secchio aperto in modo che la parte che passa nell'aria si disperda facilmente e la sua concentrazione gassosa vada a 0. Se uso per esempio una tanica chiusa la concentrazione nella poca aria contenuta diventa significativa e ad un certo punto la reazione si arresta. L'uso di una tanica con tappo aperto garantisce parimenti uno scambio di gas troppo piccolo ed i tempi si allungano a dismisura. Confermo che i tiosolfati sono utili a trasformarlo in forme meno nocive, anche in tempi relativamente brevi. |
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In secondo luogo analizziamo i parametri che influenzano il fenomeno:
Ad una prima, rudimentale analisi del problema possiamo già dire 2 a 1 a sfavore dell'ultimo centimetro d'acqua. Un'analisi più approfondita ci suggerisce di considerare le tre forze in equilibrio: tale equilibrio è difficilissimo da teterminare con calcoli, anche se possibile. Personalmente mi richiederebbe ore ed ore di studio ed eventualmente lo lascio ad altri. La mia opinione (professionale di chimico) è che di fatto le differenze di concentrazione tra l'ultimo centimetro ed il resto della soluzione acquosa sono minime, a meno che non si riscontrino dei depositi sul fondo (per esempio grazie all'uso di coagulanti e di flocculanti). In questo caso però si vedrebbero dei solidi sul fondo del contenitore. Concludendo, in base alle considerazioni esposte, la tecnica è a mio avviso inutile. |
MarcoA ti ringrazio per gli approfondimenti sul discorso chimico che ,insieme al mio ex insegnante di chimica abbiamo evitato per non appesantire troppo il thread e renderlo più semplice possibile..
Quando vengono aggiunte certe perle quali i moti connettivi credo sia interesse di tutti approfondire determinati discorsi nella speranza che i neofiti che leggeranno il thread non si facciano prendere dal panico e , anzi , capiscano il perché di certi consigli dati sul forum. |
Sono un neofita dell'acquario e vorrei ricambiare il favore: se qualcuno non capisce non esiti a chiarimenti da me e da chi ha seguito i due ragionamenti.
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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