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Il discorso della ricerca è "a parte".
Su questo Ti dò ragione. Per il resto, guarda...settimana scorsa ero a Rotterdam ed Amsterdam; ho amici (e qualche cliente) in mezzo mondo, con i quali parlo un giorno si e l'altro no; ho clienti ed amici che lavorano in mezzo globo...e tutto il mondo c.d. "occidentale" è conciato più o meno nella stessa maniera. Dove guadagni di più, spendi di più o hai meno. Non paragoniamo poi le case in Canada e quelle a Milano per cortesia... Ti pare che il Canada abbia lo stesso territorio italiano? Vuoi paragonare una delle città più care al mondo (come Mosca, NY, ecc.) con Toronto? O le case prefabbricate canadesi con le nostre o magari quelle del centro di Milano? Sai quanta gente conosco (compresi parenti) che sono andati a lavorare anni all'estero...e se ne sono tornati in Italia? L'anno scorso un amico laureatissimo (con tanto di master) che vive e lavora da anni a Dubai...mi ha "pregato" di trovargli un lavoro in Italia... Per me - poi - se un laureato lavora come un operaio...è giusto che guadagni come un operaio. Troppa gente si "culla" su un titolo per avere pretese. Ci sono laureati che non valgono una cippa...e gente con la terza media...e due palle così... Il problema di questo Paese è che tutti hanno pretese... Peccato che per il mestiere che faccio...quando vedo certa gente (laureata e non)nelle aziende e come lavorano...sai quanti calci nel culo che gli tirerei..? ;-) Altro che tutela del posto di lavoro... Io lavoro da quando ho 17 anni; ho fatto le prime ferie a 32; non sono mai stato un mese senza lavorare; sono laureato; ho perso mio padre che avevo 6 anni; non ho mai ereditato un centesimo e non ho mai avuto una sola raccomandazione nella mia vita, anzi... Andate a vedere negi States quanta gente laureata lavora come cameriere nei fast food... Senza contare i laureati indiani o pakistani che nel Golfo Persico puliscono i cessi... |
P.s.: ..appena trovato (casualmente)...
http://it.finance.yahoo.com/notizie/...12159.html?x=0 ...siamo uno dei Paesi europei con gi stipendi più alti... |
Quote:
Le case prefabbricate canasesi sono quindi identiche a quelle che siamo abituati a vedere nei film e telefilm americani, sono solo ville e villette e sono fatte bene non assomigliano minimamente ai prefabbricati italiani. Tutti i palazzi invece sono fatti come i nostri, il centro sono tutti grattacieli che Milano non avrà mai. Noi italiani abbiamo l'idea di "prefabbricato" che si avvicina più all'idea di tendopli o di strutture provvisorie e fatiscenti. I prefabbricati in Canada sono all'avanguardia per struttura, materiali e dispersione del calore. Saranno prefabbricati ma proteggono dai loro 40 gradi sotto lo zero meglio delle nostre case che necessitano di un riscaldamento maggiore pur scendendo di poco sotto lo zero, e solo per pochi giorni. I costi di un appartamento sono simili a quelli italiani, ma a differenza dell'italia il costo dell'appartamento non equivale allo stipendio, che sia un mutuo o un affitto. Anche io ho trovato un italiano di Roma che era li e sarebbe tornato subito in Italia... peccato che ha dato motivazioni molto superficiali. |
Quote:
guarda copio e incollo, + chiaro di così... Lo strumento di tutela delle retribuzioni minime vigente nel nostro paese è il cosiddetto minimo sindacale, la paga minima che per legge deve essere contrattata periodicamente tra sindacati e imprese e inserita nei contratti collettivi nazionali di lavoro delle singole categorie. Esiste quindi una retribuzione minima sindacale per i metalmeccanici, gli agricoltori, gli artigiani tessili, i chimici e così via. Dal momento che i contratti collettivi nazionali di lavoro hanno progressivamente esteso la loro efficacia erga omnes - possono cioè essere applicati anche ai lavoratori dipendenti da datori di lavoro che non aderiscono alle organizzazioni che hanno stipulato gli accordi nazionali -, si può in parte affermare che anche in Italia esista un salario minimo, benché differenziato in base alle singole categorie produttive. I problemi sorgono però quando i lavoratori non possono godere dei benefici del contratto collettivo nazionale. In primo luogo, per esempio, alcune tipologie come gli stage e i contratti a progetto, diffusissime in tutta la Penisola, non fanno riferimento ad alcun contratto nazionale di lavoro e non prevedono pertanto che il dipendente venga inquadrato secondo una paga di base: queste forme contrattuali non prevedono quindi salari minimi. Negli ultimi anni, inoltre, come insegna anche l'accordo stipulato dalla Fiat per lo stabilimento di Mirafiori, la contrattazione collettiva nazionale sta lasciando sempre più spazio alla contrattazione a livello aziendale, o di secondo livello. Le imprese, dal canto loro, ambiscono a una minore rigidità contrattuale per poter aumentare la propria produttività ed essere più competitive a livello globale. Dal punto di vista dei lavoratori, però, questa dinamica potrebbe essere penalizzante anche per quanto riguarda i livelli minimi di retribuzione. I motivi sono principalmente due: da una parte, nell'ambito della contrattazione aziendale, le garanzie per i lavoratori rischiano di essere limitate dalla necessità delle imprese di stringere accordi con le parti sociali che prevedano meno vincoli possibili, pena la rinuncia a nuovi investimenti; dall'altra, in questo tipo di accordi le organizzazioni sindacali più forti vengono sistematicamente depotenziate perché spesso non sono disposte a osservare le clausole più restrittive proposte dalle imprese: in questo modo la rappresentanza sindacale finisce col frammentarsi e perdere potere contrattuale per negoziare salari più alti e condizioni di lavoro più vantaggiose. In ogni caso, la contrattazione a livello aziendale guadagnerà inevitabilmente sempre più terreno rispetto a quella nazionale. Starà alla responsabilità delle parti sociali trovare nuovi metodi per garantire ai lavoratori paghe di partenza dignitose e buoni livelli di occupazione senza che le imprese italiane rinuncino a crescere e a diventare più intraprendenti sui mercati globali |
Quoto Alex... e dove sta scritto che il nostro è il paese del Bengodi?
Io ho una figlia laureata che si è rimboccata le maniche e alla fine ha accettato di fare la segretaria con contratto a progetto rinnovato ogni sei mesi e percepisce 700 euro al mese, lavora a 35 km da casa, prende la macchina, di 12 anni che fortunatamente gli ho potuto mettere a disposizione, fino alla stazione, perchè di servizi pubblici da casa mia nisba, poi il treno. Alla fine se dovesse vivere da sola con quello stipendio dovrebbe andare alla caritas per mangiare (se ancora riusciranno a dar da mangiare a tutti). Praticamente è una "bambocciona" che cerca di darsi da fare per una prospettiva migliore ma chi lo sa quando Non so, ci vogliamo confrontare con la Germania forse?? Eppure non siamo fra gli 8 paesi più sviluppati? O forse è la solita storia statistica che tutti si mangia un pollo a testa e invece in realtà c'è chi ne mangia 10 e a tanti a malapena tocca solo l'uovo? Ovvio c'è chi sta peggio di noi, ma ancora non è finita ... e per favore non facciamo i fatalisti con la solita storia della crisi perenne |
Boh!!! #24
Io ho qui in ufficio 20 curriculum di laureati che non saprei dove impiegare. Però un saldatore lo sto cercando da un anno e mezzo e non lo trovo!!! 11 euro netti/ora - 1800 euro netti/mese. #12 #13 |
un saldatore già con esperienza, non certo un operaio che deve imparare il mestiere... mi sembra che stavamo parlando di giovani, che se non hanno opportunità per formarsi .. come fanno ad entrare nel mondo del lavoro? Chi si dovrebbe fare carico di questo?
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Poi... se ne devono fare carico un pò anche loro! ;-) |
io a 20 anni ho fatto...parliamo degli anni 90
agente tecnocasa venditore patatine san carlo montaggio parete vetro/cemento a milano cameriere per cerimonie ora ho un lavoro e non mi posso lamentare ma io non sono mai stato disoccupato eppure non vivo a new your . . . . e QUI lavoro non ce nè poi ovvio se uno si laurea in politiche sociali dello zimbabwe e pensa di trovare lavoro solo perchè si ha la laurea... per chi dice che all estero è diverso mi vien da ridere .. tranne che nella ricerca nel resto d europa la situazione è identica se non peggio http://i289.photobucket.com/albums/l...pazionejpg.jpg detto ciò non voglio dire che non esiste il problema ma voglio far capire che il problema è sempre esistito e solo impegnandosi ancora di più si può costruire un futuro solido, io capisco lo sfogo di rabbia ma abbattersi non serve anzi usa questa rabbia per essere ancora più tenace -28 |
Non avendoci vissuto all'estero non sono in grado di fare paragoni, anche perche' riguardo sia il tasso di disoccupazione che gli stipendi medi/minimi ecc... si ottengono numeretti anche molto diversi modificando i parametri su cui si basano le statistiche. Ergo ognuno ti fa vedere quello che vuole.
Riguardo agli stipendi quando ho avuto di confrontarmi all'estero, personalmente ho quasi sempre trovato stipendi piu' alti, anche mettendo in conto il 'costo' della vita. L'articoletto sullo stipendio minimo e' fuorviante. Infatti occorre vedere quando viene effettivamente applicato lo stipendio minimo. RIguardo la laurea ho gia' scritto piu' volte: se tornassi indietro la prenderei di nuovo. Ma per cultura personale. Quando aiuta a trovare lavoro, e' una scusa per prospettare chissa' quali prospettive, assegnare piu' resposnsabilita' e pagare forse 100 € del minimo sindacale della segretaria. Vi assicuro che se un laureato pur di lavorare decide di fare altre cose, fara' bene a tener ben nascosta la laurea e cancellarla dal curriculum, e 'recitare' benino la parte giusta al colloquio. Gli investimenti mancati in ricerca, non ha influenzato solo i ricercatori. Fin'ora abbiamo vissuto di rendita, ma ora iniziamo a pagare la scarsa innovazione. E se non c'e' innovazione non c'e' bisogno di chi la porti avanti, non c'e' bisogno di laureati, non c'e' bisogno di operai specializzati di nicchia ecc.... ecc.... E se non c'e' innovazione, state tranquilli che l'unico modo per andare avanti sara' sempre piegare la testa davanti al Marchionne di turno ed accettare di tornare indietro come i gamberi. E guardate che questo problema della ricerca si e' forse acuito con la crisi e con il governo attuale, ma da quando leggo 'Lescienze' ormai forse 15 anni, ogni tanto e' sempre comparso l'editoriale che parlava die tagli alla ricerca in Italia e della fuga di cervelli. Oggi come oggi produciamo le stesse cose che producono in cina, a costi notevolmente piu' alti, e con qualita' che si sta uniformando per vari motivi. L'italia per essere competitiva mantenendo il tenore di vita, dovrebbe invece produrre qualcosa un passettino avanti.... che gli altri non sanno fare! La crisi attuale avra' alti e bassi, ma sara' piu' o meno presente per i prossimi 10 o 15 anni, finche' i paesi dove adesso gli operai sono sfruttati non avranno fatto le loro conquiste di dignita' dei lavoratori, e noi non ne avremo perse un po'. |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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