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Ale87tv 09-06-2010 10:15

ecco chi mi mancava da contattare! beh ovviamente il contributo di chi ne sà moooooooolto di più è no gradito, graditissimo! :-))

Nebulus 09-06-2010 10:43

Poi ditemi che non contribuisco a migliorare il forum ;-).

Quote:

Originariamente inviata da Ale87tv (Messaggio 3048518)
I VALORI IN NATURA
ogni pesce, invertebrato, anfibio, pianta, si è evoluto in natura in un determinato range di pH,
durezza, salinità, temperatura, ossigenazione dell'acqua

Correggerei in "concentrazione di ossigeno disciolto".

Quote:

che hanno condizionato la sua evoluzione, anche e soprattutto in termini di biochimica cellulare. alcuni organismi, vedi le Caridinia japonica
Occhio ai refusi; il genere è "Caridina" e dopo il punto va la maiuscola.

Quote:

si sono evolute per avere bisogni differenti nelle varie fasi di vita.
Dai giochi al tempo delle mele. Sostituirei con "l'adattamento all'ambiente in cui si sono evolute le ha portate a necessitare di acqua con caratteristiche diverse a seconda dello stadio di sviluppo in cui si trovano" o qualcosa di simile.

Quote:


L'EVOLUZIONE
L'evoluzione avviene per sommarsi di mutazioni casuali, statisticamente una ogni 10.000 individui,
BOOOOM!!!!!

Vale solo per i virus, che mutano più velocemente di qualsiasi altra cosa ;-)! Il rate va da 1/10.000 mutazione/gene/generazione a 1/1.00.000.000, per i pesci credo sia a metà fra questi due.

Quote:

se la mutazione è positiva e avviene a livello delle cellule seminali e dell’ovulo, l'individuo che si sviluppa manifesta la mutazione si riproduce e la passa alla progenie; se negativa viene stroncata dalla selezione naturale.
E' molto più complicato di così (magari si passasse solo se "positiva"). Io sostituirei con qualcosa tipo "se la mutazione avviene a li vello delle cellule seminali o dell'ovulo (gameti), l'individuo trasferirà la mutazione alla progenie; nel caso in cui la manifestazione di questa mutazione (fenotipo) sia vantaggiosa per l'individuo, questi avrà maggiore successo riproduttivo e la sua progenie sarà più numerosa. Nel caso in cui invece questa sia svantaggiosa, la progenie sarà scarsa e avrà a sua volta minor successo riproduttivo. Col passare delle generazioni ciò porta all'affermarsi delle mutazioni che favoriscono la sopravvivenza la specie all'interno dell'ambiente in cui si sono sviluppate".

Quote:

La selezione naturale (predatori, malattie, competizione) opererà una selezione massale,
"massiva"
Quote:

l'allevamento in condizioni non idonee implica comunque maggiore esposizione a malattie, minor colorazione, comportamenti anomali.
Ok, ma io spiegherei perché.

Quote:

LA SELEZIONE
I pesci di oggi sono selezionati e distanti da i parenti selvatici. vero e falso. l'uomo ha selezionato solo i caratteri fenotipici (in particolare colori e forma delle pinne), anche qui in maniera massale
Vedi sopra.

Quote:

non ha toccato la fisiologia, che viene regolata da un gran numero di geni.
In linea di massima non lo ha fatto.

Questa convinzione (che, appunto, in linea di massima condivido) ti viene da una convinzione erronea, ossia che la selezione naturale sia l'unica forza in atto nell'evoluzione.

Questo non è vero. Ci sono tantissimi fattori in atto, e selezione naturali e mutazioni non sono la stessa cosa. A parte questo, che se vuoi è marginale, le forze in atto sono molte: drift, effetto bottleneck, effetto fondatore, inbreeding, accoppiamento preferenziale...

Capisco che tu voglia giustificare scientificamente la necessità di mantenere gli animali a valori vicini a quelli cui si rinvengono in natura indipendentemente dal fatto che alle spalle abbiano 200 generazioni di allevamento in cattività. Ciò è lodevole, ma non puoi trattare l'evoluzione con un eccesso di indicativi e un difetto di condizionali ;-). Soprattutto non puoi sottointendere che la selezione sia l'unica forza in atto, è erroneo.

Posso dire solo boiate, ma sui pesci d'allevamento c'è un drift pazzesco dovuto proprio alle condizioni d'allevamento e all'effetto bottleneck, vedi ad esempio le 200 Melanotaenia boesemani che Heiko Bleher catturò nel lago nonmiricordopiùquale e dalle quali derivano tutte le boesemani degli acquari del mondo... capisci cosa intendo dire?

L'intento è lodevole e la realizzazione, sinora, non male: solo, io sarei più cauto e farei molti altri accenni. Se non altro per mettersi al riparo dalle critiche :-).

Ciao.

p.s. ORCOZZIO AVEVO APPENA DETTO CHE LA SMETTEVO COI PAPIRI.

p.p.s. ovviamente attendo altri pareri, non sono un evoluzionista e posso aver detto solo scemenze a bandoliera.

Paolo Piccinelli 09-06-2010 10:48

...metto anche io un paio di salsicce al fuoco (solo spunti di riflessione, lascio a voi estendere il pensiero):

- l'ambiente inteso come valori acqua condiziona pesantemente le strategie riproduttive; chiunque provi a schiudere uova di scalare a ph 6 o a ph 8 si rende conto della diversa percentuale di uova ammuffite... se parliamo di selvatici il fenomeno è DRASTICAMENTE ENFATIZZATO

- il ph basso in particolare agisce da antibatterico naturale, i pesci adattati a ph molto bassi (acidofili) barattano un maggiore dispendio energetico per compensare la pressione osmotica con una minore "spesa" immunitaria.

- non solo i valori acqua, ma anche le condizioni di luce e l'allestimento della vasca giocano un ruolo primario (pensate ad esempio alle rocciate malawi o alla torba per i killi)

- l'ambiente seleziona anche la forma e la livrea delle specie; ad esempio un grande discus pò permettersi di essere appariscente ed avere colori sgargianti perchè nelle acque nere in cui vive la visibilità è inferiore al mezzo metro... diferentemente verrebbe mangiato (semplifico ed estremizzo al solo scopo di chiarire il concetto) e sarebbe difficile per lui incontrare partners con cui accoppiarsi

- alcuni pesci "sanno" di avere livree appariscenti e non sanno che in acquario non ci sono predatori, quindi dovremo fornirgli nascondigli e tane per poterli vedere a loro agio; ad esempio un maschio di aulonocara è sgargiante per le femmine, ok, ma è come l'insegna di un fast-food per i predatori... se non gli diamo una tana sicura non lo vedremo mai risplendere!

- la temperatura è a tutti gli effetti un "valore acqua", accostando specie con differenti esigenze termiche si va inevitabilmente incontro a gravi problemi


... e ne ho ancora molti altri...:-))

Ale87tv 09-06-2010 11:01

Graaaaaaaazie nebulos!!! effettivamente si ho semplificato un pò tanto, per la comprensibilità (ma rimedio subito). un dubbio, ma l'effetto bottle neck teoricamento riducendo la variabilità degli alleli del pool dei riproduttori, non mi restringe il range dei valori a cui si sono abituati? sopratutto se gli esemplari catturati fanno parte di una popolazione isolata e stanziale?

:-)) beh se sono questi i papiri fanne altri! :-))

si non è la selezione l'unica forza in gioco nell'evoluzione, ma volevo semplificare, ma posso comunque espandere il discorso, lo stesso per le mutazioni.

comunque grazie e inserisco anche le tue osservazioni!

Paolo Piccinelli 09-06-2010 11:03

secondo me dovreste puntare più sull'interazione AMBIENTE>>>PESCE E PESCE>>>AMBIENTE che sulla genetica, altrimenti si perde il motivo vero del topic, ovvero perchè un pesce sta meglio nelle condizioni ottimali!

Ale87tv 09-06-2010 11:03

grazie paolo! così spiego il "l'allevamento in condizioni non idonee implica comunque maggiore esposizione a malattie, minor colorazione, comportamenti anomali. "
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ok, ma era un aspetto quello del bottle neck che volevo approfondire, ma magari da un'altra parte ;-)

Paolo Piccinelli 09-06-2010 11:10

Io farei una cosa del tipo:

- suddividere i pesci acidofili da quelli alcalofili, spiegando le principali differenze fisiche e spiegando il concetto di PRESSIONE OSMOTICA, che non è chiaro a tutti e spiegare come ognuna di queste famiglie si procura il calcio che le serve per lo scheletro.

- addentrarsi in ognuna delle famiglie andando a cercare ulteriori specializzazioni:

* necessità di ossigenazione
* possibilità di inalare aria atmosferica
*adattamenti immunitari
* necessità di forte o nessuna corrente in vasca (spesso trascurata!!!)
* affinità alle alte/basse temperature
* tolleranza della luce
etc.

...la genetica viene di seguito, perchè è l'ambiente che seleziona le specie e non il contrario.
(sempre a grandi linee, eh!!!):-))

Nebulus 09-06-2010 11:18

Posto che il consiglio di Paolo è ottimo (alla fine è un forum di acquariofilia):

Quote:

Originariamente inviata da Ale87tv (Messaggio 3049138)
un dubbio, ma l'effetto bottle neck teoricamento riducendo la variabilità degli alleli del pool dei riproduttori, non mi restringe il range dei valori a cui si sono abituati? sopratutto se gli esemplari catturati fanno parte di una popolazione isolata e stanziale?

beh, no; cioè, dipende. Ricordati sempre che in genetica ciò che conta è soprattutto il "fattore C" ;-). Se tu peschi, che so, 100 pesci e di questi ce ne sono due che hanno una sovraespressione di un gene, diciamo di una pompa sodio/potassio tale per cui si adattano meglio a valori di salinità leggermente più elevati (sparo a caso), hai un 2% di popolazione meglio adattata a una [Na+] maggiore, che magari in una generazione successiva arriva al 10%... in questo caso il bottleneck ha aumentato il range di tolleranza. Va a caso :-).

Ale87tv 09-06-2010 11:24

a si ok! efettivamente! di pari passo se hai la sfiga di trovarti solo individui che non hanno un allele che sintetizza un determinato tipo di anticorpo che reagisce a un ceppo determinato di patogeno, rendi tutta la popolazione domestica sensibile a quel ceppo. chiaro!
metterei un paletto: non parliamo del maggior vigore ibrido per evitare giustificazioni alle ibridazioni selvagge, tra congeneri o anche no come avviene per alcuni ciclidi, cosa dite?

un altro pò di pareri e stasera posto un'altra versione aggiornata!

Paolo Piccinelli 09-06-2010 11:27

di ibridazioni in natura abbiamo parlato qui tempo fa, fai un cerca.

sono statisticamente poco rilevanti, a meno di condizioni ambientali eccezionali (popolazioni sovrapposte geograficamente, etc.)

ti suggerisco il libro di Barlow "maestri dell'evoluzione"... spettacolare!
(lo trovi su neogea)


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