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La scelta dei cannolicchi come primo stadio filtrante dipende da due fattori:
- L'ostacolo al passaggio dell'acqua è minimo, quindi bloccano soltanto i detriti grossolani (pezzi di foglie, radici, etc.) causando una minima perdita di carico e preservando dall'intasamento le spugne/lane successive, cui arrivano solo detriti fini. - Si distribuisce il flusso sull'intera sezione di passaggio, aumentando lo scambio fra superficie filtrante e fluido ...non so però dirvi quale sia preponderante... probabilmente si equivalgono. Terzo, molto distaccato, quello che per me è il terzo fattore: - sono relativamente semplici da pulire, basta un paio di immersioni in acqua dell'acquario e tornano come nuovi (ovviamente non devono essere porosi). :-)) |
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Ripeto però, che anche questo posizionamento porta con se il difetto di non far sedimentare nulla sul fondo. Credo,che con una realizzazione più mirata in tal senso(far coesistere la realtà dei cannolicchi come primo strato+ la filosofia juwel),possa essere crato un filtro esterno veramente innovativo,ma questa è un altra storia ;-) ;-) |
...dai, facciamo ricreazione qualche minuto... poi si riparte di buzzo buono perchè abbiamo lasciato il lavoro a metà ;-)
Date un'occhiata a questo sito che ho trovato, in particolare guardate la gallery del signor Amano: http://www.finarama.com/gallery/amano.htm Sono scatti spettacolari, o no?!? -05 |
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finora mi trovo bene e gli do una passata in acqua ogni due/tre mesi..... |
Con il 2026 facevo lo stesso... ora con il 2028 e il 2080 (tre cestelli) ho differenziato ;-)
Ci eravamo lasciati a questo punto: Dovremmo rivolgere l'attenzione su: - tipologia e allestimento ottimale filtro - microfauna del fondo (batteri, piccoli crostacei, larve et similia) e sua evoluzione - essenze vegetali che si trovano a loro agio nelle condizioni OTRAC - livello di popolazione e specie ospitabili a seconda del litraggio - EVOLUZIONE Qualcuno di buona volontà che riassume cosa abbiamo concluso sul filtraggio? ...dai, non lasciatemi solo a scrivere boiate... scrivetene qualcuna anche voi!! :-D |
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Si possono utilizzare sia filtri interni che filtri esterni. I filtri interni (migliori per ricchezza di flora, stabilità e manutenzione, IMHO) meglio caricarli con molti cannolicchi porosi e di buona qualità se si vuole ottenere una flora nitrificante sufficiente, visto le condizioni ambientali (pH e KH) non propriamente ottimali per la loro crescita. A monte di questi però, occorre altresì un filtraggio meccanico (spugne sintetiche a grana fine e/o media), in grado di ridurre il carico organico in vasca e che sia di facile accesso e manutenzione (solita e ripetuta strizzata nell’acqua dei cambi d’acqua). Prima del filtraggio meccanico si inserirà la torba (i cui acidi umici e fulvici sono fondamentali in un OTRAC, n.d.r.), con a monte però un (esile) strato di ulteriore filtraggio meccanico per non intasare i pori della “calza” contenente la torba (altrimenti l’acqua passerebbe intorno e non attraverso…). Se sussistono problemi di acqua “torbida” si può utilizzare cotone idrofilo nel filtro. Se si vuole invece utilizzare un filtro esterno (migliore per filtraggio meccanico, efficienza di spazi, volumi ed estetica in vasca), meglio caricarlo come da indicazioni della casa (tranne l’EDEN 501, fatemelo dire), il che vuol dire (nella maggioranza dei casi) con i cannolicchi nel primo vano di entrata del filtro. E’ utile sottolineare però, che tali cannolicchi, oltre a spezzare e a distribuire il flusso in entrata, hanno una funzione prevalentemente meccanica (fermano i detriti più grossi ed evitano l'intasamento prematuro del filtro), in quanto spesso sono seguiti da altri vani in cui sono presenti cannolicchi porosi e/ bioballs con funzione più prettamente biologica. Inoltre nell’utilizzo dei filtri esterni c’è una minor praticità nell’uso e sostituzione della torba. Volendo però, si potrebbe creare una cartuccia apposita, inserita nel tubo di uscita del filtro. Oppure, il sacchetto di torba, si potrebbe anche mettere direttamente in vasca, se si ha a disposizione un punto non in vista (esteticamente parlando) e con un buon livello di corrente (se l’acqua in quel punto è “ferma”, si rischia che lo scambio ionico si arresti o proceda troppo lentamente). Detto questo, per annotazioni, chiarimenti e puntualizzazioni, fatevi pure avanti..... :-) |
Andrea, nulla da eccepire al tuo riassunto e un grazie per averlo fatto ;-)
Ora, riagganciandomi a quanto scritto poco fa in questa sezione e passando al punto successivo, un letto di foglie lasciate a macerare indefinitamente sul fondo o su parte di esso comporta: - rilascio di acidi umici e fulvici - substrato ideale per la nascita e la crescita di microorganismi, infusori, nematodi - un'abbondante fonte di carbonio e composti organici ...ma tutta questa materia in (lenta) decomposizione non costituisce anche un rischio in un ambiente piccolo e chiuso come i nostri acquari? #24 Parlavo sabato pomeriggio con Gianni Ghezzi delle batterie di stabulazione degli altum che lui ha visitato presso Aquarium Glaser a Francoforte... mi diceva che i troppo-pieno delle vasche finiscono in vasche di raccolta situate per terra sotto le batterie e che contengono 20 cm di foglie e torba lasciate marcire in acqua color caffè. Parte di quest'acqua (a ph 3,7) viene reimmessa nelle vasche ciclicamente. In sistemi di queste proporzioni, con migliaia di litri e con un rapporto superficie di scambio/volume molto favorevole alla prima tutto bene... ma il modello è trasportabile in casa? ...e con che accorgimenti? #24 #24 |
Il materiale in decomposizione(in questo caso le foglie) nelle giuste proporzioni,come deve essere la popolazione della vasca,è parte integrante del sistema vasca(vedi le ultime 2 voci da te elencate).
Per quello che riguarda glaser,non riesco a capire bene quel "ciclicamente reimmessa".Ok, per il dove va a finire l'acqua,ma deve esserci anche un altra condotta che riporta l'acqua in vasca.Se tutte le vasche scaricano li anche questa vasca di raccolta dovrà avere un suo scarico,altrimenti tracimerebbe.Per la reimmissione ciclice mi viene da pensare ad una specie di ripristino per il livello. Una cosa del genere,ovviamente rapportato alle corrette dimensioni,forse la si potrebbe ricreare con una sump,ma a questo punto il tappeto di foglie lo faccio direttamente in vasca.Noi possiamo,glaser no :-)) :-)) ti immagini cosa vuol dire fare un tappeto per ogni vasca??meglio far concentrare le vasche in un unico punto, e "curare" questo. |
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Sto cercando anche di farlo scrivere qui ogni tanto, ma la leggendaria ritrosia da manovale bergamasco è un ostacolo insormontabile!! -04 Quote:
Per un allevatore invece realizzare una vasca di foglie ampia con una colonna d'acqua di 20 cm facilita la manutenzione, lo scambio gassoso, il monitoraggio di eventuali e indesiderati processi anossici |
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Seguite le indicazioni della casa, che affermano di inserire i cannolicchi nel primo vano del filtro, ma non le seguite (IMHO) per l'EDEN 501 (i cui costruttori anche hanno progettato il filtro con i canolicchi nel vano di entrata), perchè così è più frequente l'intasamento e/o la riduzione di efficienza nel tempo. In tal caso, invece, o si invertono i materiali, o si mette del perlon prima dei cannolicchi (e si cambia quando ce n'è bisogno) o si effettuano delle modifiche (nei topic di AP ce ne sono diverse effettuate e mostrate nei dettagli) ;-) Per la questione foglie, concordo pienamente con Tuko. #36# |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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