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edvitto 17-01-2008 12:52

Vorrei integrare nel mio piccolo la discussione con due considerazioni.
In merito al discorso dei 5mm, c'è un capitolo su Nanoreef di Knop sul ciclo biologico che indica come tutte le trasformazioni aerobiche e anaerobiche avvengano ciclicamente sulla sperficie delle rocce, e non all'interno. Un interessante disegno mostra come prima si formi una pellicola di batteri aerobici, sotto la quale si creano le colonie di batteri anaerobi.
Mi sembra che questa teoria possa supportare il discorso dei5mm, abbiamo per caso altre verifiche, magari più sperimentali?
Una proposta: e se invece della jumo si utilizzassero frammenti di roccia viva, grandi almeno 1-3cm, come venduti peraltro da Acquaingros? il costo sarebbe molto elevato, però...
Visto che in molti cercano similitudini, il sitema comunque mi sembra un ibrido tra DSB e podpile...

vonjack 17-01-2008 13:18

abracadabra, ti ho chiesto del flusso che attraversa il filtro perchè mi ha fatto pensare il collegamento che ha fatto Rama tra il tuo sistema e quello adottato nelle sump elos.
In queste infatti il flusso è regolabile per modificare il comportamento del filtro.
Magari dico cagate eh, ma non potrebbe essere un parametro fondamentale anche nel tuo caso?

Poi, come è già stato detto, secondo me è fondamentale cercare di capire come agisca sui fosfati oltre che sul ciclo dell'azoto...

Abra 17-01-2008 14:10

vonjack, sicuramente è un parametro fondamentale,ricorda però che i due filtri lavorano in modo totalmente differente ;-)
anche capire come lavora è fondamentale, di + secondo mè è capire quanto dura.

Abra 17-01-2008 14:12

edvitto, ottimo intervento #25 #25 queste cose servono propio x sfatare cose che siamo abituati a dare x scontato non xchè leggiamo e ci studiamo sù,ma xchè ce lo hanno detto e così deve essere ;-)

Ink 17-01-2008 16:03

Tuesen, scusa, ovviamente conosci il sistema molto meglio di me, quindi correggimi se baglio. Tu dici che non si spiega che fine fanno i fosfati perchè non ci sono anaerobici che lo consumano, non c'è apporto di carbonio è non c'è ciclazione tra periodi aerobi-anaerobi. Ma non si diceva che dentro la jumbo sono anaerobi e fuori aerobi, combinando le due utilità?, Quindi non vengono così consumati? Pensavo di aver capito così fino a prima del tuo intervento...poi sono sparito per un po' e sono tornati coi dubbi che tu hai tirato fuori #13

ik2vov 17-01-2008 18:05

Quote:

Vediamo chi apporta carbonio, ragionando quale è l'organismo che produce carbonio organico? I vegetali......quindi la luce che Cristian fornisce al suo filtro permette l'istaurarsi di microalghe, le quali nascono, vivono e muoino. Durante il loro ciclo accumulano carbonio organico tramite la fotosintesi e la CO2 cosicchè alla loro morte diventano FONTE DI CARBONIO ORGANICO per tutti i ceppi di batteri eterotrofi, e quindi avremo sia un'ottima denitrificazione che un ottimale aSportoi fosfati.
Dovremmo poi parlare di come ottimizzarlo, ma questa è un'altra storia.
Ottima analisi Lorenzo, ho quache perplessita' sulla fornitura di carbonio organico da parte delle alghe e dal loro ciclo vitale/morte.

Ciao

Abra 17-01-2008 18:32

ik2vov, e quindi secondo tè da dove li asporto???

*Tuesen!* 17-01-2008 19:06

Quote:

Ciao Tuesen

[tuesen]2- La differenza fondamentale tra questo filtro magico e tutti i biologici ossidanti fino a ora conosciuti è la presenza di luce (sulla quale nessuno si è soffermato)[/tuesen]

in verità è stata la prima cosa che ho detto
Ti chiedo scusa Dani, ma come ho scritto mi sono fermato a pg 6....rileggo con attenzione. :-))
Quote:

non mi ha mai dato grandi soddisfazioni, i nutrienti sono stati bassissimi ma solo per una decina di mesi,poi inesorabilmente hanno cominciato ad alzarsi. il carico organico prodotto dalla vasca era molto modesto. sicuramente illuminavo poco e probabilmente non avevo una circolazione dell'acqua ottimale. fattosta' che dopo 1 anno avevo 1 cm di fango accumulato.
Questo problema esiste,però lo analizzerei in seguito in quanto credo che l'ottimizzazione del filtro consiste proprio nell'evitare grossi accumuli di sedimento che, fin quando si tratta di normale flocculato batterico grossi problemi non li dà (la massa batterica si autoregola) ma quando si tratta di residuo organico proveniente dalla vasca il problema dell'accumulo e dell'eventuale rilascio diventa palese.

Scusate ma faccio a pezzettini perchè ho poco tempo, sòn vecchio e ragiono lentamente.....e ciò un'orzaiolo all'occhio dx che mi fà vedere poco....azz sò un rottame eh? :-D :-D

luker 17-01-2008 19:19

abracadabra,
complimenti per la voglia e la costanza #25
Dal basso delle mie conoscenze salate, da dolciofilo concordo perfettamente con quanto detto da Rama; Flavio ha ingarrato nel seguire quanto si cerca di realizzare con gli HMF.
Hai cercato di ottenere un passaggio lungo la corallina dell'acqua casuale o lo hai studiato ?
Ti faccio questa domanda perchè negli HMF allo stesso modo, come anticipato da Flavio, si tende a pensare che con delle spugne di una determinata dimensione solo un tot di mm interessino i fenomeni biologici però è molto importante la velocità di attraversamento di esse. Parametro fondamentale è sempre stata la "lentezza" di passaggio ed essenzialmente se si superava se non ricordo male un tot di 5cm/min la denitrificazione consumava carbonio più velocemente e quindi poteva portare al crash del sistema.
Infatti un motivo per cui l'HMF era spesso poco stabile è che per ottenere una nitrificazione ed una denitrificazione allo stesso tempo si raggiungevano velocità troppo basse che portavano al crash del sistema; diciamo che l'anello per avere denitrificazione era nel riuscire ad avere costasnza e sicurezza che il trattamento avvenisse sempre ad una velocità di attraversamento bassa ma non tanto da poi riportare i nitrati in nitriti.

Altra domanda, il carbonio, oltre che dall'acqua ovviamente, potresti assimilarlo dai fanghi biologici che eventualmente nello strato più inferiore si vanno a creare per l'eventuale flusso d'acqua più ridotto rispetto alla parte superiore?

Massimo Lo Cascio so che stava sperimentando con i siporax qualcosa di simile nel marino o nel med, non saprei dovresti contattare lui :)

*Tuesen!* 17-01-2008 19:29

Quote:

Lorenzo che la luce favorisca l'ossidazione (e quindi faciliti indirettamente anche la riduzione)......ok . sulla questione del substrato e del materiale utilizzati in questo caso....ho dei dubbi .
Guarda Carlo, riguardo al materiale credo possano andar bene anche i siporax (del resto nel dolce se ben usati denitrificano...perchè non dovrebbero farlo nel marino?) L'unico problema della jumbo , a mio avviso, stà nel fatto che si scioglie molto lentamente (fatto confermatomi da Abra), quindi le impurità contenute al suo interno saranno sicuramente rilasciate in acqua.

Awake scrive:

Quote:

non mi convince la relazione luce-jumbo-alghe-carbonio-batteri per un motivo.
credo che la conformazione della jumbo,anche se da una parte puo' risultare idonea alla colonizzazione batterica ,risulti invece difficile da illuminare per la conformazione cilindrica.inoltre gli strati inferiori di luce ne ricevono pochissima e dubito possa avvenire fotosintesi. quindi se il carbonio per i batteri deve essere fornito dalle microalghe vorrei capire se quel poco substrato illuminato possa fornire un sufficente apporto di carbonio per far lavorare anche gli strati sottostanti non illuminati.

ik2vov scrive:

Quote:

ho quache perplessita' sulla fornitura di carbonio organico da parte delle alghe e dal loro ciclo vitale/morte.
Bhè, in effetti ho pensato molto a questo, ma è l'unica spiegazione plausibile per il funzionamento di un tale sistema. Senza carbonio organico non si ha denitrificazione, i batteri interessati sono eterotrofi, cioè hanno bisogno di nutrimento dall'esterno a differenza dei nitrificanti i quali sono autotrofi (chemiotrofi) cioè riescono a produrre il loro alimento tramite particolari processi chimici che loro stessi attuano. Per questo tutti i sistemi basati sulla denitrificazione ad opera di batteri non alimentati sistematicamente hanno, in genere, bisogno di un lungo periodo di "rodaggio" per entrare a regime (DSB Le rocce vive del berlinese,secchiello di calfo ecc..). Questi lunghi periodi derivano dal fatto che carbonio organico non ce n'è in vasca all'inizio, la maggior parte di quello prodotto dalle alghe viene schiumato e prima che questo arrivi nei punti giusti e in quantità rilevante occorrono molti cicli di nascita e morte dei batteri aerobi (i quali formeranno il substrato ottimale per alimentare i denitrificanti) In questo caso siamo di fronte a una fonte di carbonio endogena (interna al sistema) formata dai fanghi dei nitrificanti morti.
Nel caso di abra il sistema è entrato a regime in un periodo estremamente corto, la velocità con la quale ha iniziato ad abbattere gli inquinanti fà pensare.....e non solo, abbatte nitrati e fosfati a un punto tale che se non somministra grosse quantità di cibo gli LPS soffrono. Solo con l'aggiunta di forti fonti di carbonio organico si otteneva e si ottengono simili risultati....la stessa cosa succedeva con immissioni di forti quantità di fitoplancton il quale, morendo, forniva substrato carbonioso alimentare colonizzabile dagli eterotrofi (molte le testimonianze di forti formazioni di fanghiglia sulle rocce in seguito a massicci dosaggi di fito).

Comunque la riprova è semplice....Abra, spegni la luce per un paio di mesi.... :-))


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