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Re: Il ritorno dell'autovasca - parte II
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Per quanto riguarda quello che è scritto sul mio libro, a pag 107... si mette in guardia dai rischi che si corrono "giocando" con la bollitura. Come sempre, quando si fa una cosa bisogna sapere bene quello che si fa, quali sono gli obiettivi e quali i rischi se non si agisce in modo corretto. |
Maurizio, siccome non ho voglia di mettere tutti i materiali in autoclave per 90 minuti... sto studiando un'alternativa.
Probabilmente prenderò un campione di terra bagnata e la porterò all'ASL per un'analisi batteriologica, se l'esito sarà negativo... vi inviterò tutti a raccogliere fango!!! :-)) |
Paolo, spero di spiegarmi bene e non di essere frainteso, ma perchè prendere acqua e terra dalla natura e non usare materiali "sterili" per poi osservare il crearsi di microfauna etc?
Quali vantaggi da l'usare elementi naturali? |
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Paolo Piccinelli, sono due metodologie di creazione di una vasca differenti. Quello che volevo sapere è se ha più indicazioni, per il tema trattato ovvero un ecosistema quasi autosufficente, inserire elementi presi in natura o partire da una neutralità. :-)
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Daniele, per me inserire materiali presi in natura offre una maggiore biodiversità, oltre ad una maggiroe quantità di nutrienti per la futura flora.
Inserire materiali asettici, oltre a rallentare la colonizzazione dell'acquario, seleziona pochi batteri... ma potrei sbagliarmi ;-) |
Paolo Piccinelli, oooooooooook boss! E' che mi spaventavano le possibili controindicazioni e volevo sapere se i pro erano maggiori, come sembra. :-) ;-)
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