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Esatto Federico, dobbiamo anche vedere quali piante effettivamente sono prettamente acquatiche e vivono sommerse completamente!
Perchè per la maggiorparte delle specie non è così (almeno a quanto ne so io), noi le potiamo e le "costringiamo" a crescere sommerse, altrimenti tenderebbero ad emergere moltissime piante a stelo. Anche le achinodorus vengono spesso coltivate fuori dall'acqua così come si possono adattare le anubias ad essere "anfibie" per esempio... C'è un famoso coltivatore, Roberto Pellegrini (sta anche qui su AP) che coltiva parecchie specie di piante da acquario in forma emersa con ottimi risultati! Non so se esiste una lista di queste specie, però so che sono moltissime se non quasi tutte! :-) P.s. ovviamente anche coltivate emerse hanno bisogno di costante umidità e radici sempre immerse in acqua, come le piante palustri per intenderci! Questa è una pianta di Ludwigia che io sto coltivando in forma emersa fuori al terrazzo (proviene sempre dalle colture di Roberto): http://s1.postimage.org/wydey7w8r/IMG_2129.jpg http://s7.postimage.org/aa0o4tylj/IMG_2226.jpg |
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Blyxa Egeria Elodea Egeria Hydrilla Hydrocharis Lagarosiphon Limnobium Najas Ottelia Stratiotes Vallisneria In più c'è da considerare il Ceratophyllum, la Cabomba, il Myriophyllum, la Lemna, l'Utricularia, il Nelumbo, la Nymphaea, il Nuphar, l'Eichhornia e il Potamogeton. Ovviamente tutto questo per citare i nomi delle specie da acquario a noi più familiari (l'elenco completo sarrebbe eccessivo). Le piante dei generi sopra elencati vivono completamente sommerse o escono fuori dall'acqua solo per pochi centimetri. Ci sono però altre specie acquatiche che in natura vivono dei periodi sommerse e dei periodi emerse, come ad esempio le Cryptocoryne o le Echinodorus. E questi generi hanno la peculiarità di modificare enormemente la loro struttura fogliare a secondo delle condizioni ambientali in cui si trovano. Questo perchè la funzionalità della foglia fuori e dentro l'acqua cambia enormemente sia nella struttura che nella funzione. I tessuti atti alla fotosintesi contribuiscono, nelle piante acquatiche, con una frazione, sul peso totale della pianta, molto maggiore rispetto a quelle terrestri, in quanto i tessuti per il sostegno e la difesa sono molto meno sviluppati. Cosicchè, nelle cellule dell’epidermide (quelle che ricoprono la superficie della foglia) delle piante acquatiche ritroviamo la clorofilla, che nelle piante terrestri è relegata nel mesofillo (in sezione, la zona centrale della foglia, compresa tra la pagina inferiore e quella superiore). Le piante acquatiche, inoltre, possiedono un aerenchima molto più sviluppato rispetto a quelle terrestri. L’aerenchima è un tessuto parenchimatico con ampi spazi intercellulari in grado di far passare i gas. Cosicché le piante acquatiche riescono ad ossigenare meglio anche le parti sommerse che si trovano in zone povere di ossigeno e riescono ad accumulare la CO2 in tali spazi, per poi riutilizzarla anche quando l’acqua né è povera, ossia dopo mezzogiorno. Considerando inoltre il fatto che la diffusione della CO2 in acqua è 10.000 volte inferiore che nell’aria. Addirittura molte specie accumulano la “preziosa” CO2 prodotta dalla respirazione e la riutilizzano per la fotosintesi. Un’altra questione da considerare è che, nelle piante acquatiche, i tassi di assimilazione di CO2 sono molto più bassi rispetto a quelli delle piante terrestri, per il semplice fatto che la superficie totale dell’area dei cloroplasti per unità di superficie fogliare è minore (2- 6 cm2/cm2) rispetto alle piante terrestri; quindi viene ridotta la conduttività della CO2 e la sua diffusione nei siti di carbossilazione. Anche il numero totale di plastidi per unità di superficie fogliare è minore nelle piante acquatiche (2 - 6 106/cm2). In considerazione di ciò e visto che la perdita di acqua dai tessuti fogliari e le problematiche ad essa collegate non sussistono, nelle piante acquatiche (o in quelle che riescono a modificare la loro struttura fogliare), come detto, regrediscono o scompaiono del tutto gli stomi, ossia quelle aperture regolabili sulla pagina inferiore delle foglie che permettono o meno l’entrata e l’uscita dei gas (come CO2 e H2O), in modo da avere la massima diffusione della CO2 nei tessuti. Nelle piante galleggianti invece (come Nimphaea, Nuphar, Lemna,...), gli stomi si sono spostati dalla pagina inferiore a quella superiore delle foglie e sono sempre aperti. Anche la densità cellulare delle piante acquatiche (1000 mg/dm2) è molto più bassa di quelle terrestri, in relazione all’aumento degli spazi intercellulari e dell’aerenchima, mentre, per lo stesso motivo, hanno uno spessore della foglia molto elevato (2000 µm). Quote:
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Entropy interessantissimo qsulle piante emerse !!! Però stiamo andando OT .. puoi aprire un topic in cui ripeti piu o meno questo? Perchè mi interessa molto il fatto della coltivazione emersa, magari anche su come sperimentarla in acquario o su come poter ricreare vasi con piante semi emerse..:-)
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Coltivazione piante emerse I Coltivazione piante emerse II Magari vedo di metterle in evidenza nella sezione Piante ;-) Quote:
E' lì che si parla della fotosintesi delle piante d'acquario e della differenza con quelle terrestri ;-) |
Cavolo non sapevo nemmeno dell'esistenza.. forse sono finiti indietro perchè non erano in evidenza ... adesso vado a leggerli ;-)
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io sono circa3 settimane/un mese (dopo un anno di attività mi son trovato in mano un opuscolo Dennerle, dunque implicitamente rispondo a chi nelle varie pagine si chiedeva se è ancora in voga) che adotto il fotoperiodo spezzato, con benefici di piante più rigogliose e anche la anubias, sembra aver accellerato.
effettivamente nell'ultimo mese ho cambiato anche altri piccoli accorgimenti su co2, però mi sembra che le foglie siano più belle, più "forti" |
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Il perchè l'ho ampiamente spiegato nel post #86 ;-) |
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una domanda.... mi sono letto tutto il tread (Lavorone) ma non mi sembra che nessuno abbia toccato questa cosa
Ho appena acquistato una lampada a LED che simula ALBA/TRAMONTO ovviamente tutto il fotoperiodo è regolabile può dare qualche vantaggio utilizzare ad esempio un fotoperiodo di 12-16 ore graduali rispetto ad 8 ore al 100% ? come sarebbe meglio regolare il fotoperiodo di alba/tramonto? |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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