scriptors
29-06-2007, 10:30
forse sarà solo un sogno o forse no ...
ma mi piacerebbe provarci ;-)
che tipo di fitoplancton, lumachine, vermi, invertebrati ecc. si possono trovare in commercio "VIVI" e che si riproducano facilmente
ho letto che magari si formano da soli e magari creano anche problemi ... ma sarebbe bello ricreare l'intero ecosistema presente in natura
spero di non "sognare" :-))
victor76
29-06-2007, 11:57
scriptors, senza filtro e cambi d'acqua regolari, nessuna vasca potrà mai essere autosufficiente purtroppo
scriptors, guarda questo topic ;-) http://www.acquariofilia.biz/viewtopic.php?t=99005&highlight=konrad+lorenz
scriptors, senza filtro e cambi d'acqua regolari, nessuna vasca potrà mai essere autosufficiente purtroppo
Non è detto se la vegetazione è sufficiente e i pesci sono ridottissimi il sistema potrebbe reggere da solo, ovviamente va reintrodotta l'acqua evaporata
scriptors
29-06-2007, 13:26
victor76
diciamo che un buon fondale potrebbe anche sostituire il filtro (ma sono dell'idea che possa diventare con gli anni solo un buon "filtro secondario")
riguardo i cambi d'acqua, da quanto ho letto (sia per modestia sia per "ignoranza" non mi espongo ulteriormente :-D ) una volta raggiunta una buona "purezza" dell'acqua, e quindi non certo al primo allestimento della vasca, l'unica cosa a cui potrebbe servire il cambio d'acqua è l'abbattimento dei nitrati ... ma credo che le piante "faccino" il loro mestiere se non si ha un allevamento da "pescheria" in vasca
milly
grazie per il link ... anche se speravo in qualcosa di più "dettagliato" ;-) ... ma è comunque un buono spunto per una ricerca :-))
scriptors
29-06-2007, 14:00
Una cosa che non fa danni: l'acquario
Non costa quasi nulla eppure è una cosa magnifica: coprite il fondo di un recipiente di vetro con un pugno di sabbia pulita e piantatevi alcune comuni pianticelle acquatiche, versateci sopra delicatamente alcuni litri d'acqua di rubinetto e ponete il tutto su di un davanzale soleggiato. Quando l'acqua si è purificata e le pianticelle hanno incominciato a crescere, mettetevi dentro alcuni pesciolini: o, ancor meglio, recatevi con un vasetto e con un acchiappafarfalle allo stagno più vicino, immergete alcune volte la rete, e raccoglierete una miriade di organismi viventi.
In quella reticella per me è ancor oggi rinchiuso l'incanto della fanciullezza. Meglio se non si tratta di uno strumento impeccabile, con manico di ottone e borsa di garza; anzi, la tradizione vuole che ce lo si prepari da soli, a casa, in dieci minuti: il manico con un filo metallico incurvato alla bell'e meglio, la borsa con una calza, un pezzo di tenda o un pannolino. Con un simile aggeggio, a nove anni ho catturato le prime dafnie per i miei pesciolini, scoprendo così le piccole meraviglie dello stagno di acqua dolce che immediatamente mi sedusse con il suo fascino. Dopo la reticella venne la lente d'ingrandimento, dopo di questa un modesto microscopio, e con ciò il mio destino fu irrevocabilmente segnato. Chi infatti ha contemplato una volta con i propri occhi la bellezza della natura non è destinato alla morte come pensa Platen, bensì alla natura stessa, di cui ha intravisto le meraviglie. E se ha davvero degli occhi per vedere, costui diverrà inevitabilmente un naturalista.
Dunque voi fate passare. la reticella fra le piante acquatiche del vicino stagno, riempiendovi di solito le scarpe di acqua e di fango. Se avete scelto bene il luogo e avete trovato uno stagno dove c'è roba che fa per voi, presto il fondo della rete sarà tutto un brulichio di piccole creature trasparenti. Rovesciate allora il contenuto della rete nel recipiente che avrete già prima riempito di acqua. Giunti a casa, vuotate delicatamente il vostro bottino nell'acquario e contemplate il piccolo mondo che ora si dispiega ai vostri occhi. L'acquario *è* infatti un universo, dove, come in uno stagno o in un lago naturale, insomma come in un qualsiasi luogo del nostro pianeta, creature animali e vegetali vivono insieme creando un equilibrio biologico. Le piante consumano l'acido carbonico espirato dagli animali e a loro volta esalano ossigeno. E però errato affermare che le piante respirano non come gli animali, ma "alla rovescia": come gli animali esse inspirano ossigeno ed espirano acido carbonico, ma, oltre a questo processo e indipendentemente da esso, le piante in via di accrescimento assimilano l'acido carbonico servendosene per costruire la loro sostanza corporea, e l'ossigeno eliminato eccede quindi quello incorporato con la respirazione. Di questo eccesso di ossigeno vivono uomini e animali. Inoltre le piante sono in grado di assimilare i prodotti della decomposizione di altre creature viventi, reinserendoli nel grande ciclo vitale della materia.
Ogni disturbo arrecato a questo ciclo, all'equilibrata convivenza di animali e vegetali, produce conseguenze dannose. Per esempio molti acquariofili, sia bambini sia adulti, non resistono alla tentazione di inserire nel recipiente, già pieno di animali fino al limite della tolleranza della sua parte vegetale, ancora questo o quel bel pesciolino. E proprio il nuovo pesciolino può essere la rovina di quel mondo che è l'acquario, così provvidamente difeso e amato. Dall'eccesso di animali deriverà infatti una mancanza di ossigeno; allora qualche organismo prima o poi soccomberà, e la sua morte potrà anche passare inosservata. Ma la decomposizione del suo corpo farà enormemente aumentare i batteri, l'acqua si intorbiderà, l'ossigeno diminuirà ulteriormente; allora moriranno altri animali, e la distruzione si propagherà con ritmo incalzante; alla fine anche la vegetazione comincerà a decomporsi, e quello che pochi giorni prima era stato un delizioso e limpido laghetto popolato di prospere pianticelle e di vivaci animaletti diverrà in breve tempo una disgustosa e puzzolente brodaglia.
Da questi pericoli l'esperto acquariofilo si difende con l'aerazione artificiale dell'acqua. Tuttavia questo espediente tecnico sminuisce il pregio dell'acquario, che consiste proprio nell'autosufficienza biologica di quel piccolo universo, cui dall'esterno non occorre alcun aiuto, a parte il nutrimento degli animali e la pulizia della vetrina anteriore del recipiente: se infatti vi domina il giusto equilibrio, l'acquario non ha bisogno di essere pulito! Rinunziando ai pesci più grossi, specie a quelli che sommuovono il fondo, nessun danno si avrà se gli escrementi animali e i tessuti vegetali in decomposizione costituiranno a poco a poco uno strato fangoso; anzi, tanto meglio, perché questo strato penetrerà e renderà fertile il fondo, originariamente sterile. Nonostante il fango, l'acqua rimarrà inodore e conserverà la limpidezza cristallina di uno dei nostri laghetti alpini.
Dal punto di vista biologico, e anche da quello estetico, è meglio inaugurare l'acquario in primavera, popolandolo solo di pochi ramoscelli in germoglio: solo le piante che vi sono cresciute riescono ad adattarsi alle particolari condizioni di quell'ambiente e a prosperarvi, mentre tutte le piante che sono state inserite nell'acquario già adulte vi perdono gran parte della loro bellezza. Anche se distano tra loro solo pochi centimetri, due acquari hanno un'individualità così distinta e ben caratterizzata come due laghi che distino tra loro molte ore di cammino. Ed è proprio questa la straordinaria attrattiva di un nuovo acquario, il fatto che, inaugurandolo, non si ha alcuna idea di come esso si svilupperà, dell'aspetto che assumerà una volta raggiunto il suo equilibrio particolare. Supponiamo di riempire contemporaneamente tre recipienti con lo stesso materiale, disponendoli l'uno accanto all'altro sulla stessa tavola e popolandoli tutti con peste d'acqua (Elodea canadensis) e miriofilli (Myriophyilum verticillatum): nel primo recipiente crescerà, poniamo, una fitta giungla di peste d'acqua che soffocherà completamente i teneri miriofilli, nella seconda potrà accadere il contrario, e nella terza le due specie armonizzeranno, e come dal nulla sorgerà una splendida vegetazione di Nitella flexilis, una graziosa alga verde tutta ramificata a mo' di candelabro. E l'evoluzione dei tre acquari può essere tanto diversa da rendere diverse anche le proprietà biologiche, favorevoli o sfavorevoli all'insediamento di determinati animali; insomma, benché impostati nello stesso identico modo, i tre acquari svilupperanno ognuno il proprio universo particolare.
Ci vuole un certo tatto e molto autocontrollo per permettere a ogni acquario di "trovare la propria fisionomia", perché anche gli interventi meglio intenzionati possono avere effetti deleteri. Naturalmente si può anche impiantare un acquario "elegante", con fondo artificiale e piantine ben distribuite ad arte; un filtro eviterà la formazione di fango e l'aerazione artificiale consentirà di tenervi molti più pesci di quanto non sarebbe possibile in condizioni più naturali. In questo caso le piante avranno una funzione puramente ornamentale, non essendo necessarie agli animali, cui l'aerazione artificiale fornirà abbastanza ossigeno per le loro esigenze vitali.
E' questione di gusti, ma per me un acquario è una comunità autonoma che si mantiene in vita grazie a un *proprio* equilibrio biologico. Altrimenti si tratta di una specie di stalla, cioè di un ambiente tenuto artificialmente pulito, igienicamente ineccepibile, che non è un fine in se stesso, ma solo un mezzo per contenervi determinati animali.
Con una grande esperienza e con un delicato intuito biologico è però possibile, entro certi limiti, predeterminare il carattere generale del microcosmo che si svilupperà poi in un acquario, scegliendone oculatamente il fondo, la posizione del recipiente, la temperatura e la luminosità, e infine gli animali che lo popoleranno. In questo consiste l'arte dell'acquariofilo, in cui eccelleva il mio amico Bernhard Hellmann, perito tragicamente: in uno dei suoi acquari egli era riuscito a riprodurre perfettamente un ambiente naturale ben preciso, il lago di Altaussee; era una vasca grande, assai profonda, fresca, e non troppo esposta alla luce; la vegetazione nell'acqua cristallina consisteva di trasparenti erbe verde chiaro, il fondo sassoso era coperto di scuro muschio dei fossi (Fontinalis) e di graziosa Chara, Gli animali non microscopici erano rappresentati solo da alcune minuscole trote, da qualche varone e da un piccolo gambero fluviale: una popolazione ittica dalla densità non molto superiore a quella di uno stagno naturale. Bisogna far molta attenzione a questo aspetto se si vogliono conservare a lungo e far riprodurre animali acquatici assai delicati. La maggior parte dei pesci esotici ornamentali che vediamo negli acquari dei dilettanti ci facilitano il compito, perché anche in natura essi vivono in piccoli stagni non troppo puliti; l'ambiente dei piccoli stagni tropicali, riscaldati dal sole in modo intenso e uniforme, si può facilmente riprodurre presso una qualunque finestra esposta a sud con un po' di riscaldamento elettrico, certo più facilmente di qualunque tipo di habitat delle acque nostrane. E' questo il solo motivo per cui è incomparabilmente più difficile allevare pesci dei nostri laghi e torrenti che non pesci tropicali. Ora comprenderete perché vi ho consigliato di raccogliere i primi abitanti del vostro acquario dallo stagno più vicino e con la reticella tradizionale. Fra tutte le centinaia di acquari che ho posseduto la mia particolare preferenza va sempre all'acquario più comune, più economico e per così dire più banale, perché le sue pareti racchiudono la comunità vivente più naturale e più perfetta. Davanti all'acquario sì può star delle ore assorti in fantasticherie, come quando si contemplano le fiamme del caminetto o le rapide acque di un torrente. E si imparano molte cose durante questa contemplazione. Se gettassi su di un piatto della bilancia tutto ciò che ho imparato a comprendere in quelle ore di meditazione di fronte all'acquario, e sull'altro tutto ciò che ho ricavato dai libri, come rimarrebbe leggero il secondo!
estratto da http://www.prometheo.it/newsletter/newsletter24.htm
Paolo Piccinelli
29-06-2007, 14:07
Il mio mess. di stamattina non si è caricato...
il solo fatto di introdurre cibo turba l'autosufficienza... per raggiungere l'equilibrio dovresti avere 3-5 pescetti in almeno 1.000 litri d'acqua, artropodi, insetti, vermi, lumache, plancton e fitoplancton, alghe a sfare, usare la luce solare, niente riscaldatori...
Solo mamma natura ha tanta pazienza!!!
scriptors
29-06-2007, 14:22
infatti un paio di litri di acqua di stagno nella mia vasca non credo avrò mai il coraggio di metterceli .... #07
anche se mi piacerebbe MOLTO fare la prova #36#
scriptors, è buona cosa, quando si postano estratti, citare la fonte di provenienza.
scriptors
29-06-2007, 16:19
oops #23
solo che adesso non ricordo più la pagina da dove ho ricopiato la porzione del testo (non aveva nulla a che fare con acquariologia ... era una specie di blog)
se lo ritrovo modifico il post
EDIT ON
fatto !!!
EDIT OFF
Il_dirigente
06-07-2007, 23:50
io ho visto che esistono dei micro ecosistemi venduti in vasche ermetiche con dentro un ramoscello e al massimo un gambero o una lumaca... mi sono sempre chiesto come funzionassero...