Axterix
20-07-2006, 10:55
Gli scienziati vogliono modificarlo e renderlo ancora più efficiente Un pesce trasparente contro l'effetto-serra Si chiama «Salpa aspera» e «mangia» anidride carbonica, sottraendola all'ambiente
Un pesce trasparente contro l'effetto serra. Il suo nome è Salpa aspera ed è poco più grande di un pollice. Il motivo dell'interesse che riveste per la scienza sta nel suo metabolismo. La Salpa aspera, infatti, si ciba di fitoplancton, ricco di carbonio, ma non entra nella dieta di altri animali marini: in questo modo, il piccolo organismo potrebbe dare un contributo notevole (finora trascurato) alla lotta contro le emissioni di gas serra.
LA RICERCA - I biologi statunitensi Laurence Madin, della Woods Hole Oceanographic Institution, e Patricia Kremer, dell'università del Connecticut, hanno grande fiducia nel suo potenziale, come emerge da una loro ricerca pubblicata nella rivista Deep Sea Research. La ricerca è il risultato di numerose spedizioni nel medio Atlantico eseguite nel corso di più di trent'anni, dalle quali è emerso che il piccolo organismo prolifera in modo continuo fino a formare densi sciami in grado di coprire per mesi superfici anche di 100 mila chilometri quadrati. Proprio per questa sua caratteristica «con l'impiego delle più attuali tecnologie ricombinanti, una mutazione articolata del corredo cromosomico porterebbe la Salpa aspera a diventare sempre più efficiente nel legarsi all'anidride carbonica presente nell'aria» spiegano i ricercatori. Capace di metabolizzare, trattenendole, grandi quantità di CO2, «La Salpa aspera se lasciata proliferare su un'area oceanica grande quanto il Portogallo, potrebbe dare risultati davvero significativi contro l'effetto serra».
19 luglio 2006
Ax
Un pesce trasparente contro l'effetto serra. Il suo nome è Salpa aspera ed è poco più grande di un pollice. Il motivo dell'interesse che riveste per la scienza sta nel suo metabolismo. La Salpa aspera, infatti, si ciba di fitoplancton, ricco di carbonio, ma non entra nella dieta di altri animali marini: in questo modo, il piccolo organismo potrebbe dare un contributo notevole (finora trascurato) alla lotta contro le emissioni di gas serra.
LA RICERCA - I biologi statunitensi Laurence Madin, della Woods Hole Oceanographic Institution, e Patricia Kremer, dell'università del Connecticut, hanno grande fiducia nel suo potenziale, come emerge da una loro ricerca pubblicata nella rivista Deep Sea Research. La ricerca è il risultato di numerose spedizioni nel medio Atlantico eseguite nel corso di più di trent'anni, dalle quali è emerso che il piccolo organismo prolifera in modo continuo fino a formare densi sciami in grado di coprire per mesi superfici anche di 100 mila chilometri quadrati. Proprio per questa sua caratteristica «con l'impiego delle più attuali tecnologie ricombinanti, una mutazione articolata del corredo cromosomico porterebbe la Salpa aspera a diventare sempre più efficiente nel legarsi all'anidride carbonica presente nell'aria» spiegano i ricercatori. Capace di metabolizzare, trattenendole, grandi quantità di CO2, «La Salpa aspera se lasciata proliferare su un'area oceanica grande quanto il Portogallo, potrebbe dare risultati davvero significativi contro l'effetto serra».
19 luglio 2006
Ax