robypellegrini
26-04-2005, 20:43
Ciao a tutti,
arrivato all'inizio della primavera posso fare il bilancio su una delle mie esperienze di coltivazione di piante tropicali da acquario in vasche esterne.
Le prove di acclimatazione sono degli strumenti utili per "testare" le caratteristiche intrinseche degli organismi viventi: in generale possono essere utili per scopi farmaceutici, per l'alimentazione o per fini economici; nel caso acquariofilo possono servire per conoscere ulteriormente le potenzialità delle idrofite e per aumentare il numero delle specie coltivabili nei nostri laghetti ornamentali.
So che molti di voi hanno delle esperienze e dei casi personali da raccontare: mettere in contatto i nostri risultati sarebbe un metodo efficace per accrescere il nostro hobby.
Un saluto,
Roberto (areapalustre@areapalustre.it)
Risultati acclimatazioni in esterno - inverno 2004/2005
Molte delle idrofite offerte per uso acquariofilo, e quindi definite come specie tropicali, provengono, in realtà, da zone geografiche con clima paragonabile al nostro o hanno, perlomeno, la capacità intrinseca (in determinate condizioni) di superare periodi con basse temperature.
Per provare la resistenza di alcune di queste specie e verificare la loro reale possibilità di acclimatazione in esterno durante tutto l’anno, ho realizzato questa esperienza. Per dare un valore maggiore a questa prova di acclimatazione espongo di seguito le caratteristiche climatiche e la struttura della vasca di coltivazione.
Note climatiche: l’inverno 2004/2005 si è presentato in tutta Italia più rigido e freddo rispetto alla media. Nella mia zona (Provincia di Pistoia, Toscana settentrionale – circa 60 m s.l.m.) si sono registrate temperature minime dell’aria pari a -6°/-7°C, con frequente presenza di ghiaccio sulla superficie dell’acqua e con 2 eventi nevosi (fenomeno del tutto straordinario per la zona in questione).
Caratteristiche del contenitore: la vasca è un mastello rettangolare in plastica nera la cui altezza massima è 35 cm; il contenitore è stato appoggiato sul pavimento in cemento con una esposizione in pieno sole.
Metodo di coltivazione: le piante, inserite in vasi di plastica con substrato idoneo, sono state coltivate durante la stagione primaverile-estiva assecondando la loro natura di piante palustri o di piante strettamente acquatiche. A fine settembre il livello dell’acqua è stato alzato fino al bordo della vasca , provocando la sommersione di tutte le piante: considerando un’altezza media dei vasi pari a 20 cm, i vegetali si trovavano immersi in circa 15#18 cm di acqua. Con il passare del tempo alcune piante hanno raggiunto ugualmente la superficie, trovandosi a contato diretto con il ghiaccio, fattore che ha permesso di realizzare 2 situazioni: quella a contatto con il pelo dell’acqua e quella in completa sommersione.
Qui di seguito sono esposte le specie coltivate e i relativi risultati: alcuni sono apparsi scontati (sia perché già sperimentati, sia perchè già ampiamente documentati da altri testi) altri, invece, si sono manifestati interessanti e degni di nota.
Legenda:
Pianta sopravvissuta = !
Pianta non sopravvissuta =
Specie-Risultato-Note
-Didiplis diandra Pur trattandosi di una specie distribuita in Nord America non è sopravvissuta; c’è da ipotizzare la perdita per altri fattori.
-Egeria densa ! Non ha subito danni.
-Lilaeopsis brasiliensis ! Oltre che sommerse, alcune piante si sono sviluppate sul pelo dell’acqua, andando in contatto diretto con il ghiaccio: in nessuno dei casi hanno subito danni.
-Lilaeopsis carolinensis ! Oltre che sommerse, alcune piante si sono sviluppate sul pelo dell’acqua, andando in contatto con il ghiaccio: in nessuno dei casi hanno subito danni.
-Limnophila heterophylla
-Myriophyllum hippuroides ! Non ha subito danni.
-Najas guadalupensis ! Non ha subito danni.
-Nymphoides aquatica ! La pianta è andata in una sorta di quiescenza, perdendo quasi totalmente le foglie, producendone di nuove appena la temperatura si è alzata.
-Rotala rotundifolia “Red” ! Le foglie in superficie a contatto con il ghiaccio si sono bruciate, ma la parte radicale sommersa è sopravvissuta ed ha prodotto nuovi getti.
-Sagittaria montevidensis ! La giovane pianta viveva completamente sommersa.
-Vallisneria spiralis “Red” ! La foglie hanno subito qualche danno.
-Zosterella dubia ! Le foglie in superficie a contatto con il ghiaccio si sono bruciate, ma la parte radicale sommersa è sopravvissuta ed ha prodotto nuovi getti.
arrivato all'inizio della primavera posso fare il bilancio su una delle mie esperienze di coltivazione di piante tropicali da acquario in vasche esterne.
Le prove di acclimatazione sono degli strumenti utili per "testare" le caratteristiche intrinseche degli organismi viventi: in generale possono essere utili per scopi farmaceutici, per l'alimentazione o per fini economici; nel caso acquariofilo possono servire per conoscere ulteriormente le potenzialità delle idrofite e per aumentare il numero delle specie coltivabili nei nostri laghetti ornamentali.
So che molti di voi hanno delle esperienze e dei casi personali da raccontare: mettere in contatto i nostri risultati sarebbe un metodo efficace per accrescere il nostro hobby.
Un saluto,
Roberto (areapalustre@areapalustre.it)
Risultati acclimatazioni in esterno - inverno 2004/2005
Molte delle idrofite offerte per uso acquariofilo, e quindi definite come specie tropicali, provengono, in realtà, da zone geografiche con clima paragonabile al nostro o hanno, perlomeno, la capacità intrinseca (in determinate condizioni) di superare periodi con basse temperature.
Per provare la resistenza di alcune di queste specie e verificare la loro reale possibilità di acclimatazione in esterno durante tutto l’anno, ho realizzato questa esperienza. Per dare un valore maggiore a questa prova di acclimatazione espongo di seguito le caratteristiche climatiche e la struttura della vasca di coltivazione.
Note climatiche: l’inverno 2004/2005 si è presentato in tutta Italia più rigido e freddo rispetto alla media. Nella mia zona (Provincia di Pistoia, Toscana settentrionale – circa 60 m s.l.m.) si sono registrate temperature minime dell’aria pari a -6°/-7°C, con frequente presenza di ghiaccio sulla superficie dell’acqua e con 2 eventi nevosi (fenomeno del tutto straordinario per la zona in questione).
Caratteristiche del contenitore: la vasca è un mastello rettangolare in plastica nera la cui altezza massima è 35 cm; il contenitore è stato appoggiato sul pavimento in cemento con una esposizione in pieno sole.
Metodo di coltivazione: le piante, inserite in vasi di plastica con substrato idoneo, sono state coltivate durante la stagione primaverile-estiva assecondando la loro natura di piante palustri o di piante strettamente acquatiche. A fine settembre il livello dell’acqua è stato alzato fino al bordo della vasca , provocando la sommersione di tutte le piante: considerando un’altezza media dei vasi pari a 20 cm, i vegetali si trovavano immersi in circa 15#18 cm di acqua. Con il passare del tempo alcune piante hanno raggiunto ugualmente la superficie, trovandosi a contato diretto con il ghiaccio, fattore che ha permesso di realizzare 2 situazioni: quella a contatto con il pelo dell’acqua e quella in completa sommersione.
Qui di seguito sono esposte le specie coltivate e i relativi risultati: alcuni sono apparsi scontati (sia perché già sperimentati, sia perchè già ampiamente documentati da altri testi) altri, invece, si sono manifestati interessanti e degni di nota.
Legenda:
Pianta sopravvissuta = !
Pianta non sopravvissuta =
Specie-Risultato-Note
-Didiplis diandra Pur trattandosi di una specie distribuita in Nord America non è sopravvissuta; c’è da ipotizzare la perdita per altri fattori.
-Egeria densa ! Non ha subito danni.
-Lilaeopsis brasiliensis ! Oltre che sommerse, alcune piante si sono sviluppate sul pelo dell’acqua, andando in contatto diretto con il ghiaccio: in nessuno dei casi hanno subito danni.
-Lilaeopsis carolinensis ! Oltre che sommerse, alcune piante si sono sviluppate sul pelo dell’acqua, andando in contatto con il ghiaccio: in nessuno dei casi hanno subito danni.
-Limnophila heterophylla
-Myriophyllum hippuroides ! Non ha subito danni.
-Najas guadalupensis ! Non ha subito danni.
-Nymphoides aquatica ! La pianta è andata in una sorta di quiescenza, perdendo quasi totalmente le foglie, producendone di nuove appena la temperatura si è alzata.
-Rotala rotundifolia “Red” ! Le foglie in superficie a contatto con il ghiaccio si sono bruciate, ma la parte radicale sommersa è sopravvissuta ed ha prodotto nuovi getti.
-Sagittaria montevidensis ! La giovane pianta viveva completamente sommersa.
-Vallisneria spiralis “Red” ! La foglie hanno subito qualche danno.
-Zosterella dubia ! Le foglie in superficie a contatto con il ghiaccio si sono bruciate, ma la parte radicale sommersa è sopravvissuta ed ha prodotto nuovi getti.