Visualizza la versione completa : Biotopo palustre-oasi WWF
Ciao a tutti! Vi spiego un po' cosa la mia mente acquariofila malata sta escogitando. Su richiesta di Ale87tv mi prendo per tempo e apro la discussione, anche se la realizzazione andrà fatta a primavera molto probabilmente (post sessione d'esami:-D). Diciamo che non potendo più avere vasche "importanti" mi consolo così:-D
Conosco una persona che lavora in un'oasi del WWF, precisamente l'oasi degli stagni di Casale (VI). Parlando è venuta fuori l'idea di allestire una vasca per i visitatori, per permettere la visione "da dentro" dello stagno e dei suoi abitanti; nonché sensibilizzare sulle tematiche ambientali e spiegare il complesso ma delicato equilibrio che sta alla base anche della più piccola pozzanghera (e a cui noi, volenti o meno, consapevoli o no, siamo legati a doppio filo).
L'allestimento è ancora tutto campato in aria, quindi chiunque voglia contribuire con consigli/proposte alla sua realizzazione è molto ben accetto:-)) teoricamente sono riuscito a recuperare una vasca cubica di circa 500 litri. Pensavo che al centro dell'allestimento potrei costruire una sorta di cubo per poter coltivare le piante palustri in semiemerso.
Per ora le idee si fermano qui:-)
ecchime qua :-D
per prima cosa: non ho capito (come al solito una cippa) pensavo si trattasse dell'oasi di casale sul sile :-D ma bene uguale.
Il "per tempo" è soprattutto per capire bene la normativa e la burocrazia.
se punti agli anfibi autoctoni, come mi accennavi l'altro giorno, è un casino. Ma tanto. Come minimo devi appoggiarti ad università o ad un altro ente di ricerca e conservazione riconosciuto , e anche in quel caso nessuno sa dirti niente, ti rimbalzano da un ufficio all'altro, e non è scontato che ti diano il via libera.
Se punti ai pesci autoctoni, la situazione è diversa. Per le specie pescabili, ti basta un collaboratore con regolare licenza di pesca, oppure possono venirti incontro i guardia pesca. Ma anche la cosa è lunghetta e devi presentare un progettino.
Poi partono i problemi tecnici: su di tutti la temperatura estiva :-), per la vasca almeno se a posto (misure della vasca?)
La vasca sarà allestita dentro al centro, fresco anche nel periodo estivo. Vasca circa 90*80*70.
Perché dici che devo associarmi ad un ente o ad un'università? Devo ancora trovarmi col responsabile dell'oasi, che comunque avverrà a breve. Spero saprà lui illuminarmi sui vari problemi burocratici/legislativi. Poi vi farò sapere.
Eventualmente darò libero sfogo alla mia creatività ed allestirò con sole piante e microfauna. E già sarebbe una bella cosa:-)
Emiliano98
26-11-2013, 21:01
Che pesci ci sono? Certo che le misure della vasca la penalizzano un pò :-)
Perché dici che devo associarmi ad un ente o ad un'università? Devo ancora trovarmi col responsabile dell'oasi, che comunque avverrà a breve. Spero saprà lui illuminarmi sui vari problemi burocratici/legislativi. Poi vi farò sapere. perchè così la ufficializzi come ricerca e conservazione, e ti possono fare una deroga per alcune normative.
Bisogna vedere la temperatura dello stagno, se è uno stagno sale d'estate, ma se è una risorgiva resta sui 14°C
poi bisogna vedere i pesci che ci sono, qualche idea ce l'avrei come fauna :-)
No è una pozza. In teoria era una cava di argilla. Abbandonata è stata colonizzata ed è diventata meta di migrazione.
Per le specie appena faccio un sopralluogo vi so dire tutto:-) anche io pensavo che la vasca cubica fosse una cosa negativa.. Invece mettendola al centro di una stanza è visibile da tutti e 4 i lati. Penso alle scolaresche in visita....;-)
si si, sei solo limitato dal lato lungo di 90 cm... che proprio un limite non è.
al centro metterei una ceppaia di ontano, scavandoci il filtro e mettendoci sopra delle piante semiemerse :-)
Emiliano98
26-11-2013, 21:34
Sicuramente ci vedrei un tronco centrale bello grosso :-)
Magari dicci anche la flora presente :-))
Eccola li!! Altro che cubo di plexiglas:-D grande#70
molti anni or sono avevo realizzato parecchie vasche con habitat nostrani per alcune associazioni.
Ricordo una che simulava un ambiente lacustre nella quale avevo posto al centro delle fascine ricreando l'ambientazione tipica del persico reale, accompagnandoli con piccole alborelle che simulavano (e talvolta diventavano ) le loro prede.
Altra vasca era la simulazione di un'ansa del ticino con persici sole, triotti e piccole scardole.
Ne ricordo una che simulava piccolo torrente, relizzata con soli sassi pompa di movimento e refrigeratore, con molti vaironi come fauna e muschi come flora.
Idealmente mia regola fissa, era ricreare il tutto con materiale di arredo prelevato direttamente dal luogo di origine, per rendere tutto il più possibili vicino, per una volta, al senso della parola biotopo..
Good luck.
;-)
molto interessante, ne ho allestite anche io, ma solo per esposizioni temporanee..
avevi problemi con la temperatura?
molto interessante, ne ho allestite anche io, ma solo per esposizioni temporanee..
avevi problemi con la temperatura?
solitamente erano in ambienti temperati, quindi riscaldati in inverno e raffrescati d'estate.
Piccole escursioni ma mai drastiche, diciamo temperature massime di 23 24 gradi a memoria, solo in periodi particolarmente caldi. Poi giovava la quantità d'acqua delle vasche e si interveniva con cambi d'acqua.
Mentre quando si creavano vasche con tematiche torrentizie, vedi quella per vaironi oppure temporanee per esposizioni con all'interno piccoli di temoli o fario, avevo un amico in gamba che realizzava refrigeratori partendo da vecchi frigoriferi oppure si realizzava un circuito forzato in cui si faceva passare l'acqua in radiatori d'acciaio raffreddati da numerose ventole.
grazie del tuo apporto! :-)
Grazie delle info T_M:-) quella del refrigeratore auto costruito è interessante!
Grazie delle info T_M:-) quella del refrigeratore auto costruito è interessante!
guarda, per quelli ricavati da vecchi frigo, sfruttava motore e serpentina unendoli ad uno scambiatore di calore; mentre per gli altri con radiatori ne costruivamo di semplici con tubi e raccordi di acciaio, raffreddando con scambio termico grazie a ventole.
Praticamente molto simile ad un raffredddamento a liquido per pc.
Ciao.
cardisomacarnifex
02-12-2013, 00:12
La vasca in questione sarà collocata all'esterno, in luogo protetto, oppure sarà un vero e proprio acquario indoor?
Dentro. Per permettere, anche d'inverno, la visione da parte dei visitatori:-)
Emiliano98
02-12-2013, 17:43
A quando un sopralluogo? :-)
Ma non esiste un elenco di fauna e flora presenti in quell'ambiente? così potevamo proporre qualche idea per la popolazione :-)
Nel sito c'è qualcosa :-)
Emiliano98
02-12-2013, 19:01
Che sito?
Nel sito c'è qualcosa :-)
ho dato un occhio veloce ma parla solo di tinche e lucci che dubito possano essere rappresentate come specie.
Parla anche di specie alloctone che eviterei di rappresentare.
Sarebbe quasi da far sopralluogo con canna di sampei e bigattini o lombrichi e veder cosa viene fuori, magari triotti o scardole o cavedani..
Cmq, vista la descrizione del sito che pone un forte accento sulla popolazione anfibia, forse la valutazione di creare un acqua\terrario simulando popolazione lacustre potrebbe essere buona idea.
Vasca alta, metà emersa metà sommersa, con finta isoletta o riva, con canneti giovani prelevati in loco, qualche raganella, magari uno o due piccoli tritoni punteggiati e qualche pesce autoctono da identificare.
A completare tutto preleverei tre\quattro badilate di fango sommerso per prelevare invertebrati e microrganismi, lasciati a spurgare in altre vasche e poi inseriti a dimora.
;-)
il triotto può essere una buona scelta, date le dimensioni sue e della vasca e dal suo stato nella legislazione sulla pesca veneta, ma vorrei valutare se c'è qualcosa di più piccolo...
per gli anfibi la cosa deve essere più seria sia, per la normativa sia per un discorso etico di conservazione. con seria intendo che ci sia un tecnico formato, riconosciuto, e con tutte le carte in regola per coordinare una vasca sia educativa, sia di riproduzione per il reinserimento di una specie magari in riduzione :-) ma qui si va oltre, ci vuole qualche tecnico abilitato
per gli anfibi la cosa deve essere più seria sia, per la normativa sia per un discorso etico di conservazione. con seria intendo che ci sia un tecnico formato, riconosciuto, e con tutte le carte in regola per coordinare una vasca sia educativa, sia di riproduzione per il reinserimento di una specie magari in riduzione :-) ma qui si va oltre, ci vuole qualche tecnico abilitato
perfettamente d'accordo, credevo che, data la "location", ci fosse questo tipo di apporto\supporto.
Anche perchè solitamente le oasi WWF ricevono visite da parte di scolaresche, e poter spiegare un piccolo estratto dell'ecosistema in modo diretto è imho molto istruttivo.
:-)
penso anche io, anche perchè vedo che c'è uno studio sugli anfibi nel sito... per cui potrebbero prendere 2 piccioni con una fava :-)
cardisomacarnifex
03-12-2013, 14:00
http://www.ors.regione.lombardia.it/resources/pagina/N11e3a4a254b0418c113/N11e3a4a254b0418c113/Lr_31_3_08.pdf
Nella tua Regione, la Lombardia, vale la Legge Regionale 31 marzo 2008, numero 10, "Disposizione per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea". Il testo integrale lo trovi nel link qui sopra.
Per quanto riguarda gli Anfibi, è fatto divieto a chiunque di raccogliere o detenere o uccidere adulti, giovani, uova. Sono previste delle deroghe soltanto per Enti di ricerca, Scuole o Associazioni previa autorizzazione dell'Ufficio Ambiente della Regione Lombardia, alla quale deve essere inviata una descrizione dettagliata del progetto (durata, numero di animali da prendere, stabulazione, collocazione, specie, ecc.). Se tutto va bene, ti rilasciano l'autorizzazione e sei a posto.
Il mio dubbio nasce dal fatto che questi animali dovrebbero stare indoor tutto l'anno. Tutti gli Anfibi italiani in inverno ibernano, ovvero devono vivere a una temperatura inferiore ai 10°C (quella invernale insomma). Se la stanza dove andrà l'acquario è fredda, allora no problem, altrimenti tenerli al "caldo" (anche 15°C) per tutto l'anno sarebbe innaturale e sicuramente non ti darebbero l'autorizzazione per prenderli e detenerli.
VA da sé che in una teca per Anfibi, di qualunque specie essi siano, non devono esistere pesci....
Penso anche io che mettere anfibi sia complesso. Meglio, piuttosto, qualche piccolo pesce.
http://www.ors.regione.lombardia.it/resources/pagina/N11e3a4a254b0418c113/N11e3a4a254b0418c113/Lr_31_3_08.pdf
Nella tua Regione, la Lombardia, vale la Legge Regionale 31 marzo 2008, numero 10, "Disposizione per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea". Il testo integrale lo trovi nel link qui sopra.
Per quanto riguarda gli Anfibi, è fatto divieto a chiunque di raccogliere o detenere o uccidere adulti, giovani, uova. Sono previste delle deroghe soltanto per Enti di ricerca, Scuole o Associazioni previa autorizzazione dell'Ufficio Ambiente della Regione Lombardia, alla quale deve essere inviata una descrizione dettagliata del progetto (durata, numero di animali da prendere, stabulazione, collocazione, specie, ecc.). Se tutto va bene, ti rilasciano l'autorizzazione e sei a posto.
Il mio dubbio nasce dal fatto che questi animali dovrebbero stare indoor tutto l'anno. Tutti gli Anfibi italiani in inverno ibernano, ovvero devono vivere a una temperatura inferiore ai 10°C (quella invernale insomma). Se la stanza dove andrà l'acquario è fredda, allora no problem, altrimenti tenerli al "caldo" (anche 15°C) per tutto l'anno sarebbe innaturale e sicuramente non ti darebbero l'autorizzazione per prenderli e detenerli.
VA da sé che in una teca per Anfibi, di qualunque specie essi siano, non devono esistere pesci....
Tutto corretto, infatti come si era detto poco sopra, qualora un'eventuale scelta di inserimento di anfibi ( es. tritone) possa essere presa in considerazione, deve essere correttamente esaminata la normativa regionale (regione Veneto in questo caso) un ente di ricerca\associazione (WWF in questo caso) con supporto di tecnico riconosciuto deve presentare progetto (non particolarmente complesso tra l'altro) (personalmente mi era capitato con alcune scuole e approvato anche dall'ASL locali.)
Pienamente d'accordo sul ricreare le condizioni stagionali, infatti spesso in passato (come scrivevo prima) mi era capitato di realizzare vasche e paludari con sistemi di refrigerazione a basso costo.
Quando si inserivano piccoli anfibi, alcune volte l'intento era quello di accrescerli per poi liberarli in natura oppure, con paludari attrezzati, mantenerli in cattività, sempre pensando ad un corretto ciclo stagionale.
Per la compatibilità con pesci, anche qui dipende dal fine della vasca.
A volte convivevano con triotti o scardole simili o maggiori come grandezza, altre volte venivano appositamente inserite alborelle o gambusie per ovvi motivi..
Dipende sempre da quello che si vuole realizzare, tempo per manutenzione e finalità espositive oppure didattiche della vasca.
:-)
:-)) siamo in veneto, non in lombardia, ma comunque la normativa è simile... :-)
comunque sia, meglio puntare su un pesce anche secondo me :-)
cardisomacarnifex
03-12-2013, 19:46
A volte convivevano con triotti o scardole simili o maggiori come grandezza, altre volte venivano appositamente inserite alborelle o gambusie per ovvi motivi..
Scusate l'errore regionale, avevo letto male. Il fatto è che, per esperienza personale, è diseducativo mostrare insieme pesci e Anfibi. Perché in natura, da noi, questi animali non si incontrano mai: soltanto i Rospi comuni e le Rane verdi depongono anche in siti frequentati da pesci, mentre la restante popolazione Anfibia depone con successo quasi esclusivamente in corpi idrici minori privi di pesci. Mi è capitato di osservare larve di Tritone crestato italiano in compresenza di giovani di Carassio comune, ma si trattava di davvero poche larve e soprattutto in zone del laghetto stracolme di vegetazione che le proteggeva. Il massimo di densità larvale si osserva comunque sempre in stagni senza pesci.
Se te fai vedere alla gente comune Anfibi e pesci insieme, puoi spiegarglielo a voce che non devono vivere insieme, ma spesso per imitazione associano "stagno=pesci" e quindi ce li vanno a buttare dentro. Con ovvie, disastrose conseguenze per gli Anfibi. Senza contare che i pesci possono essere portatori sani di parassiti o microbi patogeni per gli Anfibi (questo è un altro motivo per cui gli Anfibi tranne eccezioni evitano gli stagni con pesci).
O optate per un acquaterrario refrigerato in inverno per soli Anfibi, arricchito di piante, gasteropodi, crostacei e insetti compatibili, ecc., oppure per un normale acquario con pesci autoctoni (vade retro gambusia :-) ) per mostrare come dovrebbe essere uno stagno sano.
ragionamento ineccepibile :-)
Scusate l'errore regionale, avevo letto male. Il fatto è che, per esperienza personale, è diseducativo mostrare insieme pesci e Anfibi. Perché in natura, da noi, questi animali non si incontrano mai: soltanto i Rospi comuni e le Rane verdi depongono anche in siti frequentati da pesci, mentre la restante popolazione Anfibia depone con successo quasi esclusivamente in corpi idrici minori privi di pesci. Mi è capitato di osservare larve di Tritone crestato italiano in compresenza di giovani di Carassio comune, ma si trattava di davvero poche larve e soprattutto in zone del laghetto stracolme di vegetazione che le proteggeva. Il massimo di densità larvale si osserva comunque sempre in stagni senza pesci.
Se te fai vedere alla gente comune Anfibi e pesci insieme, puoi spiegarglielo a voce che non devono vivere insieme, ma spesso per imitazione associano "stagno=pesci" e quindi ce li vanno a buttare dentro. Con ovvie, disastrose conseguenze per gli Anfibi. Senza contare che i pesci possono essere portatori sani di parassiti o microbi patogeni per gli Anfibi (questo è un altro motivo per cui gli Anfibi tranne eccezioni evitano gli stagni con pesci).
O optate per un acquaterrario refrigerato in inverno per soli Anfibi, arricchito di piante, gasteropodi, crostacei e insetti compatibili, ecc., oppure per un normale acquario con pesci autoctoni (vade retro gambusia :-) ) per mostrare come dovrebbe essere uno stagno sano.
Concordo assolutamente.
Palese che ambiente tipo per un tritone siano piccoli stagni\pozze con assenza totale di pesci che ne possano predare le larve e dai quali subiscano agenti patogeni.
Detto questo quando mi è capitato di realizzare vasche paludari rappresentanti la popolazione di un tratto lacustre specifico o di piccoli stagni comunicanti, dove realmente vi era convivenza tra tritoni e pesci autoctoni ed alloctoni, questo veniva fatto con l'unico scopo di far conoscere in modo semplice ed "emerso" quali fossero i rappresentanti dell'ambientazione di riferimento.
Quindi non si parlava di ambientazione tipica di un unica specie ma di rappresentare ciò che era nella realtà.
Infatti in realtà mi è capitato molto spesso di constatare la presenza di Vulgaris o Carnifex in natura in compresenza con pesci.
Questo sia in piccoli stagni, in sistemi di cave collegate, in fontanili, in morte del Ticino ecc.
La compresenza era con le più disparate speci, addirittura con black bass, in ambientazione tipo canneti, vegetazione emersa, eutrofizzazione.
Per quanto riguarda le gambusie pienamente d'accordo nel definirle pesci alloctoni, ma qui il discorso diventa particolarmente ampio, ci rientra in pieno anche il buon carassio comune che nelle ns acque ha ben poco di comune.
Per tornare al discorso iniziale, anche qui totalmente d'accordo.
Anche se la scelta iniziale è sempre quella di: rappresentare un "biotopo ideale" o rappresentare la popolazione reale?
Oggi come oggi di acque o specchi d'acqua con sole specie autoctone in Italia... e vedo davvero pochi.
Anche il buon Sesia, una volta pieno di temoli pinna blu, marmorate, vaironi e lasche, oggi vede sguazzare trote iridee immesse per fini sportivi.
ps.
Cmq gradevole aver spunti per un valido approfondimento. Spero di non aver fatto divagare troppo.
:-)
cardisomacarnifex
04-12-2013, 16:09
La popolazione reale che esiste oggi spesso NON è quella ottimale ai fini della conservazione nel lungo periodo, di anni o decenni. Esempio pratico: Tritone crestato in compresenza con pesci predatori. Hai/avete fatto una stima del successo riproduttivo annuale in quei corpi idrici? Perché il Tritone crestato vive a lungo (almeno 10 anni) ed è abbastanza velenoso, quindi magari gli adulti in acqua non vengono predati dai pesci (ma per esempio dal Gambero della Lousiana si, spesso e volentieri, come testimoniano osservazioni effettuate nella Piana Fiorentina); ma le larve? Quante ne sopravvivono in quel corpo idrico popolato da pesci predatori? Quel numero è sufficiente ad assicurare in loco la sopravvivenza della specie per i prossimi 10, 20, 30 anni? Sono queste le domande da porsi. Spesso l'estinzione locale di una specie ha un tempo di ritardo (lag effect) dovuto al fatto che gli adulti vivono a lungo. Ma se il reclutamento dei giovani non è idoneo, nel lungo periodo, con l'invecchiamento della popolazione, questa si estingue.
La Gambusia fondamentalmente, ai fini della conservazione, è il Male :-). In Australia la chiamano "Damnbusia"; potrei linkare, ma non è la sede adatta, decine di articoli che testimoniano, statistiche alla mano, gli impatti disastrosi su: Pesci autoctoni (es. Aphanius fasciatus, Gasterosteus aculeatus), Anfibi (tutti tranne la Rana verde e il Rospo comune), Zooplancton. Parlare di conservazione dello Zooplancton può sembrare una buffonata, ma è stato dimostrato che l'alterazione della comunità a Zooplancton operata dalla Gambusia favorisce alcune specie di Fitoplancton responsabile dell'acqua verde, quindi in parte quel coloraccio dell'acqua di stagno è dovuto anche alla Gambusia.
Tutto questo pippone, a che pro? In genere chi fa divulgazione ambientale si trova di fronte a due scelte:
1) Faccio vedere l'ambiente acquatico del territorio come realmente è (in genere uno schifo, dovuto a immissioni di alloctoni da parte dei pescatori, Gambero della Louisiana, inquinamenti, bonifiche, piante invasive, ecc.). Interessante, ma non è che uno fotografia del degrado.
2) Faccio vedere l'ambiente acquatico del territorio non come "ideale" (quindi qualcosa di utopico) ma come era fino a 3 generazioni fa! Ovvero mostrando alla gente cosa ci siamo giocati per colpa di ignoranza, incuria, illegalità, ecc. ecc. Ma facendo contemporaneamente capire che, con interesse per il bene comune e facendo le cose per bene, se non tutto, buona parte è possibile recuperarla. I gruppi scientifici contro le specie alloctone esistono appunto per questo scopo.
Si sarà capito da come l'ho scritto, ma io ovviamente parteggio per il punto 2). Far vedere alla gente la fotografia del degrado non serve a nulla, magari può essere una denuncia, ma alla fine non si fa altro che abituarla allo stato attuale delle cose ("è così, punto"). Facendo vedere cosa si potrebbe avere con un minimo di attenzione (es. evitando di buttare in tutti gli stagni tonnellate di Bass per divertirsi a fare lo spinning, oppure evitando di radere a zero la vegetazione riparia per un'idea malsana di "pulizia"), spiegando quali sono i comportamenti "nemici dell'ambiente" che fanno degradare gli ecosistemi acquatici, ottieni un duplice risultato: denunci lo schifo attuale, e insegni comportamenti corretti di rispetto per l'ambiente alla popolazione.
Scusate se sono andato OT ma la conservazione ambientale è un tema troppo importante per trattarlo con due righe :-).
ottimi interventi!!!
anche per me è bene puntare a una soluzione che mosti "come deve essere"
O.T. tanta carne al fuoco, per il discorso anfibi non sarebbe male in altro topic parlare di come allestire una pozza o un laghetto da far colonizzare in primavera :-)
La popolazione reale che esiste oggi spesso NON è quella ottimale ai fini della conservazione nel lungo periodo, di anni o decenni. Esempio pratico: Tritone crestato in compresenza con pesci predatori. Hai/avete fatto una stima del successo riproduttivo annuale in quei corpi idrici? Perché il Tritone crestato vive a lungo (almeno 10 anni) ed è abbastanza velenoso, quindi magari gli adulti in acqua non vengono predati dai pesci (ma per esempio dal Gambero della Lousiana si, spesso e volentieri, come testimoniano osservazioni effettuate nella Piana Fiorentina); ma le larve? Quante ne sopravvivono in quel corpo idrico popolato da pesci predatori? Quel numero è sufficiente ad assicurare in loco la sopravvivenza della specie per i prossimi 10, 20, 30 anni? Sono queste le domande da porsi. Spesso l'estinzione locale di una specie ha un tempo di ritardo (lag effect) dovuto al fatto che gli adulti vivono a lungo. Ma se il reclutamento dei giovani non è idoneo, nel lungo periodo, con l'invecchiamento della popolazione, questa si estingue
Tutto chiaro ed assolutamento vero.
Numero di pesci predatori inversamente proporzionali a lag time estinzione.
Però spesso la natura è paradossale, e mi è spesso capitato di assistere a nuovi insediamenti dove esisteva presenza di pesci predatori.
Chiaro che requisito fondamentale è presenza di vegetazione folta.
La Gambusia fondamentalmente, ai fini della conservazione, è il Male :-). In Australia la chiamano "Damnbusia"; potrei linkare, ma non è la sede adatta, decine di articoli che testimoniano, statistiche alla mano, gli impatti disastrosi su: Pesci autoctoni (es. Aphanius fasciatus, Gasterosteus aculeatus), Anfibi (tutti tranne la Rana verde e il Rospo comune), Zooplancton. Parlare di conservazione dello Zooplancton può sembrare una buffonata, ma è stato dimostrato che l'alterazione della comunità a Zooplancton operata dalla Gambusia favorisce alcune specie di Fitoplancton responsabile dell'acqua verde, quindi in parte quel coloraccio dell'acqua di stagno è dovuto anche alla Gambusia.
Vero. Purtroppo ci fosse solo la gambusia. Gli specchi d'acqua sono ormai colonizzati da pesci di specie alloctone ovunque. Sorrido quando si parla del siluro come male imperante dei ns fiumi.
Ma ogni specchio d'acqua ha i suoi mali. pesci da fondo come tinche ridotte a piccoli areali da specie infestanti e più veloci come i carassi. I bass che predominano sulle lucioperche e lucci. Marmorate ridotte all'osso da iridee e salmerini. I ghiareti dei fiumi ormai sopraffatti da cormorani ed aironi.
Situazioni sempre difficili da commentare.
Spesso ci si nasconde dietro al fatto di voler ripopolare specchi d'acqua, fiumi e torrenti che prima non avevano presenza di fauna. Dicono per farli rivivere. Invece in questo modo si vanno a sterminare i piccoli e nascosti ceppi di specie nostrane ancora vive.
La gambusia. Già. tieni conto che spesso è stata inserita ovunque, perfino nelle fontane da molte amministrazioni comunali...
Tutto questo pippone, a che pro? In genere chi fa divulgazione ambientale si trova di fronte a due scelte:
1) Faccio vedere l'ambiente acquatico del territorio come realmente è (in genere uno schifo, dovuto a immissioni di alloctoni da parte dei pescatori, Gambero della Louisiana, inquinamenti, bonifiche, piante invasive, ecc.). Interessante, ma non è che uno fotografia del degrado.
2) Faccio vedere l'ambiente acquatico del territorio non come "ideale" (quindi qualcosa di utopico) ma come era fino a 3 generazioni fa! Ovvero mostrando alla gente cosa ci siamo giocati per colpa di ignoranza, incuria, illegalità, ecc. ecc. Ma facendo contemporaneamente capire che, con interesse per il bene comune e facendo le cose per bene, se non tutto, buona parte è possibile recuperarla. I gruppi scientifici contro le specie alloctone esistono appunto per questo scopo.
Si sarà capito da come l'ho scritto, ma io ovviamente parteggio per il punto 2). Far vedere alla gente la fotografia del degrado non serve a nulla, magari può essere una denuncia, ma alla fine non si fa altro che abituarla allo stato attuale delle cose ("è così, punto"). Facendo vedere cosa si potrebbe avere con un minimo di attenzione (es. evitando di buttare in tutti gli stagni tonnellate di Bass per divertirsi a fare lo spinning, oppure evitando di radere a zero la vegetazione riparia per un'idea malsana di "pulizia"), spiegando quali sono i comportamenti "nemici dell'ambiente" che fanno degradare gli ecosistemi acquatici, ottieni un duplice risultato: denunci lo schifo attuale, e insegni comportamenti corretti di rispetto per l'ambiente alla popolazione.
Sorrido, perchè sometimes è capitato che per esposizioni si facessero vasche affiancate con ambientazione del prima e del dopo.
il problema del prima però e che non sempre era migliore dell'oggi.
Parlo principalmente del problema dell'inquinamento.
Molti sono i fiumi e torrenti che nel corso di questo secolo sono diventati da fogne a cielo aperto a corsi d'acqua rigogliosi.
Il vero problema è stata però la ripopolazione semplificata fatta, per usare un termine tecnico, a ***** di cane, inserendo pesci infestanti, senza assicurare un minimo di catena alimentare o con pesci antagonisti o con loro predatori.
Quindi, quando dico "ideale", è semplicemente per ipotizzare un ambiente che purtroppo non esiste più ne difficilmente potrà mai tornare.
Scusate se sono andato OT ma la conservazione ambientale è un tema troppo importante per trattarlo con due righe :-).
Conservazione ambientale.
già.
Ma qui si apre davvero un mondo, perchè troppo spesso conservazione ambientale è stata avvicinata ad altri termini come "bonifica" o peggio ancora cementazione "ecologica".
Ma forse davvero meglio aprire un altro 3d.
:-)
Mi fa molto piacere avere questi interventi così preziosi e vedere che l'ambiente sta a cuore!
cardisomacarnifex
04-12-2013, 18:27
Però spesso la natura è paradossale, e mi è spesso capitato di assistere a nuovi insediamenti dove esisteva presenza di pesci predatori.
Chiaro che requisito fondamentale è presenza di vegetazione folta.
Verissimo. L'esempio che ho fatto del laghetto da caccia coabitato col Carassio calza a pennello a questa situazione. Però la domanda che ci dobbiamo porre è: questi Tritoni vanno lì per scelta riproduttiva volontaria (ci vo perché "mi garba"), oppure questi poveri cristi vanno a finire lì, in un habitat sink (ovvero "pozzo", ovvero ambiente di seconda mano, ovvero ambiente sfavorevole ai fini del successo riproduttivo) perché non riescono a trovare di meglio nei dintorni?
:-))
al giorno d'oggi già andare dove c'è acqua semipulita è considerato un successo per il ns amico tritone.
Però, provando ad identificarmici, sapete..
Travare uno specchio d'acqua, ben protetto dalla vegetazione, che mi dia le giuste sicurezze, pur infestato da pesci brutti e cattivi, che potrebbero o predare o inquinarmi le larve... è sempre vero che anche i pesci si riproducono.. e in quanto infestanti potrei trovare molti avanotti indifesi in mezzo alla stessa vegetazione che mi protegge con sicurezza..
Alla progenie c'è sempre tempo per pensarci.. intanto mi riempio la pancia di avanottini lenti e saporiti..
Domanda:
che anche i tritoni si siano ammalati del male principale del ventunesimo secolo.. l'egoismo?
:-)
tornando seri.. di ambienti sani davvero nella mia zona ne vedo pochi... pur essendone presenti un'infinità...
:-)
cardisomacarnifex
06-12-2013, 13:42
E infatti il Tritone crestato, pur essendo (da adulto) abbastanza euriecio, cioè adattabile anche a situazioni parzialmente antropizzate, è localmente in via di estinzione (o si è già estinto) in molte zone del suo areale originario. In Toscana per esempio è localmente comune, ma tante stazioni dove un tempo era presente adesso sono spopolate. Possono anche andare a rimpinzarsi di avannotti di pesci negli stagni, ma se la loro progenie schiatta, o ne sopravvive una minima parte insufficiente a mantenere numericamente stabile la popolazione, tempo 10 o 20 anni e quella stazione si spopola.
Nella Piana Fiorentina, che va da Firenze a Pistoia, le popolazioni sono molto frammentate. Se ne trovano alcune di una certa consistenza, autoriproducenti, soltanto nelle aree protette, dove sono stati ricostituiti ambienti idonei alla sua riproduzione.
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