Ink
22-04-2012, 14:50
Negli ultimi tempi mi sono dedicato a cercare di comprendere il lavoro dei batteri nitrificanti e denitrificanti.
Come molti di voi sapranno i batteri in vasca si dividono in eterotrofi, ovvero batteri che necessitano di carbonio esterno per produrre energia, ed autotrofi, ovvero batteri che utilizzano la CO2, in condizioni aerobiche per convertire l'ammoniaca in nitrito e poi in nitrato.
Gli eterotrofi hanno l'enorme vantaggio di potersi adattare a vivere sia in zone aerobiche, che anaerobiche (bassa concentrazione di ossigeno).
Comunemente si dice che questi batteri, stimolati nella crescita dalla presenza di carbonio esogeno, in condizioni di anaerobiosi sfruttino una proteina che si chiama nitrato reduttasi, la quale trasforma il nitrato, al posto dell'ossigeno, in azoto gassoso per produrre ATP, ovvero energia. Questa trasformazione è facoltativa, ovvero tale batteri ricavano più energia "respirando" ossigeno invece che nitrato, ma quando l'ossigeno scarseggia, si trovano "costretti" ad utilizzare il nitrato. Fino ad ora ho sempre sentito dire e letto che è proprio in condizione di anaerobiosi che viene consumato il nitrato grazie al carbonio aggiunto.
Tuttavia molti lavori sostengono che in condizioni di anaerobiosi la trasformazione da nitrato ad azoto gassoso possa essere incompleta, fermandosi al nitrito. Qualora vi siano poi condizioni di anossia (come in DSB molto profondi), si può verificare addirittura la formazione di anidride solforosa ed acido solforico.
Recentemente ho fatto alcune letture in merito ad i biopellet, per i quali si consiglia di avere forte flusso nel reattore per avere un consumo di nitrato e fosfato in condizioni aerobiche, poichè in caso anaerobiosi si produrrebbe nitrito, mentre in caso i pellet si impaccassero, si avrebbe anossia, con la formazione di anidrire solforosa.
Naturalmente questo va contro ogni canone fino ad ora sentito, ovvero che si necessita di zone anaerobiche per consumare il nitrato. Si ritiene infatti che in questo caso, i batteri grazie al carbonio si riproducano velocemente, utilizzando nitrato e fosfato, o forse azoto e fosforo organici (quindi prima che vengano minerallizati) per costruire nuovi individui, che vengono rimossi dallo schiumatoio o da filtrazione meccanica.
Tale visione mi fa riconsiderare la teoria sull'utilizzo di fonti di carbonio esterne, le quali non farebbero consumare nitrato grazie alle zone anerobiche, ma solo grazie alla crescita batterica in zone aerobiche. La conferma, non assouta come vedremo, viene dalle esperienze lette dove si hanno avuto problemi in presenza di DSB o di sabbia medio-alta (rocordate Xaqua che consigliava di non utilizzare sabbia e di utenti che con xaqua hanno risolto dopo aver rimosso la sabbia?). Nello stesso ZEOvit si sconsiglia il DSB (tuttavia Lasser aveva una fantastica vasca con DSB gestita con zeovit).
Dal canto mio, rivedendo il mio passato e presente, in questa vasca in cui il fondo sabbioso alto fino a 10cm e nella vecchi vasca dove il fondo era vecchio ed alto in vari punti, ogni volta che ho dosato più o meno volontariamente carbonio (Start KZ, Bio Xaqua, NOPOX redsea, fruttosio, prodotti contenente acetico ovvero tutte le boccettine blu, ultimo è il flatworm stop) ho poi avuto problemi con svariati coralli, come scarsa crescita, tiraggi, turbellarie, cianobatteri, alghe ed ho sempre rilevato nitriti in queste fasi, che sono poi scomparsi spontaneamente sospendendo ogni somministrazione e vedendo poi migliorare spontaneamente la vasca senza mai comprendere il perchè, che invece ora mi spiego grazie alla teoria esposta sopra.
Attendo i vostri pareri ed i vostri riscontri per capire dove stia la verità e per evitare di incontrare problemi evitabili e per i quali non si trovava un motivo ed una soluzione.
Come molti di voi sapranno i batteri in vasca si dividono in eterotrofi, ovvero batteri che necessitano di carbonio esterno per produrre energia, ed autotrofi, ovvero batteri che utilizzano la CO2, in condizioni aerobiche per convertire l'ammoniaca in nitrito e poi in nitrato.
Gli eterotrofi hanno l'enorme vantaggio di potersi adattare a vivere sia in zone aerobiche, che anaerobiche (bassa concentrazione di ossigeno).
Comunemente si dice che questi batteri, stimolati nella crescita dalla presenza di carbonio esogeno, in condizioni di anaerobiosi sfruttino una proteina che si chiama nitrato reduttasi, la quale trasforma il nitrato, al posto dell'ossigeno, in azoto gassoso per produrre ATP, ovvero energia. Questa trasformazione è facoltativa, ovvero tale batteri ricavano più energia "respirando" ossigeno invece che nitrato, ma quando l'ossigeno scarseggia, si trovano "costretti" ad utilizzare il nitrato. Fino ad ora ho sempre sentito dire e letto che è proprio in condizione di anaerobiosi che viene consumato il nitrato grazie al carbonio aggiunto.
Tuttavia molti lavori sostengono che in condizioni di anaerobiosi la trasformazione da nitrato ad azoto gassoso possa essere incompleta, fermandosi al nitrito. Qualora vi siano poi condizioni di anossia (come in DSB molto profondi), si può verificare addirittura la formazione di anidride solforosa ed acido solforico.
Recentemente ho fatto alcune letture in merito ad i biopellet, per i quali si consiglia di avere forte flusso nel reattore per avere un consumo di nitrato e fosfato in condizioni aerobiche, poichè in caso anaerobiosi si produrrebbe nitrito, mentre in caso i pellet si impaccassero, si avrebbe anossia, con la formazione di anidrire solforosa.
Naturalmente questo va contro ogni canone fino ad ora sentito, ovvero che si necessita di zone anaerobiche per consumare il nitrato. Si ritiene infatti che in questo caso, i batteri grazie al carbonio si riproducano velocemente, utilizzando nitrato e fosfato, o forse azoto e fosforo organici (quindi prima che vengano minerallizati) per costruire nuovi individui, che vengono rimossi dallo schiumatoio o da filtrazione meccanica.
Tale visione mi fa riconsiderare la teoria sull'utilizzo di fonti di carbonio esterne, le quali non farebbero consumare nitrato grazie alle zone anerobiche, ma solo grazie alla crescita batterica in zone aerobiche. La conferma, non assouta come vedremo, viene dalle esperienze lette dove si hanno avuto problemi in presenza di DSB o di sabbia medio-alta (rocordate Xaqua che consigliava di non utilizzare sabbia e di utenti che con xaqua hanno risolto dopo aver rimosso la sabbia?). Nello stesso ZEOvit si sconsiglia il DSB (tuttavia Lasser aveva una fantastica vasca con DSB gestita con zeovit).
Dal canto mio, rivedendo il mio passato e presente, in questa vasca in cui il fondo sabbioso alto fino a 10cm e nella vecchi vasca dove il fondo era vecchio ed alto in vari punti, ogni volta che ho dosato più o meno volontariamente carbonio (Start KZ, Bio Xaqua, NOPOX redsea, fruttosio, prodotti contenente acetico ovvero tutte le boccettine blu, ultimo è il flatworm stop) ho poi avuto problemi con svariati coralli, come scarsa crescita, tiraggi, turbellarie, cianobatteri, alghe ed ho sempre rilevato nitriti in queste fasi, che sono poi scomparsi spontaneamente sospendendo ogni somministrazione e vedendo poi migliorare spontaneamente la vasca senza mai comprendere il perchè, che invece ora mi spiego grazie alla teoria esposta sopra.
Attendo i vostri pareri ed i vostri riscontri per capire dove stia la verità e per evitare di incontrare problemi evitabili e per i quali non si trovava un motivo ed una soluzione.