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Visualizza la versione completa : Ripopolamento per didattica scolastica Knipowitschia punctatissima


elMysa
23-08-2011, 19:39
Ciao a tutti!
Un amico ha chiesto di chiedere anche a voi un consiglio per una questione un pò particolare.
All'interno di un progetto volto alla tutela delle acque di superficie del territorio, sto preparando una serie di incontri/esperienze/lezioni per alcune classi delle scuole del circondario. Nello specifico, una delle attività da proporre era quella di far allevare ai ragazzi, e possibilmente riprodurre, una specie di pesci autoctoni del nostro territorio e considerati "a rischio". Pesci che poi verrebbero introdotti in ambiente adeguato dagli stessi ragazzi; un modo per sensibilizzarli su alcune problematiche di tutela ambientale.

Al di là di questioni burocratiche varie, che al momento lascerei perdere, la domanda è: quale specie? Cercando un pò in qua e un pò in là, mi è sembrato che il Panzarolo (Knipowitschia punctatissima appunto) potesse avere le caratteristiche ricercate, però non ho idea se presenti difficoltà eccessive per l'allevamento in vasca e la riproduzione in cattività (tenendo presente che la cosa dovrebbe venir seguita dai ragazzi coinvolti nel progetto, seppur con aiuti da insegnanti ed esterni). C'è qualcuno che mi sa dare qualche informazione più dettagliata?

Ale87tv
24-08-2011, 07:32
chissà chi è l'amico ;-)

comunque i problemi più grandi secondo me sono la temperatura e il cibo (vivo) e capire la reale territorialità di questo gobide...

onlyreds
24-08-2011, 09:48
a parte quello che si può trovare su wikipedia non so altro su questo pesce, mi spiace.
Come progetto mi sembra molto interessante ed il "soggetto" scelto è proprio calzante http://www.wwf.it/client/render.aspx?content=0&root=2764
Ti prego di tenere viva questa discussione (o di aprirne una specifica una volta iniziato il progetto) in modo da poterla magari anche mettere in evidenza nella sezione!

livleo
24-08-2011, 10:06
Onestamente lascerei perdere il panzarolo anche se non è particolarmente difficile da allevare perché si va a toccare una specie particolarmente importante dal punto di vista conservazionistico (è un discorso delicato quindi e onestamente chiederei a enti come i Musei e la Provincia per far partire un progetto del genere, ma tu hai richiesto solo informazioni di carattere acquariofilo e non burocratico e quindi non mi soffermerò ulteriormente su questo punto). Inoltre i gobidi non sono pesci particolarmente visibili e quindi vasche con pesciolini che sono invisibili per quasi tutto il tempo direi che insegnano ben poco.
Buona parte delle specie ittiche della pianura padana sono endemiche e quindi perché non puntare su un ciprinide gregario che tra l'altro fa apparire l'acquario bello e movimentato? Per esempio io punterei su vairone e sanguinerola, anche se la sanguinerola si può rivelare delicata. Se mi è permesso ti segnalo questo post del mio blog dove ho parlato dell'allestimento di un acquario al museo di Scienze naturali di Bergamo con vaironi da cui puoi risalire a tutta la storia della vasca.
http://mahengechromis.blogspot.com/2011/06/italia-terra-di-allenatori-e.html
Certamente la riproduzione è fuori dalla portata, ma se la vasca rimane in sede per lungo tempo tempo i bottoni nuziali sui maschi li potreste vedere. Che ne dici?

onlyreds
24-08-2011, 10:17
livleo (http://www.acquariofilia.biz/member.php?u=11935), ma quello di affrontare la riproduzione ed il ripopolamento di una specie a rischio è proprio l'oggetto del progetto...

livleo
24-08-2011, 10:38
Ripopolamento? In che senso? Nel senso che poi liberate i giovani in acqua libera? Dove? Hai già informazioni su dove sia diffuso nella tua provincia? Oppure pensi a zone dove non sia presente? Può sopravvivere? I progetti di questo genere devono di solito essere monitorati dalle Amministrazioni provinciali, l'aspetto burocratico non mi sembra indifferente, se vuoi agire nella legalità ovviamente.

Ale87tv
24-08-2011, 10:41
un discorso delicato quindi e onestamente chiederei a enti come i Musei e la Provincia

qui ti rispondo già io, dato che sono coinvolto (purtroppo :-D) personalmente con elMysa... l'ufficio provinciale è già contattato e il prelievo in natura lo faremo sotto la supervisione della Polizia Provinciale.
il target comunque è di scuola superiore, non elementari..

livleo
24-08-2011, 11:38
Del panzarolo si conosce molto poco ed è altrettanto poco nota la consistenza delle popolazioni e la loro distribuzione. Siete sicuri di voler intaccare le popolazioni del vostro territorio quando si può raggiungere lo stesso obiettivo di sensibilizzazione con altre specie meno a rischio di estinzione come questa? Mi permetto di segnalarvi il quaderno ambiente dei pesci italiani che riporta qualche informazione utile, ma immagino che già lo conosciate http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?lang=&item=/documenti/biblioteca/biblioteca_0156_a.html
L'haandicap nell'allevamento sta sicuramente nella temperatura dato che si tratta di una specie di fontanile con temperature dell'acqua che vanno da 11 a 16°C con medie di 14°C. Ultimamente ho allevato delle gambusie provenienti da fontanile che hanno faticato (qualcuna è morta) per adattarsi a temperature più elevate. Incredibile. La cura parentale da parte del maschio del panzarolo è diretta solo alle uova ed è necessario quindi che le larve siano raccolte e messe a parte dato che sicuramente lasciarle con i genitori vuol dire perderle.
Capisco inoltre che la polizia provinciale monitori il vostro prelievo, ma mi chiedo se per loro il panzarolo sia una specie importante. Generalmente nei censimenti ittici i gobidi praticamente non vengono neppure considerati visto che si tiene quasi solo conto delle specie da sottoporre a reintroduzione o ripopolamento. Addirittura il panzarolo non è stato recepito dalla direttiva 92/43/CEE. Scusatemi se sono scettico, ma il sentire parlare di ripopolamento attraverso la gestione di vasche gestite da scuole mi lascia molto perplesso.

elMysa
24-08-2011, 12:37
Questa è la pagina dove ho preso le principali informazioni sul panzarolo:

http://www.iucnredlist.org/apps/redlist/details/11026/0 (ci sono anche i rimandi a fishbase e altri DB)

Uno degli obbiettivi del progetto è proprio quello di contribuire al ripopolamento di specie minacciate, per cui la scelta della specie resta in qualche modo vincolata anche a questo parametro. Lo davo un pò per scontato che non ci si può basare solo su alcune vasche curate dalle scuole per fare un ripopolamento efficace. Riguardo a quanto ha scritto livleo, se esiste una specie più "visibile" che rispetta i parametri richiesti e sia sufficientemente facile da allevare e riprodurre ben venga!!

Per quanto riguarda la polizia provinciale, fermo restando che tutte le attività che eventualmente andremo a fare saranno soggette alla loro approvazione e controllo, il fatto che non sia una specie da loro considerata è relativamente di poca importanza, considerato che comunque è una specie NT della IUCN Red List e che è considerata vulnerabile dal '96...

Per il resto, la temperatura potrebbe essere un bel problema, però personalmente penso sia difficle fare un'esperienza del genere con specie endemiche della zona delle risorgive senza incappare in tale problema! (a meno che non si trovi una specie con un range di adeguamento alle temperature un pò più vasto, e proprio per questo chiedo a chi ha più esperienza di me)

Neopterigio
24-08-2011, 13:01
Ciao elMysa,
dal punto di vista acquariologico non ho molto da offrire non avendo esperienza.
Più che confermare l'attenzione ai dettagli tecnici, intesi come parametri ambientali che dovranno avvicinarsi il più possibile a quelli di risorgiva, non posso fare.
Vorrei però puntualizzare sul progetto.
Il progetto dovrebbe essere seguito da un team di ricercatori (elMysa sei del settore? Ittiologo? Biologo? Zoologo? Naturalista? ecc...). Si rischia altrimenti di sensibilizzare certamente alla natura i ragazzi ma facendolo magari in modo sbagliato (nonostante lo scopo degno di nota).
Innanzitutto spero vi rendiate conto che partire da questi presupposti per applicare il progetto alle scuole mi sembra un po' affrettato.
Una volta scelta la specie dovrete essere sicuri (quindi partire prima con l'allevamento) di riuscire a far acclimatare gli individui, sarebbe molto diseducativo per i ragazzi prendere dei pesci, metterli in acquario e ritrovarli morti dopo pochi giorni. Ancor più se parliamo di specie "rare" o in pericolo.
Se parlate di diverse scuole significherebbe prelevare una certa quantità di individui ed i dubbi relativi alla responsabilità sul prelevamento espressi da livleo mi trovano in accordo.
Prima di partire con il progetto spero abbiate già in mente gli studi preliminari, necessari per qualsiasi tipo di ripopolamento ed ancor più nel caso di reintroduzione.
L'idea è molto bella ma ponderate bene le scelte, l'educazione ambientale deve essere fatta in modo impeccabile.
Raccontate un po' il progetto, come si svolgerà, sono molto curioso (e penso anche gli altri).
Ciao, Luca

Ale87tv
24-08-2011, 13:13
avete perfettamente ragione ;-)
infatti il progetto è solo in fase preparatoria: individuazione della specie per valutarne la fattibilità. nel pratico poi si procederebbe alla raccolta di un paio di coppie per ottenere degli F1 per poi cominciare con questi con le scuole.
per quel che riguarda i titoli, io sono laureato in agraria, con esperienze nell'agroambientale, el mysa se vuole ve lo dice lui ;-), comunque ci appoggeremo ai biologi della provincia e all'università.

elMysa
24-08-2011, 13:27
Ben vengano le osservazioni!
Per tranquillizzare un pò Neopterigio, posso dire che sono Naturalista, attualmente in corso in facoltà a Padova, e che non è la prima volta che mi occupo di didattica nelle scuole in vari ambiti, compreso anche l'educazione ambientale.
Per quanto riguarda il progetto nello specifico voglio mettere in chiaro che al momento siamo in una fase puramente di progettazione. Se le cose vanno in porto, sarà sicuramente non prima dell'anno prossimo. Anche perchè comunque il progetto verrà sottoposto a controlli da parte di esperti del settore e autorità competenti. Per quanto riguarda l'aspetto didattico sono in contatto con una docente della mia facoltà che valuterà questo aspetto. Per tutti i quesiti tecnici "secondari" (dimensioni delle vasche, pompe, refrigeratori, cibo etc etc) sarà da parlarne dopo aver valutato attentamente altri aspetti principali appunto: fattibilità, tipo di specie, riproducibilità dell'esperimento (il che significa testare la cosa prima di portarla nelle scuole)....

Quello che mi manca sapere per poter progettare bene il tutto è appunto che specie. Gli aspetti tecnici vengono di conseguenza (anche perchè molte cose cambiano anche in funzione della specie considerata, se non mi sbaglio).

Appena ho un attimo di più calma provo a mettere giù due righe qui o sul blog spiegando un pò meglio tutto il progetto, che a dir la verità e un bel pò vasto!!

Neopterigio
24-08-2011, 13:36
Ciao elMysa ed Ale87tv,
perfetto. ;-)
Da naturalista posso dire che questo corso di studi sia forse il migliore per preparare le persone a progetti di questo genere.
Sono felice del fatto che vi appoggiate ad esperti del settore che, oltre ad aiutarvi nell'atto pratico dello svolgimento, vi forniranno una formazione che in nessuna corso di laurea potrete avere.
Seguiro con piacere lo svolgersi della discussione.
Ciao, Luca

onlyreds
24-08-2011, 14:48
Per la scelta della specie, posso solo dirvi che, volendo prendere specie autoctone del nord est italiano, non potrete astenervi dal dover refrigerare le vasche...

elMysa
24-08-2011, 15:44
Per la scelta della specie, posso solo dirvi che, volendo prendere specie autoctone del nord est italiano, non potrete astenervi dal dover refrigerare le vasche...

Questo era quello che stavo giusto discutendo con Ale87tv (http://www.acquariofilia.biz/member.php?u=34385) ... e mi trovi pienamente d'accordo!
L'unica cosa che si può cercare di fare è trovare una specie che si adatti a temperature un pò più alte in modo da non spingere troppo sui refrigeratori. Però così su due piedi mi vien da dire anche che più una specie è adattabile e meno delicata, meno è "a rischio" anche in natura, cosa che non ci sta troppo bene con le finalità del progetto.

Tra le tante idee emerse, si era anche pensato di fare un tentativo per riadattare Aphanius fasciatus d'acqua salmastra a concentrazioni saline d'acqua dolce e tentare così il ripristino nei luoghi dov'era presente, ma per quanto affascinante possa essere la teoria, penso proprio sia un'impresa assai lunga (e non certo priva di ostacoli, tecnici, burocratici e professionali) e difficilmente realizzabile assieme ai ragazzi...

livleo
24-08-2011, 19:27
Oggi pomeriggio sono stato via e non sono potuto intervenire ulteriormente. Neopterigio ha espresso in maniera più circostanziata i miei timori nel confronto del progetto. Prima di iniziare un progetto di ripopolamento occorre avere acquisito una certa tecnica nell'allevamento; andare incontro ad un insuccesso in una classe non guadagna proseliti alla causa. Inoltre, una volta che tu hai le larve, ipotizziamo che tutto vada bene, dove le immetti? Nei fontanili dove è già presente la specie? Allora crei una pressione sulla popolazione dato che probabilmente i territori saranno tutti già occupati. Li immetti dove non sono presenti? Perché allora non il panzarolo non c'è? Motivi ecologici? Inquinamento? Immetti degli esemplari che andranno incontro a morte certa probabilmente. Contribuire al ripopolamento con 10 vasche, mettiamo, non ho idea di quanti acquari vogliate installare, di un territorio anche limitato come quello di una provincia penso che alla fine non porti nessun reale vantaggio alle popolazioni locali, anzi che si arrivi a un depauperamento. Ribadisco che i ripopolamenti non possono essere fatti a casaccio come spesso è avvenuto in passato portando a traslocare fauna in luoghi poco adatti
Non voglio frenare il progetto dato che da vent'anni giro per fontanili e quindi sarebbe egoistico da parte mia dire che non è permesso produrre qualcosa del genere e non far godere altre persone di quanto godo io (la visione magnifica dei fontanili) ma penso che un progetto di sensibilizzazione vada affrontato sia dal punto di vista burocratico che tecnico a priori, magari partendo da specie che possono sembrare meno nobili, ma che sono sempre endemiche. Facci sapere di più quindi, magari possiamo suggerire qualcosa.
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Scusatemi, vedo solo ora che la discussione è andata avanti e quindi il mio pensiero precedente è già sorpassato.
Personalmente farei prima un po' di esperienza con il ghiozzo padano, specie che può sopportare temperature anche più elevate. Nell'acquario del museo di Bergamo vi è un esemplare che è finito chissà come e fino a quando non avevamo il refrigeratore ha sopportato temperature di 27°C.
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Tanto per ingolosire vi posto un'immagine ripresa in fontanile di covata di ghiozzo padano che ho ripreso in un monitoraggio in fontanile.
http://s2.postimage.org/2fl5vnhgk/DSC_1500legg.jpg (http://postimage.org/image/2fl5vnhgk/)

onlyreds
25-08-2011, 09:29
ma che bella foto livleo!! Potrebbe essere un'idea giusto per iniziare!