bettina s.
08-10-2009, 09:57
Un giorno Bettina, acquariofila per necessità, avendo rilevato (proprio questo è il termine giusto) la passione per i pesciolini dal marito, passato ad un nuovo hobby quello della bicicletta, mentre spolverava i vecchi mobili della sala, malamente riadattati dopo tre traslochi, notò nell'angolino sotto la vasca degli endler una brutta macchia di umidità.
La cosa la preoccupò non poco, avendo tre pargoli che razzolano per la maggior parte del loro tempo sul pavimento; osservando con la torcia, notò che la macchia si estendeva per tutta la lunghezza del mobile dov'era appoggiata la vaschetta più piccola, quella da 90 lt.
Al rientro dal lavoro il pater familias, registrò la notizia senza batter ciglio, ma Bettina aveva notato una seppur flebile attività cerebrale ed era pronta come una leonessa al crepuscolo a gettarsi sulla preda (nel suo caso l'unico neurone del marito ancora in attività dopo le venti).
Infatti dopo un po' ecco la frase tanto attesa: “a me questa sala mi fa proprio schifo, ci sarebbero da rifare tutti i muri eppoi questi mobili mi fanno cagare, sabato andiamo a fare un giro.” Quali dolci parole ispirate ed illuminate!!!
Però Bettina, sapeva di doversela giocare bene, quindi rispose con fare rassegnato, ma già aveva in testa tutta la mappa dei mobilifici (alla loro portata, pochi) da visitare quel sabato mattina.
Andare in qualsiasi luogo pubblico con tre pesti scatenate, non è cosa facile, ci vuole una certa preparazione mentale, esercizi di rilassamento, massaggi e qualche coccola al maritino, così da metterlo di buon umore; entrati nel primo mobilificio, bisogna andare dritti alla meta, i mobili da salotto, senza passare dalle camerette, cosa non sempre facile se le camerette sono disposte prima dei soggiorni, ma non impossibile, per Bettina, che trasformatasi per l'occasione in Eva Kent, guida l'allegra comitiva dentro e fuori bagni e corridoi di servizio, arrivando alla meta in poco tempo.
Dopo tre luoghi visitati in questa maniera al maritino brillano gli occhi: ha finalmente trovato il genere di sala che vorrebbe, o meglio che crede di volere, perché in realtà sono proprio i mobili che piacciono a Bettina, ma poiché crede di averli trovati lui e ne è estremamente soddisfatto, perché dissuaderlo?
Arrivati a casa comincia a prendere le misure di tutti i muri usufruibili, lei lo lascia fare anche se conosce tutte le cifre a memoria (come del resto ha in mente le misure di tutta la casa e delle due precedenti avendole sempre arredate lei), ma bisogna pur tenerlo impegnato in un lungo week end tra un gran premio e l'altro.
In breve comincia a farneticare sulla disposizione di questo e quel complemento, lo lascia andare avanti per un po', poi gentilmente gli fa notare che come la vorrebbe lui la sala lieviterebbe ben oltre il prezzo stimato, poiché ci sarebbero troppi fuori misura e si sa, un mobile fuori misura, vale tanto oro quanto pesa.
Bettina legge la delusione sul suo volto, neanche gli avesse strappato il lecca lecca; lo lascia mugugnare qualche minuto e assume un' espressione estremamente concentrata, in realtà sta pensando al ragù, perché ha già tutto quanto in mente e poi dichiara: “una soluzione ci sarebbe, ma non so se te la senti, ci devi pensare bene, certo che in questo modo avresti tutti i mobili che vuoi e nessun fuori misura” e butta giù due schizzi come se fossero un intuizione del momento (in realtà nell'armadio della camera sotto i maglioni c'è già tutto il progetto su carta millimetrata da lei realizzato mentre i pargoli erano a scuola e lui al lavoro, due giorni prima).
C'è un piccolo particolare, però perché il planing prevede lo spostamento in altro punto della sala di tutte e 4 le vasche, la più piccola delle quali contiene 90 litri, si parla di un girotondo di oltre 600 lt. di acqua e di un numero imprecisato di pesci, che neanche l'acquario di Genova... lui annuisce con convinzione, poiché lo attrae l'idea di risparmiare tanti bei soldini e nel contempo avere la sala come vuole lui, al momento alla luce del giorno e concentrato sulla tinta di rosso che vuol dare ad una parete, tutto sembra fattibile, la mattina dopo però si sveglia con un senso di oppressione al petto, sarà influenza, oppure un infarto?!!?
Trascinato al volo dalla nostra brava dottoressa, vien fuori che il dolore dipende dall'aver macinato 120 km in bicicletta appiccicato ad un manubrio troppo stretto per lui, andiamo a comprarne uno più adeguato, tesoro, dice Bettina e poi, non vista, non può evitare un ghigno satanico stile “La maledizione di Damien”.
La cosa la preoccupò non poco, avendo tre pargoli che razzolano per la maggior parte del loro tempo sul pavimento; osservando con la torcia, notò che la macchia si estendeva per tutta la lunghezza del mobile dov'era appoggiata la vaschetta più piccola, quella da 90 lt.
Al rientro dal lavoro il pater familias, registrò la notizia senza batter ciglio, ma Bettina aveva notato una seppur flebile attività cerebrale ed era pronta come una leonessa al crepuscolo a gettarsi sulla preda (nel suo caso l'unico neurone del marito ancora in attività dopo le venti).
Infatti dopo un po' ecco la frase tanto attesa: “a me questa sala mi fa proprio schifo, ci sarebbero da rifare tutti i muri eppoi questi mobili mi fanno cagare, sabato andiamo a fare un giro.” Quali dolci parole ispirate ed illuminate!!!
Però Bettina, sapeva di doversela giocare bene, quindi rispose con fare rassegnato, ma già aveva in testa tutta la mappa dei mobilifici (alla loro portata, pochi) da visitare quel sabato mattina.
Andare in qualsiasi luogo pubblico con tre pesti scatenate, non è cosa facile, ci vuole una certa preparazione mentale, esercizi di rilassamento, massaggi e qualche coccola al maritino, così da metterlo di buon umore; entrati nel primo mobilificio, bisogna andare dritti alla meta, i mobili da salotto, senza passare dalle camerette, cosa non sempre facile se le camerette sono disposte prima dei soggiorni, ma non impossibile, per Bettina, che trasformatasi per l'occasione in Eva Kent, guida l'allegra comitiva dentro e fuori bagni e corridoi di servizio, arrivando alla meta in poco tempo.
Dopo tre luoghi visitati in questa maniera al maritino brillano gli occhi: ha finalmente trovato il genere di sala che vorrebbe, o meglio che crede di volere, perché in realtà sono proprio i mobili che piacciono a Bettina, ma poiché crede di averli trovati lui e ne è estremamente soddisfatto, perché dissuaderlo?
Arrivati a casa comincia a prendere le misure di tutti i muri usufruibili, lei lo lascia fare anche se conosce tutte le cifre a memoria (come del resto ha in mente le misure di tutta la casa e delle due precedenti avendole sempre arredate lei), ma bisogna pur tenerlo impegnato in un lungo week end tra un gran premio e l'altro.
In breve comincia a farneticare sulla disposizione di questo e quel complemento, lo lascia andare avanti per un po', poi gentilmente gli fa notare che come la vorrebbe lui la sala lieviterebbe ben oltre il prezzo stimato, poiché ci sarebbero troppi fuori misura e si sa, un mobile fuori misura, vale tanto oro quanto pesa.
Bettina legge la delusione sul suo volto, neanche gli avesse strappato il lecca lecca; lo lascia mugugnare qualche minuto e assume un' espressione estremamente concentrata, in realtà sta pensando al ragù, perché ha già tutto quanto in mente e poi dichiara: “una soluzione ci sarebbe, ma non so se te la senti, ci devi pensare bene, certo che in questo modo avresti tutti i mobili che vuoi e nessun fuori misura” e butta giù due schizzi come se fossero un intuizione del momento (in realtà nell'armadio della camera sotto i maglioni c'è già tutto il progetto su carta millimetrata da lei realizzato mentre i pargoli erano a scuola e lui al lavoro, due giorni prima).
C'è un piccolo particolare, però perché il planing prevede lo spostamento in altro punto della sala di tutte e 4 le vasche, la più piccola delle quali contiene 90 litri, si parla di un girotondo di oltre 600 lt. di acqua e di un numero imprecisato di pesci, che neanche l'acquario di Genova... lui annuisce con convinzione, poiché lo attrae l'idea di risparmiare tanti bei soldini e nel contempo avere la sala come vuole lui, al momento alla luce del giorno e concentrato sulla tinta di rosso che vuol dare ad una parete, tutto sembra fattibile, la mattina dopo però si sveglia con un senso di oppressione al petto, sarà influenza, oppure un infarto?!!?
Trascinato al volo dalla nostra brava dottoressa, vien fuori che il dolore dipende dall'aver macinato 120 km in bicicletta appiccicato ad un manubrio troppo stretto per lui, andiamo a comprarne uno più adeguato, tesoro, dice Bettina e poi, non vista, non può evitare un ghigno satanico stile “La maledizione di Damien”.