Paolo Piccinelli
28-04-2008, 09:51
http://s1.postimage.org/qgPQA.jpg (http://www.postimage.org/image.php?v=gxqgPQA) http://s1.postimage.org/qgUPS.jpg (http://www.postimage.org/image.php?v=gxqgUPS)
Nome comune:
Alghe a barba
Nome scientifico:
Divisione Rhodophyte – Genere Compsopogon
Descrizione:
Le alghe a barba del genere Compsogon fanno parte della divisione rodoficee, che conta 500 generi e 4000 specie, di cui solo poche decine si sono adattate alla vita in acqua dolce.
I plastidi di queste alghe contengono sia clorofilla che altri pigmenti fotosintetici; le alghe adattate all’ambiente marino appaiono rosse per la predominanza di pigmenti come le ficobiline.
In acqua dolce la predominanza di ficocianine le fa apparire brune-grigiastre, con un aspetto filamentoso più o meno ramificato e una lunghezza che può raggiungere i 15 cm. Di norma presentano una consistenza coriacea e il tipico aspetto che le fa assomigliare a “peli di cane”. Crescono soprattutto sui margini fogliari più esposti alla luce e in breve tempo, se non contrastate, invadono tutte le zone illuminate della vasca.. Prediligono acque dure caratterizzate da bassa concentrazione di anidride carbonica ed elevata quantità di nitrati e fosfati.
Principali fattori scatenanti:
La luce intensa e una buona concentrazione di ossigeno e di nutrienti in soluzione ne favoriscono la crescita.
La loro comparsa è legata ad alte concentrazioni di inquinanti, soprattutto nitrati e fosfati, ma anche una gradazione troppo elevata (superiore a 6.500° K) delle lampade ne favorisce il moltiplicarsi.
Sono alghe tipiche in vasche sovraffollate.
Principali metodi di prevenzione:
Il modo migliore per contenere lo sviluppo delle alghe è mettere le piante nelle condizioni migliori per poter competere.
Mantenere basso il livello di inquinanti introducendo piante a crescita rapida e non sovraffollare le vasche sono le tecniche più indicate a limitare l’insorgenza e l’espansione di questo tipo di alga.
La scelta delle luci gioca un ruolo di primo piano: impostare un fotoperiodo adeguato alle esigenze delle piante presenti in vasca e usare luci con spettro luminoso dai 4000°k ai 6500°k sono un ottimo punto di partenza nell’opera di contrasto alle alghe.
La fertilizzazione deve essere adeguata alla biomassa vegetale presente in vasca… le dosi indicate in etichetta vanno ridotte ad 1/3 e variate MOLTO gradualmente in seguito all’osservazione che tali variazioni producono (in meglio o in peggio) sul sistema-acquario.
Da evidenziare il fatto che quasi tutti gli organismi alghivori (eccezion fatta per i gasteropodi del genere neritina) mangiano solo le parti giovani e tenere dell’alga.
Organismi antagonisti:
Le alghe a barba rientrano nella dieta di molti organismi, infatti diverse specie di gasteropodi, crostacei e pesci se ne cibano volentieri.
L’elenco dei mangiatori di questo tipo di alghe è lungo, cito le specie più comuni in commercio:
Caridine e neocaridine
Lumache del genere ampullaria e neritina
Otocinclus affinis
Crossocheilus siamesis
Gyrinocheilus aymonieri
Ancystrus dolichpterus
Prodotti chimici efficaci:
Sconsiglio vivamente l’uso di prodotti chimici per combattere le alghe; anche se l’attacco chimico sarà efficace, la sua durata sarà limitata nel tempo e le alghe torneranno come e peggio di prima.
Strategie di successo contro le infestazioni:
Si inizia col potare le piante più colpite, cercando di eliminare le alghe più sviluppate che non sono intaccate dagli alghivori, si verificano lo spettro e l’età delle lampade (spesso lampade vecchie forniscono un irraggiamento più favorevole alle alghe che alle piante) e si sostituiscono se necessario.
Se si rilevano concentrazioni elevate di inquinanti, si procede contestualmente a copiosi cambi d’acqua ( 2-3 cambi ravvicinati del 20%).
L’erogazione di anidride carbonica con concentrazione fra 25 e 35 ppm si è dimostrata efficace in molti casi.
Nel lungo periodo, lo sbilanciamento del rapporto piante/pesci a favore delle prime è l’unico strumento che garantisce stabilmente il controllo sulla proliferazione algale.
Nome comune:
Alghe a barba
Nome scientifico:
Divisione Rhodophyte – Genere Compsopogon
Descrizione:
Le alghe a barba del genere Compsogon fanno parte della divisione rodoficee, che conta 500 generi e 4000 specie, di cui solo poche decine si sono adattate alla vita in acqua dolce.
I plastidi di queste alghe contengono sia clorofilla che altri pigmenti fotosintetici; le alghe adattate all’ambiente marino appaiono rosse per la predominanza di pigmenti come le ficobiline.
In acqua dolce la predominanza di ficocianine le fa apparire brune-grigiastre, con un aspetto filamentoso più o meno ramificato e una lunghezza che può raggiungere i 15 cm. Di norma presentano una consistenza coriacea e il tipico aspetto che le fa assomigliare a “peli di cane”. Crescono soprattutto sui margini fogliari più esposti alla luce e in breve tempo, se non contrastate, invadono tutte le zone illuminate della vasca.. Prediligono acque dure caratterizzate da bassa concentrazione di anidride carbonica ed elevata quantità di nitrati e fosfati.
Principali fattori scatenanti:
La luce intensa e una buona concentrazione di ossigeno e di nutrienti in soluzione ne favoriscono la crescita.
La loro comparsa è legata ad alte concentrazioni di inquinanti, soprattutto nitrati e fosfati, ma anche una gradazione troppo elevata (superiore a 6.500° K) delle lampade ne favorisce il moltiplicarsi.
Sono alghe tipiche in vasche sovraffollate.
Principali metodi di prevenzione:
Il modo migliore per contenere lo sviluppo delle alghe è mettere le piante nelle condizioni migliori per poter competere.
Mantenere basso il livello di inquinanti introducendo piante a crescita rapida e non sovraffollare le vasche sono le tecniche più indicate a limitare l’insorgenza e l’espansione di questo tipo di alga.
La scelta delle luci gioca un ruolo di primo piano: impostare un fotoperiodo adeguato alle esigenze delle piante presenti in vasca e usare luci con spettro luminoso dai 4000°k ai 6500°k sono un ottimo punto di partenza nell’opera di contrasto alle alghe.
La fertilizzazione deve essere adeguata alla biomassa vegetale presente in vasca… le dosi indicate in etichetta vanno ridotte ad 1/3 e variate MOLTO gradualmente in seguito all’osservazione che tali variazioni producono (in meglio o in peggio) sul sistema-acquario.
Da evidenziare il fatto che quasi tutti gli organismi alghivori (eccezion fatta per i gasteropodi del genere neritina) mangiano solo le parti giovani e tenere dell’alga.
Organismi antagonisti:
Le alghe a barba rientrano nella dieta di molti organismi, infatti diverse specie di gasteropodi, crostacei e pesci se ne cibano volentieri.
L’elenco dei mangiatori di questo tipo di alghe è lungo, cito le specie più comuni in commercio:
Caridine e neocaridine
Lumache del genere ampullaria e neritina
Otocinclus affinis
Crossocheilus siamesis
Gyrinocheilus aymonieri
Ancystrus dolichpterus
Prodotti chimici efficaci:
Sconsiglio vivamente l’uso di prodotti chimici per combattere le alghe; anche se l’attacco chimico sarà efficace, la sua durata sarà limitata nel tempo e le alghe torneranno come e peggio di prima.
Strategie di successo contro le infestazioni:
Si inizia col potare le piante più colpite, cercando di eliminare le alghe più sviluppate che non sono intaccate dagli alghivori, si verificano lo spettro e l’età delle lampade (spesso lampade vecchie forniscono un irraggiamento più favorevole alle alghe che alle piante) e si sostituiscono se necessario.
Se si rilevano concentrazioni elevate di inquinanti, si procede contestualmente a copiosi cambi d’acqua ( 2-3 cambi ravvicinati del 20%).
L’erogazione di anidride carbonica con concentrazione fra 25 e 35 ppm si è dimostrata efficace in molti casi.
Nel lungo periodo, lo sbilanciamento del rapporto piante/pesci a favore delle prime è l’unico strumento che garantisce stabilmente il controllo sulla proliferazione algale.