Paolo Piccinelli
05-03-2008, 17:33
http://s1.postimage.org/qje_i.jpg (http://www.postimage.org/image.php?v=gxqje_i) http://s1.postimage.org/qjjZA.jpg (http://www.postimage.org/image.php?v=gxqjjZA)
Nome comune: Alghe nere a pennello – BBA (Black Beard Algae)
Nome scientifico: Phylum Rodophyte - Ordine Nemalionales – Genere Audouinella - Specie Audouinella violacea
Descrizione:
Si tratta di alghe prevalentemente marine e solo poche specie (alcune centinaia su circa 2.500) si sono adattate a vivere in acqua dolce, fra queste l’Audouinella Violacea è la più diffusa nei nostri acquari.
Hanno una struttura complessa, differente da quella delle alghe unicellulari filamentose; al microscopio si possono riconoscere agevolmente le ramificazioni e le varie parti della colonia di alghe (che macroscopicamente appare come un ciuffo scuro).
In acqua dolce, vista la netta predominanza dei pigmenti foto sintetici rossastri come le ficoetrine, il colore dei ciuffi è bruno-violaceo.
Le cellule sono sprovviste di flagelli e sono incapaci di qualsiasi movimento; la riproduzione è possibile per via asessuata tramite la liberazione di spore e per via sessuata mediante un ciclo piuttosto complesso.
Altre specie di alghe rosse, per esempio i filamenti dell’alga Compsogon, possono trovarsi frammiste nei ciuffi di audouinella.
Si presentano in acquario sui bordi delle foglie coriacee ben esposte alla luce (tipicamente echinodorus e anubias) formando una linea bruna di piccoli ciuffetti che, crescendo, si congiungono formando un insieme compatto che non può essere rimosso senza danneggiare le foglie.
Su legni, rocce e anche sui ciottoli del fondo formano dei ciuffetti cotonosi dalle dimensioni variabili da qualche millimetro ad un paio di centimetri.
Si rimuovono con difficoltà e si frammentano durante la rimozione fluttuando nell’acqua; dovunque si poseranno daranno vita ad una nuova alga macroscopica.
Principali fattori scatenanti:
Nella maggioranza dei casi le alghe nere a pennello arrivano in vasca attaccate a qualche pianta, ad un legno o roccia usati o sospese nell’acqua in cui sono trasportati i pesci.
Una volta entrate, è difficilissimo liberarsene, la maggior parte delle volte ci si accontenta di limitarne lo sviluppo al minimo confinandole negli angoli nascosti dell’acquario.
La loro crescita è favorita dall’abbondanza di luce e di nutrienti disciolti e da basse concentrazioni di anidride carbonica.
E’ provato che lampade con spettri di gradazione elevata (oltre gli 8.000k) ne favoriscono sensibilmente la propagazione, in quanto le alghe nere contengono pigmenti perfetti per sfruttare le alte frequenze luminose.
Principali fattori limitanti:
Accorgimenti generali di tipo meccanico:
• Potare le foglie più colpite
• Raschiare le alghe dagli arredi (farli bollire a parte se possibile)
• Pulire spesso i materiali deputati alla filtrazione meccanica per eliminare i residui in sospensione
• Sifonare superficialmente il fondo per eliminare le alghe che vi si depositano
• Ridurre la turbolenza superficiale per diminuire la dispersione di CO2
Uso della CO2 a concentrazione elevata
• Una elevata concentrazione di CO2 rallenta la formazione delle alghe
Fertilizzazione
• Per contrastare lo sviluppo algale la fertilizzazione va ridotta ma non interrotta, per non bloccare lo sviluppo vegetativo delle piante superiori
Scelta della luce
• Sono consigliati spettri dai 4.000 ai 6.500 gradi kelvin, cioè luci “calde”; se possibile è meglio abbinare luci con spettri differenti
• La potenza luminosa ed il fotoperiodo vanno regolati in base alla biomassa vegetale presente in vasca ed al tipo di piante presenti (crescita rapida, media o lenta), oltre che alle esigenze di irraggiamento delle singole piante
• La durata del fotoperiodo deve essere variata molto lentamente, non oltre i 30 minuti a settimana; il fotoperiodo a regime non deve essere minimo di 8 ore e inferiore a 12
Eventuali organismi antagonisti:
Gli unici organismi che si nutrono delle alghe a pennello sono i gasteropodi della famiglia delle neritine e i molluschi come le septaria porcellana che però, essendo lente (in quanto lumache), sono in grado di controllare solo le infestazioni lievi.
Il crossocheilus siamensis ed il Garra cambodgiensis si nutrono solo delle alghe molto giovani e, una volta raggiunta l’età adulta, ne mangiano molte meno; entrambe le specie inoltre crescono molto (fino a 15 cm circa).
Eventuali prodotti chimici efficaci:
L’unico prodotto antialghe che si dimostra efficace per il trattamento delle alghe nere a pennello è il Protalon 707.
Per trattamenti localizzati si hanno ottimi risultati con l’impiego del Seachem Excel e del perossido di idrogeno (per dosi e modo di somministrazione vedere sotto).
Strategie di successo:
Non esiste un “metodo universalmente riconosciuto” per debellare le alghe nere a pennello, vengono quindi proposte delle esperienze che, in contesti specifici, hanno portato a risultati soddisfacenti e in qualche caso risolutivi.
CO2 a manetta
Vasca da 180 litri, riccamente piantumata con illuminazione medio/alta (0,8 w/litro); i pesci sono stati tolti a titolo precauzionale e la fertilizzazione dimezzata.
CO2 a dose doppia rispetto alle tabelle per 7 giorni, fotoperiodo ridotto di un’ora, riduzione del movimento acqua, fertilizzazione immutata.
Cambio acqua del 50% con sifonatura del fondo a fine trattamento.
Acqua ossigenata
Vasche riccamente piantumate, allo stadio iniziale dell’infestazione: le alghe sono presenti sui bordi delle foglie coriacee (echinodorus, microsorium, anubias su tutte).
In occasione dei cambi d’acqua e a filtro spento spruzzare direttamente sulle alghe con una siringa acqua ossigenata a 10 volumi… si osserveranno migliaia di piccole bollicine e le alghe lentamente scoloriranno, per poi svanire in circa una settimana.
Non superare 1 ml di H2O2 ogni 4 litri d’acqua.
Dopo il trattamento attendere 10 minuti, completare il cambio d’acqua e riattivare il filtro.
Candeggina
Sistema valido solo per piante coriacee come anubias, microsorium, alcune specie di echinodorus.
Si prepara una bacinella o una pentola con una soluzione di acqua e candeggina 20:1 e vi si immergono le foglie colpite -NON LE RADICI- per 8-10 secondi, agitando per bene.
Si sciacquano molto bene le piante e le si rimettono in vasca
Entro qualche giorno le alghe diventano dapprima rosse, poi bianche e poi svaniscono.
NB le anubias vanno posizionate in zone scarsamente illuminate, meglio ancora all’ombra di altre piante.
Piante antagoniste
Vasca da 100 litri con illuminazione medio-bassa (0,4 w/litro), ben piantumata con piante poco esigenti e a crescita lenta.
L’invasione di alghe nere è stata ridotta e debellata con l’introduzione di piante a crescita veloce (hygrophila polisperma e limnophila sessiflora), unitamente all’introduzione di un impianto CO2 temporizzato, attivo nelle sole ore di luce.
In molti casi l’introduzione di piante antagoniste non sortisce nessun effetto, ma in questo caso è risultata efficace, visto il basso apporto di luce e fertilizzanti necessario alla gestione di una vasca “low tech”.
In pratica le alghe sono morte di fame per la concorrenza delle piante antagoniste.
In vasche di piante esigenti il metodo porterebbe alla sofferenza delle medesime a causa dell’interruzione della fertilizzazione, quindi in tal caso è sconsigliato.
Nome comune: Alghe nere a pennello – BBA (Black Beard Algae)
Nome scientifico: Phylum Rodophyte - Ordine Nemalionales – Genere Audouinella - Specie Audouinella violacea
Descrizione:
Si tratta di alghe prevalentemente marine e solo poche specie (alcune centinaia su circa 2.500) si sono adattate a vivere in acqua dolce, fra queste l’Audouinella Violacea è la più diffusa nei nostri acquari.
Hanno una struttura complessa, differente da quella delle alghe unicellulari filamentose; al microscopio si possono riconoscere agevolmente le ramificazioni e le varie parti della colonia di alghe (che macroscopicamente appare come un ciuffo scuro).
In acqua dolce, vista la netta predominanza dei pigmenti foto sintetici rossastri come le ficoetrine, il colore dei ciuffi è bruno-violaceo.
Le cellule sono sprovviste di flagelli e sono incapaci di qualsiasi movimento; la riproduzione è possibile per via asessuata tramite la liberazione di spore e per via sessuata mediante un ciclo piuttosto complesso.
Altre specie di alghe rosse, per esempio i filamenti dell’alga Compsogon, possono trovarsi frammiste nei ciuffi di audouinella.
Si presentano in acquario sui bordi delle foglie coriacee ben esposte alla luce (tipicamente echinodorus e anubias) formando una linea bruna di piccoli ciuffetti che, crescendo, si congiungono formando un insieme compatto che non può essere rimosso senza danneggiare le foglie.
Su legni, rocce e anche sui ciottoli del fondo formano dei ciuffetti cotonosi dalle dimensioni variabili da qualche millimetro ad un paio di centimetri.
Si rimuovono con difficoltà e si frammentano durante la rimozione fluttuando nell’acqua; dovunque si poseranno daranno vita ad una nuova alga macroscopica.
Principali fattori scatenanti:
Nella maggioranza dei casi le alghe nere a pennello arrivano in vasca attaccate a qualche pianta, ad un legno o roccia usati o sospese nell’acqua in cui sono trasportati i pesci.
Una volta entrate, è difficilissimo liberarsene, la maggior parte delle volte ci si accontenta di limitarne lo sviluppo al minimo confinandole negli angoli nascosti dell’acquario.
La loro crescita è favorita dall’abbondanza di luce e di nutrienti disciolti e da basse concentrazioni di anidride carbonica.
E’ provato che lampade con spettri di gradazione elevata (oltre gli 8.000k) ne favoriscono sensibilmente la propagazione, in quanto le alghe nere contengono pigmenti perfetti per sfruttare le alte frequenze luminose.
Principali fattori limitanti:
Accorgimenti generali di tipo meccanico:
• Potare le foglie più colpite
• Raschiare le alghe dagli arredi (farli bollire a parte se possibile)
• Pulire spesso i materiali deputati alla filtrazione meccanica per eliminare i residui in sospensione
• Sifonare superficialmente il fondo per eliminare le alghe che vi si depositano
• Ridurre la turbolenza superficiale per diminuire la dispersione di CO2
Uso della CO2 a concentrazione elevata
• Una elevata concentrazione di CO2 rallenta la formazione delle alghe
Fertilizzazione
• Per contrastare lo sviluppo algale la fertilizzazione va ridotta ma non interrotta, per non bloccare lo sviluppo vegetativo delle piante superiori
Scelta della luce
• Sono consigliati spettri dai 4.000 ai 6.500 gradi kelvin, cioè luci “calde”; se possibile è meglio abbinare luci con spettri differenti
• La potenza luminosa ed il fotoperiodo vanno regolati in base alla biomassa vegetale presente in vasca ed al tipo di piante presenti (crescita rapida, media o lenta), oltre che alle esigenze di irraggiamento delle singole piante
• La durata del fotoperiodo deve essere variata molto lentamente, non oltre i 30 minuti a settimana; il fotoperiodo a regime non deve essere minimo di 8 ore e inferiore a 12
Eventuali organismi antagonisti:
Gli unici organismi che si nutrono delle alghe a pennello sono i gasteropodi della famiglia delle neritine e i molluschi come le septaria porcellana che però, essendo lente (in quanto lumache), sono in grado di controllare solo le infestazioni lievi.
Il crossocheilus siamensis ed il Garra cambodgiensis si nutrono solo delle alghe molto giovani e, una volta raggiunta l’età adulta, ne mangiano molte meno; entrambe le specie inoltre crescono molto (fino a 15 cm circa).
Eventuali prodotti chimici efficaci:
L’unico prodotto antialghe che si dimostra efficace per il trattamento delle alghe nere a pennello è il Protalon 707.
Per trattamenti localizzati si hanno ottimi risultati con l’impiego del Seachem Excel e del perossido di idrogeno (per dosi e modo di somministrazione vedere sotto).
Strategie di successo:
Non esiste un “metodo universalmente riconosciuto” per debellare le alghe nere a pennello, vengono quindi proposte delle esperienze che, in contesti specifici, hanno portato a risultati soddisfacenti e in qualche caso risolutivi.
CO2 a manetta
Vasca da 180 litri, riccamente piantumata con illuminazione medio/alta (0,8 w/litro); i pesci sono stati tolti a titolo precauzionale e la fertilizzazione dimezzata.
CO2 a dose doppia rispetto alle tabelle per 7 giorni, fotoperiodo ridotto di un’ora, riduzione del movimento acqua, fertilizzazione immutata.
Cambio acqua del 50% con sifonatura del fondo a fine trattamento.
Acqua ossigenata
Vasche riccamente piantumate, allo stadio iniziale dell’infestazione: le alghe sono presenti sui bordi delle foglie coriacee (echinodorus, microsorium, anubias su tutte).
In occasione dei cambi d’acqua e a filtro spento spruzzare direttamente sulle alghe con una siringa acqua ossigenata a 10 volumi… si osserveranno migliaia di piccole bollicine e le alghe lentamente scoloriranno, per poi svanire in circa una settimana.
Non superare 1 ml di H2O2 ogni 4 litri d’acqua.
Dopo il trattamento attendere 10 minuti, completare il cambio d’acqua e riattivare il filtro.
Candeggina
Sistema valido solo per piante coriacee come anubias, microsorium, alcune specie di echinodorus.
Si prepara una bacinella o una pentola con una soluzione di acqua e candeggina 20:1 e vi si immergono le foglie colpite -NON LE RADICI- per 8-10 secondi, agitando per bene.
Si sciacquano molto bene le piante e le si rimettono in vasca
Entro qualche giorno le alghe diventano dapprima rosse, poi bianche e poi svaniscono.
NB le anubias vanno posizionate in zone scarsamente illuminate, meglio ancora all’ombra di altre piante.
Piante antagoniste
Vasca da 100 litri con illuminazione medio-bassa (0,4 w/litro), ben piantumata con piante poco esigenti e a crescita lenta.
L’invasione di alghe nere è stata ridotta e debellata con l’introduzione di piante a crescita veloce (hygrophila polisperma e limnophila sessiflora), unitamente all’introduzione di un impianto CO2 temporizzato, attivo nelle sole ore di luce.
In molti casi l’introduzione di piante antagoniste non sortisce nessun effetto, ma in questo caso è risultata efficace, visto il basso apporto di luce e fertilizzanti necessario alla gestione di una vasca “low tech”.
In pratica le alghe sono morte di fame per la concorrenza delle piante antagoniste.
In vasche di piante esigenti il metodo porterebbe alla sofferenza delle medesime a causa dell’interruzione della fertilizzazione, quindi in tal caso è sconsigliato.